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Ieri vertice tra sindaci, Trenitalia e Regione. Da aprile ci sarà un nuovo convoglio mattutino sulla Treviso-Portogruaro

ODERZO – Nuove trattative, ieri, fra i sindaci della tratta ferroviaria Treviso-Portoguaro e Trenitalia per il miglioramento dell’orario cadenzato che nelle prime settimane di attivazione ha suscitato molte critiche. «Ottimo lavoro», è il commento del comitato “Oderzo si muove”. Erano presenti al vertice di ieri i Comuni di Oderzo, Motta di Livenza, Ponte di Piave, San Biagio di Callalta, l’assessore Chisso per la Regione Veneto e i rappresentanti di Trenitalia.

Il consigliere comunale di Oderzo Francesco Montagner spiega le decisioni concordate: «Ci sarà l’ inserimento di una nuova corsa con partenza da Portogruaro alle 6.18, Oderzo 6.50, arrivo a Treviso alle 7.18. Questo treno viene incontro alle richieste dei pendolari e studenti di arrivare a Treviso per tempo e di prendere il treno delle 7.25 per Padova via Mestre. L’entrata in servizio è prevista metà di aprile. Gli autobus sostitutivi delle 6.19 che partivano da Ponte di Piave per Oderzo, Motta, Portogruaro, partiranno ora da San Biagio in modo caricare anche gli studenti che vivono tra San Biagio e Fagarè. Verrà inoltre aggiunto un ulteriore autobus ai due già operativi. Verranno rinforzate anche le corse per gli autobus in partenza da Motta di Livenza». «Restiamo in attesa di degli orari precisi», spiega Montagner, «gli autobus sostitutivi Portogruaro – Motta di Livenza – San Biagio cesseranno il loro servizio con l’avvio della nuova corsa del treno prevista per metà aprile». Si è condiviso l’obiettivo di scadenzare la Tratta Treviso – Portogruaro in considerazione della particolarità di questa linea a binario unico ripristinata con la finalità di utilizzarla soprattutto per i grandi trasporti merci. Nei prossimi incontri saranno rese note le frequenze delle varie corse. Resta inteso che cadranno le coincidenze con le frecce a Treviso e Portogruaro, ma la maggioranza degli utenti della tratta sono pendolari e studenti che gravitano sull’Opitergino Mottense. Il prossimo incontro è previsto per la prima settimana di marzo. «In questa data» prosegue Montagner, «oltre alle verifiche delle azioni intraprese, si andranno a vedere le altre corse pomeridiane. Sarà possibile inserire una corsa con partenza da Treviso alle 14,31». L’obliteratrice scardinata a Oderzo nei giorni scorsi per via di un atto vandalico sarà presto riattaccata al muro e rimessa in funzione. Intanto l’obliteratrice a terra, nei giorni scorsi, è stata avvolta in una calda copertina, perché non prenda freddo in attesa del ripristino: un’azione chiaramente provocatoria, compiuta da qualche viaggiatore di passaggio, per segnalare i rallentamenti provocati dalla burocrazia e dall’incredibile scarico delle competenze.

Giuseppina Piovesana

 

Gazzettino – Treni, nuovi disservizi sul tavolo

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27

gen

2014

Oggi incontro tra Chisso e i sindaci. Problemi sulla corsa sostitutiva dopo mezzanotte sulla tratta Venezia-Portogruaro

Chisso incontra i sindaci: un’altra “grana” sul tavolo

IL VERTICE – Sul bus pendolari ben oltre la capienza. «E con il Carnevale alle porte rischia di essere il caos»

Oggi è una giornata importante per i pendolari in attesa della conclusione dell’incontro tra l’assessore regionale Renato Chisso e i sindaci dei comuni che si servono della tratta ferroviaria Venezia – Portogruaro.

Nella sede mestrina di Veneto Strade saranno comunicate le modifiche all’orario cadenzato partito il 15 dicembre scorso e in mattinata si saprà quante delle richieste degli utenti sono state accolte. Sul piatto ci sono delle trattative importanti, soprattutto per quanto riguarda il ripristino dell’ultimo treno della notte e il primo del mattino, le corse dell’ora di pranzo per gli studenti e del fine settimana, i treni sospesi nei periodi delle festività scolastiche e il cambio a Mestre al binario giardino che fa perdere numerose coincidenze.

Intanto i disagi continuano e fioccano le segnalazioni nella pagine Facebook dei Comitati della zona che registrano giorno dopo giorno i disservizi. Ed è di ieri l’ultima denuncia pesante di un viaggiatore che rientrava da Venezia dopo mezzanotte. L’autobus notturno che sostituisce l’ultima corsa dal capoluogo a Portogruaro, che avrebbe una capienza massima di 47 posti, si è ritrovato a caricare una sessantina di persone, una situazione che avrebbe preoccupato molto anche l’autista.

Dal 15 dicembre il treno era stato sostituito da un pullman da 30 posti. In seguito alle polemiche e alle richieste dei pendolari emerse nel precedente incontro tra sindaci, Regione e Trenitalia, era stato previsto un autobus un po’ più capiente che però in alcune situazioni si rivela ancora insufficiente. «Dagli hotel ci riferiscono alcune disavventure che capitano anche ai turisti – spiega la sindaca Silvia Conte – Qualche giorno fa una scolaresca di americani voleva rientrare a Quarto con la corsa di mezzanotte e mezza ma nel pulmino i ragazzi non ci stavano».

La situazione rischia di diventare ancora più critica nei prossimi giorni quando inizierà il via vai di turisti per il Carnevale di Venezia.

I sindaci oggi chiederanno più trasparenza anche sui dati della frequentazione dei treni. «Alcuni treni sono stati soppressi e altri spostati – conclude Conte – Vogliamo sapere che frequentazione avevano avevano prima e quante persone li prendono adesso. Il mio timore è che molte persone non lo prendano più perché è stata cancellata la loro corsa. Nella fascia tra le 20 e le 22, ad esempio, prima c’era un treno che trasportava circa 90 persone. Ora questo treno non c’è più e vorrei sapere come ne è stata calcolata la frequentazione».

Melody Fusaro

 

Gazzettino – Treni. Pendolari esclusi, Chisso nel mirino.

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26

gen

2014

TRENI – Rabbia dei pendolari «Chisso ci esclude»

LA CRITICA «Un solo incontro, poi più nulla»

«Ci ha ascoltato solo una volta, dopo la manifestazione di protesta sotto al palazzo della Regione – affermano i rappresentanti dei comitati dei pendolari della tratta – Da allora non ha più voluto incontrarci»

I PROBLEMI  «Ritardi e disagi dimostrano che la situazione non è cambiata»

CADENZATO Dopo le proteste per il nuovo orario, domani Chisso incontra di nuovo i sindaci

TRASPORTI I comitati attendono risposte su treni notturni, fine settimana e mattino

Domani all’incontro sull’orario cadenzato invitati solo i sindaci: «Inascoltate le nostre richieste»

Non trapelano indiscrezioni sulle correzioni all’orario cadenzato che saranno presentate domani mattina durante l’incontro tra l’assessore regionale Renato Chisso e i sindaci della tratta Portogruaro Venezia nella sede di Veneto Strade.
  I pendolari non si fanno illusioni e contestano a Chisso la decisione di non incontrare i rappresentanti dei comitati.

«Ci ha ascoltato solo una volta, dopo la manifestazione di protesta sotto al palazzo della Regione – affermano i rappresentanti dei comitati dei pendolari della tratta – Da allora non ha più voluto incontrarci».

Chisso ha deciso di discutere le problematiche del nuovo orario solo con i sindaci dei comuni interessati al passaggio delle linea ferroviaria, che si sono fatti portavoce delle richieste dei comitati locali. Proprio venerdì mattina Andrea Follini e Silvia Conte hanno fatto un incontro di aggiornamento con alcuni rappresentanti dei pendolari della zona, per riassumere le situazioni critiche e le emergenze principali che ancora non hanno avuto una risposta. Prime fra tutte, come ribadiscono da mesi i pendolari, le poche corse del fine settimana, i treni notturni e delle prime ore del mattino.

«Chi va a lavorare a Venezia non lo fa dal lunedì al venerdì – ribadisce Luciano Ferro del Comitato pendolari di Quarto d’Altino – Ora il sabato e la domenica vado al lavoro in macchina alle 5,30 del mattino e come me lo fa chi lavora in ospedale, fa i turni negli hotel o lavora nello spettacolo. Poi c’è il problema di quell’enorme buco dalle 20 alle 22 che si è creato dopo la cancellazione della corsa della 21,26 da Venezia. Non sono fiducioso nell’incontro di domani, e i continui ritardi e disagi sono la dimostrazione che nulla sta cambiando».

Il Comitato Pendolari del Veneto Orientale sottolinea le stesse problematiche, precisando anche le difficoltà nella sostituzione del treno di mezzanotte con un autobus per gli utenti che devono fare percorsi lunghi.

«Chi deve andare a Portogruaro arriva a casa alle due del mattino – spiegano i portavoce del comitato – è stato fatto un cattivo lavoro perché non siamo stati interpellati e ascoltati dalla Regione ed è stato stravolto tutto senza tenere conto delle nostre necessità. Così si gioca con il lavoro e la vita delle persone».

Il CPVO affida ai sindaci nuove richieste su cui vorrebbe risposte precise: «Siamo sicuri che poi, quando finiranno le scuole, non ci taglieranno altri treni? Noi non siamo soddisfatti di ciò che è stato fatto finora ma speriamo che ora si inizi a ragionare». Qualcuno di loro domani sarà fuori dal palazzo di Veneto Strade ad attendere le novità.

 

QUARTO D’ALTINO – I sindaci della tratta Venezia-Portogruaro incontrano l’assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso. Lunedì è in programma un secondo faccia a faccia tra gli amministratori locali, in testa il sindaco altinate, Silvia Conte, per discutere delle problematiche dell’orario cadenzato. Si parlerà dei treni della sera, quelli che sono stati eliminati o sostituiti, delle corse festive, della fascia oraria più scoperta. La speranza dei sindaci è quella di avere risposte sulle partite più urgenti.

Nel frattempo i comitati dei pendolari stanno organizzando un volantinaggio e una manifestazione a Venezia, che si dovrebbero svolgere nella prima settimana di febbraio.

«Chiediamo da tempo un tavolo di confronto», spiegano i pendolari, «come avviene in tutte la regioni d’Italia o quasi, chiediamo che gli orari siano fatti tenendo conto delle reali necessità della popolazione, chiediamo da un pezzo e abbiamo intenzione di chiedere ancora una integrazione dei vari servizi pubblici». «Aspettiamo fiduciosi le risposte dell’assessore», si legge sulla pagina Facebook, «l’assessore si ricordi che non ci sta regalando nulla. Paghiamo un servizio e vogliamo che funzioni».

(m.a.)

 

Traffico ferroviario nel caos per due ore sulla linea Padova-Bassano-Padova

Ritardi fino a 45 minuti nell’ora di punta. Il sindaco Zanon: ci vogliono i sottopassi

SANTA GIUSTINA IN COLLE – Non bastano i ritardi giornalieri a far imbufalire i pendolari che utilizzano il treno per i loro spostamenti, adesso ci si mette anche la cattiva sorte. Ieri mattina alle 6.50, infatti, in uno dei tre passaggi a livello di Fratte si è rotta la resistenza elettrica che dà il comando per l’abbassamento delle sbarre. Di conseguenza anche gli altri due passaggi a livello, collegati al primo, sono rimasti aperti. L’effetto è stato nefasto per la circolazione ferroviaria sulla linea Padova-Bassano-Padova, costretta a rallentare. I lavori di ripristino si sono protratti per quasi due ore. Alcuni convogli in partenza da Padova sono stati fatti sostare a Camposampiero, quelli in partenza da Bassano sono rimasti fermi per un po’ di tempo a Cittadella, gli altri sono stati fatti partire in ritardo da ambedue le stazioni. Il guasto si è verificato di prima mattina nei passaggi a livello a raso di via Fontane Bianche e di via Albere, e ha inevitabilmente causato ritardi fino a 45 minuti dei sette treni regionali in transito dalle 6.50 alle 8.40. Pesanti i disagi per migliaia di lavoratori e studenti considerato che la rottura è disgraziatamente avvenuta nell’ora di punta. Sono intervenute le squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana che hanno provveduto alle riparazioni e alla riattivazione delle normali condizioni di circolazione.

«Tecnicamente si è trattato di un guasto elettrico del controllo di chiusura», ha fatto sapere Rfi. «I passaggi a livello sono situati al km 19.093 e km 18.740 della linea. In attesa del ripristino degli apparati, il traffico ferroviario è proseguito secondo i protocolli previsti a garanzia della sicurezza, ma con inevitabili ripercussioni sulla regolarità».

Quindi transito con marcia a vista. I convogli interessati dal rallentamento sono stati il 5921 da Bassano, che ha accumulato 50 minuti di ritardo, il 5922 da Padova (28 minuti di ritardo), il 5922 bis da Padova (21 minuti), il 5923 da Bassano (40 minuti), il 5924 da Padova (38 minuti), il 5925 da Bassano (29 minuti) e il 5926 da Padova (23 minuti).

«Superaffollamenti o rotture, a rimetterci sono sempre le fasce deboli», dichiara con preoccupazione il sindaco di Camposampiero Domenico Zanon, che ha ricevuto le doglianze dei suoi concittadini. «L’episodio di oggi (ieri, ndc) fa comprendere quando siano fuori dal tempo i passaggi a livello a raso che vanno tutti eliminati in favore dei sottopassi secondo il modello adottato dalla metropolitana di superficie. Quando le sbarre restano aperte il rischio non lo corrono solo utenti e operatori dei treni ma anche chi si trova ad attraversare i passaggi a livello in auto, in bici o a piedi. La sicurezza deve essere messa sempre al primo posto».

Giusy Andreoli

 

TRENI, LE REAZIONI ALL’ANNUNCIATO AUMENTO DELLE TARIFFE

PADOVA – Dal primo gennaio, per andare da Padova e Venezia, non si devono più sborsare 3.55, ma 3.60 euro. In pratica spostarsi in treno in Veneto costa tra i 5 e 10 centesimi in più, mentre sono cresciuti anche i prezzi degli abbonamenti. In genere di un euro al mese. Nonostante i recenti aumenti, l’assessore alla Mobilità, Renato Chissso, nell’ultima riunione con Trenitalia e con gli esponenti politici, non ha avuto peli sulla lingua nell’anticipare che, già a partire dal prossimo primo giugno, sarebbe necessario un ulteriore aumento delle tariffe. In questo caso aumenterebbero solo i prezzi dei singoli biglietti, non quelli degli abbonamenti.

«No», sottolinea Roberto Nardo, della segreteria regionale di Adiconsum Cisl, «non ci stiamo. I prezzi attuali dei biglietti sono già alti. Non possiamo chiedere altri sacrifici agli utenti, che hanno gli stipendi e le pensioni bloccati da cinque anni. E poi perché i viaggiatori dovrebbero pagare di più quando la qualità del servizio non è ancora soddisfacente?».

Più possibilisti Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt–Cgil, e Davide Grisafi, presidente di AssoUtenti del Veneto. «Un leggero ritocco delle tariffe delle singole corse, ma non degli abbonamenti ci può anche stare» osserva Simonaggio», «ma i prezzi degli abbonamenti devono restare gli stessi. Gli eventuali, piccoli, aumenti, poi, dovranno entrare in vigore solo dopo che Regione e Trenitalia avranno effettuato i miglioramenti e gli aggiustamenti promessi, e non dopo. Ma, per mettere in atto un servizio di qualità, devono essere acquistati 80 nuovi treni. Ogni convoglio costa dieci milioni di euro. Quindi i ritocchi delle tariffe serviranno a poco se la Regione non mette sul piatto nuove e cospicue risorse».

Sintetico il commento di Grisafi. «L’orario cadenzato è un grande vantaggio. Non è vero che dal 15 dicembre tutto va male. Questo è solo sfascismo. Servono soltanto alcuni miglioramenti. Se serve un lieve ritocco per le tariffe, ma non per gli abbonamenti, ben venga. Non è questo il vero problema ai fini di un servizio più efficiente e qualificato» .

Il contratto con Trenitalia, ha ricordato l’atro giorno Costantino Toniolo (Pdl-Ncd), presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, si attesta sui 156 milioni l’anno, Iva compresa. «La cifra ad oggi», spiega Toniolo, non è totalmente coperta: mancano una decina di milioni di euro che si dovranno trovare nelle pieghe di bilancio».

Felice Paduano

Ennesimo disservizio per gli utenti delle Ferrovie

Reolon duro: «Serve una risposta concreta dalla Regione»

BELLUNO – Continuano i disagi per i pendolari delle ferrovie, alle prese con treni cancellati e ritardi. L’ultimo disservizio è di ieri pomeriggio e riguarda il treno per Padova delle 14.48. L’ennesima beffa. Sono le 14.35 e l’altoparlante della stazione di Belluno annuncia che il treno diretto verso la città di Sant’Antonio è pronto alla partenza. Passano venti minuti, ma il mezzo non si muove. I viaggiatori sono perplessi: cosa sta accadendo? Perché non parte? La risposta non tarda ad arrivare e non è delle migliori: la corsa è annullata. La rabbia sale e raggiunge il top quando si viene a conoscere il motivo della soppressione della corsa: mancava il capotreno. A questo punto l’unica alternativa è attendere un’ora e prendere il treno successivo, ma per molti questo comporta la perdita delle relative coincidenze e l’arrivo a destinazione con una o anche due ore di ritardo.

La rabbia di Reolon. Nei giorni scorsi, ritardi si sono registrati anche per problemi ai passaggi a livello, mentre altre corse sono state annullate per la mancanza del personale viaggiante. A ribadire lo stato disastroso in cui versano le ferrovie in provincia di Belluno e a criticare la decisione della Regione di rescindere il contratto con Trenitalia, è il consigliere del Pd, Sergio Reolon. «Nel giro di pochi giorni il Veneto ha disdetto il contratto con Trenitalia e sta preparando le basi per individuare un nuovo gestore. Nel frattempo l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha avviato un’indagine sui servizi di trasporto ai passeggeri, unica nota positiva che permetterà di tracciare una linea strategica, tenendo in considerazione le problematiche emerse nei vari territori», dice Reolon, che continua la sua critica: «A questo punto Zaia si complimenta con l’Authority, riconoscendo la necessità di attuare un tale procedimento. In pratica, lui stesso ammette, involontariamente, la totale incapacità della Regione di vigilare sulla situazione trasporti». Ma non è finita qui, «a rendere ancora più esilarante la faccenda, sono le giustificazioni di Trenitalia, che imputa alla geografia particolare della Pianura Padana i problemi legati ai disservizi. Questa notizia è emersa durante l’incontro di stamattina (ieri per chi legge, ndr) a Palazzo Ferro Fini». All’incontro erano presenti Renato Chisso, assessore alla mobilità e alle infrastrutture, l’ingegner Maria Annunziata Giaconia, responsabile Trenitalia Veneto e Friuli, e Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali. «Il vero problema è che la Regione non investe denaro e risorse adeguate per attuare le modifiche necessarie. Per una volta mi piacerebbe sentire da Chisso, quali sono le soluzioni concrete per far fronte ai disagi creati dai buchi nell’orario, dai ritardi e dai disservizi di ogni sorta». Per Sergio Reolon i pendolari «vanno ascoltati perché possono essere una risorsa strategica, ma è necessario anche tenere conto di tutto il sistema turistico del territorio. Per ogni esigenza, Chisso, deve dare una risposta concreta in termini di azioni e di tempi».

 

TRASPORTI – L’assessore Chisso risponde alle accuse. E si appella al Consiglio: «Per avere più servizi servono più fondi»

VENEZIA – Perché la Regione Veneto non paga Trenitalia. L’accusa era stata rivolta dall’ingegnere Maria Giaconìa, responsabile di Trenitalia per Veneto e Friuli Venezia Giulia, durante la seduta della commissione Trasporti a Palazzo Ferro Fini. Interpellato, l’assessore ai Trasporti Renato Chisso ieri ha dettagliato la situazione debitoria della Regione.
1) I 3 milioni costituiscono, approssimativamente, la spesa “a catalogo” (il “listino” prezzi” di Trenitalia) dei servizi ferroviari ulteriori richiesti a Trenitalia dopo la definizione dell’orario cadenzato, nonché per i servizi effettuati con bus sostitutivi. La quantificazione è approssimativa in quanto alcuni servizi sono stati attivati subito, altri non ancora. La spesa – ha spiegato l’assessore – va rinviata alle decisioni consiliari sul bilancio, nella logica più volte enunciata da molti rappresentanti consiliari secondo i quali la Regione dovrebbe investire di più per dare le risposte necessarie ai cittadini.
2) I 23 milioni relativi ai servizi svolti nell’anno 2012 sono in realtà 20 milioni 475 mila euro. Nel 2012 – ha spiegato Chisso – il trasferimento dei fondi statali è calato rispetto a quanto era stato previsto. Palazzo Balbi, con la delibera 1923 del 28/10/2013, ha reperito le risorse necessarie alla copertura del debito. Dunque, il debito c’è, ma è solvibile. Si attende il prescritto parere del ministero delle Infrastrutture e del ministero dell’Economia per dar seguito al pagamento.
3) I 15 milioni di euro di debito relativi al cofinanziamento di treni acquistati e messi in esercizio da Trenitalia, sono stati definiti con il contratto 2009-2014. In pratica il pagamento del contratto da parte della Regione è comprensivo della quota parte di quei treni.
4) Quanto alla somma aggiuntiva per l’orario cadenzato (da 130 a 140 complessivi), Chisso aveva già spiegato che sulla carta mancano meno di 10 milioni e che saranno reperiti o col bilancio 2014 o con l’assestamento o con le probabili multe a Trenitalia per ritardi e disservizi.

 

Nuova Venezia – La Regione aumenta i biglietti dei treni

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23

gen

2014

FERROVIE DEL VENETO» RINCARI A GIUGNO

Chisso: abbonamenti esclusi dai rincari, il servizio sta migliorando.

Frecciata di Trenitalia: siete in ritardo nei pagamenti

VENEZIA – Le tariffe dei treni regionali aumenteranno entro l’anno, forse già a partire da giugno: il ritocco non riguarderà gli abbonamenti per studenti e lavoratori ma i singoli biglietti, quelli acquistati dai “viaggiatori occasionali”. L’ha annunciato l’assessore alla mobilità Renato Chisso, a conclusione di una lunga seduta della commissione trasporti dedicata ai ritardi e disservizi che affliggono i pendolari delle Ferrovie. «L’adeguamento del prezzo», ha aggiunto «ci fornirà le risorse necessarie ad affrontare le criticità e i “buchi” emersi in questa fase di sperimentazione dell’orario cadenzato». Il rincaro, ancora indefinito, sarà modulato sul fabbisogno finanziario degli investimenti in agenda che riguardano in particolare l’ammodernamento di rete.

La riunione di Palazzo Ferro-Fini, presieduta da Andrea Bassi, si è aperta con l’intervento dell’ingegnere Maria Giaconìa, responsabile di Trenitalia a Nordest: «La media della puntualità dei treni regionali in Veneto è migliorata», ha affermato esibendo tabelle e istogrammi «nel gennaio 2013 risultava in orario l’88,17% dei convogli contro il 91,37% attuale. Analogamente, nelle ore di punta, l’indice di rispetto è salito dall’87,45 al 90,02%». Ancora: il 98,23% dei treni è rimasto entro la soglia (generosa, in verità) dei 15 minuti di ritardo, migliorando di un punto la performance precedente e nelle cinque settimane d’avvio cadenzato il numero delle cancellazioni è sceso del 40% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso. Anche Chisso, pur deciso a multare Trenitalia per i ritardi di dicembre, sottolinea che il nuovo orario garantisce quasi 200 corse in più (da 600 a 780) al giorno. Ma il sistema su rotaia è a macchie di leopardo: «Il servizio è migliorato in maniera netta sull’asse centrale Venezia-Padova-Vicenza-Verona», sostiene «mentre permangono criticità sulle linee Vicenza-Schio, Portogruaro-Oderzo-Treviso, Portogruaro-Venezia, Bassano-Mestre, Calalzo Padova, Padova-Bassano, Rovigo-Verona e Monselice-Mantova». Entro aprile – la promessa – l’entrata in servizio di 20 nuovi treni consentirà di sciogliere i nodi coincidenze, velocità e capacità dei convogli.

Trenitalia, però, non ci sta a sobbarcarsi l’intero fardello delle responsabilità: «Il contratto di servizio regionale siglato nel 2013 vale 130 milioni di euro, aumentati a 140 con l’introduzione dell’orario cadenzato», scandisce Maria Giaconìa «la Regione però non ha ancora completato il pagamento del servizio 2012, mancano ancora 23 milioni, e ora deve far fronte ai costi del nuovo orario, 10 milioni, e agli investimenti in corso d’opera, altri 3 milioni.

Inoltre, attendiamo fiduciosi il saldo di 15 milioni a cofinanziamento del materiale rotabile: minuetti diesel, treni elettrici e treni ad alta frequentazione. Trenitalia, raccolte le segnalazioni dei passeggeri sta realizzando migliorie e aggiustamenti ma lo fa a spese proprie». E le manutenzioni carenti? «Dal 2008 ad oggi abbiamo investito oltre 10 milioni nelle officine di Verona e di Mestre, ora ci siamo fermati in attesa di comprendere le intenzioni del committente». L’assessore ascolta, sorride e poi chiosa: «Oggi Trenitalia si è tolta un sassolino, anzi un pieròn».

Filippo Tosatto

 

«Bene l’indagine sui treni ma i problemi restano»

Quarto. Pendolari e sindaco Conte soddisfatti per l’intervento dell’Authority

Lunedì vertice tra i sindaci della tratta Venezia-Portogruaro e l’assessore Chisso 

QUARTO D’ALTINO «Era ora, significa che almeno qualche cosa si muove». I rappresentanti dei pendolari accolgono con positività la notizia dell’avvio da parte dell’Authority dei trasporti, di un’indagine conoscitiva sulla circolazione ferroviaria in Veneto per accertare le qualità del servizio offerto dai treni regionali finiti nell’occhio del ciclone per una lunga serie di ritardi e disservizi.

«Stiamo a vedere», spiega Luciano Ferro, dei pendolari altinati, «per adesso a noi rimangono i problemi quotidiani. Un sottopassaggio della stazione che fa acqua da tutte le parti, pensiline inesistenti, oltre ai convogli e le corse soppresse e che ci costringono a prendere l’auto il sabato e la domenica».

Questa sera i pendolari si riuniranno e decideranno in merito alle due prossime iniziative dei primi giorni di febbraio: volantinaggio e presidio alla stazione di Venezia e la nuova manifestazione in Regione.

«Trovo sia un’ azione molto positiva», interviene il sindaco di Quarto, Silvia Conte, «evidentemente queste Authority create per garantire i consumatori e gli utenti alla fine qualche cosa fanno e le nostre segnalazioni erano fondate. La preoccupazione che noi abbiamo da sempre rappresentato è che, di fatto, in Veneto non viene data alternativa alla macchina, e questo per la mancanzadi un trasporto locale efficente. Anche le politiche regionali sono state orientate ad investire nelle strade e non nel trasporto. La Regione ha sempre tagliato i fondi, per il trasporto senza mettere a bilancio nulla più di quanto viene trasferito dallo Stato».

Precisa: «Evidentemente l’indagine è un atto dovuto di fronte ad una situazione di tagli al servizio che sono stati effettuati: in questo scaricabarile è bene ci sia una autorità super partes che faccia chiarezza».

Precisa: «La mancanza di trasparenza fa anche si che non ci sia modo di sapere quante persone portavano i treni soppressi. Mi domando, ad esempio, ma rispetto all’utenza di prima, oggi quali sono i numeri? La frequenza è aumentata come dovrebbe oppure no? L’orario cadenzato ha un nome ed un cognome, la Regione prima o poi, un po’ di soldi per il trasporto li deve mettere».

Nel frattempo lunedì i sindaci della tratta Venezia-Portogruaro saranno di nuovo dall’assessore regionale ai Trasporti, per discutere delle migliorie e delle possibili soluzioni. Si parlerà dei treni della sera, dei festivi, della fascia oraria più scoperta. Chiude: «Speriamo di avere risposte sulle partite più urgenti».

Marta Artico

 

Gazzettino – Trenitalia: la Regione ci deve 50 milioni

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23

gen

2014

VENETO – Chisso: «Per finanziare treni aggiuntivi, possibili aumenti dei biglietti, ma non per i pendolari»

La società: «Carrozze affollate? Facciamo quello che ci è stato chiesto»

Tre milioni di euro in più per i treni. È la spesa che la Regione Veneto dovrà sostenere per pagare quest’anno i servizi aggiuntivi al nuovo orario cadenzato, 18 corse giornaliere istituite per far fronte alle falle. E se quei fondi non dovessero saltare fuori con il bilancio 2014, non resterà che aumentare il biglietto. «Ma non gli abbonamenti», si è affrettato a precisare l’assessore Renato Chisso, rassicurando così i pendolari. L’eventuale rincaro riguarderà solo i passeggeri “singoli”, a partire dai turisti. Ma – ha aggiunto Chisso – non da subito «perché adesso il servizio non è adeguato».

All’annuncio dell’aumento dei biglietti si è arrivati al termine della seduta di ieri mattina della commissione Trasporti del consiglio regionale del Veneto, tutta dedicata – con l’audizione di Chisso e della responsabile di Trenitalia, l’ingegnere Maria Giaconìa – alle proteste esplose con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato. Lo stesso governatore Luca Zaia è intervenuto nei giorni scorsi schierandosi dalla parte dei pendolari e annunciando la disdetta del contratto a Trenitalia: per il 2015 si farà la gara.

Ieri, però, all’ennesimo intervento sull’affollamento dei treni, l’ingegnere Giaconìa ha chiesto l’immediata replica: «Trenitalia sta effettuando i servizi nelle composizioni richieste dal committente». Cioè dalla Regione.

Tradotto: non è colpa di Trenitalia se in certe fasce orarie nei treni si sta stretti come sardine, toccherebbe alla Regione chiedere più convogli. E, possibilmente, pagarli.

Proprio sul tema degli investimenti c’è stato l’affondo di Giaconìa che, per usare le parole di Chisso, si è tolta non un sassolino dalla scarpa, ma «un pieròn»: «Il contratto di servizio per il trasporto regionale siglato per il 2013 vale 130 milioni di euro, aumentati a 140 con il nuovo orario cadenzato – ha detto Giaconìa – La Regione non ha ancora finito di pagare il contratto 2012, mancano 23 milioni, e deve ora far fronte ai costi del nuovo orario, 10 milioni, e agli investimenti per migliorare il servizio, altri 3 milioni. Inoltre la Regione non ha ancora finito di pagare i treni cofinanziati: aspettiamo ancora 15 milioni».

Altra bordata: Trenitalia sta facendo supplenza di mezzi e personale pure a Sistemi Territoriali sulle linee Adria-Mestre, Rovigo-Chioggia e Rovigo–Verona. Colpa della società presieduta da Gian Michele Gambato? No – si è affrettato a puntualizzare lo stesso Gambato: se il personale non è pronto, è perché la giunta ha approvato la delibera in ritardo.

Ultima sciabolata di Giaconìa: «Dal 2008 Trenitalia ha investito oltre 10 milioni nelle officine di Verona e di Mestre. Per Mestre erano in programma altri 6 milioni di investimenti, ma a questo punto ci fermiamo».

Dunque, programmazione e fondi. Ma con i ritardi come la mettiamo? Ecco, a leggere la relazione di Trenitalia consegnata ieri pare di aver visto in queste settimane «un altro film», come ha detto il consigliere Piergiorgio Cortelazzo: perché dal report di Trenitalia la puntualità è addirittura migliorata rispetto all’anno scorso. Certo, sul concetto di puntualità si può discutere: per Trenitalia è puntuale un treno regionale che arriva anche cinque minuti dopo e lo è pure un interregionale che arriva ben un quarto d’ora dopo. Il pendolare può perdere la coincidenza, ma di questo nel report di Trenitalia non c’è traccia.

Chisso, nel frattempo, chiede «pazienza»: l’orario cadenzato – ha detto – ha portato 200 treni in più. È vero che in alcune tratte ci sono ancora problemi da risolvere (lunedì l’assessore incontrerà i sindaci dell’area Portogruaro-Venezia), ma siamo ancora in rodaggio e comunque per «aprile il 90% delle situazioni lamentate sarà risolto». Con che fondi? Alla peggio aumentando i singoli biglietti.

 

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