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Nuova Venezia – Miranese: in 10 mesi cancellati 425 treni.

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4

nov

2014

Da gennaio nel Miranese cancellati 425 convogli. Ieri nuovi disagi

Treni, boom di soppressioni

Cresce la rabbia dei pendolari dei treni. Nel Miranese uno studio ha evidenziato i problemi: da gennaio sono stati soppressi 425 convogli sulla linea Bassano-Venezia. Anche ieri si sono verificati nuovi disagi.

Pendolari esasperati sulla linea Bassano-Venezia. Ritardi accumulati pari a una settimana e mezza. Ieri altri due casi

SALZANO – La pazienza è arrivata a un limite anche per i passeggeri del Miranese, che ogni giorno salgono sui treni della linea Venezia-Bassano. Altrove l’hanno persa da un pezzo, vedi nel Veneto orientale, qui è stato un crescendo di rabbia, decollata soprattutto quest’anno. Ieri il gruppo “Pendolari Robegano-Salzano” ha reso nota una ricerca fatta dagli stessi passeggeri sui ritardi e regionali saltati di recente. I treni cancellati da gennaio, comprese le navette da Noale o Salzano e Mestre e viceversa, sono stati 425, alla media di 1,46 al giorno, mentre i minuti di ritardo accumulati sono stati 16.663, pari a 11 giorni, 13 ore e 43 minuti. Una settimana e mezza persa, comprese le ore diurne e notturne. Finito qui? No, perché gli utenti hanno pure contato quanti convogli sono stati cancellati a ottobre, dove tra incidenti e malattie del personale, hanno avuto 50 corse in meno. Nei 31 giorni di ottobre, in 14 ci sono stati dei problemi: in pratica quasi il 50 per cento. E ieri si è replicato, perché sono saltate le navette numero 5768 delle 6.22 da Mestre a Salzano e la 5771 delle 7.09 da Noale a Mestre.

«Capiamo» si legge in una nota dei pendolari «che una volta tanto possa capitare un guasto, la malattia improvvisa del capotreno, ma ci pare che le soppressioni in questo caso stiano diventando sistematiche e colpiscono una linea che, essendo a breve chilometraggio, è soggetta a penali più basse in caso di cancellazioni. Non a caso i treni di questa tratta sono i primi a essere soppressi o a subire ritardi». E a dare man forte ai pendolari arriva Damiano Dori, segretario dell’associazione Artigiani e piccole imprese del mandamento di Mirano. Dori denuncia i continui ritardi degli operai nell’arrivare ai posti di lavoro. «Ogni giorno» spiega «riceviamo proteste e lamentele delle nostre imprese. Per colpa dei ritardi e delle soppressioni, faticano a raggiungere i cantieri in tempo e questo penalizza l’ambito lavorativo. Il sistema, così come è stato studiato, è antieconomico e poco funzionale».

Alessandro Ragazzo

 

l’incontro

Venerdì tutti in Regione alla ricerca di risposte

VENEZIA – La scorsa settimana in Regione ci erano andati i rappresentanti dei comitati dei pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, oltre ai sindaci di Marcon (Andrea Follini) e di Quarto (Silvia Conte). Sul piatto c’erano i disservizi della Venezia-Portogruaro, fatto di corse saltate e ritardi. Venerdì toccherà ai passeggeri della Venezia-Bassano, che andranno a esporre i loro problemi, pure in questo caso fatti di convogli cancellati, pieni e in ritardo. Per gli utenti la situazione sta diventando insostenibile, per una linea che interessa più di mezzo Miranese (Noale, Salzano, Maerne e Spinea) e dove ogni giorni viaggiano migliaia tra studenti e lavoratori. Spesso i disservizi arrivano nelle ore di punta, nei momenti dove c’è il massimo spostamento verso le scuole e gli uffici. Di più, perché questa linea, da Maerne a Bassano, è a binario unico quando c’è un inconveniente, i treni non possono essere deviati su altre rotaie e il traffico si paralizza. Già l’orario cadenzato, per come è stato stilato, aveva fatto storcere il naso a più di un passeggero. A questo si sono aggiunti le soppressioni e i ritardi, talvolta di diversi minuti. E venerdì vuoteranno il sacco.

(a.rag.)

 

Sulla Treviso-Venezia una mattinata da dimenticare per un semplice errore burocratico

Turni sbagliati: annullati altri due convogli

MOGLIANO – Trenitalia sbaglia a organizzare i turni del capotreno, pendolari appiedati sulla Treviso-Venezia. È successo ieri mattina, due i convogli soppressi con il risultato che lavoratori e studenti hanno dovuto attendere il treno successivo o trovare soluzioni alternative per raggiungere le loro destinazioni. Il tutto ovviamente condito da proteste e imprecazioni per il mancato servizio, l’ennesimo lungo la tratta. Il problema si è presentato in tutta la sua gravità a Venezia di primissima mattina: il regionale 11010 diretto a Treviso era senza capotreno. E senza capotreno, non poteva partire. Il convoglio è stato soppresso e i pendolari che lo attendevano nelle stazioni di Porto Marghera, Mestre, Mestre Ospedale, Mogliano, Preganziol e San Trovaso, oltre a quelli già saliti a Venezia, si sono dovuti rassegnare dinnanzi al disservizio. Il copione si è ripetuto poco dopo, con il regionale 11013 in partenza da Treviso alle 8.36 e arrivo previsto a Venezia alle 9.16. Proprio su questo treno doveva salire il capotreno che in realtà non c’era. E i disagi a catena sono ricaduti nuovamente sui pendolari delle stazioni intermedie, tra cui Preganziol e Mogliano. Inutilmente lavoratori e studenti diretti in laguna hanno atteso il regionale. Dagli altoparlanti, l’annuncio: “Treno soppresso per mancanza improvvisa del personale”. Interpellata sulla questione, Trenitalia ha spiegato che ieri si è verificato un errore nella distribuzione dei turni del capotreno, con il risultato che due convogli su cui doveva prendere servizio un capotreno sono rimasti scoperti. E dunque sono stati soppressi. Solo a partire dal terzo treno inserito nel turno del capotreno che non c’era, Trenitalia è riuscita a garantire la copertura con una soluzione in extremis. Inevitabili i disagi per i pendolari. Per quelli che dovevano prendere il secondo regionale saltato, oltre il danno c’è stata anche la beffa. Il treno successivo è arrivato in ritardo. A Preganziol, il regionale 11015 per Venezia Santa Lucia era atteso per le 9.15. Ma già verso le 9, sul monitor è stato segnalato un ritardo di dieci minuti. Ritardo che poi è stato cancellato e quindi è ricomparso. Risultato: il treno è arrivato e ripartito a Preganziol dieci minuti dopo. E lo stesso a Mogliano. Secondo Trenitalia, il ritardo è stato accumulato a causa dell’affollamento sui binari che ha imposto di osservare fermate più lunghe nelle stazioni, da Udine fino a Venezia, dove alla fine è arrivato con nove minuti di ritardo.

Rubina Bon

 

Gazzettino – Miranese. A ottobre soppressi 50 treni.

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4

nov

2014

MIRANESE

Solo in ottobre cancellati 50 treni

Gravi disagi: sindaci e comitati convocati in Regione per un summit con le Ferrovie

I dati dei pendolari: «Nel 2014 tagliati 468 convogli»

DISAGI – Per i pendolari del Miranese è stato un ottobre da incubo.Ora il summit in Regione

Per i pendolari del Miranese è stato un ottobre da incubo e il mese di novembre è cominciato con altri due treni cancellati ieri mattina, ma ora è arrivato il momento decisivo per ottenere i miglioramenti a lungo invocati. Tutti i sindaci dei Comuni interessati dalla linea ferroviaria Bassano-Venezia (quella che passa per le stazioni di Noale, Salzano, Maerne, Spinea e Mestre) sono stati convocati dalla Regione e avranno l’opportunità di portare anche i referenti dei comitati locali. L’appuntamento è per venerdì alle 9.30 nella sede della Regione in calle Priuli a Venezia, al tavolo siederanno un dirigente regionale e un referente di Trenitalia.

«Non chiederemo cose mirabolanti, ci accontenteremmo di avere ogni giorno i treni segnati sul tabellone» fa sapere il comitato di pendolari di Salzano, facendo riferimento alla lunghissima serie di disagi degli ultimi mesi. Tra incidenti al passaggio a livello, guasti tecnici e malattie di capo-treno o macchinista, la linea Bassano-Venezia ormai è settimanalmente tartassata. Le stazioni più penalizzate sono Salzano e Spinea (dove non fermano i treni Regionali Veloci), i numeri parlano chiaro: i pendolari fanno sapere che ad ottobre sono stati cancellati ben 50 treni e in tutto il 2014 il dato arriva almeno a 468. La media è di oltre un treno e mezzo cancellato ogni giorno.

Le statistiche sono state prese dal sito internet www.viaggiatreno.it e riguardano le linee Castelfranco-Venezia e Noale-Mestre: il comitato di Salzano ha calcolato anche 16.663 minuti complessivi di ritardo, pari ad oltre undici giorni. Lo stesso comitato ieri ha invitato i pendolari a riportare le proprie osservazioni alla mail pendolarisalzanorobegano@gmail.com, diffondendo anche una nota molto piccata: «Capiamo che ogni tanto può capitare un guasto o una malattia, ma qui le soppressioni stanno diventando sistematiche e colpiscono una linea che, essendo a breve chilometraggio, è soggetta a penali più basse in caso di cancellazioni. Dopo l’incontro di venerdì speriamo di ottenere un miglioramento di questa situazione che ci sta esasperando».

 

 

Nuova Venezia – Comuni e comitati per l’ospedale

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2

nov

2014

Tutto pronto per la manifestazione che si svolgerà a Dolo a difesa dei reparti

DOLO – Una manifestazione per chiedere la sospensione dell’atto aziendale dell’Asl 13, in attuazione delle schede sanitarie regionali, e per sollecitare l’avvio degli interventi previsti per l’ospedale di Dolo e la sua catalogazione come ospedale di rete assieme a Mirano. L’iniziativa, promossa dal Comitato Bruno Marcato, si svolgerà il 16 novembre a Dolo. Alla manifestazione hanno aderito sindaci, associazioni, comitati e gruppi politici rivieraschi.

In questi giorni molti Consigli comunali della Riviera hanno approvato un ordine del giorno che ricalca le richieste dei promotori della manifestazione.

Il programma prevede il ritrovo verso le 10 nel Foro Boario, davanti alla vecchia entrata dell’ospedale, da cui partirà un corteo che giungerà fino allo Squero dove si terranno alcuni interventi.

Ieri mattina, per concordare le modalità della manifestazione, si è svolto un incontro tra i rappresentanti del Comitato Marcato e il sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo.

Sulla manifestazione arriva la precisazione di Giovanni Fattoretto, segretario di circoscrizione della Lega Nord Riviera del Brenta. «Il sindaco di Campolongo, recentemente favorevole alla Romea Commerciale», esordisce, «ha chiesto nella Conferenza dei Sindaci di partecipare alla manifestazione a tutela dell’ospedale di Dolo. È bene chiarire che la Lega Nord non andrà mai a braccetto né con chi vuole la Romea Commerciale né con chi pretende di mettere in mano ai manifestanti un simbolo politico per tutelare il diritto alla salute che appartenenza politica non ha». Fattoretto parla poi del problema di Cardiologia di Mirano. «Ho notato un’alzata di scudi ai vari livelli, una difesa che francamente non ho constatato per altri reparti dell’ospedale di Dolo già trasferiti o in via di trasferimento proprio a Mirano».

Va notato però che a livello regionale la Lega Nord è in giunta.

Giacomo Piran

 

Spinea, Martellago e Scorzè “ricicloni”. Riduzioni solo per le aziende, finora escluse le famiglie

MIRANO – Anche differenziare ha la sua fatica, ma conviene? Dove getto gli avanzi della cena? E i cartoni della pizza sporchi? Cosa ci devo mettere nel secco? Tutte domande che i cittadini si pongono ogni giorno. Un piccolo-grande sacrificio da fare non solo per rispettare l’ambiente e risparmiare sulle materie prime ma anche per contenere l’emissione di sostanze nocive, recuperare materiali e ridurre i costi di smaltimento. Già, i costi di smaltimento, perché in questi anni i Comuni, chi più chi meno, hanno fatto passi da gigante nel settore, con numeri all’avanguardia. Ma gli effetti sulle tasche dei cittadini quali sono?

Prendiamo il Miranese a settembre 2014; nella classifica dei primi dieci, ci sono sei dei sette Comuni del comprensorio, addirittura occupando tutti i tre posti del podio: Spinea, Martellago e Scorzè, nell’ordine, sono i più bravi. Santa Maria di Sala, Noale e Salzano aiutano a tenere alta la bandiera di quest’area del Veneziano, mentre Mirano è fuori, per ora, dai primi dieci, anche se di recente ha fatto ottimi passi in avanti. E le percentuali di differenziata sono da 10 in pagella, o giù di lì: si va dall’81,51 per cento di Spinea al 75,42 per cento di Salzano, i due estremi. Spinea gongola e si dice pronta a intervenire sulle bollette.

«Da quattro anni non le stiamo aumentando», dice il sindaco Silvano Checchin, «e le attività produttive, nell’ultimo quadriennio, hanno avuto una riduzione compresa tra il 17 e il 20 per cento, anche se c’è stata meno produzione di spazzatura». L’assessore all’Ambiente Stefania Busatta è pronta a lanciare una serie di iniziative, pure per ridurre gli sprechi nelle mense scolastiche. «Il sistema a calotta» osserva «ci ha permesso di risparmiare 200 mila euro. Il 23 novembre avremo una festa dedicata alle “quattro erre”: riuso, recupero, riciclaggio e riduzione. Ci sarà la possibilità di barattare con altri ciò che non serve, proprio per allungare il ciclo di vita delle cose. Dal 22 al 29 novembre, avremo la settimana europea per la riduzione dei rifiuti e quest’anno sarà dedicata allo spreco alimentare: da qui vogliamo portare avanti delle proposte».

Noale era l’unico del Miranese fuori dai Comuni Ricicloni 2014. Ora gli effetti del sistema a calotta iniziano a vedersi e l’assessore competente, Alessandra Dini, punta a ridurre i costi per le tasche dei contribuenti. «A fine anno faremo i conti» fa sapere «e poi interverremo per far risparmiare i noalesi».

(a.rag.)

 

L’INTERVENTO

Il responsabile dell’Azienda del Miranese ha strumentalizzato i dati Agenas anticipando la chiusura di Cardiochirur- gia, quando nelle schede ospedaliere non c’è traccia
La riforma della governance delle aziende Ulss dovrà essere una delle proposte qualificanti del progetto di governo del Pd e del centrosinistra per le elezioni regionali del 2015, a partire dai meccanismi di nomina dei direttori generali, per renderli indipendenti dalla politica e accreditati con il territorio. Caso eclatante in tal senso è quello dell’Ulss 13, delle scelte organizzative delle ultime settimane e delle prese di posizione dei giorni passati, a partire dall’atteggiamento che la direzione generale ha tenuto in occasione della pubblicazione dei dati Agenas sull’attività cardiologica a Mirano. L’Ulss 13 infatti è l’azienda più sottofinanziata dalla Regione Veneto in termini di trasferimento del fondo sanitario regionale (1.500 euro contro una media di 1.620), insieme all’Ulss 10 del Veneto Orientale. Nonostante la Legge finanziaria regionale del 2010 le assegnasse 22,5 milioni di euro per l’ammodernamento dei poli ospedalierieri di Dolo e Mirano, non solo tale finanziamento non è stato erogato se non in percentuale risibile, ma nelle schede ospdaliere approvate dalla Regione nell’estate 2013 si prevede di porre fine all’integrazione tra Dolo e Mirano, specializzando il primo in polo medico, il secondo in chirurgico (modello bocciato dall’intera comunità medica come pure dalla conferenza dei sindaci). Nonostante tali criticità, e grazie alla professionalità del personale medico, infermieristico, amministrativo, l’Ulss 13 ha saputo garantire i livelli essenziali di assistenza alla propria popolazione, consolidando anche alcune eccellenze, come l’attività di cardiochirurgia a Mirano. Il paradosso di tale vicenda è che il direttore generale, anziché intervenire accanto alla conferenza dei sindaci per correggere le storture e le iniquità che questa Ulss subisce, preferisce alimentare la strumentalzzazione dei dati Agenas ed essere più realista del re, introducendo nell’atto aziendale alcune tempistiche (come la chiusura di Cardiochirurgia il 31 dicembre 2014) di cui non c’è traccia nelle schede ospedaliere. Ricorda, questo atteggiamento, quello dei generali del regio esercito durante la fase più cruenta e sfavorevole del primo conflitto mondiale, quando si preferiva sparare sulle proprie truppe per “dare l’esempio”. Nessuno mette in discussione il polo del cuore integrato tra Mestre e Mirano, solo che esso deve essere davvero concreto e non servire per mascherare il progressivo smantellamento dell’Ulss 13. Se davvero il direttore generale vuole essere coerente con quanto dichiarato faccia l’unico vero atto serio e utile: blocchi l’atto aziendale, e allinei le sue richieste a quelle che hanno fatto i sindaci, espressione reale e democratica delle volontà popolari. Quanto alla storia poi, le sorti del conflitto cambiarono anche quando si decise che, piuttosto che sparare alle proprie truppe, era meglio cambiare i generali!

Gabriele Scaramuzza – Responsabile sanità e welfare Pd metropolitano di Venezia

 

NO AI PRIVATI – Il Comune di Noale non vuole che l’ospedale di comunità sorga nella casa di riposo Relaxxi ma che sia istituito nell’ospedale pubblico

NOALE – Il sindaco insiste con la Regione contro l’Ulss

NOALE – «Sono passati due mesi ma l’amministrazione comunale non ha avuto ancora una risposta “politica” alle legittime istanze sollevate in merito all’ospedale di comunità». Il sindaco di Noale Patrizia Andreotti aspetta di avere un colloquio con l’assessore regionale alla Sanità per capire le motivazioni che hanno portato a scegliere di attivare i 40 posti letto dell’ospedale di comunità nella casa di riposo privata Relaxxi e non invece nell’ospedale di Noale.

«L’Amministrazione vuole collaborare e dialogare fruttuosamente con la Regione – spiega il sindaco – anche perchè vogliamo capire come sia stata interpretata la delibera n° 68 del 18 giugno 2013 che prevede, quale criterio prioritario per l’attivazione dei posti letto, la collocazione in strutture pubbliche».

E il consigliere comunale di maggioranza Katia Valotto puntualizza che «l’ospedale risponde perfettamente ai requisiti indicati nella delibera, avendo un centro riabilitativo di area vasta e una consolidata unità territoriale di assistenza medica e infermieristica». Per il consigliere Valotto la casa di riposo non risponde ai requisiti di struttura pubblica e quindi «adesso spetta alla Regione il compito di verificare la rispondenza ai criteri, indicati negli atti di indirizzo, della scelta dell’Ulss 13».

Dalla direzione dell’Ulss si torna a ribadire, in merito alla nuove richieste di chiarimenti, che per ben 2 volte nelle scorse sedute della conferenza dei sindaci, tutti all’unanimità hanno confermato l’impianto di ospedale di comunità proposto dal direttore generale Gino Gumirato che prevede la creazione all’interno della RSA di Noale, ovvero della nuova casa di riposo.

(l.bor.)

 

Gazzettino – Treni, altra mattina da incubo

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29

ott

2014

NOALE-MESTRE – Il capotreno è ammalato, saltano sei corse delle Fs

Sei corse saltate solo in ottobre e due volte a causa di malattia del personale. I pendolari della linea che collega Bassano-Venezia sono esasperati.

Questa volta si ammala il capo-treno, saltano 6 corse sulla linea Noale-Mestre

Le Ferrovie si scusano e avviano delle verifiche interne: pendolari infuriati

Il capo-treno resta a casa ammalato? I pendolari restano a piedi infuriati. Era già successo giovedì con la malattia improvvisa del macchinista, è capitato nuovamente ieri e la giustificazione da parte delle Ferrovie è sempre la stessa: «Lo abbiamo saputo all’ultimo, non abbiamo avuto tempo di organizzare un turno sostitutivo». Una giustificazione che per i pendolari ormai conta poco, visto che a rimetterci sono sempre loro. Studenti e lavoratori che utilizzano la linea Bassano-Venezia ogni giorno si presentano in stazione con un interrogativo: il treno passerà oppure no? Nel mese di ottobre abbiamo contato almeno sei mattinate da incubo, inizialmente le cause sono state guasti tecnici e incidenti al passaggio a livello ma ora i pendolari devono imbattersi anche nelle malattie del personale. Ieri sono state soppresse tre corse Noale-Mestre (quelle delle 7.09, 9.09 e 11.09) e tre corse Mestre-Noale (delle ore 6.22, 8.22 e 10.22). I treni in questione sono le cosiddette «navette»: sono state introdotte per permettere ai pendolari di Salzano e Spinea (le due stazioni dove non fermano i treni Regionali Veloci) di prendere le coincidenze per Bassano e Venezia, il problema è che saltano di continuo. «Il capo-treno doveva presentarsi alle 4.50 del mattino ma ha comunicato di essere ammalato. Purtroppo la mattina stessa non si riesce ad organizzare una sostituzione» ha fatto sapere ieri Ferrovie. Ma non esiste un turno di reperibilità per le sostituzioni d’emergenza? «Esiste, ma ieri tra questa linea e le altre linee regionali abbiamo fatto i conti con tre malattie comunicate all’ultimo – spiegano sempre i vertici di Rfi -. Faremo delle valutazioni per capire se c’è un incremento di queste situazioni o se sia solamente una fatalità dovuta alla stagione autunnale». In questo mese nero i pendolari hanno dovuto fare i conti anche con passaggi a livello danneggiati a Noale e guasti tecnici alla stazione di Maerne. Che fare in questi casi? Molti attendono schiumando rabbia, altri vanno a prendere il bus e chi ha più fretta muove la macchina. «Questo mese abbiamo speso decine di euro tra biglietti e benzina – sbottano i pendolari -. Chi ci rimborsa?».

 

Nuova Venezia – Unione del Miranese, via ufficiale

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26

ott

2014

Ieri il primo storico Consiglio, in discussione la polizia locale unica: “no” del M5S

SANTA MARIA DI SALA «Un’Unione che non sia solo economica». Parte da questi presupposti, e tra molti buoni propositi, la nuova Unione dei comuni del Miranese che ieri mattina a villa Farsetti ha visto la prima convocazione del Consiglio degli eletti. Un appuntamento per certi versi storico, clima da primo giorno di scuola con sindaci, consiglieri e tecnici di tutti i sei Comuni dell’Unione, ex primi cittadini, un buon pubblico. A presiedere la seduta, il neopresidente dell’Unione e sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin, che ha di fatto aperto l’era della più grande Unione di Comuni del Veneto: sei municipi per circa 130 mila residenti. Primo provvedimento preso dal Consiglio è il recepimento e l’attivazione delle funzioni di polizia locale e protezione civile. Da ieri è nero su bianco la volontà politica di creare un comando unico di agenti del Miranese e un solo gruppo di volontari di protezione civile. I percorsi entrano ora nella fase operativa: sei mesi, forse anche meno, per costituire un comando unico effettivo di polizia locale, anche se non mancano scogli da superare, come il fatto che, ad esempio, Spinea sia l’unica ad avere i vigili armati, oltre alla spinosa questione delle indennità. «L’unico rammarico è l’assenza di Scorzè», ha detto Michele Celeghin, ex sindaco di Noale che nel 2009 contribuì ad avviare l’iter, ora consigliere dell’Unione, «Manca parte del territorio, ma ognuno ha i suoi tempi e sono convinto si uniranno noi. Il treno Unione non poteva aspettare. Non sia un ente fatto solo per risparmiare: unendoci acquistiamo spessore, siederemo a tavoli territoriali con numeri e prerogative che forse, penso a Venezia, non piacciono a tutti. Sfruttiamo questa posizione per il territorio». Nel voto che dà il via libera al recepimento delle funzioni, in particolare per la polizia locale, contrari solo i grillini: votano no Martina Pasqualetto e Stefania Mazzotta, del M5S di Mirano e Spinea.

Filippo De Gaspari

 

Santa Maria di Sala. Ieri si è tenuto il primo consiglio dell’Unione dei Comuni: «Rappresentiamo 125mila abitanti»

«Nasce oggi la quarta città del Veneto». Così Alessandro Quaresim, presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni del Miranese. L’organismo ha ieri tenuto il suo primo Consiglio in Villa Farsetti a Santa Maria di Sala. Mirano, Martellago, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Spinea. Questi i comuni all’appello che uniti insieme contano 125.000 abitanti distribuiti in 150 km quadrati. «Questa sinergia – dice il presidente Quaresim, nonché sindaco di Salzano – è il cuore dell’Unione. Da oggi cominciamo a mettere insieme le risorse, i mezzi ma anche le personalità e le professionalità del personale dipendente dei nostri comuni per ottimizzare i procedimenti. Faremo tesoro delle buone prassi dei singoli comuni, attingendo le migliori di ciascuno e mettendole insieme. Ovviamente ci vorrà del tempo, abbiamo accelerato le tappe perché vogliamo partecipare al bando regionale uscito a settembre per avere dei contributi indispensabili. L’importante è che si capisca che nessun comune può spendere un euro in più delle spese che attualmente ha». «Non solo un’unione economica – commenta il consigliere, nonché ex sindaco di Noale, Michele Celeghin – ma anche un’unione politica. Questi sei comuni devono avere un’identità, siamo in un territorio che è al centro di Padova, Treviso e Venezia, nella posizione più strategica e questa deve essere valorizzata». «In tantissime questioni – dice il sindaco di Noale, Patrizia Andreotti – solo così potremo trovare delle soluzioni. Ora siamo all’inizio di un percorso. Ci sarà molto da lavorare ma credo che lo spirito di collaborazione che io ho incontrato all’interno del gruppo dei sindaci lo si possa trasmettere anche ai cittadini, mettendo in secondo piano il colore politico». Il tavolo ha visto ieri la conferma dei consiglieri eletti e la delibera del trasferimento delle funzioni di polizia locale e protezione civile dai vari comuni all’ente dell’Unione. Delibera approvata a maggioranza dei componenti con due voti contrari degli esponenti del Movimento Cinque Stelle.

Nuova Venezia – Una malattia fa cancellare quattro treni

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24

ott

2014

PENDOLARI INFURIATI

Il macchinista si ammala e quattro treni dei pendolari ieri mattina sono stati soppressi. I disagi si sono verificati tra le 6.20 e le 9.30 sulla Mestre-Noale e sulla Mestre-Salzano. Le Ferrovie non sono riuscite a sostituire il dipendente.

 

Noale. Ieri tra le 6.20 e le 9.30 sono stati soppressi i convogli dei pendolari

Le Ferrovie non sono riuscite a sostituirlo. Assalto agli altri treni regionali

Il macchinista si ammala. Quattro navette cancellate

NOALE – Alle sbarre divelte e ai guasti, aggiungiamoci l’improvvisa malattia del macchinista. I problemi subìti quest’anno dai pendolari della Venezia-Noale-Bassano sembrano davvero non finire mai. Ieri sono saltate quattro navette, tre sulla Mestre-Noale e viceversa, una sulla Mestre-Salzano, comprese tra le 6.22 e le 9.32. Così i passeggeri della tratta, che comprende mezzo Miranese, sono stati costretti a riversarsi sugli altri regionali o a muoversi con mezzi alternativi. Come ogni mattina i pendolari e gli studenti si sono recati alle stazioni di Mestre e Noale per raggiungere Salzano o la terraferma. L’amara sorpresa, però, è arrivata poco dopo, perché il tabellone ha iniziato a segnare le soppressioni, nonostante gli altri convogli fossero puntuali: il regionale 5768 delle 6.22 da Mestre a Salzano, il 5771 delle 7.09 da Noale a Mestre, il 5772 delle 8.22 da Mestre a Noale e il 5775 da Noale a Mestre delle 9.09. Il primo è un diretto e non fa soste intermedie, gli altri tre fermano anche a Spinea, Maerne e Salzano. Dalle Ferrovie fanno sapere che le corse sono saltate per una malattia improvvisa del macchinista. La notizia agli uffici è arrivata ancora a notte fonda. Troppo tardi, a quel punto, trovare un sostituto. I problemi hanno interessato le quattro navette che fanno la spola tra Mestre, Salzano e Noale. I passeggeri hanno dovuto attendere per salire sul convoglio successivo. Ma intanto i componenti del gruppo Facebook avevano fotografato lo schermo con l’annuncio delle soppressioni. Non che in passato non ci siano stati disagi, ma l’anno che a breve si chiuderà ha creato più di un problema ai passeggeri. Delle sbarre divelte si è detto e scritto anche prima, con camion e auto che hanno abbattuto i passaggi a livello di via Mestrina e Tempesta a Noale. Lo stesso si può dire dei guasti. Si sta parlando di una linea a binario unico, da Maerne a Bassano, tra le più trafficate d’Italia. In questo 2014, quasi ogni mese i pendolari hanno subìto ritardi per gli intoppi che via via capitavano e colpivano a effetto domino.

Alessandro Ragazzo

 

Simonaggio (Filt Cgil): “Venezia-Bassano, un 2014 da dimenticare”

NOALE. «Tante promesse ma la situazione sulla Venezia-Bassano è desolatamente ferma. Sono rimasti i disagi». La riflessione è del segretario veneto di Filt Cgil Ilario Simonaggio, che traccia il bilancio dei primi dieci mesi di orario cadenzato. E mette fretta alla Regione. «Il tempo stringe», osserva, «per le modifiche da introdurre almeno con il cambio dell’orario a dicembre se si vuole evitare il perpetrarsi della brutta figuraccia fatta con quello cadenzato. Alcune migliorie sono difficili da attuare per l’impostazione del servizio che poggia su una maggiore offerta dal lunedì al venerdì, concentrata in 12-16 ore». Simonaggio indica anche ciò che non va. «La linea è a binario unico, ad eccezione che da Maerne a Mestre» ,spiega, «e questo fa sì che i treni si incrocino. E poi ci sono troppi passaggi a livello, i tempi di chiusura riportano ritardi alla segnaletica ferroviaria e questo si ripercuote pure sul traffico stradale. Ogni disattenzione degli automobilisti si riflette su puntualità e regolarità del servizio. Le soppressioni portano al sovraffollamento. Avere una minore offerta o cambi “in corsa” nella composizione del treno produce l’effetto “sardina”. È buona l’idea di 18 coppie di treni al giorno nei feriali, a patto che ci sia qualità delle infrastrutture e del materiale». (a.rag.)

 

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