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Nuova Venezia – La Regione: Tav lungo la vecchia linea.

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4

ott

2013

Alta Velocità ferroviaria, no al tracciato litoraneo.

Mainardi: «Bene così».

L’opposizione: «Zaia incapace, persi due anni»

VENEZIA «È una buona notizia, chapeau alla Regione del Veneto che prende una posizione chiara». Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’Alta Velocità/Alta Capacità sulla linea Venezia – Trieste, incassa soddisfatto la delibera con la quale la giunta regionale del Veneto, ieri mattina su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato un atto di indirizzo a favore del tracciato lungo l’attuale linea ferroviaria. Praticamente quello che aveva detto due anni fa, all’atto dell’insediamento, lo stesso Mainardi.

Il Pd accusa: «La Regione conferma la sua incapacità programmatoria: sul tema Zaia ha perso praticamente due anni» sibilano i sindaci di Roncade e Meolo.

La Regione del Veneto manderà nelle prossime ore questa delibera al commissario di governo. «Fin dal primo giorno – ha ricordato Zaia – abbiamo detto al commissario di metterci in condizione di valutare progetti alternativi al tracciato litoraneo, oggetto di una delibera del 2006: non una brutta idea, ma dall’impatto imbarazzante. I progetti alternativi erano due: quello complanare al sedime ferroviario e quello complanare all’A4. E quel che è venuto fuori in maniera macroscopica dalla nostra analisi è da un lato la totale indisponibilità del territorio alla soluzione litoranea, che taglia in due l’ultima parte della campagna veneta ancora integrale, dall’altro una ferrovia utilizzata solo per il 40% – ha rilevato -, che quindi va portata a regime, recuperando il 60% inutilizzato e valutando il raddoppio».

Fautore del tracciato litoraneo era l’assessore regionale Renato Chisso, adducendo motivi di impatto sui centri abitati esistenti e i costi più elevati. Adesso, la scelta della Regione taglia definitivamente la testa al toro: lo scenario , per questa grande infrastruttura che corre su due corridoi europei (il Baltico/Adriatico e il Lisbona/Kiev) è di giungere al potenziamento della linea esistente.

«Il cosiddetto tracciato basso – ha ribadito Zaia – avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi».

Per Zaia è chiaro che questa soluzione «dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati».

Caustico il Partito Democratico: «Tre anni e 14 milioni di euro spesi inutilmente – spiegano i sindaci di Roncade e Quarto d’Altino, Simonetta Rubinato e Silvia Conte –. Tanto c’è voluto al presidente Zaia e alla sua Giunta per capire quanto noi semplici sindaci di campagna avevamo detto. In questa vicenda di imbarazzante c’è l’incapacità con cui il governo regionale di centrodestra da anni pianifica lo sviluppo infrastrutturale del territorio».

Quanto al commissario, Mainardi parla di «situazione in movimento in Friuli», dove ancora non si è raggiunta un’intesa dei territori sul tracciato, ma certo la decisione del Veneto consentirà, finalmente, di passare dallo studio di fattibilità alla progettazione preliminare. Ben sapendo che, sull’Alta Velocità nel Nordest, per ora, non c’è una lira (e costerà 7 miliardi di euro).

Daniele Ferrazza

 

SERRACCHIANI  «Soluzione condivisa»

UDINE. Anche la Regione Friuli plaude alla delibera della Regione Veneto: «Un passaggio importante – spiega il governatore Debora Serracchiani – perchè il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale».

Serracchiani auspica quindi che in sede di Via «le due Regioni possano assumere una posizione comune, scegliendo la strada del potenziamento dell’esistente, dello scioglimento dei colli di bottiglia e del raddoppio, dove necessario e possibile».

Serracchiani ricorda che anche il Fvg ha chiesto di avere indicazioni più precise sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio regionale, Serracchiani annuncia che «in sede di Valutazione di impatto ambientale si chiederà che le integrazioni di Rfi possano riguardare il potenziamento e l’eventuale raddoppio della linea attuale». Con questo passaggio, dunque, viene sepolto definitivamente il tracciato lungo il litorale.

 

 

«Tav, è una vittoria degli agricoltori»

La scelta di Zaia di bocciare il tracciato litoraneo accolta con soddisfazione. «Ma adesso vigileremo fino in fondo»

SAN DONÀ – La giunta regionale, su proposta del governatore Luca Zaia, ha messo nero su bianco la scelta di realizzare la Tav Venezia-Trieste lungo il tracciato dell’attuale ferrovia, con l’eventuale raddoppio che attraverserà in galleria i centri abitati.

«Abbiamo formalizzato con un atto di indirizzo una decisione già nota, per confermare una scelta già discussa e fatta», ha commentato Zaia, «così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento a un percorso litoraneo che non ha né senso né consenso».

La delibera ripercorre l’iter del progetto dal 2003 in poi, ricorda il lavoro svolto dal 2011 a oggi dal commissario Mainardi e sottolinea la necessità di approfondire il tracciato alternativo in affiancamento alla linea esistente, così da consentire una comparazione con il percorso litoraneo.

«Il cosiddetto tracciato basso», ha aggiunto il governatore, «avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi».

Come si ricorderà, la proposta di Mainardi è articolata in due fasi. La prima prevede il potenziamento della linea storica, adesso ampiamente sottoutilizzata. E solo in una seconda fase Mainardi ha ipotizzato un possibile raddoppio. Quest’ultimo ha sollevato le perplessità dei cittadini che risiedono a fianco dell’attuale ferrovia, preoccupati per le proprie case. Ma la delibera regionale rilancia l’ipotesi dell’attraversamento in tunnel dei centri abitati.

«Questa proposta alternativa», ha precisato Zaia, «dovrà prevedere soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta di Piave, Musile, San Donà, Ceggia, San Stino, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro».

«La decisione del presidente Zaia è una risposta alle tante istanze venute dal territorio: ma la nostra attenzione non cala, vigileremo finché il progetto non andrà definitivamente in porto». Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, commenta così l’approvazione della delibera che sconfessa l’ipotesi litoranea. «Si tratta senz’altro di una vittoria, è stata premiata la serietà e la compattezza con cui si sono mosse Cia Venezia, Confagricoltura Venezia, Copagri e Legambiente, riunite nel comitato «L’altra Tav». Avevamo richiamato più volte alla sue responsabilità la Regione perché sapevamo che la nuova ipotesi di percorso predisposta dal commissario straordinario Bortolo Mainardi era nella fase di uno studio di pre-fattibilità. E che senza un pronunciamento chiaro, non sarebbe potuta essere portata avanti e contrapposta al tracciato basso, l’unico finora ufficiale. Il tracciato basso ha forti impatti ambientali. Per lo stesso motivo ha ricevuto il radicale dissenso dei comuni attraversati. Il percorso litoraneo devastava aree importanti per l’agricoltura, da quella della pera tipica veneziana ai vigneti della Doc Piave e della Doc Lison.

Giovanni Monforte

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«Il risveglio dopo un lungo sonno» Il Pd attacca il governatore e Chisso

SAN DONÀ. «Zaia si risveglia dopo un lungo sonno». Al Pd non basta la delibera approvata dalla giunta regionale per «assolvere» Zaia e Chisso. «Perché Zaia ha dormito fino a oggi? La delibera conferma la posizione che il Pd aveva tenuto fin dall’inizio e doveva essere approvata dalla sua giunta a metà dello scorso anno, immediatamente dopo che il Consiglio gli aveva dato un preciso mandato in questo senso», attaccano Lucio Tiozzo, capogruppo democratico in Consiglio regionale, e Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione trasporti. I due esponenti del Pd bocciano come assai tardivo il giudizio negativo espresso da Zaia sul tracciato litoraneo in favore dell’affiancamento alla linea ferroviaria già esistente. «Sono lacrime di coccodrillo. Nel 2006, quando la giunta deliberò a favore di questa soluzione, Zaia ricopriva il ruolo di vicepresidente della Regione», rilevano Tiozzo e Pigozzo, «negli anni successivi le osservazioni critiche e l’opposizione degli enti locali, dei territori e del Pd sono state crescenti e incessanti. Zaia dov’era?». Per il Pd, infine, «resta molto preoccupante questa situazione di incomunicabilità di Zaia dal commissario Mainardi e dai livelli di governo. Sulla Tav è doveroso il confronto istituzionale, cosa che Zaia dimostra di non aver ancora compreso».

(g.mon.)

 

«Il sindaco teme l’ira di Chisso»

MONASTIER – «Riteniamo scandalosa la dichiarazione del sindaco Salvatore Lo Stimolo in merito alla nostra richiesta del motivo per cui Monastier non rientra nell’elenco dei comuni che godranno dell’esenzione del pedaggio sulla futura Autostrada Del Mare»: non l’hanno mandata a dire i consiglieri della civica “Per Monastier”, Paola Moro e Gianluca Bidogia, durante la seduta consiliare di giovedì sera.

«È inammissibile che la nostra amministrazione comunale non abbia mai presentato nessuna richiesta formale scritta, solo perchè Lo Stimolo di non vuole offendere l’assessore regionale Renato Chisso, fermandosi alle sue rassicurazioni verbali e a quelle del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro».

I consiglieri Moro e Bidogia hanno quindi ricordato a Lo Stimolo di essere «sindaco in scadenza e che le mancate azioni di oggi, avranno serie ripercussioni sul futuro dei suoi concittadini. Senza contare che Monastier, con l’introduzione del pedaggio sulla Treviso Mare, sarà uno dei comuni a dover sostenere i costi maggiori, in termini di aumento di traffico ed inquinamento, poichè molti automobilisti sceglieranno le sue strade per raggiungere il litorale. Sindaco, riteniamo scandaloso che sia più preoccupato del buonumore altrui che del benessere dei cittadini che rappresenta».

Federica Florian

 

 

Associazioni agricole e Legambiente appoggiate anche dal sindaco di San Donà

«Zaia e Chisso adottino l’ipotesi Mainardi, meno impattante per il territorio»

SAN DONÀ – Chiedono che in tempi strettissimi, non oltre il 20 ottobre, la Regione si pronunci bocciando definitivamente il tracciato litoraneo della Tav Venezia-Trieste ed esprimendosi a favore del percorso che si sviluppa lungo la ferrovia. Altrimenti sono già pronti a tornare in piazza con i loro trattori. Stavolta, però, non solo a San Donà, come già avvenuto nel febbraio 2011. Ma coinvolgendo tutti i Comuni attraversati dal tracciato e promuovendo anche una grande manifestazione a Venezia, sotto le finestre della Regione. A rilanciare la mobilitazione sono i rappresentanti del comitato «L’Altra Tav», che riunisce le organizzazioni del mondo agricolo (Cia Venezia, Confagricoltura e Copagri) e Legambiente.

Ieri mattina si sono ritrovati a San Donà, dove hanno incassato già l’adesione del sindaco Andrea Cereser: «È stata una sorpresa anche per noi apprendere che a Roma l’iter stia andando avanti, non tenendo conto della volontà espressa dai territori».

Gli agricoltori ribadiscono la netta contrarietà al tracciato basso. «Verrebbe ad attraversare il territorio in modo irrazionale, tagliando in due parti il paesaggio di bonifica, intaccando le nostre aziende agricole, causando anche danni ambientali e idrogeologici», attacca Franco Menazza di Copagri, «ma questo tracciato non sarebbe funzionale neppure al turismo».

Per le organizzazioni agricole va proseguita la valutazione sulla contro proposta di Mainardi. «Chi ha paura del tracciato proposto da Mainardi? Perché un percorso meno invasivo, che consentirebbe di conservare il territorio di bonifica, non è stato nemmeno preso in considerazione?» chiede Sergio Magoga, segretario di zona Confagricoltura.

«Un tracciato devastante per le nostre zone agricole», aggiunge il presidente di Cia Venezia, Paolo Quaggio, che parla di «assurda cecità nel non voler vedere le problematiche di un’opera simile». E lancia un appello alle forze politiche e ai partiti, «perché prendano atto della situazione e si diano da fare».

Sul banco degli imputati finiscono soprattutto il governatore Zaia e l’assessore Chisso. «Dopo due anni e mezzo siamo ancora punto e a capo» ricorda il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, «è come se la politica tutta non si fosse mai espressa. Chiediamo alla Regione di far interrompere l’iter della Valutazione ambientale e riattivare un confronto. Noi intanto ci mobiliteremo con la gente, come stiamo facendo con il digiuno, perché non possiamo più aspettare che la politica faccia proclami».

Giovanni Monforte

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TAV – La beffa del progetto. A parole voluto da tutti che non arriva a Roma.

L’ASSESSORE ALL’URBANISTICA DI VENEZIA FERRAZZI  «La verità? Per la Regione esiste solo il tracciato litoraneo»

«Il tracciato alternativo alla Tav non è stato affatto dimenticato dalla Regione. La verità è che per la Regione vale soltanto il progetto litoraneo, con il tracciato in tunnel fra la stazione di Mestre e l’aeroporto Marco Polo».

L’assessore all’Urbanistica Andrea Ferrazzi non appare per nulla stupito del fatto che il piano B per l’Alta velocità fra Venezia e Trieste sia rimasto in qualche cassetto a Venezia e a Roma. «Nella variante al Ptrc adottato dalla Giunta regionale in aprile è previsto il tunnel in gronda lagunare fra la stazione di Mestre e l’aeroporto Marco Polo. Il tracciato è indicato nella tavola 4 del piano, quello relativo alla mobilità».

Che non si tratti di una dimenticanza è provato dal fatto che il progetto sarebbe stato confermato una decina di giorni fa dal vice presidente della Regione marino Zorzato allo stesso Ferrazzi, preoccupato per le conseguenza della variante sulla programmazione urbanistica regionale.

Il piano regionale, adottato in Giunta ma formalmente non approvato in aula, prevede infatti una serie di vincoli che rendono impossibile intervenire sul tessuto urbano di Mestre; ignora il Quadrante di Tessera e per Porto Marghera indica una destinazione unicamente cantieristica e, quanto all’alta velocità, conferma il progetto di Italferr del 2011.

Così Ferrazzi, che a nome del Comune ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la variante, chiede che Palazzo Balbi ci ripensi: «Chiedo che la Regione abbia il buon senso di tornare indietro e rimettersi a discutere con i Comuni. La richiesta avanzata dal territorio al commissario nominato dal Governo di accantonare il tracciato litoraneo della Tav e potenziare la linea esistente è stata ignorata, e questo è un fatto inaccettabile». (a.fra.)

Tav, la beffa del progetto che non arriva mai a Roma

IL TERRITORIO – A parole tutti per il percorso lungo la ferrovia alternativo a quello vicino alle spiagge

CORTO CIRCUITO – Nessuno ha chiesto a Rfi di prendere in esame l’indicazione del territorio

Sembra la storia di Sior Intento, tutti a dire che il tracciato della Tav non può essere lungo la costa, che va affiancato alla rete ferroviaria esistente, che a Roma la cosa è stata detta e ridetta. Bene. E allora com’è che a Roma l’unico progetto esistente è quello della “litoranea”? Chi doveva dire che andava fatto il progetto alternativo? La Regione, come ha fatto intendere il commissario attuatore Bortolo Mainardi? Lo stesso commissario, come viene replicato a Palazzo Balbi? O il ministero all’Ambiente?

Il dato incontrovertibile è che in Veneto nessuno (ufficialmente) vuole la linea dell’alta capacità a costeggiare le spiagge. L’hanno detto i sindaci. L’ha votato all’unanimità il consiglio regionale, approvando il 28 giugno 2012 una mozione che impegnava il governatore Luca Zaia e la giunta a “richiedere al commissario straordinario maggiori approfondimenti progettuali e di attivarsi nei confronti di Rfi e Governo” affinché reperissero “risorse per il rafforzamento dell’attuale linea ferroviaria”. Poi è stata la volta del commissario Mainardi che sempre la scorsa estate ha consegnato – al governatore Zaia e all’allora ministro Corrado Passera – un dossier sul tracciato alternativo. Dopodiché nessuno ha fatto nulla. O, se l’ha fatto, senza sortire alcun risultato, visto che il gruppo istruttore della Commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) al ministero dell’Ambiente l’altro giorno ha dato un primo via libera al progetto litoraneo. L’unico progetto esistente. E qui si è aperta l’ennesima polemica: perché non c’è il progetto alternativo, quello della Tav parallela? Era la Regione Veneto a dover assumere l’iniziativa e a chiedere a Rfi di far progettare attraverso Italferr il progetto alternativo? In Regione Veneto dicono di no.

«È vero che a Roma non ci sono progetti alternativi, esattamente come non li abbiamo noi a Venezia – dice l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Renato Chisso – Ma Rfi sa che noi vogliamo valutare le comparazioni di tracciati alternativi».

Quindi Rfi deve far fare i progetti e su questo non si discute: ma chi deve “ordinarlo” a Rfi? L’unico ente titolato a chiedere a Rfi di fare un altro progetto – puntualizza il segretario regionale per le Infrastrutture, Silvano Vernizzi – è il ministero dell’Ambiente.

Certo, “politicamente” la Regione può far sentire la sua voce, come ha ribadito anche l’altro giorno Zaia, ma l’azione deve partire dal ministero. E se il gruppo istruttore chiederà a Italferr di presentare un progetto unitario e non per lotti, in sede di Via il Veneto potrà puntare i piedi: “Chiederemo di vedere le alternative progettuali”, dice Vernizzi. Che però non ci sono.

Domanda: la Regione Veneto nei confronti del ministero è stata poco chiara? nessuno l’ha ascoltata? forse non si è fatta sentire? «Noi siamo a favore della proposte di Bortolo Mainardi, è poco ma sicuro – ha detto l’altro giorno Zaia – Lo abbiamo scritto e detto in più occasioni. A Roma ci dicono che non sapevano nulla? Va bene, glielo scriveremo nuovamente».

A proposito: la commissione Via dovrebbe riunirsi entro l’anno. Ci sono un paio di mesi di tempo: chi avvisa Rfi di buttare giù un progettino?

 

LA REGIONE  «L’unico ente titolato a chiedere un altro progetto è il ministero dell’Ambiente»

Alta velocità, Veneto e Friuli al tavolo

Il vicesindaco di Portogruaro Villotta candida la città a sede del vertice: «E’ ora che i soggetti istituzionali delle due regioni si parlino»

«Sulla Tav è arrivato il momento che i soggetti istituzionali di Veneto e Friuli si siedano attorno allo stesso tavolo. Candidiamo Portogruaro quale sede di questo vertice».

Così il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture, Luigi Villotta, dopo l’incontro con il sindaco di Bagnarìa Arsa, Cristiano Tiussi, coordinatore dell’assemblea permanente dei 19 Comuni friulani interessati alla realizzazione dell’importante e tanto discussa opera infrastrutturale.

«Ho voluto sentire la voce dei sindaci della Bassa Friulana – ha detto – perché è evidente, al di là di ogni procedura seguita e da seguire, che va chiarito come bypassare il Tagliamento. Bisognerà quindi capire bene se la concreta realizzazione riguarderà l’ammodernamento ed il potenziamento dell’attuale linea ferroviaria storica, con la possibile variante del nodo di Latisana, oppure il tracciato litoraneo con l’innesto a fianco della nuova terza corsia della A4 Venezia/Trieste proprio nella frazione di Lison, nel Comune di Portogruaro.

Tracciato litoraneo che oggi – ha spiegato l’assessore – sembra essere l’unico legittimato ad esistere a livello romano, malgrado la netta opposizione degli enti territoriali veneti interessati, Provincia di Venezia in testa, e l’alternativa proposta portata avanti dal commissario Bortolo Mainardi».

Il Comune di Portogruaro ha così scritto al Governatore Luca Zaia e alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sottolineando la necessità di un confronto sul tema e candidando la città del Lemene ad essere sede di un «conclave».

«A questo tavolo, oltre al commissario straordinario Mainardi, a Rfi e alle categorie imprenditoriali, – ha aggiunto Villotta – dovranno sedere anzitutto i rappresentanti degli enti locali interessati, perché è unanime il parere che non si possa andare contro la volontà della gente. Rimane poi da approfondire bene cosa si intenda per Alta Velocità/Capacità, perché risulta fondamentale il suo rapporto con la previsione dei »Corridoi Europei” verso il Nord e l’Est Europa, il collegamento con il «Sistema Portuale» dell’Alto Adriatico e non ultimo lo sviluppo economico locale attraverso i collegamenti con i poli logistico-intermodali di Portogruaro/Fossalta e Pordenone”.

Il tema Tav sarà tra l’altro oggetto di trattazione nella Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale di lunedì prossimo, 30 settembre.

 

Nuova Venezia – Da Mira un no secco alle grandi opere

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30

ago

2013

 

In consiglio comunale M5S, Pd e Mira fuori del comune bocciano idrovia, Romea commerciale e Polo logistico

MIRA – Il Comune di Mira dice no al Piano territoriale regionale di coordinamento che boccia in toto, approvando delle osservazioni che ne smantellano completamente l’impianto voluto con forza dall’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso.

A bocciare il piano è stata una maggioranza ampia: ai voti del Movimento 5 Stelle si sono sommati quelli del Pd, della lista “Mira Fuori del comune». La lista “Noi per Mira” rappresentata dal consigliere comunale Roberto Marcato (ex sindaco ) ha dato invece un voto di astensione.

«Il Ptrc», ha spiegato il sindaco Alvise Maniero, «è peggiorato dalla prima presentazione. La Regione Veneto ha mantenuto una rigidità che non ha permesso una partecipazione condivisa a scelte importantissime per il territorio».

Nelle osservazioni approvate si dice no alla Romea Commerciale, bocciando in toto qualunque tracciato venga proposto. No secco alla camionabile sull’Idrovia che non serve a nulla, secondo la maggioranza, se non a colpire ancora di più un territorio già ferito da una serie di infrastrutture come il Passante e i vari caselli autostradali e la vicinanza a Veneto City.

Un no pesante come un macigno è stato dato anche dai consiglieri del Pd alla progettualità sulla portualità che lasciava intravvedere a Dogaletto e Giare di Mira la possibilità di realizzare un polo logistico per l’arrivo di merci dal vicino Porto di Venezia. Sul progetto del polo logistico invece durante la passata amministrazione l’allora sindaco Michele Carpinetti aveva espresso una posizione possibilista insieme all’ex assessore Stefano Lorenzin. Gli ex amministratori avevano fatto intendere che il polo logistico avrebbe portato nuova occupazione.

«Con questo no», spiega Maurizio Barberini, consigliere del Pd, «abbiamo voluto dare un segnale chiaro alla Regione che non intendiamo in alcun modo abbassare la guardia nel campo della difesa dell’ambiente e della laguna».

Non hanno partecipato al voto i consiglieri del Pd Fabio Zaccarin e il consigliere Gabriele Bolzoni.

«L’aria a Mira», spiega il consigliere di Mira Fuori dal comune, «è finalmente cambiata. Questo Comune si sta ponendo all’avanguardia nella lotta alle grandi opere inutili e devastatrici».

Alla difesa dell’ambiente sarà dedicata la manifestazione “Tera Tera Tera” a Forte Poerio a Mira la prossima settimana.

Alessandro Abbadir

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Gazzettino – Altola’ all’autostrada del mare

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30

ago

2013

GRANDI OPERE L’annuncio durante l’incontro con i residenti di Santa Maria

«Il progetto non risolverebbe i problemi del traffico verso le spiagge»

RICORSO – Percorso in salita per l’autostrada del mare che dovrebbe arrivare a Jesolo

Cereser tenta di bloccare l’autostrada del mare. Lo ha annunciato dopo avere partecipato all’incontro con i cittadini della frazione di Santa Maria. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che il nuovo governo della città intende rispettare per ascoltare, direttamente dalla gente, le problematiche nelle varie zone della città. E si è iniziato, dunque, da questa località, i cui residenti si sono presentati con un elenco di sedici punti, corrispondenti alle richieste, comunque ai problemi più importanti. E tra questi c’è quello relativo alla “Via del Mare”.

«Nella fattispecie – spiega il sindaco Andrea Cereser – c’è la legittima preoccupazione di dover pagare il pedaggio. Cercheremo un incontro in Regione, anche con gli altri Comuni che non condividono questa scelta ed esprimeremo tutte le nostre perplessità su un’opera che, a mio avviso, non dovrebbe essere realizzata. Anche perché non risolverebbe i problemi di traffico verso le spiagge, visto che a Jesolo, alla rotatoria Frova si crea un imbuto e quindi un intasamento».

Come dire che è inutile avere una corsia preferenziale, una via più semplice quando poi, alle porte della spiaggia si dovrebbero fare comunque delle code. Solo che la presa di posizione di Cereser, già espressa quando era consigliere di opposizione, rischia di arrivare fuori tempo massimo: la Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, ha avviato formalmente la procedura di gara per la concessione, relativa alla progettazione definitiva ed esecutiva, per la costruzione e gestione dell’opera, una superstrada a pedaggio da 210 milioni di euro. L’intervento riguarda la realizzazione di una superstrada a pedaggio della lunghezza di circa 19 chilometri, che permetterà di collegare direttamente la A4 con le spiagge, con inizio dal casello di Meolo – Roncade e termine alla rotatoria Frova, in comune di Jesolo.

 

Nuova Venezia – Chisso: a dicembre 15 coppie di nuovi treni

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10

ago

2013

«Sto con i pendolari, la mobilità su rotaia va rivoluzionata».

MS5: basta Tav, potenziare la linea Ve-Ts

VENEZIA «Le numerose segnalazioni di disagi e soppressioni estive di treni, tra le quali figura una doppia corsa di interregionale Venezia-Milano almeno per l’intero mese di agosto, il tutto senza possibilità di un reale controllo e di intervento concreto sulle cause, evidenziano una volta di più l’esigenza di cambiare sistema nella mobilità su ferro del Veneto, perché quello attuale è di fatto irriformabile». Lo rileva l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, alla luce delle «Valanghe di proteste motivate, che in questi giorni si riferiscono in particolare a soppressioni di interregionali che servono anche Padova e Vicenza. La loro precaria esistenza, peraltro, non risponde ad alcuna logica di cadenzamento e di efficienza di servizio, perché hanno orari a capocchia, materiale che non si può definire all’altezza e ritardi mostruosi specie nella tratta lombarda».

«Sono convinto che i nostri pendolari non sappiano che farsene di treni di questo genere», aggiunge Chisso «specie a fronte delle 13 nuove coppie di convogli nuovi e cadenzati che scorreranno dal 15 dicembre tra il capoluogo lagunare a quello scaligero, fermandosi a Vicenza, Padova e Mestre. Significa poter disporre di un treno veloce ogni ora in ciascuna direzione, con velocità di percorrenza e servizio compatibili con quelle delle Frecce, ma a costo molto più basso. A questi si aggiungeranno i regionali locali, in coincidenza nei capoluoghi e con fermate a tutte le stazioni».

«Io sto dalla parte dei pendolari e abbiamo lavorato per loro con le associazioni dei consumatori per trovare le risposte. Capisco i viaggiatori occasionali ma il mio primo dovere è quello di fornire un servizio certo, controllabile ed efficiente a quanti si spostano all’interno del Veneto per lavoro e per studio, che rappresentano la stragrande maggioranza dei nostri utenti. Come Regione abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo le osservazioni concrete e stiamo studiando con le istituzioni e gli utenti le risposte possibili».

«Devo anche aggiungere», conclude l’assessore pidiellino «che stiamo raccogliendo anche tanti, tantissimi giudizi positivi di cittadini e amministratori che esprimono soddisfazione e aspettative per le novità che stiamo costruendo. Di questi si parla poco, perché i contenti non protestano e non fanno rumore. A me resta però la coscienza tranquilla perché stiamo lavorando nell’interesse dei nostri veneti che pagano le tasse».

E sul fronte dei trasporti interviene anche il M5S: «Bisogna potenziare la linea ferroviaria Venezia-Trieste, abbandonando il progetto dell’Alta velocità. La realizzazione della Tav non solo è molto difficile per motivi economici, ma anche per l’avversione di numerosi comitati spontanei di cittadini», affermano i deputati grillini Aris Prodani e Walter Rizzetto in una interrogazione al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.

«Anche il commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste Bortolo Mainardi», proseguono i parlamentaru «ha confermato che è possibile la quadruplicazione della linea ferroviaria esistente, un progetto a impatto zero e dal costo stimato di 800 milioni di euro. Molto meno dei 5,7 miliardi necessari per la Tav, una somma insostenibile per le attuali condizioni finanziarie in cui versa il Paese».

 

Gazzettino – “Treni, questo sistema e’ irriformabile”

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10

ago

2013

Chisso condivide le proteste dei viaggiatori e annuncia il cambio: «Con l’orario cadenzato corse veloci a costi contenuti»

VENEZIA – I viaggiatori si lamentano. E hanno ragione. Parola di Renato Chisso, il Signor Trasporti della Regione Veneto, l’assessore che ha in mano il sistema della mobilità e del traffico. L’assessore che ogni anno multa Trenitalia trasformando le sanzioni in rimborsi a favore degli abbonati, adesso, di fronte alle ennesime segnalazioni di disagi, dice che il sistema va cambiato. Perché quello attuale è «irriformabile». Ma la ricetta il Veneto ce l’ha già: nuovi convogli e orario cadenzato.
Chisso prende spunto dall’ultima soppressione di una doppia corsa Venezia-Milano per dire che “questo” sistema di trasporti non va bene.«Le numerose segnalazioni di disagi e soppressioni estive di treni, tra le quali figura una doppia corsa di interregionale Venezia – Milano almeno per l’intero mese di agosto, il tutto senza possibilità di un reale controllo e di intervento concreto sulle cause, evidenziano una volta di più l’esigenza di cambiare sistema nella mobilità su ferro del Veneto, perché quello attuale è di fatto irriformabile». Di questi interregionali che servono anche Padova e Vicenza, l’assessore dice che hanno una «precaria esistenza» che «non risponde ad alcuna logica di cadenzamento e di efficienza di servizio, perché hanno orari a capocchia, materiale che non si può definire all’altezza e ritardi mostruosi specie nella tratta lombarda». «Sono convinto – dice Chisso – che i nostri pendolari non sappiano che farsene di treni di questo genere specie a fronte delle 13 nuove coppie di convogli nuovi e cadenzati che scorreranno dal 15 dicembre tra il capoluogo lagunare a quello scaligero, fermandosi a Vicenza, Padova e Mestre. Significa poter disporre di un treno veloce ogni ora in ciascuna direzione, con velocità di percorrenza e servizio compatibili con quelle delle Frecce, ma a costo molto più basso. A questi si aggiungeranno i regionali locali, in coincidenza nei capoluoghi e con fermate a tutte le stazioni. Io sto dalla parte dei pendolari e abbiamo lavorato per loro con le associazioni dei consumatori per trovare le risposte».

 

Gazzettino – Baita, le inchieste non bloccano gli affari.

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8

ago

2013

Le societa’ che erano del manager finito in carcere in corsa per la Meolo-Jesolo: la Regione accelera l’iter

OSTACOLI – Il Pd: quella gara va sospesa

Le inchieste non bloccano le gare d’appalto. Così Adria Infrastrutture, una delle società finite nell’occhio del ciclone a marzo nell’ambito dell’inchiesta sulle attività dell’ex presidente della Mantovani Piergiorgio Baita, è pronta per la gara europea per aggiudicarsi la progettazione e la realizzazione della superstrada a pedaggio Meolo-Jesolo. La società, assieme al Consorzio Via del mare (diretta fino a maggio dallo stesso Baita) e alla spa Strade del mare, figura infatti come promotrice del progetto che, secondo le procedure del project financing, è stato messo a gara dalla Regione.
Il bando in questione è stato pubblicato nel sito di Palazzo Balbi e fino al 20 settembre prossimo i soggetti interessati potranno partecipare alla gara per la progettazione esecutiva e definitiva, la costruzione e la gestione della superstrada a pedaggio che, con una lunghezza di 18,6 chilometri, collegherà il casello di Meolo della Venezia-Trieste a Jesolo.
Un appalto che vale circa 200 milioni di euro ma che non costerà nulla alla Regione, che ancora nel 2009 aveva dichiarato il pubblico interesse per l’opera, che nel frattempo ha ottenuto l’ok del Cipe. Le tre società promotrici, che nel frattempo hanno visto respinto al Tar un ricorso presentato da Net Engineering e Autovie Venete che contestavano la procedura concorsuale per la scelta del soggetto promotore, una volta chiuso il bando di gara dovranno vedersela con il miglior concorrente. E potranno adeguare la loro offerta con diritto di prelazione in caso di parità di condizioni proposte.
Con il varo del bando di gara la Regione sembra premere decisamente l’acceleratore su un’opera definita a suo tempo strategica sia dal governatore Luca Zaia che dall’assessore alla Mobilità Renato Chisso: la superstrada del mare, che per i residenti dei Comuni attraversati sarà gratuita, servirà a decongestionare le vie d’accesso al litorale e fornirà a Jesolo un collegamento diretto all’autostrada.
Sull’opportunità di dare corso all’opera pesa però l’opposizione del Pd locale: il segretario della sezione di Meolo Giampiero Piovesan chiederà la sospensione della gara, a causa del ciclone giudiziario che ha riguardato due delle tre società promotrici. E lo stesso potrebbe fare un comitato civico che da tempo contesta la realizzazione dell’opera. Va detto che, proprio per evitare problemi, due degli inquisiti nell’inchiesta sui fondi “neri” della Mantovani, Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo, sono stati surrogati dai vertici rispettivamente del Consorzio Via del mare e di Adria Infrastrutture. Se non ci saranno problemi, in autunno potrebbe esserci l’aggiudicazione della concessione e nel 2014 potrebbero cominciare i lavori, che in parte riguarderanno l’adeguamento di una strada esistente che porta alla rotatoria “Frova”, alle porte di Jesolo.

 

IL PROGETTO – Quasi 19 chilometri di strada a pedaggio

MEOLO La Regione pubblica la gara europea per l’asse con Jesolo

Via del Mare, c’è il bando

Il Pd annuncia battaglia: «Tra i proponenti Baita e Minutillo»

A sei anni dal bando per il progetto preliminare, dopo aver superato gli scogli delle autorizzazioni ministeriali e del Cipe e un ricorso al Tar, inizia la fase operativa della “Via del mare”. La Regione ha infatti pubblicato il bando di gara europeo per la costruzione e gestione in project financing della futura superstrada a pedaggio che collegherà il nuovo casello di Meolo-Roncade della A4 con Jesolo.
Sarà una sorta di prolungamento dell’autostrada verso il litorale, con una lunghezza complessiva di 18,6 chilometri a due corsie per senso di marcia, a percorrenza veloce, con quattro svincoli lungo il tragitto e un sistema di esazione del pedaggio attraverso postazioni telematiche. Per oltre 10 chilometri, la “Via del mare” verrà realizzata sul tracciato dell’attuale Treviso-mare, e questo ha già fatto sollevare numerose proteste di cittadini e imprenditori della zona, poiché verrà eliminata una strada regionale libera per costruire una superstrada a pagamento, anche se è previsto che i residenti dei Comuni interessati dalla nuova arteria siano esentati dal pedaggio (e cioé Roncade, Meolo, Musile, San Donà, Fossalta di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, con possibilità di estendere l’esenzione anche a Treviso, San Biagio di Callalta e Silea).
Il Pd di Meolo si è da sempre opposto al progetto ed ora, con la pubblicazione del bando di gara che scadrà il 20 settembre prossimo, annuncia battaglia: «Siamo disposti anche a fare le barricate» attacca Giampiero Piovesan, segretario del Pd locale, fiducioso che ci sia ancora spazio di manovra per bloccare il progetto. La costruzione della “Via del mare” costerà oltre 200 milioni e 750mila euro, in base al progetto preliminare realizzato dal gruppo di società che aveva vinto la selezione nel 2007, bandita dalla Regione. Era la stessa cordata di società che poco prima aveva lanciato l’idea, proponendosi per realizzare una superstrada a pedaggio in project financing. Un progetto piaciuto fin da subito all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, che l’ha sempre fortemente sostenuto. A siglare la convenzione con la Regione ed a presentare nel 2012 il progetto preliminare erano stati Claudia Minutillo per “Adria Infrastrutture”, Piergiorgio Baita per “Consorzio Vie del mare” (entrambi si sono ora dimessi dalle rispettive cariche) e Bruno Beghello per “Strada del mare”. L’inchiesta della Procura su frodi fiscali e costituzione di fondi neri, nel marzo scorso, ha coinvolto e fatto finire in carcere Minutillo e Baita, ma il progetto della “Via del mare” non si è fermato. Nel bando di gara per la realizzazione dell’opera, pubblicato nei giorni scorsi, è stato fissato il diritto di prelazione da parte del gruppo di imprese che ha redatto il progetto preliminare: se qualche società farà un’offerta migliore, il gruppo potrà adeguare la sua proposta ed ottenere l’appalto. Il Pd di Meolo ha già annunciato che chiederà la sospensione del bando, visti i guai giudiziari che hanno interessato le società della nuova superstrada.

 

LA SUPERSTRADA a pagamento collegherà il casello di Roncade-Meolo con Jesolo

Via del mare più vicina: la Regione apre la gara

A sei anni dal bando per il progetto preliminare, dopo aver superato gli scogli delle autorizzazioni ministeriali e del Cipe e un ricorso al Tar, inizia la fase operativa della “Via del mare”. La Regione ha infatti pubblicato il bando di gara europeo per la costruzione e gestione in project financing della futura superstrada a pedaggio che collegherà il nuovo casello di Meolo-Roncade della A4 con Jesolo.
Sarà una sorta di prolungamento dell’autostrada verso il litorale, con una lunghezza complessiva di 18,6 chilometri a due corsie per senso di marcia, a percorrenza veloce, con quattro svincoli lungo il tragitto e un sistema di esazione del pedaggio attraverso postazioni telematiche. Per oltre 10 chilometri, la “Via del mare” verrà realizzata sul tracciato dell’attuale Treviso-mare, e questo ha già fatto sollevare numerose proteste di cittadini e imprenditori della zona, poiché verrà eliminata una strada regionale libera per costruire una superstrada a pagamento, anche se è previsto che i residenti dei Comuni interessati dalla nuova arteria siano esentati dal pedaggio (e cioé Roncade, Meolo, Musile, San Donà, Fossalta di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, con possibilità di estendere l’esenzione anche a Treviso, San Biagio di Callalta e Silea).
La costruzione della «Via del mare» costerà oltre 200 milioni e 750mila euro, in base al progetto preliminare realizzato dal gruppo di società che aveva vinto la selezione nel 2007, bandita dalla Regione. Era la stessa cordata di società che poco prima aveva lanciato l’idea, proponendosi per realizzare una superstrada a pedaggio in project financing. A siglare la convenzione con la Regione e a presentare nel 2012 il progetto preliminare erano stati Claudia Minutillo per «Adria Infrastrutture», Piergiorgio Baita per «Consorzio Vie del mare» e Bruno Beghello per «Strada del mare». L’inchiesta della Procura su frodi fiscali e costituzione di fondi neri, nel marzo scorso, ha coinvolto e fatto finire in carcere i dirigenti di due delle tre società, Minutillo e Baita. Ma il progetto di «Via del mare» non si è fermato. Nel bando di gara per la realizzazione dell’opera, pubblicato nei giorni scorsi, è stato fissato il diritto di prelazione da parte del gruppo di imprese che ha redatto il progetto preliminare: se qualche società farà un’offerta maggiore, il gruppo potrà adeguare la sua proposta ed ottenere l’appalto.

Fulvio Fenzo

 

Gazzettino – Treni d’estate: pochi e bollenti

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7

ago

2013

Odissea continua per i passeggeri tra disservizi, blocchi e temperature roventi

Senza aria condizionata in carrozze surriscaldate

L’assessore Chisso: criticità fuori di ogni logica

ODISSEA – Per i pendolari delle ferrovie del Veneto viaggiare in estate diventa un incubo, tra treni senza aria condizionata che si trasformano in veri e propri forni e corse diradate

Ritardi, treni come forni, porte che non si chiudono, centraline che vanno in tilt e convogli soppressi senza preavviso. Tutto già visto, ma il caldo di questi giorni sta portando a picchi esplosivi il malumore contro Trenitalia.
Lo sa bene chi da lunedì si è ritrovato a fare i conti con convogli bloccati dalle temperature torride oppure costretto a viaggiare in carrozze senza aria condizionata e medie interne ai vagoni attorno ai 40 gradi. Partiamo da Venezia, lunedì.

«Il treno delle 16.43 non è partito perché le porte non si chiudevano più e non se ne capiva il motivo – racconta Marta, pendolare da sette anni sulla Venezia Padova -. Quello successivo è stato soppresso e risulta cancellato dal 4 al 30 agosto. Mai visto tanti disservizi come quest’anno».

Stessa scena a Verona. «Tre treni soppressi sulla linea per Vicenza in un’ora – aggiunge Marina -. Si è costretti a prendere le Frecce, ma poi spariscono i collegamenti regionali per le stazioni intermedie che servono ai pendolari». Da parte sua Trenitalia non segnala disservizi particolari. Precisa che «il materiale rotabile che circola è sempre lo stesso ed è stato invece potenziato il servizio con squadre di manutenzione tecnica che si trovano nelle stazioni di Venezia, Trieste e Verona».

Facebook non perdona. Utenti e pendolari sfogano in rete la protesta per lo stato del trasporto su rotaia e la fotografia è impietosa. «I treni più vecchi non hanno nemmeno l’aria condizionata, e negli altri ci sono vari vagoni in cui non funziona», e sono i commenti più pacati. Perchè le segnalazioni fioccano per la Padova-Venezia come per la Bologna-Venezia, la Bassano Padova, la Bassano-Venezia, Belluno-Castelfranco. Sulle linee principali come sulle minori. Vittime, in una stagione “scarsa” di studenti, sono i tanti turisti diretti alle città d’arte. Molti dei quali con biglietti di prima per convogli dove la prima classe non c’è. I treni soppressi stanno diventando la norma. Tanto per dire, sulla Portogruaro-Venezia i pendolari del mattino che viaggiano con il primo treno sono ormai “abituati” a ritrovarsi la corsa cancellata e sostituita da autobus. Ma lunedì gli utenti vedevano i treni sparire uno dopo l’altro sulla Milano-Venezia. Ora si guarda al prossimo orario ferroviario cadenzato del Veneto, la “rivoluzione” che dal 15 dicembre dovrebbe cambiare il trasporto locale su ferro in regione. Il giro di consultazioni con il territorio voluto dall’assessore regionale alle Politiche della mobilità Renato Chisso per illustrare, discutere e raccogliere proposte e suggerimenti si è appena concluso.
Chisso ha preso nota di tutte le osservazioni, invitando Trenitalia a formulare delle proposte, che saranno poi al centro di un ulteriore confronto con i comitati. «Da un anno stiamo lavorando sull’orario cadenzato – conferma Chisso – per risolvere finalmente criticità che sono fuori di ogni logica». Amministratori locali e comitati hanno formulato osservazioni e richieste che vanno da una intensificazione dei servizi al miglioramento dell’attuale materiale rotabile utilizzato sulle linee. Già rispetto alle ipotesi originarie sono state ricalibrate tracce orarie e alcuni servizi. È successo per la Schio-Vicenza, succederà, si spera per il Veneto Orientale. La richiesta dei comitati è sempre quella: più treni sui binari e servizio migliore. Compresa l’aria condizionata nei vagoni in agosto e non ad aprile, quando non serve.
«I ritardi sono un capitolo gravissimo – sottolinea Dario Berti, resposanbile del comitato pendolari Area Bassanese -. Non è possibile che Trenitalia se la cavi sistematicamente con un po’ di sconti sugli abbonamenti».

Nicoletta Canazza

 

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