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Corteo di protesta ieri mattina per sollecitare il completamento del percorso fra il Vega e i Pili

Oltre un centinaio di persone ha partecipato ieri mattina alla bici-festazione di protesta per la pista ciclabile sul ponte della Libertà. Solo Giampiero Francescon è rimasto ai piedi del cavalcavia di San Giuliano perchè diffidato dal Prefetto in quanto organizzatore del corteo di bici che avrebbe dovuto percorrere il ponte fino a piazzale Roma. A Venezia i ciclisti ci sono andati lo stesso e in manifestazione, ma senza coinvolgere Francescon che altrimenti avrebbe pagato con una denuncia la protesta di tutti coloro che utilizzano le due ruote e che devono fare i conti con un progetto assurdo di pista ciclabile.

Secondo le intenzioni del Comune, com’è noto, i ciclisti dovrebbero utilizzare il sottopasso di via Torino, raggiungendolo grazie alla pista ciclabile di viale Ancona, per poi raggiungere i Pili. Ma proprio il tratto dal Vega ai Pili non è stato realizzato e quindi la pista sul ponte è di fatto irraggiungibile e rischia di esserlo per sempre, visto che l’Arpav chiede la bonifica in profondità dei terreni che si dovrebbero utilizzare per la realizzazione del tratto Pili-Vega.

La bici-festazione è arrivata senza problemi a piazzale Roma, foto ricordo sotto il ponte di Calatrava e ritorno.

Appuntamento finale in piazza Ferretto dove Francescon ha presentato le proposte dei ciclisti. Chi utilizza le due ruote vuole prima di tutto il completamento del percorso che porta da Mestre a Venezia, ma anche la realizzazione di tanti piccoli tratti di collegamento che ancora mancano all’appello. Come viale Garibaldi-via San Girolamo o viale San Marco-via San Pio X. Non solo, i biciclettari chiedono che sia finalmente realizzata anche la pista della Valsugana da Miranese ad Asseggiano e da Passo Campalto all’aeroporto. Infine la proposta che sia istituita una consulta cittadina sulla mobilità ciclopedonale.

 

Due striscioni e un volantinaggio. Questi i mezzi usati, ieri mattina, dai rappresentanti dell’assemblea permanente dei cittadini contro il pericolo chimico e dal comitato Marghera libera e pensante per contestare la decisione del Consiglio di Stato di consentire l’ampliamento dell’impianto di trattamento di rifiuti Alles. Un via libera passato attraverso l’annullamento della sentenza del Tar che, lo scorso luglio, aveva annullato la delibera regionale di autorizzazione al “revamping”.

Proprio per contestare la volontà di trasformare la zona industriale in un polo di trattamento di rifiuti pericolosi provenienti da tutto il Veneto, le due associazioni e una rappresentanza di amministratori della Municipalità – il presidente Dal Corso e il delegato Silotto – ieri hanno organizzato una protesta consegnando volantini al mercato per ribadire che il via libera al potenziamento è una «forzatura rispetto al piano regolatore che consente solo di trattare rifiuti prodotti in loco».

Anche Francesca Zaccariotto è intervenuta sul tema: «Marghera non può più essere considerata la pattumiera del Veneto, la sua grande discarica – ha detto – Soprattutto se vogliamo davvero realizzare un percorso di bonifica, di recupero delle aree verdi per restituire l’area ai cittadini».

(g.gim.)

 

MOGLIANO – Una discarica abusiva di amianto nei terreni della tangenziale nord. Non è passata inosservata nei giorni scorsi, nel cantiere dell’opera complementare al Passante la presenza di alcune tute bianche impegnate al lavoro. Gli addetti, diversamente dai normali operai che da mesi sono attivi tra il Terraglio e via Zermanesa, erano bardati dalla testa ai piedi per questioni di sicurezza, con cappuccio e mascherina. La loro presenza ha insospettito alcuni confinanti.

Si è diffusa così la notizia della presenza di una piccola discarica di pannelli di amianto proprio in quegli stessi terreni da poco espropriati dalla Provincia per consentire la realizzazione della nuova strada extraurbana. Cosa ci facevano i pannelli in eternit in mezzo a una vasta area completamente agricola? Chi li ha depositati? Da quanto? Per ora queste domande rimangono inevase.

Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, ente a cui è stata delegata la realizzazione dell’opera, ci tiene a rassicurare: «L’area è già stata bonificata nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, i pezzi di eternit sono stati ritrovati già alcuni mesi fa ed è stata attivata la commissione speciale che ha valutato le procedure necessarie. L’Arpav ha effettuato rilievi e ora è tutto a posto, i lavori dell’opera stanno continuando regolarmente».

Secondo Muraro si è trattato di pochi pannelli, ma stando ad altre testimonianze sarebbero quasi un’ottantina i sacchi prelevati e asportati dal terreno. Chiunque abbia transitato in zona nei giorni scorsi difficilmente ha potuto fare a meno di notare la particolare presenza delle tute bianche al lavoro: «Sono stati asportati dieci centimetri di terreno per un tratto di circa 50 metri», spiega il presidente della Provincia, «questo è stato fatto per garantire al massimo la sicurezza. La procedura di bonifica è costata centinaia di migliaia di euro, io la ritengo eccessiva». Muraro minimizza dunque l’impatto del materiale altamente cancerogeno ritrovato nelle campagne a sud di Mogliano.

Sui pericoli dell’amianto da tempo si sta mobilitando anche il Movimento 5 Stelle: «In gennaio», spiega la consigliera Cristina Manes, «abbiamo chiesto il censimento dei manufatti in amianto nel Comune di Mogliano, privati e pubblici. Nonostante le belle parole spese dall’assessore i fatti dimostrano che non c’è interesse a risolvere questo grave problema».

(m.m.)

 

LA PROTESTA

Capi reparto messi ad affettare il prosciutto per un giorno

LO SCIOPERO – Presidio dalle 3.30 del mattino

Volantinaggio a tutti i clienti

La spesa tra fischietti e bandiere

Quasi 200 dipendenti di Auchan hanno incrociato le braccia contro i 65 licenziamenti annunciati

Bandiere, fischietti, megafoni. Tutte cose che nell’atmosfera ovattata e tirata a lucido dei centri commerciali faticano a vedersi. E decine e decine di lavoratori che distribuivano volantini – non quelli con le “offerte speciali” – ai clienti che, da mattina a sera, entravano spingendo il carrello per la spesa del sabato.

«Il supermercato è rimasto aperto – diranno poi i dipendenti di Auchan -, ma lo sciopero è riuscito. Quasi in duecento su 323 dipendenti dell’ipermercato mestrini hanno aderito. Hanno dovuto mettere i capi reparto ad affettare la mortadella per tenere aperti i banchi».

Poche casse aperte, non più di 6 o 7 quelle con le cassiere negli orari di punta («ma di solito al sabato le tengono tutte accessibili»), il bancone del pesce fresco chiuso perché, mancando gli addetti, nessuno se l’è sentita di pulire le trote o le seppie, stesso discorso per la macelleria. Più di qualcuno, tra i clienti arrivati, si è accorto che non era un sabato come tutti gli altri, anche se dalla direzione hanno mobilitato tutto il personale disponibile per caricare gli scaffali all’inverosimile la sera prima e nell’intera giornata di ieri, per sopperire alle assenze dovute allo sciopero nazionale contro i licenziamenti annunciati da Auchan, 65 solo a Mestre.

«Alle 3.30 eravamo già qua, per convincere i primi colleghi che arrivavano ad aderire allo sciopero» spiegano lavoratori e sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs. Poi, dalle 9, si sono piazzati tutti agli ingressi del centro commerciale con bandiere e volantini, andando su e giù da un ingresso all’altro. Tante donne e tanti giovani: «Siamo persone, non dei numeri. Non possono mandarci via così». Arriva anche don Enrico Torta, parroco di Dese da anni vicino alle battaglie dei lavoratori degli ipermercati: «Non fatevi trattare come dei bicchieri di plastica. Questi prima vi usano e poi vi gettano».

E poi politici e candidati di vari partiti. C’è Tiziana Agostini, del Pd («il partito che ha voluto le liberalizzazioni da cui è iniziato tutto» dicono qui): «Io non ho votato Bersani – risponde -. Sono sempre stata contraria alle aperture selvagge che hanno portato a questi risultati: gente mandata a casa e centro di Mestre desertificato».

Pierangelo Pettenò (sinistra di “Veneto nuovo”, presente anche con Sebastiano Bonzio) accusa: «La Regione ha le sue colpe, ma sono stati i Comuni ad autorizzare i raddoppi delle superfici dei centri commerciali proliferati ovunque».

E l’ex assessore provinciale al lavoro, Paolino D’Anna (“Venezia domani” di Francesca Zaccariotto): «Io non sono andato all’inaugurazione della “Nave de vero”. Dicevano che avrebbero dato lavoro a mille persone, in realtà erano molte di meno e tanti interinali. I licenziamenti? La posizione di Auchan è sconcertante e assurda».

L’unico candidato sindaco a farsi vedere è Davide Scano (Movimento 5Stelle): «Paghiamo anni di errori. Noi faremo tutto il possibile per tagliare la grande distribuzione dagli strumenti urbanistici e contrastare le aperture domenicali. In parallelo, bisogna rilanciare Mestre agevolando le attività e i locali che vogliono promuovere iniziative in centro».

 

LA DIREZIONE – Il responsabile dell’ipermercato: «Calato il numero dei clienti»

«Questi tagli sono indispensabili»

A Mestre il fatturato è sceso dai 90 milioni del 2011 a 70 milioni

«I 65 esuberi? Non sono una forzatura. In tutti questi anni non abbiamo mai mandato via nessuno, ma oggi la situazione non è più sostenibile. Il fatturato dell’ipermercato di Mestre è sceso dai 90 milioni di euro del 2011 ai 70 milioni che ci aspettiamo di raggiungere quest’anno».

Marco Roberti è il direttore dell’Auchan di Mestre. È fiero – nonostante lo sciopero massiccio – di essere riuscito a garantire l’apertura quasi regolare dell’ipermercato di via Don Tosatto, mettendo tra corsie, banconi e casse anche tutti i capi reparto che, di solito, non toccano il denaro o la merce (e qualche problema l’hanno avuto quelli messi alla gastronomia, con fette di prosciutto tagliate non proprio alla perfezione).

«Non è calato, se non di qualche euro, lo “scontrino medio” di chi viene ad Auchan – spiega Roberti -. Attualmente la spesa media è pari a 32 euro: il vero problema è il calo del numero dei clienti perché la concorrenza li ha redistribuiti tra tutti gli altri iper e supermercati che sono stati aperti in questi anni. Il Gruppo Auchan ha fatto delle proposte concrete al tavolo sindacale per cercare di ridurre al minimo le ricadute occupazionali. Sono le organizzazioni dei lavoratori che hanno deciso di far saltare la trattativa e di proclamare questo sciopero».

I numeri del calo del fatturato della sede di Mestre sono comunque meno “terribili” del dato nazionale della catena, sceso dai 3,2 miliardi del 2010 ai 2,2 previsti quest’anno (un terzo in meno), ma il presidente ed amministratore delegato di Auchan, Patrick Espasa non sembra lasciar spazio a ripensamenti sul taglio di 1.426 posti in Italia che, a Mestre, riguarderebbero solo i dipendenti ai livelli più bassi: «Lo dobbiamo fare per tutelare gli altri 10mila posti di lavoro – spiega Espasa -. Per risanare il bilancio abbiamo lanciato un piano industriale con due priorità. La prima è di diffondere un nuovo progetto commerciale più semplice e moderno, basato sull’“every day low price” (prezzi bassi tutti i giorni, ndr.); la seconda priorità è di migliorare l’efficacia e la redditività dell’azienda, attraverso la riduzione dei costi generali di gestione, dei consumi di energia, della logistica, dei canoni di locazione, e soprattutto il costo del lavoro».

(f.fen.)

 

Crisi Auchan, lavoratori in piazza

Il gruppo francese annuncia 1500 esuberi, un terzo in Piemonte, Lombardia e Veneto. Il sindacato: sì alla solidarietà

ROMA – Scendono in piazza i lavoratori di Auchan per difendere il proprio posto di lavoro dopo che il gruppo francese della Gdo ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per circa 1.500 dipendenti.

Le proteste sono scattate in mezza Italia con dieci regioni colpite dalla decisione di Auchan di tagliare il personale. Solo nel mezzogiorno sono stati dichiarati circa 700 esuberi, di cui 270 in Sicilia, oltre 200 in Campania, 150 in Puglia e circa 100 tra Abruzzo e Sardegna. Più di 100 tagli sono previsti nei punti vendita del Lazio e della Marche mentre nel Nord Italia i lavoratori coinvolti sono oltre 500 tra Piemonte, Lombardia e Veneto.

«Non rassegnatevi!» incita il segretario generale della Cgil Susanna Camusso: «Auchan dopo aver occupato il territorio, inventato centri commerciali, di fronte alla crisi decide di tagliare 1.426 posti», aggiungendo: «Siamo oggi in tutte le piazze del nostro Paese, in particolare in quelle del mezzogiorno perché bisogna contrastare questa multinazionale e non bisogna rinunciare ad una lotta giusta per la difesa dei posti di lavoro,».

A Roma invece è il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a dare il proprio sostegno ai lavoratori di Auchan Lazio che manifestano a Piazza Farnese. «Ogni volta che c’è una crisi, a pagare sono sempre i lavoratori», denuncia il leader della Uil.

«Il governo deve agire rapidamente e permettere al sindacato di fare una trattativa di solidarietà e non di mobilità».

Il gruppo transalpino replica con l’amministratore delegato, Patrick Espasa, che in una nota scrive: «Il nostro piano di intervento deve essere strutturale e profondo per ritrovare la nostra leadership e l’utile netto positivo entro il 2017. Auchan drede al rilancio dell’Italia, terzo paese in Europa e 11esimo più ricco al mondo, ed anche al potenziale del sud dove è presente la metà dei nostri ipermercati». Lunedì intanto il sindacato incontrerà l’azienda al Ministero del Lavoro «per proporre, come alternativa ai licenziamenti, la riduzione d’orario a 32 ore per tutti i dipendenti a parità di di salario».

 

ELEZIONI – Presentata “Dolo è tua” con Ballin candidata sindaco

DOLO – Tante idee e voglia di lavorare nel sociale per la lista “Dolo è Tua” che candida a sindaco Elisabetta Ballin, l’unica ad aver avuto esperienze amministrative. «È una lista dove le idee personali devono convergere con quelle di tutti», osserva Pietro Martire. Elisabetta Ballin non vuole si parli di connotazioni politiche e definisce il programma “A chilometro zero” spiegando che «la volontà è quella di mettere al centro di tutto la persona, le famiglie e l’interesse dei cittadini. Pensiamo di creare una consulta del sapere, ma anche una delega al volontariato sociale e un polo museale utilizzando la villa che si trova all’incrocio fra le vie Piave e Matteotti. Per lo sport crediamo si potrebbe sottoscrivere con le 6.300 famiglie dolesi un abbonamento annuo fisso che consentirebbe di accedere a tutti i servizi comunali tramite una convenzione con le società sportive ed un forte risparmio di costi.» Nel programma anche un sostegno alle famiglie, la salvaguardia dell’ospedale di Dolo, la valorizzazione delle aree verdi con il progetto “Amici animali”, democrazia partecipativa e webcam di sicurezza poste, in particolare, nella zona degli istituti scolastici.

(L.Per.)

 

Gazzettino – Mestre. Auchan si ferma: “No agli esuberi”

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9

mag

2015

COMMERCIO – Oggi lo sciopero a Mestre, ma l’azienda pensa al rilancio

«Noi non siamo esuberi». Lo si legge, a caratteri cubitali, nel volantino che oggi sarò distribuito dai dipendenti di Auchan, che hanno proclamato sciopero contro i 65 esuberi annunciati all’ipermercato di Mestre.

«Lo sciopero – si legge nella nota firmata dai sidnacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – inizialmente proclamato contro la disdetta del contratto integrativo, appare ancor più necessario visto l’avvio della procedura di mobilità da parte del gruppo per 1426 dipendenti su un totale di 11422 nel territorio italiano. Nell’ipermercato di Mestre vengono dichiarati 65 esuberi, tutti semplici addetti con l’esclusione totale dalla procedura di capi reparto, capisettore, settore staff/servizi e settore direzione».

Da parte sua l’amministratore delegato di Auchan spa, Patrich Espasa, dichiara l’intenzione di rilanciare la sua presenza in Italia, e a «salvare 10mila posti di lavoro».

«Il nostro piano di intervento deve essere strutturale e profondo – aggiunge – per ritrovare la nostra leadership e l’utile netto positivo al più presto, entro il 2017».

 

Gazzettino – Mira. Via le slot e arriva il sindaco.

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9

mag

2015

MIRA – Maniero ha visitato il locale che ha deciso di eliminare il gioco d’azzardo

MIRA – Delegazione di autorità ieri pomeriggio al Fermo Posta Café di Oriago per complimentarsi della scelta coraggiosa di rinunciale alle slot machine per lanciare un locale di musica e karaoke.

Il sindaco Alvise Maniero insieme agli assessori Nicola Crivellaro e Francesca Spolaor ha fatto visita ai tre fratelli titolari del Fermo Posta Cafè di Oriago, insieme al senatore Giovanni Endrizzi.

Denis, uno dei tre fratelli, ha raccontato la loro storia, l’inizio nel 2011 con due stanze del locale dedicate ad una trentina di slot machine e anche slot wlt, quelle dei casinò. Poi la svolta radicale, chiudere con le slot (su 30 ne restano attive solo 6 per impegni contratti da concludere) e dedicare le sale alla musica e al karaoke. Scelta sancita qualche sera fa con una gara di karaoke, con una giuria d’eccezione, e alla quale hanno partecipato decine di persone. Trasformato il locale e adeguata l’acustica ora le sale saranno dedicate ad iniziative culturali e di spettacolo.

«Una scelta lodevole – hanno commentato il sindaco Maniero e il senatore Endrizzi – che speriamo venga seguita anche da altre persone coraggiose».

«Come amministrazione comunale – ha spiegato il sindaco – stiamo lavorando alla possibilità di introdurre degli sgravi fiscali per quegli esercizi pubblici che decidono di abbandonare l’attività con le slot per proporre altre attività più sane. Un modo – ha ricordato il sindaco – per continuare nell’impegno di contrastare il gioco d’azzardo, sottoscritto con un Protocollo in Prefettura, e che vede il coinvolgimento di associazioni locali e degli scout».

Luisa Giantin

 

MARGHERA Contro il Consiglio di Stato che ha dato l’ok all’ampliamento

Volantinaggio sul caso “Alles”

Volantinaggio contro la sentenza del Consiglio di Stato che, respingendo il ricorso del Tar del Veneto, ha dato il via libera all’ampliamento di Alles. Nella tarda mattinata di oggi l’assemblea permanente di cittadini contro il rischio chimico distribuirà volantini al mercato di Marghera per ribadire lo slogan di anni: «Fermiamo il progetto Alles».

«Nonostante il parere negativo al progetto espresso dal Tar, nonostante una dura opposizione della popolazione dì Marghera, nonostante le prese dì posizione contrarie del comune, – attaccano i rappresentanti dell’assemblea nel testo del volantino che verrà distribuito – la sentenza accoglie la richiesta di ampliamento della società dell’azienda del gruppo Mantovani e sostenuta dal presidente della Regione Luca Zaia, di potenziare il proprio impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti tossico – nocivi raddoppiando i 6mila metri cubi autorizzati per arrivare a 12mila, portando i flussi giornalieri da 700 tonnellate a oltre mille; più dì 300mila tonnellate all’anno da stoccare e trattare.»

Imponente sarà, secondo l’assemblea, l’impatto su ambiente e salute dei cittadini, in contrasto con il piano regolatore che impedirebbe di trattare rifiuti provenienti da fuori città.

«Dando il via libera al bussinness del traffico dei rifiuti,- sottolinea, infine, il volantino – si favorisce quel sistema politico-affaristico legato alla Mantovani che grazie al Mose, alle grandi opere ha sottratto ingenti quantità di soldi pubblici impoverendo le nostre città di salute e servizi».

 

Gazzettino – Venezia. No Navi, il Pd vira verso i comitati

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8

mag

2015

I TEMI DELLA CITTÀ – Domani Franceschini apre la Biennale, corteo da campo Santa Margherita

La segreteria: «Allontanare le crociere da San Marco, giuste le manifestazioni»

Anche il Pd veneziano a fianco dei “No Navi” per la manifestazione di domani, in contemporanea con l’inaugurazione della Biennale d’arte. Vetrina eccezionale per portare il tema all’attenzione internazionale, tanto più perché a Venezia ci sarà il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

Sarà un sabato “caldo”. La Biennale aprirà al pubblico i cancelli di Giardini e Arsenale alle 10, Franceschini inaugurerà la manifestazione alle 12 a Ca’ Giustinian (sede della Biennale), con la consegna dei Leoni, e i No Navi si ritroveranno alle 15.30 in campo Santa Margherita per un corteo che arriverà in campo Sant’Angelo, dove è prevista la consegna ai candidati sindaco delle oltre 100mila firme contro le grandi navi. Fisicamente, dunque, Franceschini e i manifestanti non si incroceranno. Ma idealmente è inequivocabile il segnale che i comitati vogliono dare a un ministro che nell’ultimo Comitatone aveva “agitato” l’ipotesi di mettere sotto vincolo paesaggistico il Bacino di San Marco.

In questo clima si inserisce il Partito democratico che di fatto è ancora più schierato sulle posizioni del suo candidato sindaco, Felice Casson. Il quale oggi riceverà la “benedizione” del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che alle 18 visiterà la Biennale e alle 19.30 sarà al Caffè Florian in piazza San Marco per un aperitivo elettorale con il candidato sindaco.

«Il Pd di Venezia – si legge in una nota diffusa ieri – ritiene necessario continuare l’azione di sensibilizzazione nei confronti del Governo sul tema del necessario allontanamento delle grandi navi da crociera dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca e sulla necessità di una rinnovata salvaguardia della laguna di Venezia».

«Pertanto – aggiunge la segreteria metropolitana – vediamo con favore le manifestazioni dei prossimi giorni in particolare ne condividiamolo spirito assolutamente pacifico. Il Pd di Venezia rimane convinto che il comparto crocieristico sia un settore strategico per questa città e che debba essere salvaguardato e incrementato, ed è quindi indispensabile procedere con la valutazione in sede di Via e successiva analitica e rapida comparazione dei diversi progetti approvati predisposti allo scopo così come sostenuto dalle diverse risoluzioni votate dal Consiglio Comunale e dal Senato nel febbraio 2014».

 

L’INTERVENTO

Tempo di bilanci per la Regione. Sarebbe interessante conoscere quello relativo ai lavori per il Piano Paesaggistico regionale di cui da tempo non si hanno più notizie.

Si tratta del “piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici” previsto dal Codice dei Beni Culturali del 2004, ma in realtà già reso obbligatorio dalla legge Galasso del 1985. Le sue disposizioni, a riprova della sua importanza, dovrebbero prevalere su qualsiasi altro piano urbanistico.

Raccontare quel che è successo dal 2004 ad oggi richiederebbe almeno mezza pagina di giornale: incarichi a gogò, convegni a ripetizione (almeno una decina), pubblicazioni patinate e CD a valanghe, convenzioni con Università di Padova e di Venezia e con l’Istituto ville Venete, corsi di formazione e mostre fotografiche. E sempre le trionfalistiche assicurazioni del competente assessore Marino Zorzato. Con quale risultato? Vediamolo, premettendo una sintetica cronistoria solo dal 2009.

Il 12 febbraio 2009 la Giunta regionale adotta il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento che contiene anche un “Atlante ricognitivo del Paesaggio” finalizzato alla predisposizione del piano paesaggistico regionale. A seguito della pubblicazione vengono presentate ben 15.000 osservazioni che la Giunta controdeduce il 4 agosto 2009. Dopodichè il Piano scompare.

Intanto il 15.7 Regione e Ministero dei Beni Culturali siglano un protocollo d’intesa: si impegnano alla redazione congiunta “per attribuire al PTRC la qualità di piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici” previsti dal Codice di cui sopra. Redazione per la quale viene istituito un Comitato Tecnico paritetico a composizione ministeriale-regionale e che ci si impegna a completare entro il 31dicembre 2010. Invece il 26 dicembre 2011 si dà avvio ad una Variante parziale al PTRC del 2009 “per l’attribuzione allo stesso della valenza paesaggistica”. La variante viene presentata in pompa magna al Bo’ il 26 novembre 2012 e adottata il 10 aprile 2013, quindi viene pubblicata dal 5.5 per 120 giorni. Dopodichè anche questa scompare!

Ma nel frattempo il 14 dicembre 2010 la Giunta decide di “testare su alcune limitate aree regionali una metodologia di lavoro da “trasportare” poi su tutto il resto del territorio regionale: tra gli altri prende così il via il Piano Paesaggistico Regionale d’Ambito Colli Euganei e Monti Berici. Iniziativa che in realtà ci inquieta non poco. L’area dei Colli ha già un Piano Ambientale, basato proprio su una attenta analisi del paesaggio. Se si punta a sovrapporsi a questo Piano temiamo dei pericolosi passi indietro. Se fosse invece per estendere la tutela del paesaggio alle aree esterne al Parco, quelle meno tutelate e più minacciate, potrebbe essere bene accolto. Impossibile al momento sciogliere questi dubbi: anche questo Piano d’Ambito disperso in laguna. Le ultime notizie che abbiamo sono la raffica di incarichi del 2013 e del 2014 per circa 50.000€. Nessuno sa cosa abbiano prodotto.

Conclusione: Ptrc, Variante parziale allo stesso e Ppra tutti dispersi nel caigo veneziano.

 

Gianni Sandon – consigliere Ente Parco Colli Euganei

 

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