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NOALE. I sindaci di Noale, Scorzè, Santa Maria di Sala e Pianiga chiedono all’Actv di riavere la corsa per l’ospedale di Dolo. Con una lettera inviata da Michele Celeghin di Noale, i primi cittadini puntano al ritorno della linea per il comune della Riviera del Brenta, punto di riferimento per la sanità locale.

«Un progetto di ampio respiro», si legge, «a cui tutti dovremmo essere chiamati. Invece scopriamo ancora una volta che le logiche di convenienza economica hanno fatto determinato l’abolizione di corse fondamentali di bus di collegamento del nostro territorio all’ospedale di Dolo. Si tratta di corse utilizzate per lo più da persone anziane che non hanno mezzi per raggiungere l’ospedale e che chiedono a noi, amministratori locali, di farci portavoce del loro disagio. Si tratta di scelte che come al solito ricadono sulle fasce più deboli».

Per i sindaci si devono diminuire lo smog, il traffico e il consumo del territorio causato dalla costruzione di nuove strade. «Da subito», prosegue la lettera, «venga valutata la possibilità di ripristinare la situazione precedente agli interventi di ridimensionamento delle corse e auspichiamo che invece che venga valutata la possibilità di potenziare il servizio offerto».

(a.rag.)

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MIRANO – «Il piano di riorganizzazione dell’Ulss 13 non convince, la sensazione è che non vi siano le risorse economiche adeguate per un cambiamento così epocale. Chiediamo all’assessore regionale Luca Coletto di incontrare noi sindaci».

Il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, esprime parecchie perplessità sull’atto aziendale presentato lunedì a Mira dal direttore dell’Ulss 13, Gino Gumirato. La riorganizzazione prevede lo spostamento di vari reparti: Mirano diventerebbe polo prevalentemente chirurgico, Dolo prevalentemente medico, a Noale vari uffici direzionali.

Pavanello ha molti dubbi: «Abbiamo chiesto una relazione economica dettagliata a supporto di questo progetto perché c’è poca chiarezza. Vogliamo capire se ci sono le risorse per supportare una riorganizzazione che non indebolisca gli ospedali».

Pavanello intanto caldeggia la proposta, rilanciata un mese fa dal comitato Salvioli, di realizzare a Mirano il terzo monoblocco ospedaliero: «Realizzare il terzo monoblocco – spiega Pavanello – consentirebbe di liberare i vecchi padiglioni del Mariutto e magari venderli o affittarli per trasformarli in un’area residenziale. La proposta del comitato va considerata, la Regione dovrebbe stanziare i dieci milioni promessi ma pare che ora quei soldi non ci siano».

Ecco, dunque, l’appello a Gumirato: «Batta i pugni con la giunta Zaia».

(g.pip.)

 

 

«Niente tagli, la sanità sarà riqualificata»

Gumirato: Mirano non perderà Medicina, Dolo sarà potenziato. A Noale uffici e il “country hospital” entro fine anno

I cittadini possono stare tranquilli, non sparirà nessun ospedale anzi i servizi aumenteranno. Il nostro obiettivo è garantire la massima efficienza

Perdere un primariato non significa cancellare un reparto. Le strutture di vecchia concezione non sono utili nè sostenibili ma gli investimenti ci saranno. 

MIRANO. Sono trascorsi dieci mesi dalla delibera di giunta regionale che approvava le nuove schede di dotazione ospedaliera e territoriale. In pratica le linee guida dettate ai direttori generali delle varie Asl per la riorganizzazione della sanità nel prossimo triennio. Discussioni, polemiche, anticipazioni. L’occasione della Conferenza dei sindaci offre lo spunto per parlarne con Gino Gumirato, dal gennaio 2013 direttore generale dell’Asl 13. Per capire a che punto sia l’attuazione del programma, quali ostacoli ci sono, come cambierà – o potrebbe cambiare – la sanità, a livello ospedaliero e di servizi territoriali, nel Miranese e in Riviera.

Partiamo dal dato più evidente e che più ha scatenato polemiche: basta ospedali generici, avremo ospedali a indirizzo ben definito. Ospedale di Mirano a indirizzo chirurgico, ospedale di Dolo medico-internistico, dunque. E Noale?

«La correggo subito. L’avverbio da non dimenticare mai è: prevalentemente. Mirano sarà prevalentemente “chirurgico”, ma attenzione: la Medicina, per esempio, resta. Dolo sarà prevalentemente a indirizzo medico, internistico, riabilitativo, ma conserverà, per esempio, la Chirurgia di giornata. Ovvero la principale chirurgia della medicina moderna, non una chirurgia di serie B.

Dunque la Chirurgia resta a Dolo, per intenderci, i letti di Medicina a Mirano?

Non solo restano questi reparti, ma restano, tanto per fare un esempio, i Laboratori Analisi, la Diagnostica, la Radiologia, i Punti nascita, gli ambulatori per le visite, ovviamente i Pronto soccorso.

Nessun timore di chiusura, dunque, per l’ospedale di Dolo.

Se avessimo 240 milioni per costruirne un altro, potremmo anche chiuderlo. Dato che quei soldi non ci sono, non solo lo manteniamo, ma lo potenziamo.

Come?

I servizi in Riviera non caleranno, anzi aumenteranno. Il 67% di ricoveri nell’Asl 13 è di area medica. Dolo attrarrà, non perderà pazienti. La grande maggioranza dei ricoveri è in Lungodegenza, Medicina, Oncologia, Neurologia, Geritria. Com’è possibile che Dolo si depotenzi?

E il nuovo Pronto soccorso di Dolo?

Facciamo chiarezza una volta per tutte. A Dolo il blocco nord è totalmente a norma. Nel blocco sud ci sono grandi lavori da fare e straordinari problemi per la totale messa a norma antisismica. Il Pronto soccorso è inserito in un blocco che comprende la Radiologia, il blocco operatorio. Reparti ad altissima tecnologia. Per la sistemazione antisismica sono necessari 11-12 milioni. Al momento ce ne sono non cinque o sette, ma due. Se ce ne concedono altri, ragioniamo su cosa fare.

A Dolo arriverà anche la Lungodegenza da Noale. Il P.F.Calvi è destinato a svuotarsi?

Nessun ospedale può reggersi con un unico reparto per acuti. Lungodegenza si sposterà a Dolo, nel blocco sud. Prima dovremo fare dei lavori. Tempo previsto: 12-18 mesi.

I soldi ci sono?

C’è una richiesta di finanziamento alla Regione. Se ci accontentano tanto meglio. In caso contrario, sì, i soldi ci sono. Grazie all’utile realizzato nel 2013 siamo in grado di autofinanziarci.

A Noale allora cosa resterà?

Resteranno i servizi attuali, esclusa Lungodegenza. Al monoblocco di Noale sarà inoltre collegato l’obiettivo di razionalizzazione degli uffici della direzione che lasceranno le attuali sedi.

Noale viene indicata dalle schede come sede dell’ospedale di comunità. Conferma?

Sì, a Noale saranno attivati entro la fine del 2014 i 40 posti letto di “ospedale di comunità”, quella struttura intermedia tra il ricovero per acuti, l’intervento che prevede qualche giorno di degenza e poi sei a casa, e la residenza territoriale. È la struttura che deve dare una risposta a tutti quei pazienti, di solito over 75-80, che, al di là dell’intervento in questione, presentano poi una situazione di comorbilità, e quindi problemi di osteoporosi, diabete, altre malattie, che non vengono eliminate una volta concluso l’intervento.

Ma le schede non prevedevano 111 posti letto di ospedale di comunità da attivare? Attivati i 40 a Noale, dove sono gli altri?

Gli altri 70 comprendono posti di Urt (unità riabilitative territoriali), servizi territoriali, hospice. Al momento pensiamo di poter attivare una decina di posti letto di hospice. Abbiamo richieste da Scorzè, Stra, Dolo.

A livello territoriale dunque c’è ancora molto da fare.

Certo, sui posti letto per non acuti si può e si deve fare qualcosa. Ecco, se c’è una battaglia che i sindaci possono intraprendere è proprio questa. Premere sulla Regione perchè ne finanzi altri.

Quanti?

Il Piano locale per la non autosufficienza prevede 968 posti attivati: la Regione ne finanzia 861. In costruzione ce ne sono altri 609, tra Fiesso, Camponogara, Mira, Spinea, Vigonovo e Pianiga.

E una volta costruiti dovranno essere finanziati.

Diciamo che l’obiettivo che si deve cercare di raggiungere è questo.

Torniamo a Mirano: la Medicina e gli altri servizi non spariscono. La Cardiochirurgia è a esaurimento: concretamente cosa significa?

La Cardiochirurgia di Mirano tratta 80 casi all’anno: è una situazione non prevista da nessuna linea guida internazionale. Certo, ha un outcome eccezionale, risultati eccellenti. Concretamente cosa cambia? Il direttore sarà a Mestre, i pazienti verranno gestiti a Mestre e a Mirano, come fossero un unico ospedale. Il mix tra Mirano e Mestre non potrà che portare ad aumentare la casistica e migliorare la professionalità, già elevatissima, di ciascuno.

Prime prove di fusione tra Asl?

No, è la moderna medicina che ci porta a questo. Quello che al cittadino deve interessare è avere garantita la massima efficienza per la sua patologia. E questo oggi non si può ottenere pensando di avere tutto nell’ospedale sotto casa.

Immagino che nemmeno le Ostetricie di Mirano e Dolo siano in discussione.

Sarà tutto come ora. Il primariato sarà a Dolo. Ma quanti giorni, per capirci, dedicare a Mirano piuttosto che a Dolo spetterà solo al direttore di Ostetricia Ginecologia deciderlo.

Scorzè non fa mistero di voler uscire dall’Asl 13. Preoccupato per le spinte “secessioniste”?

Abbiamo il 20% di nostri pazienti che scelgono altre Asl. La fuga, preoccupante, c’è già. Sono i cittadini che decidono dove curarsi, al di là dei confini delle Asl. L’obiettivo è cercare di frenare questa emorragia.

Veniamo agli investimenti possibili, bilancio alla mano.

Certe cifre che girano sui fondi che avremmo in cassa sono inventate, semplicemente sono soldi che non ci sono. Noi abbiamo 6 milioni per investimenti, due milioni per nuove tecnologie, due milioni per il Pronto soccorso di Dolo, e per il trasferimento di Dialisi da Noale a Mirano 1,3 milioni, oltre ai soldi necessari per la messa a norma della Lungodegenza a Dolo. Questo quello che c’è. Detto questo, ho una lista di una ventina di interventi da sollecitare alla Regione.

Massimo Scattolin

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NUOVA VENEZIA – I sindaci: «Incontro urgente con l’assessore»

I primi cittadini di Riviera e Miranese: c’è il rischio di un depotenziamento, vogliamo garanzie

MIRA  «Vogliamo un incontro urgente con l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto visto che non si capisce se esistono i fondi per mettere in sicurezza e a norma le strutture dell’Asl 13».

A chiederlo a gran forza sono stati ieri i sindaci del comprensorio alla conferenza dei sindaci di Riviera e Miranese che si è tenuta a Mira.

«Vogliamo capire », spiega il sindaco di Camponogara, Giampietro Menin, «come mai il direttore Gumirato dice che i soldi per la messa a norma degli ospedali non ci sono, mentre era stato assicurato il contrario dalla Regione. Dove sono i soldi per mettere a norma il pronto soccorso di Dolo? Chiederemo lumi al responsabile regionale».

I dubbi sull’azione del direttore generale dell’Asl 13 non sono venuti solo a Menin, ma anche al sindaco di Fossò, Federica Boscaro che di professione tra l’altro è medico.

«Va capita con esattezza», spiega, «l’operazione che si vuole portare avanti. C’è il rischio di un depotenziamento dei plessi ospedalieri ».

I sindaci per questo hanno chiesto a Gumirato che spieghi con esattezza con una relazione ad hoc al presidente della Conferenza quali sono i costi della riorganizzazione provocata dalle nuove schede ospedaliere regionali.

Il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, ha chiesto invece delucidazioni sul futuro di Cardiochirurgia, specialità di eccellenza che sembra destinata a essere assorbita dall’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Durante l’assemblea è arrivata un’altra doccia fredda per il futuro del distretto sanitario a Mira. Il direttore sanitario ha fatto intendere che soldi per la permanenza di questo servizio nella più popolosa cittadina rivierasca, non ce ne sono. Durissima la presa di posizione del sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto.

«Ci sentiamo», ha detto, «presi in giro. È dal 2009 che partecipiamo a queste conferenze e ci era sempre stato detto che i fondi per la messa a norma dei plessi non mancavano. Ora scopriamo che non è così. Credo che non parteciperò più a una Conferenza dei sindaci del genere. Non ne vedo l’utilità».

Domande sono state poste a Gumirato anche dai sindaci di Noale, Michele Celeghin e dal sindaco di Salzano, Alessandro Quaresimin.

Alessandro Abbadir

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Gazzettino – Riviera / Miranese. Il futuro degli ospedali.

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3

apr

2014

Atto aziendale, i sindaci: «È la strada che porterà qualità e specializzazione»

MIRA – Sindaci a confronto con l’atto aziendale dell’Asl 13 ieri a Mira. «Ci sono cose da capire e chiarire ma l’impianto è quello concordato – ha spiegato il presidente della Conferenza dei sindaci Fabio Livieri, Campagna Lupia – Il punto è che l’Asl 13 non può rimanere come è adesso, i tagli ma anche i costi sono diventati insostenibili, mentre dobbiamo invece puntare a garantire la funzionalità delle strutture ospedaliere e a migliorare la qualità dei servizi. Certo ci sono dei mal di pancia, come provoca ogni cambiamento nel territorio, ma è bene comprendere che questa è l’unica strada per dare specializzazione e qualità ai reparti».

La Conferenza dei sindaci ha discusso ieri l’atto presentato dal direttore generale del’Asl 13 Gino Gumirato e approvato dalla Regione. Un lungo dibattito durato qualche ora che ha messo a confronto le perplessità e le domande dei sindaci dei comuni della Riviera del Brenta e del Miranese, mentre il direttore generale Gumirato ha cercato di spiegare quale sarà il futuro dei due ospedali di Dolo e Mirano.

«È vero che la destinazione dell’ospedale di Dolo è prevalentemente medica – ha illustrato Gumirato – e quella per Mirano è prevalentemente chirurgico-internistica. Ciò però non vuol dire che a Dolo scompare la Chirurgia, anzi, verrà mantenuta di giorno e potrà contare su 27 posti letto, e questo significa che potrebbe contare anche su un incremento dell’attuale attività. Per quanto riguarda poi Noale la buona notizia è che la Regione ha riconosciuto, non solo la destinazione, ma anche le risorse per la realizzazione dell’ospedale di Comunità».

«La conferenza dei sindaci non ha nessun potere di modifica del Piano – ha sottolineato Maddalena Gottardo, sindaca di Dolo – È la Regione a decidere ed è lì che dobbiamo riferirci. Spero solo che le decisioni prese siano definitive e che l’impianto non venga rovesciato tra qualche anno. Devono essere assicurati servizi essenziali come l’emergenza, il primo controllo e la diagnostica».

Luisa Giantin

 

Gazzettino – Miranese. Unione dei Comuni, nuovo stop.

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3

apr

2014

SPINEA – Le minoranze non hanno partecipato al voto in Consiglio comunale, l’approvazione slitta

SPINEA – Un’altra battuta d’arresto per l’Unione dei Comuni. L’accelerata dei sindaci si scontra con il muro delle opposizioni, ora non sembra affatto scontato che il progetto passi prima delle elezioni di fine maggio. Dopo il rinvio del voto a S. Maria di Sala, la delibera non è passata neppure martedì sera a Spinea: dieci consiglieri della maggioranza hanno votato a favore (tutti eccetto Alfonso Delfino), ma i quattro consiglieri d’opposizione (Claudio Tessari, Franca Zamengo, Giovanni Da Lio e Maurizio Di Flavia) hanno deciso di non partecipare al voto. Nessuna approvazione, dunque, visto che servivano i voti favorevoli di due terzi dei presenti.

Il sindaco Silvano Checchin ha messo le mani avanti: «Votare ora non è una forzatura, perché questo percorso non pregiudica eventuali cambiamenti dopo le elezioni comunali. L’Unione partirà solo quando i consigli comunali nomineranno i propri rappresentanti, ossia nella prossima legislatura». È intervenuto anche Paolo Fortin, consulente Anci esperto in Unioni dei Comuni: «Questo progetto permette di tagliare le spese e migliorare i servizi». Ma le minoranze non sono convinte: «Non sono contrario a priori – ha dichiarato Claudio Tessari, candidato sindaco del centrodestra – ma non si può votare un progetto di cui si sa ancora poco. Propongo di aspettare le elezioni e valutare nel dettaglio pro e contro».

La settimana prossima nuovo banco di prova: saranno chiamati a votare i consigli di Mirano, Salzano e Noale. Il progetto prevede che Mirano, Spinea, Noale, Martellago, S. Maria di Sala e Salzano mettano assieme Polizia Locale, Protezione Civile e Ufficio Personale. L’Unione sarebbe governata da un presidente (a turno uno dei sindaci), una giunta (composta dai sindaci) e 18 consiglieri (tre per ogni Comune, di cui due di maggioranza e uno di minoranza), senza ulteriori indennità.

Gabriele Pipia

 

MARTELLAGO – Domani lo statuto in commissione, la sindaca Barbiero fiduciosa

«Non perderemo questo treno»

MARTELLAGO – Il dibattito sarà ancora lungo, ma non ci sono più dubbi: Martellago aderirà all’Unione dei Comuni del Miranese. A dissiparli il sindaco, Monica Barbiero, venerdì nella Commissione Statuto dove è stata consegnata l’ultima versione dello Statuto dall’Unione, che sarà votato nella seduta di domani prima di andare in consiglio, ed è stato illustrato lo studio di fattibilità di Paolo Fortin dell’Anci.

«Lo Statuto è una prima pietra, su cui andrà costruito tutto un lavoro, ma io e la mia maggioranza siamo decisi a non perdere questo treno nella convinzione che, al di là di certi distinguo, l’Unione sia la strada tracciata, per essere uniti nella Città Metropolitana. Ed è la linea di sei Comuni su sette» ha detto Barbiero.

Le minoranze sono scettiche se non contrarie, vedi il M5S: la capogruppo Barbara Simoncini ha avanzato varie perplessità a partire dall’individuazione di tre sole funzioni comuni, («la Legge Regionale per i finanziamenti ne chiede quattro») o alla durata indeterminata dell’Unione e alla mancanza di una consultazione popolare per entrarvi. In commissione e in consiglio si annuncia un dibattito tosto.

(N.Der)

 

Spinea. Lo statuto approda in Consiglio, le minoranze non partecipano al voto

SPINEA – Nuovo stop all’Unione dei comuni: la corazzata comunale dei sei municipi del Miranese s’incaglia a Spinea, dove in Consiglio approdavano martedì sera statuto e atto costitutivo. Dopo circa un’ora e mezza di dibattito, se ne esce con un nulla di fatto. Ampiamente previsto, perché per l’approvazione era richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi, ma anche nella stessa maggioranza i dubbi non mancano, con Alfonso Delfino, Italia dei valori, che ha finito per votare contro. Il passaggio consiliare di Spinea era condizionato dalla campagna elettorale, praticamente già in atto.

«Evidente l’inopportunità del momento», spiega Claudio Tessari, che come tutte le minoranze decide di non partecipare al voto, «non capisco questa fretta, avviamo una riflessione e un confronto con i cittadini, che non sanno ancora nulla e i dipendenti, che ne sono all’oscuro. Non abbiamo capito come farà un territorio di 150 chilometri quadrati e 120 mila abitanti ad avere solo una quarantina di effettivi di polizia locale».

Per Luca D’Atri, Pd: «Approvarlo ora è un atto di responsabilità, nessuna interferenza col voto amministrativo, anche perché l’Unione è un atto trasversale ».

Il sindaco Silvano Checchin chiarisce: «Quando la giunta fa una riorganizzazione dei servizi, non lo chiede prima ai cittadini. Noi stiamo facendo questo: la questione è tecnica, procediamo a piccoli passi, condividendo solo tre funzioni e non vincoliamo nessuno, con la futura giunta che potrà ambiare rotta».

La delibera, tra perplessi, contrari e assenti e dopo il rinvio di Santa Maria di Sala e la bagarre di Mirano, non passa neppure a Spinea.

Il 7 aprile ci prova Noale, l’8 ancora Mirano e Salzano.

La strada però è in salita e l’obiettivo di ottenere il via libera all’Unione in tutti i comuni prima del voto del 25 maggio, diventa un miraggio.

(f.d.g.)

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NUOVA VENEZIA – «Asl 13, il direttore faccia chiarezza»

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2

apr

2014

Mira. Oggi conferenza dei sindaci: Gino Gumirato chiamato a dare garanzie sulla sanità in Riviera

MIRA. «Siamo pronti a guidare una protesta che porterà la gente sotto gli uffici della direzione dell’Asl 13 a Mirano, se il direttore generale Gino Gumirato non ci assicurerà che l’ospedale di Dolo non sarà depotenziato». Non usa mezzi termini il presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta Giampietro Menin alla vigilia della conferenza dei sindaci dell’Asl 13 oggi alle 15,30 in sala del consiglio comunale a Mira, quando sarà presentato il piano aziendale.

Rassicurazioni pretende anche il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto. «Ci risulta che il direttore generale» ribadisce Campalto «punti a trasformare l’ospedale di Mirano in ospedale di rete per il bacino dell’attuale Asl 13, ma questo sarà messo in discussione quando gioco forza tutto graviterà intorno a Mestre. Peggio ancora sarà per l’area della Riviera sud. L’ospedale di Dolo rischia di fare la fine di quello di Noale, diventerà una grande lungodegenza. I comuni di Campagna Lupia, Camponogara, Fossò, Vigonovo e Campolongo spesso come utenza hanno gravitato sull’ospedale di Piove di Sacco. Quest’ultimo però verrà assorbito da Padova. Per raggiungere un polo chirurgico bisognerà andare a Mirano cioè a 30 chilometri di distanza. Intorno a questi comuni dal punto di vista sanitario ci sarà il deserto dei servizi».

Un appello ai sindaci è lanciato a Dolo da Giorgio Gei (Ponte del Dolo). «I sindaci della Riviera non diano nessun tipo di avvallo all’atto aziendale» auspica «Debbono invece ribadire quanto più volte già espresso con atti istituzionali: nessuno spostamento di reparti sino al varo delle schede territoriali. Debbono anche chiedere sia fatta chiarezza sulla vicenda Pronto Soccorso, sui progetti presentati, sui costi e sugli importi effettivamente stanziati».

Chiede attenzione anche il sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato. «I servizi sul territorio» dice «vanno potenziati e non smantellati. Faremo molta attenzione al piano che ci sarà presentato da Gumirato».

Bacchetta la Regione il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo. «L’Asl 13 non deve continuare a essere penalizzata» dice Pigozzo «quando invece è una delle strutture virtuose sotto il profilo dell’efficienza. Ora bisognerà capire se saranno trovati i fondi per la messa a norma ad esempio delle strutture ospedaliere di Dolo. Mancano poi delle risposte precise per la Riviera e il Miranese in merito alla collocazione delle strutture sanitarie intermedie. Sono stati destinati a questa Asl 111 posti letto per queste strutture che serviranno a decongestionare quelle per acuti. Le preoccupazioni dei sindaci sono condivisibili. Domani (oggi per chi legge, ndr) servono risposte precise e convincenti».

Smorza i toni più bellicosi, invece, il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Fabio Livieri. «Non c’è alcuna volontà, credo, da parte del direttore generale di punire la sanità della Riviera del Brenta. Si tratta di paure infondate e spesso strumentali, mosse spesso da logiche di parte e di partito».

Alessandro Abbadir (ha collaborato Giacomo Piran)

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MIRANO – Unione dei comuni del Miranese, scendono in campo anche i sindacati. Le segreterie provinciali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, hanno inviato ieri una richiesta di incontro ai sindaci di Martellago, Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Salzano e Spinea, per discutere dei problemi riguardanti l’aggregazione comunale che coinvolgono in particolare i dipendenti.

«Chiediamo che entro la prima metà di aprile», scrivono i delegati di Cgil Fp, Marco Busato, Cisl Fp, Simone Naletto e Walter Bisutti e Uil Fpl, Mario Ragno, «si fissi un incontro congiunto con la parte politico- amministrativa per affrontare la problematica della costituenda “Unione dei Comuni del Miranese”, come abbozzata nell’atto costitutivo e preventivamente discussa in sede di Consiglio comunale».

Da qualche tempo i malumori dei dipendenti comunali, soprattutto quelli coinvolti dalla condivisione delle funzioni che confluiranno nell’Unione, hanno avanzato richieste di chiarimenti in particolare riguardo il trattamento economico, le posizioni e le prospettive di carriera. Adesso si muovono i delegati sindacali, per capire cosa avverrà una volta che l’Unione dei comuni sarà operativa.

Intanto l’iter procede tra mille ostacoli nei parlamentini locali: ieri sera è stata la volta di Spinea, il maggiore dei comuni coinvolti, che tra meno di due mesi sarà anche chiamato al voto.

(f.d.g.)

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All’incontro con i sindaci, Chisso promette due bus da Venezia a Portogruaro alle 0,20. Treno da Salzano a Spinea alle 7

MESTRE – Saranno introdotti entro metà maggio i primi aggiustamenti all’orario cadenzato sulla tratta Venezia-Portogruaro, con una nuova coppia di treni e l’auspicato anticipo alle 4,13 del primo treno in partenza verso il capoluogo.

Ma una novità importante è in arrivo anche sulla Castelfranco- Venezia, dove i due pullman introdotti nelle settimane scorse saranno sostituiti con un nuovo treno navetta Noale-Mestre.

È quanto emerso dal vertice che l’assessore Chisso ha avuto ieri pomeriggio con i sindaci. Linea Portogruaro-Venezia.

É ormai ufficiale l’introduzione del nuovo treno, da lunedì a venerdì, che partirà da Portogruaro alle 12.06 per arrivare a Mestre alle 13.04, convoglio richiesto dagli studenti ma utile pure per i turnisti.

In direzione opposta, il nuovo treno partirà da Mestre alle 13.57 per giungere a Portogruaro alle 14.55.

È ufficiale anche l’anticipo alle 4.13 della partenza del primo Regionale Portogruaro- Venezia, per chi deve essere entro le 6 sul posto di lavoro.

«Queste novità saranno sicuramente in vigore dal 18 maggio, ma speriamo anche prima, già dal 13 aprile», ha detto Chisso.

Per l’autobus sostitutivo che parte da Venezia alle 0.20, si è deciso da aprile di prevedere nei fine settimana l’impiego di due pullman (con particolare attenzione al periodo pasquale e delle varie festività). Chisso ha chiesto, attraverso i Comuni, la possibilità di attivare una collaborazione con gli alberghi, che potrebbero comunicare prima il numero dei turisti che alloggiano da loro e che sono intenzionati a rientrare da Venezia a mezzanotte così da pianificare meglio il servizio.

«Avevamo chiesto di conoscere i dati sulla frequentazione prima dell’orario cadenzato, ma Trenitalia non li ha. Ma allora come hanno fatto a stabilirne la soppressione?», domanda Silvia Conte, sindaco di Quarto.

Linea Castelfranco-Venezia. Dopo le proteste dei pendolari di Salzano e Spinea per il «buco» tra le 7 e le 8 del mattino, la Regione aveva introdotto nelle scorse settimane due pullman per tamponare il problema. La buona notizia è che da aprile gli autobus diventeranno un treno navetta, in partenza da Noale alle 7.09.

Le reazioni dei sindaci. Michele Basso, sindaco di Meolo, evidenzia che il metodo del tavolo di lavoro sta portando dei frutti. «Il dato positivo è che abbiamo ottenuto un metodo più di condivisione, portato a casa nuovi treni e il rafforzamento del bus delle 0.20, ma rimangono aperte le partite del ripristino del treno, dei convogli festivi e degli orari estivi», aggiunge Conte. Per alcuni treni è prevista infatti la soppressione nel periodo delle vacanze scolastiche. «Ci rivedremo nelle prossime settimane per capire se sono possibili ulteriori miglioramenti e se riusciamo a evitare, per l’estate, la soppressione di treni, come quello delle 5.06, che servono anche ai pendolari », conclude l’assessore di San Donà,Francesca Zottis.

Giovanni Monforte

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NUOVA VENEZIA – come “utente esperto”

Rappresentante dei comitati per la prima volta al tavolo

MESTRE – Per la prima volta al tavolo tra sindaci e Regione ha potuto partecipare anche un rappresentante dei Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, Nicola Nucera, presente in qualità di “utente esperto” che supporta l’attività del Comune di Quarto. I pendolari hanno chiesto a Regione e Trenitalia di valutare uno spostamento d’orario del Regionale Veloce 2219, che attualmente è l’ultimo treno che parte da Venezia alle 22.41, appena 30 minuti dopo il Regionale lento 11157 delle 22.11. Poiché il treno delle 22.41 non è in orario congeniale né per i turnisti né per i turisti, i pendolari ne chiedono lo spostamento in partenza alle 23.11, facendolo fermare in tutte le stazioni fino a Portogruaro e poi proseguendo per Trieste.

«Il treno circola già in fascia notturna, quindi lo spostamento di 30 minuti è senza costi aggiuntivi», ha evidenziato Nucera, «mentre l’aumento di percorrenza di 17 minuti potrebbe essere compensato dal risparmio ottenuto dalla soppressione del bus VE801». Quest’ultimo è l’autobus sostitutivo che attualmente parte da piazzale Roma alle 23.15, introdotto dopo la manifestazione dei pendolari promossa lo scorso dicembre. Intanto sui disservizi registrati lungo la tratta Portogruaro- Venezia, il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, ha presentato un’interrogazione al ministro dei trasporti, Maurizio Lupi. «Visto che, a distanza di oltre cento giorni dall’inizio del nuovo orario cadenzato, la Regione non riesce a risolvere il problema, credo sia doveroso un intervento più deciso ed efficace», ha detto Martella, «lasciare, e non è la prima volta che accade, gli utenti a piedi nel cuore della notte, è una vergogna che non ammette alibi».

(g.mon.)

 

A Mirano e a Santa Maria di Sala battuta d’arresto nei consigli comunali

Il dialogo naufraga tra accuse reciproche, bagarre e minoranze fuori dall’aula

MIRANO – Improvvisa battuta d’arresto per l’Unione dei Comuni. Contro ogni previsione, l’avvio del progetto si infrange in due comuni, al termine di sedute fiume dove non sono mancati momenti di tensione: a Santa Maria di Sala, dove arrivava già in Consiglio la prima delibera di approvazione dell’atto costitutivo e a Mirano, dove si doveva discutere il progetto. Due aule, due sedute in contemporanea, due bagarre.

Soprattutto a Mirano, dove il Consiglio viene sciolto con un nulla di fatto, le minoranze fuori dall’aula e la riunione trasformata in assemblea con i cittadini, dopo un’ora e mezza di accuse incrociate e battibecchi.

A Santa Maria di Sala è stato invece il sindaco Nicola Fragomeni a proporre di rinviare il voto sull’Unione, in attesa di dati certi sul progetto che dunque, è confermato, viaggia ancora in alto mare.

La bagarre miranese è iniziata subito, di fronte a un’aula gremita di cittadini, dipendenti comunali e i sindaci di Salzano e Noale. L’interesse c’era tutto per un banco di prova importante, anche per capire come sarebbe proseguito l’iter negli altri comuni. Invece maggioranza e opposizione si sono fronteggiati per due ore scambiandosi accuse. Alla fine minoranze fuori e cittadini spazientiti. «Prendiamo atto che la maggioranza ha convocato un Consiglio senza aver informazioni da darci sull’Unione», attaccano 5 Stelle, Pdl e Prima il Veneto, «la presentazione era compito loro, alle minoranze spetta dar vita al contraddittorio. È inconcepibile che il sindaco chieda a noi di presentare un progetto: tra l’altro i documenti sono arrivati tardi e non si erano neppure attrezzati per le riprese video ». «È un comportamento incomprensibile », ribatte il sindaco Maria Rosa Pavanello, «esclusi i 5 Stelle, Pdl ed ex Lega si erano espressi a favore già nel 2010. È chiaro che hanno voluto solo strumentalizzare, senza entrare nel merito. Per loro il Consiglio è solo un palcoscenico, non hanno rispetto per i cittadini».

A S. Maria di Sala toni più distesi, ma il voto che doveva approvare statuto e atto costitutivo dell’Unione non arriva. I salesi rimandano la decisione all’unanimità, dopo le perplessità emerse sia dalla maggioranza che dalle opposizioni: «Restiamo convinti che l’Unione sia un’opportunità per la Città metropolitana », afferma Fragomeni, «ma aspettiamo il piano per prendere una decisione».

Filippo De Gaspari

 

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