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MARTELLAGO. Doppio appuntamento domani in biblioteca a Maerne per raccogliere proposte e idee per gli interventi urbanistico-edilizi da mettere nel Piano d’assetto del territorio (Pat) di Martellago. Il Comune ha deciso di coinvolgere tutti i soggetti interessati, per arrivare a prendere delle decisioni condivise. Il Piano Interventi, infatti è lo strumento che permetterà di attuare il Pat, con il documento che sarà redatto dagli studi professionali Agriteco, Metroplan Architettura/Ingegneria, Theorema Sas. Di recente la giunta ha dato il via libera a un atto d’indirizzo, per una spesa di 65 mila euro. A fine dicembre 2012, il vecchio Consiglio comunale aveva adottato il Piano Interventi e ora spetta a questo parlamentino dettare le regole del futuro del territorio, secondo le strategie del Pat approvato. Per presentare le proprie indicazioni, si potrà compilare il modulo inserito nel sito internet del Comune.

Intanto il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interpellanza sul Pat su presunte irregolarità del calcolo della Superficie agricola utilizzata (Sau), che permetterebbero di avere più aree edificabili, minacciando anche dei ricorsi all’autorità giudiziaria.

Alessandro Ragazzo

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Sbarra abbattuta, treni in tilt

Sbarra abbattuta da un “pirata” ritardi fino a un’ora per 25 treni

Incidente al passaggio a livello di via Tempesta: due convogli soppressi sulla Venezia-Bassano

Caccia al responsabile dell’incidente. La situazione è rientrata nella normalità dopo sei ore

NOALE – L’imprudenza, forse la fretta, di certo la manovra scellerata di un conducente, che ha abbattuto una sbarra del passaggio a livello di via Tempesta a Noale, ha causato ieri gravi problemi alla circolazione ferroviaria sulla Venezia-Castelfranco-Bassano, che tocca pure Salzano, Maerne e Spinea. L’effetto domino è stato immediato: convogli in ritardo anche di oltre un’ora, coincidenze saltate, carrozze piene come un uovo, passeggeri costretti a dirottare su autobus e macchina per arrivare a destinazione. Interessati 25 regionali, mentre altri due sono stati cancellati. Insomma, tutto il campionario dei disagi raggruppato in una mattina di passione per migliaia di utenti. L’autista alla guida del mezzo pesante, almeno questo si sospetta dai primi rilievi, non si è fermato e ha tirato diritto, incurandosi del danno fatto. Sull’episodio indagano gli uomini della Polfer. Disagi anche al traffico sulla Noalese in entrata e in uscita da Noale.

L’incidente. Erano attorno le 6, quando è giunta la chiamata che il passaggio a livello di via Tempesta a Noale era stato abbattuto. Con ogni probabilità, l’automobilista viaggiava da Moniego verso Santa Maria di Sala, ha visto abbassarsi le sbarre, schivando la prima ma la seconda, subito dopo le rotaie, l’ha presa in pieno. E ha proseguito la sua corsa. Inevitabile la telefonata ai tecnici di Rfi, alla Polfer, subito arrivati sul posto, e il rallentamento dei treni per evitare guai peggiori. Solo che di lì a poco è iniziata l’ora di punta, ed è scoppiato il caos.

Disagi. Per riparare il danno ci sono volute circa due ore di lavoro per gli uomini delle ferrovie, ma i ritardi sono andati a cascata. Tra l’orario cadenzato e il binario unico su gran parte della linea (da Maerne fino a Bassano), fin dopo mezzogiorno ci sono stati molti problemi. Coinvolti 27 regionali da e per Venezia Santa Lucia. Sei treni erano già in viaggio quando è successo l’incidente: il 5700, il 5701, il 5702, il 5703, il 5704 e il 5705. Questi sono arrivati a destinazione con un ritardo compreso tra 48 e i 66 minuti. Ma non è finita, perché poi è stato un susseguirsi di problemi, di treni in partenza già in ritardo e arrivi alla stazione finale dopo decine di minuti. I regionali più lenti sono stati il 5714 e il 5721; il primo, in partenza prevista da Santa Lucia alle 8.56 con arrivo a Bassano alle 10.05, ha viaggiato con 69 minuti di ritardo, il secondo, con tragitto inverso, doveva partire dalla città vicentina alle 10.25 ma ha potuto farlo solo alle 11.33, per giungere a Venezia 68 minuti dopo l’orario fissato. Sessantuno minuti, invece, per il regionale 5709 da Bassano delle 7.25, 40 minuti per il 5707 (Castelfranco-Venezia) delle 7.04 e il 5708 (Venezia-Castelfranco) delle 7.26, 44 minuti per il 5706 da Venezia a Bassano delle 6.56. E poi gli altri hanno avuto ritardi compresi fra gli 8 e i 37 minuti. Cancellati. Per evitare che i problemi si susseguissero più a lungo, dopo le 11 sono stati cancelli due convogli sulla tratta Venezia-Bassano; si tratta del 5726 in partenza da Venezia alle 11.56 e poi quello che sarebbe dovuto rientrare alle 13.25 (numero 5733). Inoltre, per il regionale 5717 da Bassano, si è fermato a Mestre anziché proseguire a Venezia, mentre il 5722, sempre per la città vicentina, è partito da Mestre e non da Santa Lucia. Solo dopo mezzogiorno la circolazione è tornata alla normalità.

Alessandro Ragazzo

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RETE FERROVIARIA ITALIANA

«Evitare queste manovre spericolate: si rischia la vita»

La Polizia ferroviaria è a caccia del responsabile della manovra azzardata che ha provocato una mattinata di disagi. Se verrà identificato il conducente del mezzo potrebbe vedersi contestati diversi reati. Intanto dalle Ferrovie invitano a evitare queste spericolate manovre, purtroppo piuttosto diffuse da parte di conducenti troppo frettolosi o incuranti delle possibili conseguenze. Manovre che rischiano di mettere a repentaglio la vita altrui. Per evitare l’abbassamento della sbarra, infatti, c’è il rischio di invadere la corsia opposta, o di non prestare sufficiente attenzione a ciclisti o pedoni o di urtare un’altra auto.

«Rete Ferroviaria Italiana» si legge in una nota «rammenta che per evitare questo tipo di inconvenienti e altri incidenti ancora più gravi, è necessario rispettare il Codice della strada (art. 147). Il passaggio a livello deve essere attraversato solo quando le barriere sono completamente alzate, attendendo quindi la loro completa riapertura. Quando le sbarre iniziano a chiudersi è assolutamente necessario fermarsi. E, quando sono abbassate, è vietato, oltre che pericoloso, tentare di sollevarle, scavalcarle o passarci sotto. Per la propria sicurezza e per quella degli altri è quindi necessario rispettare la segnaletica e i semafori stradali che proteggono gli attraversamenti ferroviari».

 

i precedenti

Autobus e mezzi pesanti i più pericolosi

NOALE. La sbarra abbattuta del passaggio a livello su via Tempesta a Noale non è una novità. Anzi, gli anni scorsi c’era da stupirsi se qualcuno, specie camionista, non timbrava il cartellino almeno una volta la settimana. Si è provato a mettere anche un semaforo, in modo da defluire meglio il traffico ed evitare incidenti invece di aspettare il transito del treno. Gli operai di Rfi conoscono bene quella zona, perché di lavori per riparare i danni ne hanno fatti a bizzeffe. In passato, persino un autobus si è schiantato sulle sbarre, mentre, in generale, i problemi maggiori sono arrivati dai mezzi pesanti. E ogni volta scatta il caos, non solo per chi viaggia su rotaia ma anche chi lo fa su gomma. Il 23 dicembre del 2009, in pieno pomeriggio, un camionista non si era “limitato” solo a mandare all’aria le sbarre ma aveva pure tranciato i cavi d’acciaio di protezione della linea elettrica e piegato i pali di sostegno; un macello, insomma, tanto da mandare in tilt tutta la circolazione. Anche in quell’occasione, l’autista aveva pensato bene di proseguire come se nulla fosse. E pure sulla linea Venezia-Castelfranco-Bassano non è la prima volta che accade un fatto simile a ieri; il 27 gennaio scorso alle 6.50, a Piombino Dese, il conducente di furgone Fiat Daily ha attraversato i binari mentre si stavano abbassando le sbarre, nonostante i segnalatori acustici avessero già dato lo stop e si dovesse fermare. Anche in questa occasione le sbarre sono state spezzate e ci sono stati grossi disagi alla circolazione, con ritardi medi di 30 minuti e tre convogli sono stati cancellati o è stato ridotto il percorso previsto.

(a.rag.)

 

«Carrozze strapiene e la navetta non c’era»

La rabbia dei pendolari arrivati in ritardo o costretti a rinviare appuntamenti «Per fortuna ho trovato un passaggio, sono arrivata a Venezia dopo 90 minuti»

NOALE – Chi ci è andato in mezzo a tutto questo caos sono stati soprattutto i pendolari, che si sono trovati a dover disdire appuntamenti, trovare una soluzione per raggiungere destinazione, studenti arrivati tardi a scuola. Iniziare così la settimana non è stato proprio il massimo e in molti hanno chiesto informazioni anche al bar della stazione di Noale. Sui monitor dei binari e del sottopassaggio, inesorabili, scorrevano i ritardi dei treni, andati avanti per tutta la mattina. Alcuni studenti sono arrivati tardi a scuola, dei lavoratori hanno fatto lo stesso in ufficio. C’è chi ha spettato con pazienza, chi ha rotto gli indugi prendendo un autobus o facendosi portare da un parente o amico, chi ha dovuto rassegnarsi a vedere sfumare l’appuntamento di lavoro perché non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo.

Tra i passeggeri di ieri c’era anche il consigliere comunale di Noale di Uniti per rinnovare Alessandra Dini: ci ha impiegato poco più di un’ora e mezza da casa per raggiungere Venezia. «Dovevo prendere il treno delle 8.02 (il regionale 5709 da Bassano ndr)» racconta «ma quand’ero alla stazione di Noale ho visto che era in ritardo di un’ora. E così tutti gli altri. Non c’era neppure la navetta per Mestre e la mia fortuna è stata di aver ottenuto un passaggio in auto fino a Mestre, altrimenti non so se sarei arrivata in ufficio. A questo aggiungiamoci pure il traffico della mattina e le strade erano bloccate. Quando sono arrivata, ho dovuto attendere altri venti minuti prima di salire sul treno per Venezia, dove sono giunta sulle 9.15-9.20. Di solito c’impiego trenta minuti per arrivare a Santa Lucia, in questa occasione tre volte tanto».

Poi il consigliere descrive la situazione. «I treni erano pieni» rivela «e la gente era arrabbiata: ormai è esasperata perché ogni giorno ce n’è una. È stata una mattinata disastrosa».

Dello stesso avviso un’altra donna che aspettava il treno sempre a Noale. «Ci hanno avvisati che si doveva attendere un’ora per via di un incidente» fa sapere «ma le carrozze erano tutte piene. Si riusciva a salire ma erano più affollate del solito. Sui marciapiedi della stazione si era in tanti, come orario di punta, fra pendolari e lavoratori. Inutile raccontare la rabbia dei passeggeri, la si può immaginare; erano infuriati perché le coincidenze erano saltate, dovevano prendere altri treni e non ci sono riusciti e molti si dovevano spostare per lavoro».

Alessandro Ragazzo

 

Il Movimento 5 Stelle chiede la revisione dello strumento

MARTELLAGO – Interpellanza su 186 aree censite come agricole: «Ma in realtà non lo sono»

I “grillini” denunciano «Il Pat è stato gonfiato»

Il Comune parte col piede giusto sul Piano Interventi, strumento che darà attuazione al nuovo Pat. “C’è parso opportuno, prima di redigerlo, sentire i desiderata dei soggetti interessati alla gestione delle possibili trasformazioni del territorio, cittadini, imprenditori, associazioni, in un’ottica di compartecipazione e concertazione” ha spiegato l’assessore Valerio Favaron, venerdì a Maerne alla presentazione del bando approvato dalla Giunta per la raccolta delle manifestazioni d’interesse per gli interventi da inserire nel Piano. Chiunque entro il 7 marzo potrà presentare proposte che però, come hanno chiarito Nadia Rossato, caposettore dell’Urbanistica comunale, e Alessandro Calzavara, del pool che realizzerà il Pi, dovranno essere coerenti, in primis con gli obiettivi delineati dal Pat. Tra i criteri di valutazione, oltre a qualità e fattibilità, spicca l’interesse pubblico della proposta: con il Pi si supera il vecchio Prg e si afferma la logica della perequazione, in base alla quale il Comune dovrà ricevere in cambio dal privato un corrispettivo in servizi, opere o danaro.

Sempre in tema, però, il Movimento 5 Stelle presenterà nel consiglio di giovedì una dura interpellanza in cui torna a denunciare il calcolo effettuato nel Pat della Superficie Agricola Utilizzata, che sarebbe stata gonfiata per disporre di più metri cubi trasformabili. I grillini hanno contato ben 186 aree censite come agricole “ma che non lo sono, e ciò ha contribuito a raddoppiare le possibilità edificatorie favorendo il processo di cementificazione del territorio, a scapito di uno sviluppo sostenibile” accusano. Di qui la richiesta di revisione del Pat da parte dei 5 Stelle che minacciano ricorsi all’autorità giudiziaria, e chiedono anche lumi sui “141mila euro di consulenze esterne spesi per avere un Pat sbagliato”.

 

Salzano. Incontro tra sindaco e presidente della Provincia dopo la raccolta di 800 firme. «Situazione insostenibile»

SALZANO – Lavori di manutenzione in via Cornarotta per liberare il centro di Robegano dai camion. Passa per questa soluzione semplice, quanto necessaria, la salvezza del centro della frazione. È emerso nel colloquio ieri in municipio a Salzano tra la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e il sindaco Alessandro Quaresimin. Sul tavolo tutte le possibili soluzioni per liberare Robegano dal traffico pesante, che soffoca il paese, creando problemi alla sicurezza della gente e alla stabilità degli edifici. La soluzione per il Comune passerebbe sempre per l’istituzione di un’ordinanza per interdire ai tir via XXV Aprile, direzione Noale, come richiesto anche dai residenti che un mese fa hanno raccolto 800 firme per chiedere il divieto di transito ai mezzi pesanti in centro e la loro deviazione sulla nuova variante nord, tra Martellago e Scorzè. Ma la strada appare impraticabile, per il veto posto da Veneto Strade: in quel modo infatti i camion si riverserebbero su via Cornarotta, oggi ridotta a un colabrodo. Che fare? Ne hanno parlato a lungo ieri in municipio Zaccariotto e Quaresimin, alla fine è rispuntata anche una delle prime ipotesi di tracciato della nuova bretella che collegherebbe, a est, il primo lotto della variante alla Noalese, in comune di Noale, fino alla parte alta di via Cornarotta, verso la centrale. La Provincia vede il progetto fattibile, accompagnato dai sempre più necessari lavori di manutenzione di via Cornarotta, che necessita comunque di un rifacimento pesante. Quaresimin ha detto che se ne può parlare, ma va esaminata a fondo e con tutti i soggetti coinvolti. Soprattutto però, non è la soluzione rapida che il paese chiede. Un incontro comunque gradito dal sindaco, che ha riconosciuto la disponibilità da parte della Provincia di trovare una soluzione ai problemi urgenti del paese. Ma che per il Comune smuove poco o niente sull’intricata vicenda del traffico pesante a Robegano. «Una cosa sono i mezzi pesanti a Robegano, un’altra la bretella», ha detto Quaresimin, «quella dei tir, se lo si vuole, è una questione che si risolve subito. Se serve la manutenzione, ben venga, procediamo alla svelta. Per la bretella invece servono vari passaggi burocratici».

«Lasciare la situazione com’è non è possibile», ha riconosciuto Zaccariotto, «l’ho già detto anche a Veneto Strade. C’è un problema di sicurezza e di qualità della vita per le famiglie e i commercianti che vivono lungo via XXV Aprile, quindi ben venga la mobilitazione e la raccolta firme. Va individuato un percorso che risolva il problema una volta per tutte, non solo attraverso un’ordinanza che ha un’efficacia limitata nel tempo. Il ripristino del manto stradale è già stato inserito nel piano asfaltature di quest’anno, si procederà in aprile. Quanto alla nuova bretella, il sindaco si è dimostrato disponibile a valutarla come ipotesi percorribile».

Filippo De Gaspari

 

Dolo

Caltana

Mestre

Martellago

 

 

Il direttore del Consorzio Acque Risorgive Carlo Bendoricchio: Marzenego, Dese, Zero, Lusore preoccupano e impegnano da ore i tecnici

VENEZIA. Il maltempo e le piogge continue di questi ultimi giorni stanno mettendo a dura prova la tenuta dei fiumi tra Mestre. Miranese e Riviera del Brenta. «Da giovedì siamo in allerta continua – spiega il direttore del consorzio Acque Risorgive Carlo Bendoricchio – per monitorare le rete idrografica di nostra competenza e intervenire con le necessarie manovre idrauliche per evitare il peggio. Al momento posso dire che, al di là di qualche tracimazione di tratti di strada e di campagna, siamo riusciti a reggere, anche se argini e impianti idrovori sono sotto stress come non accadeva da tempo e guardiamo sempre con apprensione ai prossimi giorni, visto che le previsioni meteo non fanno ancora ben sperare».

Bendoricchio stamani era con i tecnici ed operai del consorzio, impegnato nel posizionamento di due idrovore mobili alla Cipressina, per tenere sotto controllo uno degli affluenti del Marzenego, deviato dagli anni Sessanta sul canale Scolmatore. Marzenego, ma anche i fiumi Dese e Zero, il Lusore preoccupano e impegnano da ore i tecnici. Nel Bacino Est, le maggiori emergenze che impegnano i Comuni (Casale sul Sile, a Mogliano, a Martellago e Scorzè).

Stamane si è intervenuti in comune di Casale sul Sile per una tracimazione che ha interessato via Torcelle, poi sul Dese in prossimità del molino Turbine e del mulino dell’Orsa, a Noale per una tracimazione del Marzenego sulla strada regionale 515, a Scorzè sul Rio Sant’Ambrogio, alla Gazzera in prossimità del cantiere Sfmr dove l’idrovora sul RioCimetto in difficoltà a smaltire la piena è stata coadiuvata da due pompe mobili. Marzenego, Dese, Zero, Draganziolo sono cariche come pure la rete minore. In mattinata è stata invasata anche l’oasi di Noale per abbassare i livelli del Draganziolo e quindi del Marzenego che destava preoccupazione a Robegano. Sempre a Noale si è messa in funzione una pompa in via dei Tigli, in passato soggetta ad allagamenti. Nel bacino Ovest, osservati speciali Lusore e Tergola, al limite.

Niente disagi per abitazioni e centri abitati, le tracimazioni hanno interessato zone di campagna tra Camposampiero e Santa Maria di Sala. A Cadoneghe è tracimato Rio dell’Arzere. Disagi anche in via Botti a Villanova. Monitorato pure il Caltana a Santa Maria di Sala. Problemi con il Lusore a Campocroce di Mirano. Per il momento il Tergola è sotto controllo, visto che il Brenta continua a ricevere. Impianti idrovori a pieno regime anche lungo il bacino del Muson dei Sassi. In centro a Mestre preoccupazione per i livelli del Marzenego, che oggi è visibile anche in via Poerio ma secondo il direttore Bendoricchio non ci sono problemi.

Mitia Chiarin

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L’assessore regionale Ciambetti ha incontrato le giunte coinvolte nel progetto

Checchin (Spinea): «Ok, ma non aumentiamo i costi». Solo Scorzè si chiama fuori

MIRANO «L’esempio del Camposampierese è perfetto. L’obiettivo è erogare migliori servizi e visti i numeri di cui disponete, sarete una realtà che potrà pesare nel Veneto del terzo millennio». Il “battesimo” all’Unione del Miranese arriva dall’assessore regionale agli enti locali Roberto Ciambetti, ieri a Mirano per incontrare i rappresentanti dei Comuni. Un faccia a faccia durato circa un’ora e mezza, dove sono emersi i punti di forza ma sono state sollevate anche delle perplessità per un matrimonio che ormai è dietro l’angolo. Ci saranno sei dei sette Comuni del territorio, con Scorzè che si è chiamata fuori anche se ieri era presente il candidato sindaco del Pd Gigliola Scattolin. Avanti, dunque, con Mirano, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala, Noale e Salzano, per un bacino di circa 120 mila abitanti. L’obiettivo è aggregare la protezione civile e la polizia locale ma anche il settore delle risorse umane e uno tra le politiche sociali e giovanili. Per i vigili, la sede sarà villa Belvedere a Mirano e poi si dovrebbe fare una convenzione con quella già attiva del Miranese nord, dove ci sono Scorzè, Martellago e Salzano. I tempi saranno piuttosto stretti, se è vero che nelle prossime settimane ciascun Comune farà il passaggio nel rispettivo consiglio dove si discuterà dell’adesione. Poi si passerà alla fase esecutiva vera e propria, prevista entro la fine di giugno. Considerato che due su sei (Spinea e Noale ndr) andranno al voto in primavera per rinnovare il parlamentino locale ed eleggere il sindaco, si capisce come i tempi siano stretti. Lo scopo finale dell’associazione è fare sinergia, attingere a finanziamenti specifici, tagliare i costi. Su questo punto si è concentrato il commento del sindaco di Spinea Silvano Checchin. «Va bene», osserva, «ma attenzione a non aumentare i costi pro-capite, che vedo potrebbero esserci dopo i 120 mila abitanti». Ciambetti lo ha subito rassicurato. «Un numero così di residenti», ha replicato, «vale per i Comuni capoluogo, che di solito erogano servizi come caserme o comandi provinciali e così via. Questi non saranno in carico all’Unione, ad esempio». Per l’assessore all’Urbanistica di Martellago Valerio Favaron, «le identità comunali dovranno essere salvaguardate e valorizzate», mentre per Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, «si parte da un progetto condiviso in passato e l’Unione sia al centro della città metropolitana». Chi si è chiamato fuori è Scorzè con l’attuale sindaco Giovanni Battista Mestriner, ma ieri Scattolin era presente e guarda a quest’idea. «Può essere un’opportunità per ridurre le spese e migliorare i servizi», fa sapere «ma non deve diventare una nuova sovrastruttura. Comunque non sono decisioni che si prendono senza coinvolgere i cittadini nel dibattito».

Alessandro Ragazzo

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Gazzettino – Miranese. Comuni, nasce l’Unione.

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2

feb

2014

MIRANO – L’assessore regionale Ciambetti: «Sarete la quarta città del Veneto»

A primavera potrebbe già essere operativa dopo il sì dei Consigli comunali

«Con 120mila abitanti sarete la quarta città del Veneto, potrete essere una realtà in grado di pesare davvero». Con queste parole ieri mattina a Mirano l’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti, ha sancito l’imminente nascita dell’Unione dei Comuni del Miranese. Il progetto coinvolge Mirano, Spinea, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Martellago: a marzo dovrà essere approvato dai consigli comunali, per poi partire concretamente in primavera.

«L’obiettivo è tagliare le spese ed offrire migliori servizi – ha dichiarato Ciambetti -, come accaduto nel Camposampierese. L’importante è coinvolgere il personale: se ora qualcuno è titubante, in futuro sarà motivato».

Un concetto rimarcato dal dirigente regionale Maurizio Gasparin: «La formazione del personale sarà fondamentale. Un conto è fare il ragioniere-capo in un Comune da 10mila abitanti, un conto è essere integrato in un contesto ben più ampio».

I Comuni resteranno enti autonomi ma unificheranno vari servizi: inizialmente Risorse Umane, Protezione Civile e Polizia Locale (comando a Mirano in Villa Belvedere), nel 2015 si ragionerà su Sociale e Politiche Giovanili.

«È un progetto solido che trova il consenso sia da destra che da sinistra – concordano i sindaci -. Sempre più spesso ci troviamo a ragionare assieme su viabilità, commercio e molti altri temi: il Miranese è un’area vasta che chiede ragionamenti unitari».

Potrebbe entrare in gioco pure Scorzé, se Gigliola Scattolin riuscirà a battere la ricandidatura dell’attuale sindaco Mestriner, da sempre contrario al progetto. «Stiamo studiando pro e contro – confida la candida sindaco del Pd – Restare fuori potrebbe essere da pazzi, ma sarà importante mantenere identità e rappresentanze politiche locali». Per coinvolgere i cittadini il Pd ha organizzato un incontro pubblico il 18 febbraio a Scorzè.

Ieri a Mirano erano presenti un’ottantina tra assessori e consiglieri: «Tante belle parole -il commento più diffuso in platea – ma aspettiamo dati concreti su servizi, costi e risparmi».

 

Gazzettino – L’acqua ferma treni e auto

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2

feb

2014

MALTEMPO – Situazione critica nel Veneto Orientale per l’esondazione del Loncon e di vari canali

TRENI BLOCCATI – E’ in ginocchio il Veneto orientale. Il Loncon è tracimato ed ha inondato i binari ad Annone. Bloccate le tratte ferroviarie per Venezia e Treviso. A Portogruaro e San Donà ha regnato il caos tra gli utenti delle ferrovie, ma sulla viabilità ordinaria non è andata meglio. La casa di riposo a San Stino di Livenza isolata, a Portogruaro il centro città è sott’acqua, a Concordia si cerca di difendere il Municipio con i sacchi di sabbia, a San Michele le campagne sono un lago.

I SOCCORSI –  Una cinquantina gli interventi fatti ieri dai vigili del fuoco che nella maggior parte dei casi hanno risposto alle richieste di aiuto di persone che si sono ritrovate con garage e scantinati allagati. Tutte le richieste di aiuto sono arrivate dal Veneto Orientale. E malgrado ieri sera la pioggia abbia concesso una tregua, l’allarme non è rientrato. A preoccupare sono lo scirocco e l’acqua dei monti. Polemiche a Venezia per le errate previsioni sull’acqua alta, a Mestre per il Marzenego.

 

TRASPORTI, GIORNATA NERA – Binari allagati, tutti sui bus. Chiusa anche la Statale 14

POLEMICHE A MESTRE – Venezia, caos previsioni. La Riviera tira il fiato

NELL’HINTERLAND

ALLARME – Presidio dei volontari di giorno e di notte

I TIMORI  «Il centro città poteva allagarsi»  Ma c’è anche chi sdrammatizza

A MESTRE Commenti preoccupati: «Il peggio è passato, ma siamo stati tenuti all’oscuro di tutto»

CAVALLINO TREPORTI – Il mare si mangia la spiaggia e torna la polemica

Ancora una volta le mareggiate invernali mettono a dura prova la spiaggia di Cavallino Treporti, dove la località Ca’ di Valle è tra le più colpite dalla “spoliazione”. Il mare è arrivato a lambire pericolosamente il chiosco riportato nella foto che un lettore ci ha inviato.
«Posizionare un chiosco in quel tratto di spiaggia – attacca il lettore Nicola Dalla Mora – pur sapendo che fino ai primi anni Novanta lì, in quel luogo, non c’era spiaggia, è paragonabile alla costruzione di una casa nel letto di un fiume secco. In un breve periodo il mare si e’ ripreso tutto ed ora per mantenere efficiente l’esercizio dell’attività, la comunità deve caricarsi di nuove spese. Qualcuno – conclude – a suo tempo deve aver posto la sua firma che attestava l’idoneità di quel luogo. Ora sarebbe opportuno che costui pagasse».

 

Il Loncon tracima e i treni si fermano

Giornata nera per i trasporti nel Veneto Orientale, caos per i binari sott’acqua ad Annone

Allagamenti a Sant’Agnese di Portogruaro, chiusa la Statale 14 con lunghe code in centro

 

Il Sile minaccia Portegrandi. In allerta la Protezione civile.

Il livello del Sile cresce, il canale di scolo Fossetta non riesce più a scaricare e l’acqua invade la Provinciale a Portegrandi. I volontari della Protezione civile sono al lavoro da venerdì e con due pompe stanno ininterrottamente raccogliendo l’acqua dalla strada all’altezza dalla fermata dell’autobus di via Trieste per evitare che l’acqua raggiunga le abitazioni del centro.
«Il canale di scolo finisce da un lato in laguna e dall’altro nel Sile – spiegano i volontari – Il problema però è che in questi giorni il Sile è salito molto e il canale non riesce più a scaricare. In questo tratto poi ci sono delle fessurazioni a causa del manufatto dell’argine vecchio e l’acqua che invade la carreggiata è pericolosa per gli automobilisti».
La situazione non è critica ma il peggioramento di ieri ha costretto la protezione civile a lavorare tutto il giorno per evitare che l’acqua coprisse la strada e raggiungesse prima il bar e poi le case del centro.
Anche l’anno scorso a Portegrandi c’era stato lo stesso problema e il Comune aveva già incontrato l’Anas per chiedere di fare degli interventi sul ciglio e sul bordo stradale per evitare che l’acqua passi dalle fessure e invada la carreggiata.
«La situazione è sotto controllo a Portegrandi e anche nel resto del territorio comunale – spiega l’assessore Radames Favaro – La protezione civile sta lavorando da due giorni e ieri notte anche la polizia ha fatto servizio notturno per essere pronta a qualsiasi emergenza. I mezzi sono pronti e al centro civico è aperta la sala operativa dove il personale della protezione civile fa base e smista le telefonate per gestire le situazioni critiche». In centro a Quarto, come l’anno scorso, il Sile ha coperto la passerella dell’imbarcadero ma non ci sono emergenze.

 

Marzenego, resta solo la puzza  «Per noi è stato un incubo»

Il Marzenego in via Poerio non fa più paura. O meglio, fa meno impressione di due giorni fa quando si era ingrossato per la piena creando panico e agitazione non solo tra i commercianti ma anche molti residenti malgrado le rassicurazioni dell’assessore Alessandro Maggioni. Ieri il fiume che da qualche mese è tornato alla luce nel tratto di via Poerio si è notevolmente abbassato: quasi mezzo metro in meno rispetto a venerdì. Quello che non è cambiato, però, è il colore dell’acqua, più quasi da torrente montano dopo un temporale che da corso d’acqua di città. Se per i commercianti che hanno la loro attività il rientrato allarme è stato un sospiro di sollievo, per molti mestrini affacciarsi sulle nuove balaustre e dietro le reti in metallo che proteggono ancora i cantieri è stato naturale, come commentare quello che vedevano. Poche le opinioni favorevoli, sui nuovi lavori, molte le critiche.
Partiamo proprio da chi con il Marzenego in via Poerio ci convive. «Ho passato la giornata di venerdì fuori dal negozio con la mia collega controllando il livello dell’acqua ogni 10 minuti – racconta Vania Rumor che gestisce la tabaccheria edicola di via Poerio da due anni e mezzo – È stato come un incubo, soprattutto perché nessuno ci diceva nulla, nessuno ci ha detto se dovevamo preoccuparci, prendere dei sacchetti, usare gli stivali, alzare la merce per precauzione. Sono qui da due anni e mezzo, e dopo qualche mese hanno iniziato i lavori per la riapertura del fiume. Ancora non si vede luce e adesso dobbiamo preoccuparci anche della marea, senza contare tutto lo schifo che c’è là dentro: non è acqua è fogna, habitat naturale per topi e sporcizia di ogni genere».
Stesso copione per il vicino negozio Battiston Luci che vende lampade e accessori per l’illuminazione. «Fino a quando non ho visto che l’acqua iniziava a scendere ho temuto il peggio – racconta la figlia della titolare – Se iniziamo così dopo poco tempo che l’hanno riaperto cosa dobbiamo aspettarci quando l’intero tratto sarà finito?».
La signora Luciana stringe una borsa griffata con della merce acquistata in un negozio di piazza Ferretto. Cappello di lana in testa. Gira la testa e guarda l’acqua del fiume. «Ma cossa xe sta roba? – commenta in dialetto – passo ogni giorno di qua, non abito tanto distante. Posso dirle? A me non piace niente tutto sto lavoro che hanno fatto. E poi l’acqua fa paura. Così sporca ancora di più». Una coppia di ragazzi, fidanzati, si tengono per mano e si appoggiano alla balaustra per vedere meglio sotto. «Ho visto delle fotografie su internet – dice lui, Andrea – Oggi va meglio, si vede a occhio nudo, ma pensare che davanti a piazza Ferretto ci sia un fiume che rischia di tracimare da un momento all’altro mi sembra una cosa dell’altro mondo. Con quest’acqua qua poi, ma da dove arriva così sporca e marrone? Che imparino da Treviso». Altra coppia, questa più adulta. «Io avrei lasciato tutto com’era e avrei rifatto meglio via Poerio che così è una via morta. Non passo ogni giorno perdi qua, ma vedere il Marzenego così gonfio e pensare a quanti soldi hanno speso e devono ancora spendere per finire l’opera, mi viene da pensare se ce n’era davvero bisogno e se i mestrini lo volevano davvero». Infine, la voce fori dal coro, un anziano, il signor Renato. «Ma quale esondazione, ma quale paura. Io mi ricordo quando c’era il fiume aperto – dice – Non è mai successo niente. Aspettiamo a vedere tutto finito. A me piace così. A parte il colore dell’acqua».

 

IL MALTEMPO IN PROVINCIA

BOLLETTINO DI GUERRA – A San Michele le campagne ridotte a un grande lago

Concordia, sacchi in difesa del municipio

Una cinquantina gli interventi dei vigili del fuoco ieri a causa del maltempo, tutti concentranti nel Veneto orientale. Qui il Loncon è tracimato ed è finito sui binari ad Annone Veneto. Bloccate le tratte ferroviarie per Venezia e Treviso. A Portogruaro e San Donà ha regnato il caos tra gli utenti delle ferrovie, ma sulla viabilità ordinaria non è andata meglio. Bloccata anche la Statale 14, nel tratto di borgo San’Agnese a Portogruaro, con inevitabili disagi per gli automobilisti. Un’autentica giornata di passione quella di ieri per i trasporti nel Veneto orientale, con i corsi d’acqua che hanno causato problemi e danni. Prese d’assalto le autostazioni di Atvo che, nonostante l’emergenza, ha continuato a garantire il servizio, tra l’altro senza alcun ritardo. La decisione di Ferrovie di bloccare le tratte Portogruaro-Venezia e Portogruaro-Treviso è arrivata nel primo pomeriggio. «Troppo pericoloso proseguire in quelle condizioni» hanno fatto sapere. Del resto il Loncon non ha lasciato scampo. Nell’omonima località di Annone, il corso d’acqua ha invaso i binari della linea Trieste-Venezia e più a monte Portogruaro-Treviso. Così i treni sono stati soppressi a San Donà per chi proveniva da Venezia e in riva al Lemene per chi doveva raggiungere il capoluogo regionale. Contestualmente è accaduto lo stesso anche a Motta di Livenza. Ma nelle stazioni i viaggiatori erano imbufaliti per la carenza di informazioni, mentre la società dei trasporti ferroviari ha optato per delle corse sostitutive con autobus privati e in un caso della società friulana Saf. «Una emergenza che potrà rientrare solo in mattinata» fanno sapere dalle ferrovie. La riapertura delle due tratte, se le condizioni lo permetteranno, è prevista infatti per oggi alle 10. A Portogruaro la deviazione sulla viabilità ordinaria è lungo viale Venezia,con inevitabili code in centro. Per raggiungere Concordia l’unica alternativa è passare per via Veneto, mentre per Venezia si è obbligati a proseguire fino alla Tangenziale a Summaga. Non va meglio sulle strade comunali, con tutti i sottopassi inondati, mentre tra San Nicolò e Portovecchio rimangono chiuse diverse strade. Intanto l’emergenza rimane fino a domani. Se infatti nel tardo pomeriggio di ieri le nuvole hanno lasciato un po di speranza, con la marea in diminuzione, è il vento di Scirocco a far paura. Tra oggi e domani infatti sono previste le calde raffiche da sud che di fatto non permetteranno ai corsi d’acqua di defluire facilmente. Un vero blocco naturale per i corsi d’acqua del Veneto orientale. Ma il vento non lascerà scampo nemmeno al litorale. Negli ultimi giorni le mareggiate hanno messo a dura prova le località turistiche, con il mare che ha divorato la spiaggia e purtroppo non è ancora finita. I danni anche in questo caso sono incalcolabili e quando tutto tornerà alla normalità i conti si dovranno fare con i rifiuti «speciali» depositati su ciò che rimarrà della sabbia dorata.

Marco Corazza

 

A San Stino evacuate 5 famiglie

Crea allarme anche il Fosson. La Polizia locale ha allertato i cittadini con i magafoni

La casa di riposo a San Stino di Livenza isolata, a Portogruaro il centro città rimane inondato, a Concordia si cerca di difendere il Municipio, a San Michele le campagne sono un lago e ad Annone il Loncon non lascia scampo.
È un bollettino di guerra quello lasciato dal maltempo sul Portogruarese in 48 ore. La criticità è diffusa ma gli interventi di Protezione civile, Forze dell’ordine, Consorzio di Bonifica e Vigili del fuoco sono stati focalizzati per aiutare la popolazione. Come nel caso della Fondazione Zulianello, lungo il canale Fosson a San Stino, che di fatto da ieri mattina ha isolato gli anziani ospiti con l’omonima strada allagata. Per tutti fortunatamente non ci sono state problematiche, grazie all’intervento dei soccorritori. «A Portogruaro sono stati momenti di tensione verso mezzogiorno – racconta il sindaco Bertoncello – il Reghena è esondato in più punti e solo l’intervento della Protezione civile e dei tecnici del Consorzio ha evitato il peggio».
Sugli argini a ridosso del rione dei Frati sono stati sistemati i sacchi di contenimento lungo gli argini. Purtroppo non c’è stato niente da fare a sant’Agnese, finita sott’acqua già nella notte.
A Concordia si è reso necessario alzare le barriere per non lasciare il municipio in balia del Lemene. A San Michele dopo le problematiche per il canale Taglio di ieri, le campagne da nord a sud sono rimaste inondate come un lago, mentre il Tagliamento continua a crescere. «La bonifica di Sette Sorelle è un altro punto nero -spiega l’ingegner Grego del Consorzio di Bonifica – un guasto all’impianto elettrico ha mandato in tilt l’idrovora. Siamo riusciti a sopperire con il nostro “Andreotti”,come lo abbiamo simpaticamente soprannominato».
Già, perchè i tecnici hanno dato nuova vita ad un motore diesel del 1927, restaurato negli ultimi anni per una mostra, ma messo in efficienza a tempo di record per rimettesi al lavoro come se fosse il primo giorno, lasciando così spazio anche all’orgoglio prima di tornare a lavoro.

M.Cor.

 

SAN DONA’ – Ieri mattina Piavon, Piveran e Brian sembravano sul punto di esondare, poi il miglioramento    

A SAN DONA’ – Situazione sotto controllo, ma rimane alto lo stato d’allerta. Sceso il livello Piave (riaperto il parcheggio del Parco Golenale), di circa 2,50 metri, le preoccupazioni hanno riguardato i canali. La situazione in mattinata era apparsa critica, apparendo imminente l’esondazione del sistema Piveran – Piavòn – Brian. «Il grandissimo lavoro di consolidamento degli argini da parte della Protezione Civile e del Consorzio di Bonifica, con l’attivazione delle idrovore – ha spiegato il sindaco Andrea Cereser – ha permesso di governare la situazione molto bene e ricondurre i disagi entro limiti accettabili». Allagamenti sono stati registrati in alcuni parchi, in particolare il Parco delle Rose, e lungo via Sant’Osvaldo. Per un paio di garage in via degli Esposti è stato necessario l’intervento della Protezione Civile con pompe e sacchi di sabbia. Nel pomeriggio si è resa necessaria la posa di sacchi di sabbia e il consolidamento di argini soprattuto a Mussetta di Sopra, a Isiata, Cittanova e Fossà. Limitate esondazioni verso la campagna sono avvenute a Isiata, da parte del Canale Ramo, e a Fossà, da parte del Piavòn. (F.Cib)
A SAN STINO – Cinque famiglie evacuate in località Sette Sorelle per lo straripamento del canale Loncon, allarme allagamento per una trentina di famiglie di Corbolone e San Stino per l’esondazione del canale Fosson. L’acqua ha circondato la casa di riposo senza, al momento, creare problemi particolari. A causa dell’acqua in strada, via Fosson è chiusa al traffico per 500 metri proprio all’altezza della casa di riposo. La Polizia locale ha dato l’allarme ai cittadini con il megafono. Ininterrotto il lavoro dei volontari della Protezione civile sanstinese. In due giorni hanno preparato e distribuito tre mila sacchetti di sabbia e hanno effettuato una costante attività di monitoraggio dei corsi d’acqua e delle situazioni più a rischio.

(G. Pra.)

 

A FAVARO  – Dese a rischio a Ponte Alto

La pioggia continua di questi giorni sta creando parecchi problemi anche nel territorio di Favaro.
Situazioni critiche vengono segnalate in Via Piovega e Via Triestina a Tessera e in Via Orlanda a Campalto, dove i fossi sono ormai stracolmi e i terreni agricoli sono diventati degli enormi specchi d’acqua e in località Ponte Alto, tra Cà Noghera e Dese, dove il livello del fiume Dese, nei pressi del confine amministrativo con il Comune di Marcon, fa davvero paura perché è a solo una decina di centimetri dal punto di tracimazione.
La criticità maggiore si è, però, registrata in Via Cà Colombara, a Favaro Veneto, dove la strada che collega il capoluogo a Dese, subito dopo il civico 29, è finita per gran parte sott’acqua.
Sul posto ieri mattina è intervenuta la Protezione civile comunale che per mezzo di alcune pompe idrauliche, mentre la polizia locale teneva a bada il traffico, è riuscita ad incanalare l’acqua verso un’area di maggior deflusso.
Peraltro Via Colombara è una zona a forte rischio allagamenti, tant’è che con le alluvioni del 2007 e 2008 molte abitazioni di questa strada sono state invase dall’acqua.
Sia Fabrizio Zabeo, presidente del comitato allagati di Favaro, che il vicepresidente della Municipalità Angelo Lerede, intervenuti ieri in tutte le situazioni problematiche, non hanno fatto altro che richiamare la necessità di fare continua opera di manutenzione ai fossi, essendo questo genere di operazione fondamentale per prevenire possibili allagamenti.

Mauro De Lazzari

 

I lavori sulla rete degli ultimi quattro anni hanno prodotto risultati

Riviera e Miranese, rientra l’allarme

Il Brenta-Cunetta resta monitorato costantemente dai tecnici

In Riviera del Brenta e nel Miranese la situazione era, almeno fino a ieri sera, sotto controllo. Lo stato di allerta rimane anche se ieri nei Comuni del territorio non si sono registrati particolari problemi o criticità.
Situazione buona soprattutto nel territorio della Riviera del Brenta posto a sud del canale Naviglio. E questo non solo perché la zona è stata risparmiata dalle piogge intense cadute in altri territori. C’è infatti anche chi riconosce il merito di tale risultato alla realizzazione di numerose opere di compensazione idraulica che dal 2009 hanno interessato i territori dei comuni di Stra, Vigonovo, Fossò, Camponogara, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore e parte di Dolo.
Succede raramente, ma questa volta l’elogio arriva dagli stessi amministratori pubblici ed è rivolto all’indirizzo del Consorzio di bonifica Bacchiglione, uno dei rari enti pubblici gestito economicamente dai propri consorziati tramite il pagamento di contributi obbligatori corrisposti da tutti i proprietari di fabbricati e terreni.
«La ricalibratura e la rinaturalizzazione dell’importante scolo Brentoncino, con la creazione di golene di espansione per 860 metri e di un’area umida di 17.000 metri quadrati, ha consentito di mettere in sicurezza gran parte del territorio posto a nord del fiume Brenta-Cunetta – dice il vicesindaco e assessore all’urbanistica di Campagna Lupia, Andrea Tramonte. La realizzazione del nuovo by pass idraulico a Vasi di Bojon sarà un ulteriore passo avanti per fare defluire rapidamente l’acqua in laguna. Nuovi lavori di miglioria idraulica sono in corso anche nel territorio a sud del Brenta-Cunetta».
Passata momentaneamente la paura per il rischio idraulico determinato dall’acqua caduta dal cielo, l’attenzione si sposta ora verso i grandi corsi d’acqua, primo fra tutti il Brenta-Cunetta, il cui livello da ieri mattina è costantemente in crescita per l’acqua proveniente dalla montagna.
Situazione sotto controllo anche nel Miranese dopo i timori dell’altro ieri. La pioggia non più battente come nei giorni scorsi ha consentito ai canali del territorio di respirare.
È rientrata dunque l’emergenza esondazioni a Mirano, Martellago, Noale e nella zona del salese. Il livello dei fiumi, specie Dese e Marzenego, che era salito in modo preoccupante per le continue piogge, tracimando anche in alcuni punti, già nella serata di venerdì ha iniziato a calare e ieri si è potuto tirare un sospiro di sollievo.
I volontari della protezione civile di Martellago, che con gli uomini del Consorzio Acque Risorgive continuano comunque a monitorare costantemente i canali, ieri notte hanno dovuto effettuare un solo intervento, la chiusura temporanea di via Cavino, al confine tra Maerne e Salzano, dove il sottopasso lungo la linea ferroviaria si era allagato: il problema è stato risolto rapidamente e la strada in mattinata era già riaperta.

Vittorino Compagno – Nicola De Rossi

 

OGGI L’INCONTRO

MIRANO – Un nuovo importante passo verso l’Unione dei Comuni del Miranese. Questa mattina alle 10 i sindaci illustreranno i dettagli del progetto all’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti, e al dirigente regionale che si occupa degli enti locali, Maurizio Gasparin. L’incontro si terrà alla sala-conferenza della corte di Villa Errera a Mirano, sono stati invitati pure assessori e consiglieri dei sei Comuni coinvolti: Mirano, Spinea, Noale, Santa Maria di Sala, Martellago e Salzano. Resta fuori il Comune di Scorzé, con il sindaco Giovanni Battista Mestriner che non ha mai nascosto le proprie rimostranze su questo progetto, mentre sta alla finestra Pianiga.

«Questo incontro sarà l’occasione propizia per dimostrare la volontà politica delle amministrazioni di avviare l’Unione dei Comuni nel corso del primo semestre del 2014» si legge nel documento inviato poche settimane fa alla Regione.

I sindaci portano avanti questo progetto da mesi, ora siamo arrivati alla fase conclusiva: il tempo stringe visto che Noale e Spinea stanno per andare al voto, entro il mese di marzo il progetto dell’Unione approderà in tutti i consigli comunali per l’approvazione.

I servizi unificati saranno quattro: sicuramente si accorperanno Risorse Umane, Protezione Civile e Polizia Locale (il comando unico sarà situato nello splendido contesto di Villa Belvedere a Mirano), per il quarto servizio da unificare bisogna ancora decidere tra Politiche Sociali e Politiche Giovanili. Oggi se ne saprà di più.

(g.pip.)

 

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