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Gazzettino – “Tav, binario morto e i costi aumentano”

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24

gen

2015

L’INTERVISTA

Mainardi: «Pochi progetti, troppi contenziosi. Consorzi inutili, sono pessimista sui nuovi cantieri»

MAXI-SPESE – Per la Verona-Padova già 33 milioni

Le criticità non mancano. «La principale riguarda i costi». E si aggiungono anche i ritardi, che durano da anni. Bortolo Mainardi, architetto bellunese, componente della Commissione nazionale di Valutazione Impatto Ambientale, già commissario per l’alta velocità a Nordest, tifa per il raddoppio dei binari da Verona a Padova. Ma molti dubbi continua ad averli e non ha l’ottimismo di chi dice che “questione di mesi” e si vedranno i cantieri.

Mainardi, a fine 2014 l’impresa Salini-Impregilo, ha detto che la tratta Verona-Vicenza è finanziata.
«È curioso che l’annuncio l’abbia dato l’impresa, socia del Consorzio Iricav Due (Concessionario dello Stato per realizzare Verona-Padova), e non ci abbia pensato il ministro Lupi, titolare politico-istituzionale…».

Conta la sostanza.
«Vedremo. Intanto, stando a Salini-Impregilo, la subtratta Verona–Vicenza ha ottenuto il finanziamento di 1,5 miliardi con la Legge di Stabilità 2015, in aggiunta ai 369 milioni previsti nel 2014. Totale: un miliardo 869 milioni».

E i progetti?
«Dopo anni di dibattito, per i 76 Km Verona-Padova mancano un tracciato, un progetto completo, condiviso ed approvato. E i costi lievitano…».

Quali?
«Il tempo perso pesa sulle casse statali: nel 2012 sono stati pagati 147 milioni per arbitrati su contenziosi presentati dai consorzi Iricav Uno-Due e Cepav Uno».

Euro a go-go.
«Ad oggi per la Verona-Padova sono stati spesi 22 milioni per i progetti preliminari e 11 milioni per il contenzioso sollevato da Iricav Due: costi pagati da RFI, cioè dallo Stato».

Di qui, i dubbi sull’opportunità di continuare con i consorzi?
«I consorzi sono stati istituiti con la Legge Obiettivo per velocizzare la realizzazione di grandi opere. Invece, sono diventati un costo più che una risorsa, una sorta di monopolio nell’aggiudicazione dei lavori, con perplessità sull’efficacia dei controlli del “giusto costo”».

Quanto costerà la Brescia-Padova?
«Compreso l’attraversamento di Verona, in tutto 150 chilometri, si prevede una spesa di 10,5 miliardi, cioé 65 milioni a chilometro. A conti fatti, un triplo in più rispetto ai costi medi nel resto d’Europa».

Eppure, lavori entro l’anno…
«Però a tutt’oggi ci sono solamente le progettazioni preliminari da Verona a Montecchio (33 Km), da Grisignano a Padova (15 Km). Quanto al Vicentino (28 Km), siamo ancora in alto mare».

Il governo quanto ha stanziato?
«Detto che le risorse non servono subito, la Legge di Stabilità 2015 per le linee Brescia-Verona-Padova e Napoli-Bari, prevede per il 2017 appena 200 milioni e, dal 2018 altri 2,8 miliardi. Però tutte le linee del Nordest, non potranno attingere ai fondi dello Sblocca Italia. Il decreto è chiaro: non è possibile cantierare alcun “lotto costruttivo” entro il giugno prossimo in assenza dei progetti definitivi…».

I soldi possono arrivare dalla Ue con il Piano Juncker?
«Mancano ancora i testi legislativi. Vedremo se, dalla dotazione reale di equity per soli 21 miliardi, i 28 Paesi accetteranno le condizioni per far funzionare il moltiplicatore sul Fondo Investimenti e arrivare a 300 miliardi».

 

Quarto. scrive la conte

QUARTO «Chiediamo un servizio più efficiente e una stazione curata». Il Comune di Quarto rilancia la battaglia a fianco dei pendolari della tratta Venezia-Portogruaro e sollecita la richiesta di un nuovo incontro alla Regione, «per affrontare e trovare una soluzione ai molteplici e continui disservizi che tormentano la linea».

In queste prime settimane del 2015 i viaggiatori hanno dovuto fare i conti con una nuova escalation di soppressioni, come denunciato dai Comitati pendolari. La richiesta di incontro è stata formalizzata con una lettera inviata all’assessore regionale Elena Donazzan, da alcuni mesi nuovo referente ai trasporti.

«I pendolari denunciano una situazione insostenibile per la quale è necessario intervenire con urgenza e trovare una soluzione», attacca il sindaco Silvia Conte, «durante l’ultimo incontro in Regione a fine ottobre, al quale purtroppo l’assessore regionale competente non si è presentata, ci era stato garantito dai tecnici che le criticità relative alle questioni più volte sollevate dai sindaci e dai Comitati dei pendolari sarebbero state affrontate, ma i disservizi continuano a manifestarsi. E nessun riscontro ha avuto la proposta alternativa presentata dai Comuni per risolvere i problemi con una linea suburbana».

L’amministrazione altinate sta facendo pressing anche su Rete Ferroviaria Italiana, con l’obiettivo di rendere la stazione di Quarto più «dignitosa e sicura», nonché di arrivare a una rivitalizzazione dell’intera area. In particolare, il Comune ha chiesto alle Ferrovie di ottenere in comodato d’uso i locali della stazione.

«Abbiamo chiesto a Rfi un restyling completo della stazione e siamo soddisfatti per l’avvio dei lavori di realizzazione delle canaline di scarico nel sottopasso, per superare i problemi legati alle infiltrazioni, e delle pensiline per i passeggeri», conclude il sindaco Conte, «a Rfi abbiamo proposto di concedere al Comune i locali della stazione ferroviaria in comodato d’uso gratuito per 15 anni. L’idea è di procedere con subconcessioni gratuite ad associazioni, cooperative o altre organizzazioni prive di scopo di lucro, in grado di contribuire attivamente al processo di valorizzazione dell’immobile e di riqualificazione dell’area, nonché di sostenere economicamente i necessari interventi materiali. Abbiamo già fatto dei passaggi con Rfi a livello regionale, attendiamo l’esito della risposta ufficiale da Roma».

Giovanni Monforte

 

QUARTO D’ALTINO – Negli ultimi dieci giorni sono aumentati i treni in ritardo e le cancellazioni

La rabbia dei pendolari: «Situazione insostenibile»

«Un’epidemia di influenza, in questo periodo, dovrebbe essere prevista. Non è possibile che chi ha invece bisogno di andare al lavoro continui a non trovare il treno e ad arrivare sempre in ritardo».

Non sono sicuri che sia questa la ragione, ma i pendolari dei comitati di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale provano a spiegare così l’aumento delle cancellazioni e dei ritardi di questi giorni. Dopo le polemiche per l’orario ridotto imposto ai lavoratori con la chiusura delle scuole, la protesta non sfuma tra i vagoni dei treni che percorrono la tratta Venezia-Portogruaro. Nel sito internet dei comitati, elencati e indicati in grassetto, si trovano tutte le soppressioni e i ritardi quotidiani. Una sorta di lista nera da non dimenticare e da consegnare ai sindaci nel prossimo incontro con Regione e Trenitalia.

«Se ci sarà – dicono i pendolari – perché dopo l’ultimo incontro, avvenuto a fine ottobre, ci avevano promesso di riparlarne prima di Natale. Il tavolo però non è ancora stato convocato».

E intanto i disagi continuano. «Ultimamente le cancellazioni sono regolari – attacca Luciano Ferro, portavoce del comitato pendolari di Quarto – E in particolare per le corse che da Portogruaro si fermano a Mestre, al binario giardino. Forse non c’è personale, ma questa non è una giustificazione: da circa 10 giorni la situazione è impossibile, anche nell’ora di punta e alle 17, quindi soprattutto per i treni utilizzati dagli operai e dagli studenti».

Poi resta il problema degli autobus sostitutivi notturni e del fine settimana, quando molti lavoratori sono costretti a utilizzare la loro automobile per arrivare a Venezia in orario. Intanto la rete dei pendolari si allarga e le prossime manifestazioni e iniziative saranno organizzate in gemellaggio con i comitati del Friuli Venezia Giulia.

«Nessuno investe soldi sui treni, la Regione utilizza solo quelli del fondo nazionale – conclude Ferro -. E intanto, dal primo gennaio, il mio abbonamento è aumentato di 50 centesimi. Ma alternative al treno, in questo territorio, non ce ne sono».

(M.Fus)

 

PREGANZIOL – Uno striscione “Fermati treno” per contestare la riduzione degli arrivi in stazione

L’ALTRO FRONTE – Integrazione ferrovia-bus per chi abita in altri comuni

PREGANZIOL – Attrae l’attenzione del passanti il cartello con la scritta “Fermati Treno” sistemato sulla facciata del municipio di Preganziol a sostegno della battaglia che i pendolari stanno portando avanti da diversi anni per avere più fermate dei treni alla stazione di via Roma. Venerdì della scorsa settimana c’era stato un partecipato sit-in di protesta organizzato da Cristina Vianello e Irene Mori, le due battagliere pendolari che hanno raccolto in poco tempo 940 firme a sostegno della richiesta alla Regione e a Trenitalia che la stazione di Preganziol possa avere le stesse fermate dei treni che ha Mogliano. I pendolari possono contare sul pieno sostegno della Giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Galeano.

Prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato c’erano 230 fermate in più dei treni a Preganziol nell’arco della settimana. I tagli decisi da Trenitalia la domenica hanno ridotto a otto il numero delle fermate dei treni per Venezia e a sette verso Treviso. Prima le fermate domenicali erano ben sessanta. A sollevare le vibrate proteste dei pendolari addetti al settore alberghiero e della ristorazione è l’ultimo treno, che parte da Venezia alle 21,15. Ne risente parecchio anche chi si occupa di ricettività alberghiera a Preganziol. Dopo il sit-in della scorsa settimana, i pendolari hanno chiesto un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia e i dirigenti di Trenitalia sul problema dell’adeguamento delle fermate dei treni a Preganziol.

Un altro fronte di battaglia è rappresentato al servizio di trasporto pubblico Actv e Mom lungo il Terraglio. Gli utenti che da Mestre devono arrivare vicino a Treviso, una volta giunti a Preganziol devono scendere dai bus dell’Actv per salire sui mezzi di Mom per arrivare a destinazione. Si punta a ottenere una tratta unificata con il pagamento di un unico biglietto treno-autobus.

N.D.

 

SAN DONA’ / PORTOGRUARO

“Prigionieri” nel treno. Si scatena la polemica: «Casi troppo frequenti»

Pendolari “prigionieri” nel treno Venezia-Portogruaro, il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo attacca il governatore Luca Zaia. «Il perseverare di guasti tecnici è dovuto a scarsa manutenzione dei mezzi e carenza di risorse» accusa Pigozzo. Anche la Filt Cgil critica Regione e Trenitalia.

SAN DONÀ Dopo l’ennesimo “blocco” in stazione dei pendolari «Poche risorse, troppi guasti»

Pigozzo:«Zaia in ritardo». Simonaggio:«Bisogna investire»

«Il primo ad essere in ritardo è Zaia». È polemico Bruno Pigozzo consigliere regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Trasporti, in merito a quanto accaduto giovedì 15 a circa 250 pendolari, rimasti intrappolati a San Donà sul treno partito da Venezia alle 16.41 e diretto a Portogruaro.

«Siamo alle solite – evidenzia Pigozzo – Ennesimo ritardo per guasto con blocco della linea sulla Venezia-Portogruaro. Comprensibile se obbligatorio a causa di incidente (investimento), come avvenuto la scorsa settimana, ma il perseverare di guasti tecnici di convogli o della linea è un problema organizzativo che va affrontato e risolto. La frequenza cronica di questi episodi è imputabile a scarsa manutenzione dei mezzi e carenza di risorse».

Per Pigozzo è prevedibile inoltre che il pagamento delle penalità di Trenitalia non eviterà nuovi guasti e ulteriori disagi, traducendosi nell’ennesima beffa per i pendolari. Il consigliere regionale fa propria una soluzione già indicata da tempo da Filt Cgil.

«Mettere qualche risorsa propria in più oltre al fondo nazionale – continua Pigozzo – Se la regione Veneto ritiene prioritario questo servizio. Zaia dirà che il Governo non applica i costi standard sulla ripartizione delle risorse ma quanto si è battuto finora sui tavoli romani per questo obiettivo? Arriva tardi».

Anche Ilario Simonaggio, segretario di Filt Cgil del Veneto rinnova le critiche nei confronti di Regione e Trenitalia.

«Il 2014 è trascorso tra promesse che non hanno avuto seguito, pochissime modifiche ma nulla di concreto. Alla gente interessano i risultati non le chiacchiere». Alla Regione Filt Cgil chiede di destinare almeno l’1 per cento del bilancio relativo alle somme non vincolate, per investimenti al trasporto pubblico, circa 10milioni di euro per correggere le situazioni più criticate dai Comitati dei Pendolari come l’orario cadenzato.

 

Nuova Venezia – Treni, sessanta gli interventi necessari

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18

gen

2015

Pigozzo (Pd): «La Regione però non dice quanto soldi può spendere». Donazzan: «Il mio non sarà un libro dei sogni»

VENEZIA – Bruno Pigozzo, esponente Pd e vicepresidente della commissione Infrastrutture e trasporti del Consiglio regionale, riconosce il lavoro fatto ma non ipotizza a breve grandi novità per i pendolari veneti, che spesso viaggiano stretti come acciughe o non trovano al binario il treno che dovrebbe riportarli a casa.

«L’assessore Elena Donazzan», annota Pigozzo dopo l’incontro di mercoledì, «ci ha presentato una tabella puntuale con sessanta interventi che la Regione Veneto intende richiedere a Trenitalia per migliorare i dissservizi segnalati finora dagli utenti. È un buon lavoro di ricognizione, ma rischia di essere un libro dei sogni se giunta e Trenitalia non indicano anche la fattibilità tecnica e gli importi necessari».

Nell’elenco figurano anticipi delle partenze; un aumento delle corse sulle tratte Venezia-Portogruaro, Conegliano-Venezia e Belluno-Conegliano; convogli più capienti sulle tratte Monselice-Mantova, Padova-Bologna, Schio-Vicenza e Sacile-Venezia; nuove fermate per i treni regionali veloci (ad esempio a Preganziol o a Santa Croce del Lago per la tratta Belluno-Calalzo), un maggior numero di treni festivi e prefestivi.

«Va bene il lavoro di sistematizzazione delle richieste, operato dagli uffici tecnici della giunta», aggiunge Pigozzo, «ma, se continuano a mancare gli elementi tecnici di fattibilità e di costo, rischiamo davvero di “perdere il treno” del bilancio 2015. Il che significa rinviare al 2016 e oltre ogni possibilità di migliorìa e di correzione dei servizi offerti ai pendolari veneti».

Se Luciano Ferro, pendolare di Quarto d’Altino, si limita a un perentorio «siamo in una valle di lacrime», Marco Natella, di Musile di Piave, utente della tratta San Donà di Piave-Venezia, sottolinea che «il Comitato pendolari del Veneto Orientale è ancora in attesa di essere ricevuto dal nuovo assessore Donazzan».

Nel 2014, dopo l’uscita di scena di Renato Chisso, non è stata nemmeno votata dalla giunta Zaia la delibera regionale sulle multe a Trenitalia.

«Io», osserva Natella, «rinuncerei volentieri allo sconto sull’abbonamento ferroviario se mi venissero garantite più corse il sabato e la domenica. Nei prefestivi e festivi devo infatti usare la mia auto per raggiungere il mio posto di lavoro a Venezia».

L’assessore Elena Donazzan (Pdl-Forza Italia per il Veneto), che il 28 ottobre 2014 ha ricevuto le deleghe alla Programmazione dei Trasporti e al Trasporto pubblico locale, respinge l’appunto al mittente.

«Spiace che il collega Pigozzo non abbia colto le differenze di calendario e di passo. Dopo solo due mesi dal mio insediamento sono andata a riferire in commissione consegnando una ricognizione puntuale, che delinea obiettivi e tempi di realizzazione. In particolare, per quanto riguarda il materiale rotabile, sono in arrivo nuove carrozze più confortevoli. Già grazie all’orario cadenzato sono stati superati disagi e criticità. Quello che ho illustrato non è un libro dei sogni, ma un programma che intendo realizzare puntualmente, impegnandomi su questo versante anche nella prossima legislatura. Ho poi incontrato a Roma Trenitalia e ho anche partecipato alla conferenza degli assessori regionali ai Trasporti, dove negli ultimi cinque anni non avevano mai incontrati il mio predecessore. Questa delega è davvero affascinante».

Claudio Baccarin

 

Portogruaro. L’ira dei pendolari per i treni soppressi. Comitati pronti a fare squadra con il Friuli

Cancellati altri cinque regionali

PORTOGRUARO «Solo negli ultimi due giorni sulla linea Venezia-Portogruaro-Trieste sono stati soppressi ben cinque treni regionali».

Tornano le proteste lungo i binari del Veneto Orientale, dove i viaggiatori sono stati costretti a fare i conti con una nuova ondata di convogli cancellati. A tenere la “contabilità” sono i Comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. Così, guardando i dati diffusi dai pendolari, si scopre che giovedì si sono verificate due soppressioni al mattino e la cancellazione di un regionale veloce per un guasto al pomeriggio. Mentre venerdì sono stati soppressi tre “regionali lenti” che coprono la tratta Portogruaro-Mestre e viceversa.

«Tra questi, il treno delle 13.06 da Portogruaro, che è molto usato dagli studenti, e il regionale delle 18.57 da Mestre verso Portogruaro, utilizzato dai lavoratori che rientrano a casa», spiegano i pendolari. I Comitati fanno sapere di voler fare rete anche con i “colleghi” pendolari del Friuli, per difendere la continuità del servizio tra le due regioni ed evitare il rischio che, con le nuove gare per l’affidamento della gestione, si verifichi una situazione simile a quella della Venezia-Milano, dove chi non viaggia con le Frecce è costretto a cambiare a Verona. I Comitati attendono la convocazione di un incontro in Regione.

«Nell’ultimo di fine ottobre», spiegano i pendolari, «i tecnici ci avevano detto che, terminata la raccolta delle istanze, la Regione avrebbe promosso prima di Natale un incontro, per comunicare su cosa si poteva intervenire o meno. Al momento non abbiamo avuto alcun riscontro».

Va all’attacco il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo: «Certo la Regione chiederà a Trenitalia il pagamento delle penalità previste dal contratto, ma ciò non servirà a evitare nuovi guasti: ennesima beffa per i pendolari. La verità è che quel contratto fa acqua da tutte le parti e va rivisto rapidamente. Ma la Regione, come già fanno altre, se ritiene prioritario questo servizio deve decidersi a mettere qualche risorsa in più, oltre al fondo nazionale. Zaia aveva anche annunciato lo scorso anno che avrebbe rifatto la gara per offrire ai veneti treni comodi e sicuri. A quanto pare, se tutto va bene, quella gara si chiuderà nel 2018. Il primo a essere in ritardo è proprio il governatore veneto.

Giovanni Monforte

 

SAN DONÀ – Disagi in stazione a causa di un guasto per circa 250 pendolari

Nel treno come in carcere

Il convoglio bloccato per 40 minuti senza gabinetti, con porte chiuse e luci spente

Ostaggi del treno per 40 minuti a San Donà. È quanto accaduto a circa 250 pendolari giovedì scorso, saliti sul treno 2695 in partenza da Venezia alle 16.41 e con arrivo previsto a Portogruaro alle 17.36.

«Il treno arriva a San Donà di Piave alle 17.20 con il (solito) ritardo di 5 minuti – spiega Daniela Gasparoni, una dei pendolari che ha segnalato il disagio – Riparte e si ferma dopo pochi metri per un guasto. Dopo circa 15 minuti di attesa senza alcun annuncio, alcuni di noi, me compresa, tentano di aprire le porte esterne che risultano chiuse. Tentiamo di comunicare con il capotreno che si trova nella prima carrozza ma le porte di interconnessione tra i vagoni sono chiuse. Sono chiuse anche le toilette e l’aria condizionata è al massimo, le luci si spengono. Tengo a precisare che il treno si trovava ancora sul marciapiedi. In pratica ci siamo trovati ostaggi del nostro mezzo di trasporto».

Nel frattempo i pendolari notano che il treno 10043, partito da Venezia Mestre alle 16.57 con arrivo a Portogruaro alle 17.55, sorpassa il convoglio fermo e se ne va a destinazione.

«Il funzionario si decide ad aprire le porte solo dopo molte, infinite ed esasperate richieste al capotreno dai passeggeri della prima carrozza – continua la donna – sono passati ormai 40 minuti. Viene fatto l’annuncio del guasto e comunicato che «abbiamo facoltà» di salire sul treno 10045 che arriva a San Donà con un ritardo di soli 10 minuti, con comodo. Il capotreno è stato poi «assalito» dai viaggiatori furibondi. Non mi interessa stabilire la responsabilità ma questi «dirigenti» si rendono conto che il passeggero ha diritto ad arrivare a casa perché ha un impegno, ha bambini incustoditi, ha genitori da accudire, ha visite mediche da fare, perché paga il biglietto? I viaggiatori anziché alle 17.36 sono arrivati alle 18.40 a Portogruaro, nonostante l’aumento delle tariffe dal 1° gennaio 2015».

La segnalazione del disagio è pervenuta anche al Comitato Pendolari del Veneto Orientale che segnala come sempre giovedì siano stati soppressi anche due treni mattutini, il regionale delle 7,06 da Portogruaro a Mestre e il regionale delle 8,57 nella direzione opposta.

Davide De Bortoli

 

A Noale delusione per i ritardi senza fine di un’opera considerata essenziale

Fondi e progetto ci sono ma le cause con le società incaricate bloccano tutto

NOALE – Il ritardo di costruzione del sottopasso di via Ongari a Noale dipende da un contenzioso tra la Regione e le società che hanno progettato il Sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr). Questo si sono sentiti dire il sindaco Patrizia Andreotti e il suo assessore all’Urbanistica Alessandra Dini nell’incontro avuto con i dirigenti del settore Infrastrutture di Palazzo Balbi.

Dunque i tempi di costruzione restano incerti, perché se è vero che i soldi, provenienti dallo Stato non dalla Regione, ci sono e il disegno definitivo è pronto, manca però l’ultimo passaggio per arrivare a quello esecutivo. E perché ci sia ci deve trovare un nuovo studio di progettazione. Per questo bisognerà aspettare, quanto non si sa.

Questo significa che sull’area della ex fornace di via Ongari, le strutture direzionali e commerciali dovrebbero aprire nella seconda parte di quest’anno ma senza sottopasso, da costruire in un secondo momento. Sottopasso che non nascerà dove c’è il passaggio a livello di via Ongari perché il sedime è troppo stretto ma sarà spostato di qualche metro più a est.

«Per il finanziamento da 6 milioni di euro» spiega Dini «non ci sono problemi ma per pubblicare il bando servirà del tempo. La Regione ha delle cause passate in giudicato dei lodi arbitrali di Net Engineering e Astaldi, le società che hanno progettato la Sfmr: tutti i progetti eseguiti da queste società sono bloccati e non possono essere pubblicati i bandi finché non si pagano le somme dovute. Appena possibile, Palazzo Balbi affiderà il nuovo incarico».

Così a Noale dovranno aspettare un altro po’ per avere un sottopasso, dove l’unico attivo è in via Valsugana. Anche su via Mestrina si dovrà attendere, pure questo da spostare rispetto all’attuale provinciale.

«L’opera in via Ongari» continua Andreotti «è indispensabile, perché a breve l’area della ex fornace subirà delle modifiche viarie. Mi auguro si possa partire a breve con il bando ma al momento non ci hanno dato un tempo definito».

A breve il sindaco tornerà in Regione anche per chiarire altri aspetti della circolazione locale: il by pass di via Mestrina, quello che dovrebbe uscire su via Cornarotta a Salzano, e la pista ciclabile sulla Noalese tra Noale e Briana. «Anche su questi progetti» continua Andreotti «ci aspettiamo di capire i tempi e il punto della situazione».

Alessandro Ragazzo

 

A NORDEST

MESTRE – Aumenti sì, ma col contagocce. Viaggiare in treno a Nordest costerà di più, ma non sarà il tanto temuto salasso. La crescita si conta infatti su qualche centesimo di euro e non ovunque, soprattutto nella corsa semplice e nelle medie percorrenze regionali.

Solo qualche esempio: un abbonamento mensile per una percorrenza di 20 chilometri nel 2014 costava in Veneto 37 euro, ora 40 centesimi in più; 80 chilometri pesavano 68 euro e 90 centesimi, oggi 69,30.

«Il nostro giudizio è di fatto positivo – spiega Ilario Simonaggio, segretario generale della Filt Cgil del Veneto – ma non si deve dimenticare che si era già intervenuti sulle tariffe a maggio 2014 con ben altro peso e mano».

La vera stangata chi viaggia l’aveva avuta, a parte gli adeguamenti in base all’inflazione programmata, nel 2011 e nel 2014.

«Per quanto riguarda il sistema – aggiunge Simonaggio – avevamo chiesto che gli aumenti fossero praticati solo in presenza di miglioramento del servizio. Di certo sono arrivati 22 treni nuovi, alcuni collegamenti sono migliorati. Rimangono però gli errori mai corretti della impostazione del servizio che è carente, nella dimensione dell’offerta negli orari di punta».

 

Entrato in funzione a Quarto d’Altino il nuovo sistema Scc controllato da Mestre

Resteranno presto senza personale specializzato anche San Donà e San Stino

QUARTO D’ALTINO – Non tutti se ne sono accorti. Ma, da alcuni giorni, la stazione di Quarto d’Altino, è impresenziata. Un termine tecnico che sta a significare la totale assenza di ferrovieri all’interno ed all’esterno della locale stazione, che, specialmente nei giorni feriali, viene utilizzata in massa dai pendolari che lavorano o studiano a Mestre ed a Venezia.

Gli addetti di Rfi( Rete Ferroviaria Italiana, settore tecnico integrante del Gruppo Ferrovie dello Stato ) che facevano arrivare e partire i treni regionali erano quattro. I ferrovieri di Quarto d’Altino non sono più necessari perché già attualmente, il traffico su rotaia tra Mestre e San Donà di Piave è controllato, a distanza, dal nuovo SCC ( Sistema di Comando e Controllo del Nodo di Venezia) gestito dalla nuova e spettacolare cabina di regia che ha sede a Mestre. Un nuovo impianto supertecnologico, che costa in totale 22 milioni di euro, che, entro pochi mesi, permetterà di regolare il traffico ferroviario, sia dei passeggeri che delle merci, sino alla stazione di Portogruaro-Caorle.

In pratica resteranno senza ferrovieri, dopo Quarto d’Altino, anche le stazioni di San Donà di Piave e di San Stino di Livenza. In totale passeranno ad altre mansioni un’altra decina di addetti.

A questo punto il posto centrale automatizzato di Mestre, da un unico schermo gigante, simile a quello che si trova a Cape Canevaral per gli astronauti, regolerà ben 387 chilometri. Ossia tutte le stazioni che ci sono fra Mestre e Tarvisio, via Treviso, Pordenone ed Udine, fra Treviso e Vicenza, via Castelfranco e Cittadella, fra Mestre e Bassano del Grappa e, per l’appunto, fra Mestre e Portogruaro ( chilometri 63 ).

Si tratta di una nuova tecnologia d’eccellenza in grado di migliorare ulteriormente la qualità standard della circolazione dei treni e di garantire ancora più la sicurezza sia ai clienti di TrenItalia e sia ai lavoratori delle Fs.

«Abbiamo giudicato sempre positivamente gli investimenti tecnologici di Rfi e dell’intero Gruppo Ferrovie dello Stato», sottolinea Ilario Simonaggio, segretario regionale di Filt-Cgil, «Detto questo, però, invitiamo ancora una volta le Ferrovie dello Stato ad utilizzare meglio le risorse umane e fare di tutto affinchè i nuovi sistemi informatici centralizzati servano anche a migliorare la puntualità e gli standard di qualità dei treni regionali».

Felice Paduano

 

Nuova Venezia – Mestre. Ciclabile, accordo Rfi-Comune

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13

gen

2015

La società delle Ferrovie verserà 110 mila euro per ultimare la pista in via Trento

Accordo tra Comune e Rete Ferroviaria italiana per portare a termine i cantieri, non ancora conclusi, legati agli interventi che hanno portato alla chiusura del passaggio a livello di via Trento, vicino alla stazione ferroviaria.

Manca all’appello il completamento della viabilità ciclopedonale dalla rotatoria tra via Miranese e via Giustizia, di fronte al ristorante “L’Amelia” e a villa Ceresa, con il collegamento con via Fagarè e via Monte San Michele, vicino alla stazione di Mestre.

Rfi che aveva siglato l’accordo per i cantieri per la soppressione del passaggio a livello nel 2011 con il Comune di Venezia ma non ha realizzato questo collegamento. Ora con una appendice a quell’accordo di programma di quattro anni fa, Rfi cede gestione e manutenzione dell’intervento al Comune di Venezia che sta lavorando per un tratto ciclabile lungo via Trento che interessa la stessa zona.

Un accordo che prevede anche un contributo economico, da parte di Rete Ferroviaria Italiana, società del gruppo Ferrovie dello Stato, con un pagamento di 110 mila euro suddiviso in due tranche. La prima quota, di 70 mila euro, sarà versata alla stipula dell’accordo che ha ottenuto nei giorni scorsi il via libera del commissario Zappalorto. Gli altri 40 mila euro saranno versati all’apertura al traffico della pista ciclabile.

Di conseguenza, quel cantiere rimasto indietro rispetto ai lavori previsti nell’accordo, sarà realizzato dal Comune che sta pensando ad un collegamento ciclabile in via Trento a servizio nel nuovo parcheggio per bici e collegato anche alla zona di via Ca’ Marcello.

(m.ch.)

 

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