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MIRANO «Stop a trasferimenti di uffici e servizi senza confronto con i lavoratori».

Sindacati di nuovo all’attacco sulla riorganizzazione dell’Asl 13. Dito puntato questa volta sugli amministrativi: i delegati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, chiedono al direttore generale Gino Gumirato di non adottare atti unilaterali in merito alla riorganizzazione dei servizi. L’allarme tra i lavoratori era scattato nei giorni scorsi, dopo che era emersa un’ipotesi di lavoro che prevede l’accentramento di tutti o quasi gli uffici a Noale, che resterà senza posti letto per acuti. Una vocazione direzionale per il nosocomio noalese che i rappresentanti dei lavoratori vogliono prima discutere.

«Il 19 novembre», spiegano Marco Busato, Cgil-Fp, Simone Naletto, Cisl-Fp e Francesco Menegazzi, Uil-Fpl, «ci è stato illustrato il trasferimento delle attività amministrative e del dipartimento di prevenzione a Noale. Riteniamo che un tema così importante e che coinvolge oltre 300 lavoratori, vada discusso tra amministrazione e sindacati».

Gumirato ha ribadito che l’operazione porterà un risparmio di circa due milioni di euro all’anno, provenienti dalle economie dei costi di gestione e soprattutto comprensivi della cessazione degli oneri derivanti dai canoni di locazione gravanti sugli immobili occupati a Mirano e di proprietà dell’ente Mariutto. A questi risparmi si aggiungeranno anche gli introiti della vendita degli immobili non più utilizzati a Dolo. Secondo il direttore con queste risorse sarà possibile risanare l’azienda e dare attuazione alle nuove schede ospedaliere. I sindacati vogliono però valutare prima tutte le alternative, per non stravolgere la fisionomia dell’azienda.

(f.d.g.)

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Il progetto di portarlo in via Toti, finanziato dalla Regione è stato fatto arenare

«Il distretto sanitario? Meglio trasferirlo a Dolo»

Il presidente dei sindaci dell’Asl 13 avverte il Comune di Mira: «Troppe attese»

MIRA – Il distretto sanitario di Mira? Finirà a Dolo dove è già previsto che sarà ospitato nell’ex Tribunale una volta dismesso. Un’altra grana per il Comune a guida grillina che nel corso degli ultimi mesi sta inanellando una serie di smacchi che saranno difficili da far digerire alla popolazione. A chiarire il futuro del distretto sanitario di Mira è il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Fabio Livieri.

«Il distretto sanitario di Mira in Villa Lenzi non può restare – dice Livieri – si trova in una posizione inadeguata, e non è servito da parcheggi in modo sufficiente (ora tra l’altro in una situazione ancor più complicata dai cantieri sulla brentana). Da sempre l’Asl 13 e la stessa assemblea dei sindaci stanno chiedendo al Comune di Mira di trovare una soluzione alla collocazione del distretto. Va spostato e la giunta precedente guidata dall’ex sindaco Michele Carpinetti, aveva presentato un progetto apposito. Un progetto che poi si è arenato. Il comune di Dolo ne ha presentato uno fattibile che siamo pronti a prendere in considerazione».

Il nuovo distretto sanitario di Mira sarebbe dovuto sorgere all’interno del quartiere Lissandrin, in via Toti. Una zona che non è servita da alcuna linea di mezzi pubblici. Secondo i progetti dell’ex sindaco il nuovo distretto poteva contare su spazi raddoppiati rispetto alla sede attuale. L’avvio dell’iter per il distretto seguiva nel 2010 l’intesa tra Comune e Asl 13, ed era è stata siglata dal sindaco e dal direttore dell’Asl, Arturo Orsini. Per la struttura c’era la disponibilità di 2 milioni di euro regionali. Il Comune però dal 2010 non si è mosso anzi la giunta grillina di fatto ha congelato tutto. Si sa però che il motivo dell’immobilismo è che la sede in via Toti non è stata condivisa dall’attuale giunta, per il pericolo di “cementificare il territorio”. Ora il tempo stringe e sia l’Asl 13 che il resto dei comuni della Riviera vuole dalla giunta grillina risposte rapide.

«La scelta della collocazione del distretto sanitario – spiega Livieri – è in capo all’Asl 13 in accordo con Regione e Conferenza dei sindaci. Il sindaco di Dolo Maddalena Gottardo di fronte al tergiversare della giunta di Mira ha proposto di trasferire il distretto sanitario a Dolo proponendo l’edificio dell’ex Tribunale lasciato vuoto dopo l’accorpamento alla sede a Venezia. Un edificio a mio parere idoneo su cui credo potranno convergere i pareri positivi della direzione dell’Asl13 , degli altri sindaci e della Regione». Insomma un’altra tegola per il comune di Mira, una cittadina da 40 mila abitanti che rischia di perdere l’unico sanitario pubblico.

Alessandro Abbadir

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DOLOGottardo da Zaia a difesa dell’ospedale

DOLO «Ieri mattina ho incontrato il presidente Luca Zaia con il quale abbiamo discusso dell’ospedale di Dolo. Mi ha detto che ci sono ancora delle possibilità di modifica delle schede ospedaliere attraverso l’approvazione di delibere di giunta».

A sostenerlo è il sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo che ieri si è recata a Venezia per difendere l’ospedale di Dolo.

«Ho ribadito la necessità di mantenere una chirurgia h24 per sette giorni la settimana – prosegue Gottardo – oltre all’apicalità del pronto soccorso con a fianco un reparto di rianimazione».

Il sindaco anticipa i progetti futuri. «Ora ne parlerò con la commissione ospedale – dice Maddalena Gottardo – comunque ho chiesto di incontrare il segretario regionale alla Sanità, Domenico Mantoan che la scorsa settimana ci aveva contattato durante il nostro presidio in municipio. L’incontro potrebbe svolgersi già la prossima settimana».

Viene poi confermato che l’ordine del giorno presentato dalla commissione sanità che chiede alla giunta di modificare entro fine anno le destinazioni d’uso dei progetti norma 12 e 13 che riguardano le aree dell’ospedale di Dolo sarà discusso nel Consiglio comunale di domani.

Sull’incontro tra Gottardo e Zaia, arriva il commento critico di Vincenzo Crisafi, presidente della commissione ospedale: «Ormai i giochi sono fatti – dice Crisafi – abbiamo molti dubbi che questa volta la richiesta trasversale di tutto il territorio rivierasco venga accolta dalla Regione. Noi dobbiamo continuare a lottare per la difesa dell’ospedale di Dolo in primis facendo approvare l’ordine del giorno per la tutela delle aree ospedaliere».

Giacomo Piran

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Nuova Venezia – Un grande “occhio” su tutto il Miranese

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

27

nov

2013

Più controlli e una rete di telecamere gestita da Venezia dopo l’ondata di furti che ha allarmato la popolazione

VENEZIA – Un “grande fratello con occhi sui sette comuni del Miranese diventati terra di conquista dei predoni della notte, la centrale di coordinamento a Venezia sperando che il sistema di fibre ottiche sia all’altezza per far funzionare la rete di videosorveglianza.

E mentre si discute, tra amministratori pubblici e vertici delle forze dell’ordine sulle contromisure per fare fronte ad una situazione pesante i dati, relativi ai reati commessi nei primi dieci mesi dell’anno, per il Miranese sono impietosi. Rispetto allo scorso anno le rapine sono cresciute del 61,9%, mentre i furti in casa del 19,1%. Complessivamente i reati commessi sono aumentati dell’1,9% e gli arresti del 38%. Una situazione che anche senza i dati statistici era percepita, in tutta la sua gravità, da popolazione e sindaci dei sette comuni che ieri pomeriggio hanno partecipato al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto in Prefettura. A presiederlo il prefetto Domenico Cuttaia ed erano presenti i sindaci di: Martellago, Mirano, Noale, Scorzè, Spinea, Santa Maria di Sala e Salzano.

Dopo aver esaminato la situazione si è passati alla valutazione delle contromosse: tre le direttrici studiate al fine di incrementare i servizi di controllo e rafforzare la percezione di sicurezza dei cittadini. Quindi saranno intensificati i servizi di controllo straordinario del territorio con l’impiego del Reparto di prevenzione crimine della polizia e del 4° Battaglione dei carabinieri. Sarà studiato un sistema di videosorveglianza, possibilmente con l’attivazione di una unica centrale operativa collegata al sistema di videosorveglianza del Comune di Venezia. Come dire che il cuore del “grande fratello” sarà nella centrale della polizia locale di Venezia. Sarà verificata la fattibilità tecnica del progetto, anche superando eventuali problemi che possano ostacolare l’uso delle fibre ottiche.

I sindaci si sono impegnati a promuovere incontri con la popolazione, alla presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine, per individuare forme adeguate di difesa.. Il Prefetto ha sottolineato: «L’inopportunità di dar vita a forme improvvisate di vigilanza da parte di cittadini, in quanto esse rischiano di ostacolare l’operatività delle forze dell’ordine e di ritorcersi contro le persone, sia pure animate da ogni migliore intenzione».

Il Prefetto Cuttaia ha inoltre ricordato come: «Pericolosissime appaiono poi le diffusioni di notizie e foto su internet, suscettibili di avere di per sé solo rilevanza penale e di creare problemi al cittadino ignaro che possa incappare in attività destituite di qualsiasi apporto professionale in tema di sicurezza», ha concluo il Prefetto. «Chi ha notizia o ha documentazione fotografica, o qualsiasi elemento di sospetto sul conto di malintenzionati e autori di reato, non deve fare altro che informare immediatamente le forze di polizia, le quali sapranno, con la professionalità che le contraddistingue, utilizzare al meglio tali elementi informativi ai fini dell’attività investigativa».

Carlo Mion

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Furti aumentati del 19 per cento in dieci mesi

I dati delle forze dell’ordine sono allarmanti. «Ma ora c’è un progetto per arginarli e ridare sicurezza»

MIRANO – I furti nel Miranese registrano un più 19% nei primi dieci mesi dell’anno. Questo il dato che è arrivato ieri nel vertice il Prefettura alla presenza dei sette sindaci del comprensorio e, al solito, ci sono quelli che hanno registrato numeri più negativi e altri che vanno meglio. Ma le forze dell’ordine fanno pure sapere che a livello di reati in genere, nel Miranese si sta meglio che nel resto della provincia. Di certo Martellago, sotto i riflettori in queste settimane per il diffondersi della criminalità, si è vista raddoppiare il dato di topi d’appartamento, mentre Scorzè registra un più 50 per cento e a Mirano c’è la voce più nei furti con destrezza, a partire dal mercato. Va meglio Noale, in controtendenza.

Per questo è arrivato l’invito ai cittadini a collaborare, a chiamare in caso di movimenti sospetti e di lasciar perdere certe forme di “giustizia fai da te”. In generale, si farà il possibile per aumentare la percezione di sicurezza, che in questo momento sembra venire meno.

«Il dato che mi era stato consegnato nei giorni scorsi» ammette Barbiero «non è lo stesso ricevuto a Venezia. Quelli erano numeri generali, stavolta ce li hanno trasmessi specifici. Lo dirò ai cittadini, che invito a collaborare come mi hanno assicurato nella riunione di lunedì in municipio. Facciano attenzione ai particolari, si affidino a polizia e carabinieri».

I sindaci si vedranno ancora con il prefetto e c’è la sensazione che si possa aprire una fase nuova. Più preoccupato il collega di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner. «Non bello il dato sul mio comune» fa sapere «anche se a reati, nel Miranese stiamo meglio che altrove. Non siamo abituati a questo livello di criminalità e ho chiesto maggiori presidi. Va bene trovarsi ma serve una maggiore efficienza della giustizia penale e cambiare le leggi. I colpevoli devono restare in carcere: l’amnistia e l’indulto sono una follia».

Per Maria Rosa Pavanello (Mirano) l’idea della centrale unica, emersa nella riunione a Venezia, può essere un’idea valida. «Ci rivedremo in Prefettura per parlare dei dati sulla videosorveglianza, per chi ce l’ha» dice «ma farne una sola potrebbe essere una soluzione. L’esempio del Comune di Venezia è ottimo ma lì è stato fatto un grosso investimento. Pericoloso anche il “fai da te”, come ci hanno detto, come un certo tipo di uso dei social network».

Alessandro Ragazzo

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MARTELLAGO – Barbiero: «Adesso in giro si vedono più pattuglie»

MARTELLAGO «Già si vedono più pattuglie di carabinieri in giro per il comune di Martellago». Lo dice il sindaco Monica Barbiero, dopo aver avuto alcuni colloqui telefonici con i vertici dei carabinieri, che l’hanno assicurata su una maggiore presenza di uomini in tutto il territorio. Intanto in municipio si sta lavorando per mettere appunto il libretto con le istruzioni dell’uso per prevenire la criminalità e cosa fare in caso di auto e individui sospetti. Si tratta di una delle proposte emerse nella riunione di lunedì a mezzogiorno con i cittadini: un vademecum che sarà stampato a breve e poi distribuito alla popolazione. Inoltre si sta lavorando per istituire la sorveglianza di quartiere, come succede già anche all’estero, ma dovrà restare nei limiti della legalità, non puntando su iniziative “fai da te”. Stasera c’è il Consiglio comunale e il tema sicurezza salterà fuori. Tra le interpellanze presentate, ci sarà quella di Moreno Bernardi (Un comune per tutti), dove si chiede una seduta aperta per discutere solo del problema criminalità.

(a.rag.)

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«Raid senza fine. Ce li troviamo in camera»

In Riviera del Brenta la gente è scoraggiata: quattro case e una locanda razziate in una sola notte

CAMPAGNA LUPIA. La Riviera del Brenta colpita da una raffica di furti senza precedenti. I ladri sono entrati anche nelle camere d’albergo della locanda Zabotto a Lugo di Campagna Lupia, mentre i clienti dormivano e hanno portato via due marsupi ai clienti con dentro denaro e preziosi, senza che nessuno se ne accorgesse.

Ma è solo la punta dell’iceberg di un raid che non ha risparmiato nulla. Nel giro di una notte sono state svaligiate quattro abitazioni, qualche sera prima un’auto e poi ancora auto e abitazioni a Mira che da settimane è bersagliata in tutte le sue frazioni dai colpi di bande che si accaniscono contro case e garage. Stessa situazione a Pianiga.

Ma partiamo dall’area della Riviera sud dove i banditi hanno agito in questi ultimi giorni. A Campolongo e a Bojon, sono state visitate tre case nelle prime ore della sera di domenica. I ladri hanno aspettato che le persone si muovessero dall’abitazione per entrare in azione. Hanno forzato porte e finestre e hanno portato via gioielli e contanti per cinquemila euro.

Colpo fotocopia anche a Lova di Campagna Lupia quando i banditi hanno svaligiato una casa nella stessa serata di domenica. Sempre a Lova era sparita qualche sera prima anche un’automobile, una Ford Focus.

«Siamo davvero spaventati – spiegano alcuni esercenti a Campagna Lupia – i colpi che i ladri stanno mettendo a segno sono a ripetizione, ogni sera o quasi ne compiono uno, c’è il terrore di ritrovarseli in casa».

Il caso della locanda Zabotto è emblematico. I banditi non si sono fatti alcun problema: hanno forzato le porte e sono entrati nelle camere, scegliendo quelle occupate. Sono spariti nella notte due marsupi di clienti. «E pensare che non abbiamo mai trascurato sistemi di sicurezza per la nostra clientela – dice il titolare del locale – ma stavolta i ladri hanno agito con velocità e astuzia. È scattato anche l’allarme ma ormai i guai li avevano combinati».

Se nell’area sud della Riviera è scattato per l’ennesima volta l’allarme nelle ultime sere, anche a Mira la gente è terrorizzata dalla continua presenza di razziatori. Sono state colpite nel corso delle ultime settimane decine di abitazioni.

Alcuni anziani a Mira Vecchia una settimana fa se li sono trovati in casa di notte. Le razzie più ampie sono avvenute a Borbiago ed Oriago e da giorni colpi in abitazione vengono registrati anche a Marano. A Cazzago Pianiga nei parcheggi del nuovo quartiere a ridosso della chiesa, è stata presa di mira una decina di veicoli in 3 giorni. La gente, ammettono dalle forze dell’ordine a Mira, a volte nemmeno denuncia più i furti. Ci si trova di fronte ad una ondata predatoria mai vista, e non si sa come fermarla.

Alessandro Abbadir

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LA RICHIESTA DELLA COMMISSIONE

DOLO – Un nuovo atto in difesa delle strutture dell’ospedale cittadino è stato protocollato ieri mattina dai membri della commissione ospedale del Comune.

La commissione, presieduta da Vincenzo Crisafi e composta da Paolo Menegazzo e Giorgio Gei, si era riunita urgentemente la scorsa settimana dopo l’approvazione delle schede ospedaliere da parte della Regione e aveva deciso di presentare una richiesta di ordine del giorno.

Il documento, che potrebbe essere discusso e approvato già nel consiglio comunale in programma giovedì, chiede che la giunta comunale intervenga per salvaguardare le aree ospedaliere di Dolo.

«Chiediamo che la giunta», si legge nel testo, «si impegni a modificare, entro fine anno, le destinazioni d’uso dei progetti norma 12 e 13 che riguardano le aree dell’ospedale di Dolo. Aree che devono tornare ad avere la loro originale destinazione sociosanitaria».

I terreni in questione sono quelli più “vecchi” e si trovano nella zona sud-est del plesso ospedaliero.

(g.pir.)

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NOALE – Oggi in Consiglio si parla di ospedale e servizi sanitari 

NOALE – Attivare subito i 40 posti dell’ospedale di comunità e mantenere l’Unità Territoriali di Assistenza Primaria (Utap). Questi i due punti essenziali dell’ordine del giorno che arriverà in Consiglio a Noale oggi (inizio ore 19) e presentato dal capogruppo della Civica dei noalesi Riccardo Michielan e da quello di Progetto dei noalesi Gianni Tegon.

Il documento nasce dopo la seduta straordinaria del 30 settembre, dove intervennero il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato e quello della Fondazione Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) San Camillo del Lido, Francesco Pierobon.

Oltre a questo, la città dei Tempesta proporrà di trasferire negli edifici ospedalieri tutti i servizi di dipartimento di Prevenzione aziendale e di costituire la palazzina dei servizi amministrativi-tecnico professionali aziendali e della direzione strategica, che porterebbe al trasferimento del personale da Dolo e Mirano.

Fermo restando, però, che Michielan e Tegon chiedono di mantenere il Pier Fortunato Calvi come polo riabilitativo, confermando e sviluppando anche la fisioterapia, le attività specialistiche di ambulatorio e di Medicina dello sport.

Alessandro Ragazzo

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Il reparto è classificato “attività a esaurimento”, personale preoccupato

Il primario Giacomin: «Una soluzione? Stabilire una joint-venture con Mestre»

MIRANO – Una joint-venture per Cardiochirurgia. Potrebbe essere la soluzione alla paventata chiusura del reparto miranese, proposta da medici e associazioni. Si è parlato anche di questo ieri a Mirano, durante la quindicesima Giornata di cardiologia interventistica miranese al Teatro di Mirano. Per la prima volta in platea siede anche un assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto. Sul tavolo traguardi raggiunti e obiettivi futuri del reparto d’eccellenza dell’ospedale di Mirano, ma risulta difficile guardare al domani con il destino appeso a un filo: Cardiochirurgia a Mirano per ora è salva, ma per quanto tempo? Per stessa ammissione dei medici che vi operano, il futuro non è per nulla certo. Tutto ruota attorno all’interpretazione di “attività in esaurimento”.

«È la politica a dover spiegare cosa significa e che ne sarà di questo reparto», spiega il primario Alessandro Giacomin, «può voler dire che Mestre riuscirà ad assorbirci, oppure che dipenderà dal fatto che Mirano riesca a dare una mano a Mestre. In entrambi i casi non capiamo i motivi di questa proroga a tempo, perché il concetto è essenzialmente uno: anche se territorialmente divisi, i due reparti di Mirano e Mestre collaborano da tempo tra loro, non sono affatto l’uno un doppione dell’altro, basti pensare alle reperibilità o alle ferie del personale, che si integrano».

La ricetta di Giacomin per scongiurare la chiusura è dunque una: «Mirano può anche essere una succursale di Mestre, non è un problema. Tra i due reparti si può istituire una sorta di joint-venture, un accordo di collaborazione, che consenta a entrambi di operare. Chiaramente dev’esserci la volontà politica e questo noi non lo possiamo sapere».

Per ora i cardiochirurghi miranesi non riescono a essere ottimisti: colgono l’aria di disimpegno su Mirano, notano i primi disinvestimenti nel reparto, come un’azienda che sembra avere i mesi o gli anni contati.

«Ci piacerebbe lavorare più tranquillamente», ammette Giacomin, «da 17 anni questo reparto è una realtà importante che ha acquisto esperienza e un bagaglio di conoscenze noto anche fuori Regione e all’estero. La stessa Regione ha voluto far diventare “hub”, cioè specializzata, l’Emodinamica miranese, ma per questo bisogno mantenere Cardiochirurgia».

Dal luglio 1996, quando fu aperta, Cardiochirurgia ha svolto oltre 4 mila interventi. Oggi vi operano tre cardiochirurghi, un quarto è in arrivo, con circa 80 interventi per ogni primo operatore, 160 a cardiochirurgo.

Filippo De Gaspari

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DOLO – Ancora sul piede di guerra il consigliere della Lega Nord Giovanni Fattoretto che critica alcune scelte della direzione dell’Asl 13.

«Un grande centro direzionale sfruttando gli spazi vuoti dell’ospedale di Noale, con i soldi della vendita di villa Massari? No.»

Da tempo Fattoretto si adopera per un utilizzo funzionale della vecchia struttura di villa Massari.

«La sede del Ospedale di Dolo presenta, con l’area del vecchio Ospedale di Villa Massari, spazi edificati, aree esterne con possibilità di ampliamento ben maggiori di quelle di Noale. Né in qualità di cittadino neppure in qualità di consigliere comunale sono d’accordo sul trasferimento di circa 200 dipendenti dall’ospedale di Dolo all’ospedale di Noale così come anticipato dal direttore generale dell’Ulss 13. Dolo e tutta la Riviera del Brenta ha già subito pesantissimi contraccolpi alla propria economia con la perdita del Tribunale, con la delocalizzazione di importanti industrie e con il sensibile ridimensionamento dello stesso ospedale. Decisioni non condivise con il territorio, come quella presa a tavolino, dal direttore generale certamente aggravano una situazione già difficile».

Lino Perini

 

DOLO – Crisafi: «Zaia parla bene e razzola male»

Il futuro dell’ospedale di Dolo pare ormai segnato. Con l’approvazione delle schede ospedaliere, senza aver accolto alcuna delle richieste della commissione dolese sull’ospedale, i margini di salvaguardare la struttura sanitaria locale sono ormai ridottissimi, per non dire nulli.

Ma il presidente della commissione, Vincenzo Crisafi, non ci sta ed attacca la Regione. «Zaia – afferma – parla bene e razzola male. Da una parte afferma che bisogna smetterla con gli ospedali a grandi vetrate e che invece bisogna puntare sull’efficienza delle strutture e sulla preparazione degli operatori; dall’altra depotenzia l’intera area sud del Brenta riducendo l’ospedale di Dolo a piccolo presidio a vocazione essenzialmente geriatrica».

Rilanciando: «Il risultato fra qualche anno sarà che i pazienti dovranno rivolgersi proprio in quegli ospedali da grandi vetrate con poca efficienza e poca sostanza. A nulla sono valse le richieste traversali di tutte le forze politiche dolesi, eccezion fatta per i leghisti maroniani. Sembrerebbe dall’approvazione definitiva delle schede che Mirano l’abbia spuntata, ma temo che fra qualche anno cambierà la storia anche dell’ospedale di Mirano».

E boccia pure il trasferimento degli uffici amministrativi: «Intanto tutti gli amministrativi sbaraccheranno da Dolo per andare a Noale, pare che ci sarà un grande risparmio si, ma sempre a scapito dei lavoratori che dalla loro busta paga si vedranno sottratti circa duecento euro al mese di benzina e di consumo macchina».

Concludendo: «Credo sia necessario che vengano studiate schede e Piano per poterle contestare con eventuali opportuni ricorsi».

 

SALZANO – VenetoStrade non autorizza il transito sulla nuova bretella di Robegano

SALZANO – Oltre un anno di attesa per ricevere una risposta negativa. C’è grande malumore a Salzano per la risposta ricevuta dalla Provincia alla richiesta di vietare il passaggio dei camion in centro a Robegano.

L’istanza era partita nel 2012 dal sindaco Quaresimin in accordo con l’allora sindaco di Martellago Brunello. I due Comuni chiedevano di vietare il transito dei tir nei due centri abitati: a Martellago per i camion provenienti dalla provinciale 36 e diretti a nord, a Robegano per quelli provenienti dalla provinciale 38 e diretti verso Noale.

I due sindaci chiedevano che il traffico venisse riversato sulla nuova bretella di Robegano, ma proteste e sollecitazioni non sono bastate. A Robegano nei mesi scorsi si mosse pure il parroco, mentre un gruppo di residenti ha minacciato più volte di bloccare la strada. Niente da fare: Veneto Strade non ha dato il via libera per il riversamento del traffico sulla nuova bretella, Robegano continuerà dunque a sorbirsi lo smog in quella strada già dissestata.

«Sono sconcertato da questa decisione e ho già informato il Prefetto della questione – sbotta Quaresimin – Più volte abbiamo segnalato i problemi di sicurezza in centro a Robegano, dove si affacciano una chiesa, una scuola materna, un nido e una piazza».

(g.pip.)

 

IL PROGETTO – Creare un centro direzionale a Noale e dismettere immobili a Dolo e Mirano

Realizzare un grande centro direzionale sfruttando gli spazi vuoti dell’ospedale di Noale, tagliare le spese per risparmiare circa due milioni di euro tra affitti risparmiati e razionalizzazione del lavoro: il progetto è stato illustrato martedì a Mirano dal direttore dell’Ulss 13 Gino Gumirato in un incontro a cui hanno preso parte Cgil, Cisl e Uil oltre alle rappresentanze sindacali di base. Ulteriori studi sugli immobili dell’azienda sanitaria saranno effettuati nelle prossime settimane per poi presentare alla Regione il documento dettagliato con la richiesta di autorizzazione.

«La scelta definitiva è ancora distante ma questa è un’ipotesi concreta su cui stiamo lavorando – ammette Gumirato -. Nel piano di razionalizzazione complessiva degli immobili di Dolo, Mirano e Noale pensiamo che proprio a Noale potrebbe nascere un centro aggregante con varie funzioni direzionali».

Il motivo è facilmente intuibile: le schede ospedaliere con cui la giunta Zaia ha recentemente ridisegnato il quadro della sanità locale prevedono che a Noale non vi siano più i posti-letto per acuti, visto che la Lungodegenza sarà trasferita a Dolo. Noale resta dunque un polo importante da sfruttare nel modo più redditizio, ed è per questo motivo che i vertici dell’Ulss 13 ragionano sull’opportunità di portare in questa sede molti uffici.

Attualmente gli uffici sono dislocati soprattutto tra i poli di Mirano e Dolo: l’ufficio acquisti e l’ufficio personale sono a Dolo mentre l’ufficio tecnico è suddiviso tra il Miranese e la Riviera, giusto per fare alcuni esempi. L’ipotesi è quella di rivedere completamente questa organizzazione concentrando varie funzioni principali proprio a Noale.

Per molti dipendenti potrebbero dunque prospettarsi trasferimenti nel raggio di 15 chilometri (da Mirano a Noale) o di 23 chilometri (da Dolo a Noale): come sarà accolto questo progetto? Cisl e Uil non sarebbero contrari al progetto di razionalizzazione, nonostante i loro iscritti non vedano di buon occhio il trasferimento, ma i sindacati sono convinti che il risparmio che si ottiene sia tale da giustificare gli inevitabili disagi dei dipendenti. Pronti a salire sulle barricate invece sarebbero i sindacalisti della Cgil. Gumirato comunque è intenzionato ad andare avanti.

Gabriele Pipia

 

 

Civile, tagli confermati Salvataggio di Villa Salus

A Mestre ottanta dipendenti non perdono il lavoro, Chioggia guadagna posti letto

L’approvazione delle schede ospedaliere da parte della Giunta regionale scongiura il rischio di un forte taglio di posti di lavoro a Villa Salus, a Mestre. Da Palazzo Balbi ieri pomeriggio è infatti stata ripristinata l’assegnazione della attività chirurgico-ortopedica per la clinica del Terraglio. Possibilità indicata sin da subito dalla Giunta, ma che la V commissione regionale aveva invece cassato nella sua disamina delle schede fatta due mesi fa e che inizialmente voleva però essere una sorta di compensazione alla perdita del Punto nascite in favore dell’ospedale dell’Angelo, confermata peraltro dalle schede approvate ieri.

«La Giunta ha accolto il nostro appello e quello dei sindacati», commenta rinfrancato Mario Bassano, direttore generale vicario di Villa Salus. «Ora le prospettive saranno diverse, perché ci permetteranno di guardare con più serenità al futuro. Assieme ai sindacati cercheremo di capire come garantire il posto di lavoro a tutti, perché non è certo nostra volontà lasciare a casa i dipendenti».

Senza la possibilità ora concessa dalla Giunta regionale Villa Salus si sarebbe trovata costretta a rivedere la posizione di un’ottantina di lavoratori. Aspetto importante è anche quello della conferma dei posti letto e delle attività chirurgico ortopediche al Policlinico San Marco, come indicato dalla V commissione, cosa che di conseguenza eviterà ulteriori esuberi dopo quelli della scorsa primavera.

Asl 10 Veneto Orientale. Sono complessivamente 516 i posti letti confermati nelle schede ospedaliere e territoriali varate ieri, con 26 primariati. Nello specifico, 218 posti letto e 11 dirigenti medici a San Donà, mentre Portogruaro può contare su 228 posti letto e 12 primariati. Chiude il cerchio la struttura di Jesolo che avrà un indirizzo riabilitativo e che disporrà di 70 letti e 3 primari. Saranno invece 103 i letti disponibili nelle strutture private convenzionate del territorio.

Asl 12 Venezia. Confermato il taglio cospicuo di posti letto per Venezia e Mestre, con un totale di disponibilità per l’intera Asl che recita 878 posti letto e 56 primariati. L’ospedale dell’Angelo sarà l’Hub di riferimento per tutte le quattro aziende sanitarie veneziane, così come Mestre rimarrà sede della Banca degli Occhi e Venezia avrà nel Civile un presidio ospedaliero di rete.

Ci sarà poi la possibilità di attivare ulteriori 50 posti letto di struttura intermedia (ancora però da definire come e dove), dei quali 20 riguarderanno direttamente Venezia. Infine, per i pazienti fuori Regione vanno aggiunti altri 20 posti letto di disponibilità.

Per quanto riguarda lo specifico, l’Angelo disporrà di 568 letti e 38 dirigenti medici, mentre il Civile ne avrà 310 e 18. Le strutture private accreditate sono state confermate con 150 letti al Policlinico San Marco, 100 al San Camillo del Lido, 182 a Villa Salus e 78 al Fatebenefratelli a Venezia.

Asl 13 Mirano-Dolo. Tutto come da copione per questa Asl che potrà contare su 647 letti e 26 primari. L’ospedale di Mirano, che vede confermata l’attività cardiochirurgica ad esaurimento in favore dell’Hub mestrino, conterà su 290 letti e 11 apicalità. L’ospedale di Dolo avrà invece 357 posti e 15 dirigenti medici. La struttura di Noale, che dovrebbe essere uno dei famosi e annunciati “ospedali di comunità”, potrà essere valutata anche con indirizzo riabilitativo.

Asl 14 Chioggia. Confermato l’incremento di posti letto per l’ospedale chioggiotto. Si sale da 220 a 238 con 17 primari.

Le Asl avranno ora tempo fino al 2015 per attuare il Piano e le indicazioni delle schede ospedaliere e territoriali. La richiesta di sindacati e amministratori locali è però quella di attuare i tagli previsti dal piano, ormai approvato, dopo che verranno attivati gli ospedali di comunità e le altre strutture intermedie previste, in modo da non gravare eccessivamente sui servizi sanitari offerti al cittadino, con tagli magari immediati a dispetto delle attivazioni da garantire sul territorio.

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NOALE. Noale ha il suo piano delle acque. Ieri in Provincia, il Comune ha firmato l’accordo, dove sono stati individuati quegli interventi di manutenzione in grado di ridurre i rischi idraulici e aumentare la sicurezza. Ci sono delle zone a rischio, come via Ongari e via Ronco a Moniego, e via dei Tigli a Noale. Riguardo via Ongari, spesso negli anni passati si è finiti sott’acqua quando scendeva un po’ più di pioggia, poi sono stati fatti dei lavori ma resta sempre una zona a rischio. Così come via dei Tigli, dov’è in programma un cantiere per sistemare la rete idrografica minore e quella fognaria. Sarà installata una pompa, vicino al campo sportivo, che entrerà in funzione non appena ci saranno delle forti precipitazioni. L’obiettivo è scaricare l’acqua nel Marzenego.

«Le alluvioni» spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia «si ripetono a ogni cambio di stagione. Serve una nuova cultura idraulica, che negli ultimi anni è stata dimenticata. Durante le precipitazioni intense, si deve agire con regole precise; quando scattano gli allarmi meteo, ad esempio, si devono bloccare i sottopassi a rischio e far uscire le auto dai garage interrati».

Il piano delle acque è quasi pronto e sarà inserito all’interno del Piano d’assetto del territorio (Pat). «Nelle zone a rischio» aggiunge il sindaco Michele Celeghin «prevediamo degli interventi che dovrebbero metterci al riparo dai problemi».

(a.rag.)

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