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SCORZE’ – Il Comitato CappellaVive all’attacco

Il terreno asportato dall’area del casello di Cappella va a bonificare la discarica di rifiuti industriali di San Giuliano dove dovrebbe sorgere il Polo Nautico.

Lo afferma il Comitato CappellaVive che da tempo si era chiesto dove andavano a finire i 70 camion al giorno con tonnellate e tonnellate di terra “buona” per costruire il casello.

Un escavo di circa 114mila metri cubi invece dei 34mila previsti nel progetto iniziale.

«Ma allora è forse per questo che il Casello si estenderà su un’area di 26 ettari? Un casello così inutilmente grande perché serviva una grandissima quantità di terra buona per bonificare una discarica?» si chiede il Comitato che sottolinea che il Comune di Venezia, Veritas, l’Anas, Cav e Il Passante di Mestre spa non possono permettersi di ignorare la questione e affermare che non si trova terreno a sufficienza per creare il terrapieno di 5 metri a protezione del paese di Cappella come concordato preventivamente.

Nel documento il Comitato allega le dichiarazioni del sindaco di Venezia nel 2011 assieme agli assessori Bettin e Ferrazzi nell’annunciare il lavori per il Polo Nautico e che la bonifica avrebbe trasformato una discarica in un vero e proprio Parco.

Il Comitato di chiede ancora se smantellare un’area verde di altissimo pregio, formatasi in 700 anni, per bonificare la discarica di S Giuliano ha veramente senso.

«È questo che ci riserva la città metropolitana? Esiste solo il suo embrione e già lavora per portare via il verde secolare da Scorzè e Martellago per bonificare una schifezza di Venezia? Oppure, questo è il moderno ambientalismo del 2013?»

 

adesione di MARTELLAGO

MARTELLAGO. Anche il Comune di Martellago aderirà al «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo». La maggioranza, nel Consiglio di mercoledì prossimo, presenterà un ordine del giorno per dire sì al contrasto del gioco d’azzardo. Questo rappresenta il 4% per Pil nazionale e la terza industria italiana. Il suo fatturato è di 103 miliardi di euro rappresenta il 12 per cento della spesa delle famiglie italiane, con molte che si stanno rovinando.

Nel nostro paese, ci sono 15 milioni i giocatori abituali, in pratica un quarto degli abitanti totali se considerano anche i bambini, e 3 milioni sono a rischio patologico, con 1,2 milioni che hanno già problemi. Per curarli, servono tra i 5 e i 6 miliardi di euro all’anno. Senza dimenticare le ore di lavoro perse, il tempo libero mancato e, attorno ai luoghi dove si gioca, spesso si organizza la microcriminalità.

Il documento che arriverà in aula la prossima settimana, impegnerà Martellago a favorire le reti con l’Asl 13 per monitorare, prevenire e contrastare il gioco d’azzardo, fare formazione tra politici, operatori, cittadini e commercianti per costruire nuovi atteggiamenti e mentalità.

(a.rag.)

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richiesta respinta

SALZANO. Dopo quindici mesi arriva la risposta negativa della Provincia alla richiesta di Salzano e Martellago di interdire del tutto il passaggio dei camion per il centro di Robegano, su via XXV aprile, di sua competenza. La lettera dei sindaci Alessandro Quaresimin e Giovanni Brunello, quand’era in carica, era stata spedita ad agosto 2012. Si chiedeva di spostare tutti i tir sulla variante di Robegano, aperta nel maggio precedente, e che collega via Roma a via Castellana a Martellago. Da tempo, con direzione Maerne, i mezzi pesanti non possono transitare ed era stato chiesto di fare altrettanto viceversa.

Visto il no della Provincia, che segue quello di Veneto Strade per la competenza della variante, Quaresimin ha già interpellato il prefetto e farà lo stesso con la Regione.

«Dopo tanti solleciti» fa sapere «ci è arrivata questa decisione che considero sconcertante e non prende in considerazione i timori più volte segnalati. Su quella strada ci sono il nido, l’asilo e la chiesa. Ho già informato il prefetto e lo stesso farò con l’assessore veneto alla Viabilità Renato Chisso, sperando che si possa cambiare idea. Questa si deve basare solo su valutazioni tecniche».

(a.rag.)

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SALZANO – VenetoStrade non autorizza il transito sulla nuova bretella di Robegano

SALZANO – Oltre un anno di attesa per ricevere una risposta negativa. C’è grande malumore a Salzano per la risposta ricevuta dalla Provincia alla richiesta di vietare il passaggio dei camion in centro a Robegano.

L’istanza era partita nel 2012 dal sindaco Quaresimin in accordo con l’allora sindaco di Martellago Brunello. I due Comuni chiedevano di vietare il transito dei tir nei due centri abitati: a Martellago per i camion provenienti dalla provinciale 36 e diretti a nord, a Robegano per quelli provenienti dalla provinciale 38 e diretti verso Noale.

I due sindaci chiedevano che il traffico venisse riversato sulla nuova bretella di Robegano, ma proteste e sollecitazioni non sono bastate. A Robegano nei mesi scorsi si mosse pure il parroco, mentre un gruppo di residenti ha minacciato più volte di bloccare la strada. Niente da fare: Veneto Strade non ha dato il via libera per il riversamento del traffico sulla nuova bretella, Robegano continuerà dunque a sorbirsi lo smog in quella strada già dissestata.

«Sono sconcertato da questa decisione e ho già informato il Prefetto della questione – sbotta Quaresimin – Più volte abbiamo segnalato i problemi di sicurezza in centro a Robegano, dove si affacciano una chiesa, una scuola materna, un nido e una piazza».

(g.pip.)

 

AMBIENTE – I dati di Veritas in provincia

Ottobre, mese record di raccolta differenziata. A renderlo noto è Veritas che nel territorio di propria competenza per la gestione dell’igiene urbano lo scorso mese ha raccolto 4.890 tonnellate di vetro, 3170 di plastica, 593 di metalli ferrosi e 75 di alluminio.

Non solo: ad Enel sono state cedute 7500 tonnellate di Cdr – combustibile derivato dai rifiuti – che viene poi bruciato assieme al carbone per produrre energia nella centrale Palladio di Fusina, così che neanche il 5 per cento delle immondizie finisce in discarica.

In tutta la provincia la percentuale di differenziata è oggi pari al 58,04, con i migliori risultati registrati nei Comuni di Fossò (79,44%), Pianiga (78,01%), Martellago (77,64%), Meolo (77,26%) e Spinea (77,08%).

Per quanto riguarda Mestre, si sta completando nella Municipalità del centro l’installazione delle calotte sui cassonetti con apertura a chiave personalizzata.

A Chirignago-Zelarino, che è stata la prima zona a partire, la percentuale è arrivata al 72,77, a Favaro, la seconda in ordine di tempo, al 60,61, infine a Marghera al 57,92.

La terraferma complessivamente considerata è al 54,33%, quota superiore ad altre grandi città italiane ed europee che sono ai vertici delle classifiche di riciclaggio, mentre il dato dell’intero Comune è salito al 43,16%.

Proprio in questi giorni Veritas, in collaborazione con la Questura, distribuisce un volantino tradotto in 15 lingue per spiegare agli stranieri presenti in città le modalità corrette per raccolta differenziata.

(a.spe.)

 

«Dove finisce tutta quella terra prelevata durante i lavori per il casello del Passante tra Cappella e Martellago? Da chi è autorizzato? È solo scavo?». I componenti del comitato Cappella Vive seguono con preoccupazione i lavori che stanno interessando da inizio anno l’area a cavallo del fiume Dese. Nei giorni scorsi erano stati avanzati dubbi sulla possibilità di avere le opere di mitigazione promesse quando il progetto era stato presentato. Oggi si va oltre.

«Ci riesce difficile comprendere» si legge in una nota «che da 26 ettari manchi la terra per una duna perimetrale dell’area da boscare. Ancor più difficile è capire perché si sta facendo tale scempio. Qual è l’obiettivo? Sole se si considera che dall’area escono, anche in questo novembre, fino a settanta camion al giorno carichi di terriccio, forse si capisce che dietro a tanto scavare si potrebbe celare qualcosa. Forse un commercio di terreno di alta qualità?».

I lavori del casello, intanto, stanno proseguendo. Secondo il programma, per la fine del 2014 dovrebbero chiudersi, compresa la costruzione della tangenziale a nord e del collegamento dalla rotonda di via Boschi, entrambe a Martellago.

(a.rag.)

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Nuova Venezia – Martellago. Discarica scoperta dai Rangers.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

5

nov

2013

 

IN VIA BEMBETTI A MARTELLAGO

Trovati materiale edile, vestiti, ma soprattutto lastre di eternit

MARTELLAGO – Una discarica a cielo aperto nella zona di via Bembetti a Martellago. A trovarla sono stati gli uomini del Nucleo operativo ambientale (Noa) del comando provinciale Rangers d’Italia, che hanno scoperto diverso materiale, tra cui lastre, forse di eternit. Inoltrata denuncia alla Procura, alla Provincia, al Comune di Martellago che sta seguendo il caso.

«Ci hanno informati» precisa l’assessore all’Ambiente Serenella Vian «anche se l’area sembra privata». Durante le ispezioni del Noa, sono stati rinvenuto polistirolo, sacchetti di nylon, scorie di materiale edile, sacchi di sabbia e cemento, resti di calcestruzzo, detriti ma anche vestiti, scarpe, giubbini, giacche, maglie e delle lastre, forse di amianto, gettate in mezzo alla vegetazione. Ed è questo a preoccupare di più. Ora l’obiettivo è non solo trovare chi abbia gettato tutto ciò ma anche chi dovrà farsi carico della bonifica. Nel frattempo l’area è stata delimitata con nastro segnaletico e sono stati affissi dei cartelli indicanti la situazione di pericolo.

(a.rag.)

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Nuova Venezia – Martellago. Che fine ha fatto la SMFR?

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

4

nov

2013

Gentile assessore Chisso, lei mi aveva così gentilmente risposto, ormai tre anni e mezzo fa, ma: che fine ha fatto la metropolitana di superficie (SMFR)? Perché non se ne parla più? Perché il ponte di Venezia e piazzale Roma sono sconvolti dal tram monorotaia quando era prevista la metro? Ho l’impressione che la metro sia entrata nel territorio del “mai”, dopo essere stata per molti anni nel regno del forse: questo, dalle nostre parti, irrita…

Cordialità

Prof. Walter Panciera – Martellago

 

Martellago, Noale, Salzano e Scorzè sono all’interno del protocollo d’intesa per sviluppare alcuni progetti per il Marzenego.

Con loro ci saranno anche consorzio Acque risorgive e gli altri Comuni del Padovano, Trevigiano e lo stesso Veneziano attraversati dagli oltre 35 chilometri del fiume.

L’obiettivo è mettere insieme una serie di iniziative che mirino, tra le altre, a ridurre il rischio idraulico, migliorare la qualità delle acque e la gestione delle risorse idriche, tutelare il paesaggio e valorizzare i luoghi.

Si dovrà arrivare alla sottoscrizione del “Contratto di fiume per il Marzenego” e Acque risorgive ha già chiesto il finanziamento alla Regione, che ha destinato 90 mila euro per questo tipo di progetti.

Nei mesi scorsi ci sono stati incontri tra il consorzio e i Comuni: prima tappa proprio il mettere nero su bianco un’intesa con gli obiettivi e definire la struttura organizzativa.

All’iniziativa parteciperanno anche i Comuni di Venezia, Piombino Dese, Trebaseleghe, Loreggia, Resana, Massanzago e Camposampiero.

(a.rag.)

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È una delle ipotesi su cui si sta lavorando per condividere settori e funzioni

Pavanello: «Nulla è ancora deciso». Ma propone Villa Belvedere come sede

MIRANO – Miranese o Riviera del Brenta? Mirano e gli altri municipi del comprensorio al bivio di fronte alla nuova Unione dei Comuni. Incalzata dalle minoranze, Maria Rosa Pavanello ha spiegato in Consiglio comunale lo stato dell’arte del processo di attuazione del nuovo ente sovracomunale che nascerà, pare, nel 2014, associando settori e funzioni di comuni diversi.

Due le ipotesi su cui Mirano sta ragionando assieme agli altri sindaci del comprensorio: l’Unione dei Comuni del Miranese e l’Unione dei Comuni della Riviera del Brenta e del Miranese.

La differenza è sostanziale: nel primo caso Mirano sarà insieme ad almeno altri quattro, forse cinque comuni della zona: Noale, Spinea, Santa Maria di Sala, Salzano. In forse Martellago, che vuole prima capire i termini dell’accordo e magari salire in corsa sul carro dell’Unione. Fuori Scorzè, che non aderirà in alcun caso.

Nella seconda ipotesi i comuni del Miranese abbraccerebbero un’Unione già esistente, quella della Città della Riviera del Brenta, di cui fanno parte Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò e Campagna Lupia. C’è anche Pianiga alla porta: il sindaco Calzavara ha iniziato a partecipare agli incontri preparatori e pare interessato a entrare in una o nell’altra ipotesi.

«Siamo ancora a livello di ipotesi», spiega Pavanello, «nulla è ancora deciso, né rispetto a chi aderirà, né alle tempistiche di attuazione. Con gli altri sindaci stiamo raccogliendo dati per costruire le migliori ipotesi di fattibilità, poi saranno i singoli Consigli comunali a decidere».

Negli ultimi incontri però si è parlato anche di sedi di rappresentanza e qui Mirano potrebbe, o vorrebbe, giocare un ruolo di primo piano: Pavanello ha infatti offerto la Villa Belvedere come sede dell’Unione dei Comuni, sia essa del Miranese o della Riviera del Brenta. La posizione è baricentrica al bacino d’utenza e gli spazi ci sono tutti, a costo zero.

«Mirano rispetto ad altri comuni ha spazi sufficienti per proporsi come sede della futura Unione e senza bisogno di fare investimenti», afferma Pavanello, «mentre non si è parlato ancora di Comune capofila».

Di presidenza invece sì: sarà a turno tra i sindaci dei comuni che ne fanno parte, per la durata di un anno, mentre nell’organo di rappresentanza entreranno anche un consigliere di maggioranza e uno di minoranza per ogni comune aderente.

Filippo De Gaspari

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