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Si allarga la protesta sui nuovi orari cadenzati, petizione all’assessore Chisso «Servono più corse per lavoratori e studenti». L’appoggio del sindaco di Oderzo

ODERZO – Gli utenti della tratta ferroviaria Treviso-Portogruaro hanno consegnato all’assessore regionale Renato Chisso ben 837 firme, raccolte in pochi giorni, per accompagnare le richieste di vedere mantenuti almeno gli attuali tre treni diretti da e per Padova alla mattina e alla sera, oltre alle corse che consentano di raggiungere Treviso per le 8 del mattino e di ritornare a Oderzo nel pomeriggio.

Anche il consiglio comunale di Oderzo, all’unanimità, ha approvato un documento che presenterà in Regione, insieme a tutti i Comuni dell’Opitergino mottense, per sostenere le richieste avanzate dagli utenti della tratta. Fra i consiglieri comunali di tutti gli schieramenti è emersa la sfiducia:

«L’orario cadenzato che ci è stato proposto appare irragionevole, contrario anche agli stessi interessi di Trenitalia», ha detto il sindaco Pietro Dalla Libera.

Intanto però i cittadini si sono organizzati, hanno formato un comitato “Oderzo si muove” ed hanno avviato la raccolta di firme per accompagnare le richieste che hanno messo nero su bianco e che hanno inviato alla Regione.

«Nel clima di incertezza che regna da qualche mese», scrivono gli utenti del treno,«noi pendolari che siamo costretti a prendere il terno per recarci al lavoro o a scuola, con la sottoscrizione del documento nell’imminenza del varo del nuovo orario chiediamo che al mattino vengano garantiti almeno tre treni che arrivino a Treviso entro le ore 7, 7.30 e 8, per garantire a tutti di raggiungere i luoghi di lavoro o le scuole. Chiediamo che nel primo pomeriggio partano da Treviso almeno due treni alle 13.15 e alle 14.15 per garantire il rientro degli studenti e dei lavoratori. Nel tardo pomeriggio dovrebbero partire da Treviso almeno tre treni alle 17.45, alle 18.30 e alle 19.30.

«Con il nuovo orario le partenze mattutine da Treviso si sono ridotte ad un solo treno, con orario impossibile: alle 6.20. Un treno che non serve ai i numerosi studenti e lavoratori, per cui si richiede che vengano mantenuti almeno gli attuali tre treni diretti della mattina e della sera», scrivono i portavoce dei pendolari.

Per tutti i consiglieri comunali di Oderzo, sembra che dietro alla proposta di orari così incongrua, apparentemente irragionevole, avanzata dalla Regione, si nasconda la volontà di sopprimere la tratta ferroviaria.

«Chiediamo alla Regione di approvare le nostre richieste, che sono quelle dei cittadini. Sembra che, con il nuovo orario, abbiano messo le corse quando nessuno le frequenta: è lecito pensar male?», conclude il sindaco di Oderzo.

Giuseppina Piovesana

 

Nell’ex cava di ghiaia “Castagnole” si dovevano stoccare 430 mila metri cubi di rifiuti speciali. Ora parola a Venezia

PAESE – Lunedì sera dal consiglio provinciale è arrivato il “no” all’unanimità da parte del Sant’Artemio al progetto presentato dalla Dal Zilio Inerti per l’impianto, da realizzare nell’ex cava di ghiaia “Castagnole”, dove stoccare 430 mila metri cubi di rifiuti speciali non tossico nocivi, tra cui fanghi derivanti dalle bonifiche o materiali di costruzione.

«La commissione ambiente della Provincia aveva già bocciato il progetto, tenuto conto anche del parere negativo dell’Arpav dal momento che l’impianto non si inserisce nella gerarchia dei rifiuti», spiega l’assessore provinciale all’Ambiente, Alberto Villanova. Ed è con questa premessa che il consiglio provinciale ha espresso il proprio parere unanime contro l’impianto, unendo nella decisione la maggioranza e l’opposizione. Si tratta di un parere vincolante, quello del Sant’Artemio, che ora verrà trasmesso alla Regione a cui spetta la decisione definitiva.

Ma il pronunciamento del consiglio provinciale dell’altra sera rappresenta di fatto un importante stop al piano della Dal Zilio Inerti.

«Il parere dell’Arpav sulla discarica è stato confortante perché in linea con le politiche ambientali della Provincia», continua l’assessore Villanova, «In materia di rifiuti, puntiamo sempre più al recupero».

L’impianto che la Dal Zilio Inerti ha chiesto di realizzare all’ex cava “Castagnole” prevede il conferimento di circa 560 mila tonnellate di rifiuti in otto anni.

Contrari al nuovo sito sia il Comune di Paese che l’associazione Paeseambiente. Del caso è stata informata anche la Commissione europea attraverso l’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni. Il progetto era vecchio di tredici anni ed era tornato negli ultimi mesi alla ribalta dopo le vittorie da parte dei proponenti al Tar e al Consiglio di Stato che sembravano, almeno sulla carta, aver dato un punto di vantaggio alla Dal Zilio Inerti. Ma di traverso si sono messi i cittadini, gli ambientalisti, il Comune e da ultima la Provincia. Ora la parola passa alla Regione che non potrà non tenere conto del pronunciamento.

Rubina Bon

 

Tribuna di Treviso – In marcia contro l’inquinamento

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25

nov

2013

 

Pederobba, Arianova chiama all’appello i cittadini questa sera per dire basta al consumo del territorio

PEDEROBBA. Stop all’inquinamento, AriaNova chiama a raccolta ancora una volta i cittadini. Pederobba con Arianova sarà in prima fila, sabato a Venezia, per la marcia di mobilitazione a difesa dell’ambiente assieme a don Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace) e ad altri 95 comitati veneti.

E stasera, nella sede di via del Cristo a Onigo, si ritroveranno per discutere delle modalità organizzative e di partecipazione alla manifestazione. Una partecipazione che fa seguito a quella tenuta nello scorso febbraio a Pederobba contro i due cogeneratori a biomassa autorizzati dalla Regione Veneto in quel di Pederobba.

Sabato a Venezia Arianova, nella marcia dalla stazione di S. Lucia alla sede della Regione Veneto, porterà come esempio le criticità ambientali presenti a Pederobba e nella Pedemontana.

«Che sono», spiega Daniela Pastega, «un cementificio-coinceneritore autorizzato a bruciare pneumatici (60.000 tonnellate annue), petcoke (60.000 tonnellate annue) e ora anche i rifiuti solidi urbani (rinominati Css – combustibile solido secondario), valori di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici – cancerogeni) tra i più alti del Veneto! (quasi due volte il limite di legge), due cogeneratori a biomasse solo a Pederobba e altri previsti nella Pedemontana.

L’approvazione del DM del 6 luglio 2012 ha inserito tra le biomasse “rinnovabili” anche rifiuti, plastica e gomma. Noi di Arianova partecipiamo in quanto riteniamo importante dare un segnale agli amministratori regionali e nazionali della necessità di cambiare rotta».

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Tribuna di Treviso – Ecco le offerte per i magnati russi

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24

nov

2013

Ville, future aree di sviluppo, centri commerciali.

Camolei: «Attenzione a vendere il patrimonio»

La riservatezza è d’obbligo, per tutelare operatori e proprietari trevigiani. Ciò che è certo è che il prossimo 30 settembre al Bhr Hotel, all’attenzione dei portafogli di venti magnati russi verrà sottoposta anche un’area di sviluppo residenziale e commerciale alle porte di Treviso di oltre 50 mila metri quadri dove si potranno realizzare palazzi condominiali, villette a schiera e una piastra commerciale di oltre 10 mila metri quadri. Si parla inoltre di due ville venete nel coneglianese: villa Cannello valore stimato sui 10 milioni di euro e villa Costabella di oltre 4 milioni di euro.

I russi stanno arrivano per fare shopping immobiliare in una provincia, Treviso, sempre più in vendita. Si tratta di un’iniziativa della Italian Russian Association (I.R.A.), guida di questa “incursione” sarà proprio il Gruppo Basso Spa che ha già annunciato che prenderà in considerazione eventuali offerte per il Centro Leonardo (che comprende il Bhr Hotel per intenderci) oltre all’area di Veneto City a Dolo.

Saranno in tutto 20 gli investitori provenienti da Mosca presenti a Treviso dal prossimo 27 novembre al 1 dicembre. Tutti alla ricerca di opportunità immobiliari interessanti e di alto livello. Sono banche e immobiliaristi soprattutto; tre rappresentano le più importanti agenzie di Mosca. Gorshkova Elvira, capo di investimento immobiliare in Russia di una primaria società di costruzione, Tatiana Ilyina Assistente personale del Direttore Generale di expo design di Mosca, Valeriy Kaseykin vice Coordinatore programma della Duma sviluppo edilizia residenziale, Alla Popova uno dei maggiori esperti in sviluppo di progetti immobiliari di Mosca. Solo per citarne alcuni. Paolo Bellini, presidente dell’ I.R.A. ha inviato un invito ufficiale per venire in visita a Treviso addirittura Vladimir Putin, a Trieste il prossimo 26 ottobre.

Precedenti? In Toscana, e con ottimo successo. Tra gli operatori che sottoporranno le opportunità immobiliari ai potenziali investitori ad esempio l’agenzia immobiliare Marchesan di Castelfranco e Caorle Riviera di Venezia.

L’appuntamento clou dunque è per il 30 novembre al Bhr. «Queste operazioni purtroppo stanno diventando comuni in tutto il territorio, basta pensare a Cortina e le città d’arte» commenta l’assessore all’urbanistica Paolo Camolei, «a preoccupare è che ville venete con incredibile valore storico vadano in mano a persone che non sapranno valorizzarle. Mi domando come siamo arrivati a questo punto, a svendere il nostro patrimonio perché non abbiamo soldi. Ora sono le ville e i centri commerciali, tra un po’ saranno anche case e appartamenti del centro». In altre Regioni, specie in località turistiche, è già realtà.

Serena Gasparoni

 

I RISVOLTI DELLA CRISI

Una delegazione di banchieri e immobiliaristi in città per fare maxi-investimenti.

Sul mercato anche Bhr e Veneto City

Venti grandi investitori russi in arrivo a Treviso per fare shopping immobiliare nella Marca. Tra i primi acquisti, se la proposta dovesse rivelarsi interessante, potrebbe esserci anche il Centro Leonardo del Gruppo Basso spa, il complesso del Bhr Hotel. L’iniziativa è promossa dall’ Italian Russian Association (I.R.A.); main sponsor di questa “incursione” sarà proprio il Gruppo Basso spa (oltre a Bisol e ad altre imprese venete). La crisi può diventare un’occasione per fare dell’ottimo business se si ha a disposizione liquidità. E di certo i russi non ne sono sprovvisti. Saranno in tutto 20 gli investitori provenienti da Mosca e presenti a Treviso dal 27 novembre al 1 dicembre. Tutti alla ricerca di opportunità immobiliari di alto livello. A formare la delegazione sono banchieri, costruttori e tre rappresentanti delle più importanti agenzie immobiliari di Mosca. Sarà presente anche Valeriy Kaseykin, deputato russo, vice coordinatore del programma della Duma sullo sviluppo degli edifici residenziali Svoy Dom. Paolo Bellini, presidente di Ira, ha inoltrato un invito ufficiale addirittura a Vladimir Putin, che sarà a Trieste il prossimo 26 ottobre. Ira ha coinvolto diversi operatori immobiliari della zona interessati a presentare ai magnati russi le loro opportunità. Tutte di pregio: si tratta di aziende vitivinicole, ville storiche in città e nelle più importanti zone della provincia di Treviso, agriturismi oltre ad un pacchetto significativo di capannoni industriali, centri commerciali e strutture alberghiere. Un’operazione studiata da tempo, che trova le sue basi su una sorta di sondaggio che Ira ha effettuato preventivamente in territorio russo per valutare gli ambiti di interesse maggiori per questi investitori.

«Alberghi e centri commerciali soprattutto. Preferiscono acquistare strutture già esistenti piuttosto che aree con progetti approvati ma ancora da realizzare», spiega Bellini, presidente di questa associazione che ha circa 6 anni di vita ed ha già effettuato una “spedizione” in Toscana, «temono di incappare in lungaggini burocratiche e intoppi tipicamente italiani».

A settembre una delegazione di magnati russi ha già fatto shopping immobiliare in Toscana. «Ora ci proponiamo nel Veneto con baricentro Treviso, ritenendola l’area più ricca di opportunità immobiliari della Regione», continua Bellini. A questi magnati verrà fatto conoscere il cuore di Treviso, il suo centro storico, non verrà fatta mancare una capatina nel Polesine a villa Morosini dove venerdì prossimo si terrà l ‘inaugurazione della mostra intitolata “Icone russe a casa del Doge”. Sabato prossimo invece in un incontro al Bhr ai russi verranno sottoposte le varie proprietà immobiliari e le opportunità di rilievo presenti sul territorio provinciale. «Per ora saranno una trentina gli operatori immobiliari a sottoporre le loro opportunità a questi imprenditori, prima con una presentazione generale, poi con incontri “be to be”», conclude Bellini, «le porte sono aperte a ulteriori operatori naturalmente se fossero interessati. Basterà mettersi in contatto con noi».

E tra le opportunità che potrebbero far gola ai magnati potrebbe esserci anche il complesso del Bhr. «Cerchiamo sempre nuovi investitori. Se dovessero farci una proposta interessante naturalmente la prenderemo in considerazione», rivela Simone Dal Sie del Gruppo Basso Spa, «come sottoporremo di certo all’attenzione di questi investitori anche l’area del complesso di Veneto City, a Dolo. Senza dubbio appetibile e strategica a livello commerciale grazie alla sua vicinanza allo svincolo autostradale».

Serena Gasparoni

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La campagna parte da Ponte: documenti di protesta a Provincia e Regione «Se non ci ascolteranno programmeremo azioni eclatanti per salvare i treni»

PONTE DI PIAVE – Sindaci e cittadini uniti contro il nuovo orario cadenzato dei treni sulla tratta Treviso Portogruaro. Dalla conferenza che si è svolta ieri in municipio a Ponte di Piave sono scaturite iniziative da inviare in Regione e in Provincia. Erano presenti i sindaci di San Biagio, Ponte di Piave, Oderzo, Motta e i rappresentanti di “Oderzo si muove”, che per primi hanno segnalato il problema degli orari dei treni pensano al futuro. Se le iniziative istituzionali non dovessero sortire effetti inizieranno azioni eclatanti.

«Intanto abbiamo cambiato nome», dicono i rappresentanti del gruppo, che ha il pieno sostegno dei sindaci, «Viste le tante adesioni, ora siamo diventati “La tratta si muove”. La tratta significa, che tutti i pendolari della Treviso-Portogruaro stanno aderendo. In due giorni abbiamo raccolto 680 firme».

Il problema è noto: si prevede la soppressione di numerose corse. Penalizzante in modo particolare la soppressione della corsa del mattino fra le 7 e le 8 che lascia a piedi centinaia di studenti e di lavoratori.

Il sindaco di Ponte di Piave Roberto Zanchetta, chiede: «Cosa c’è dietro a queste scelte apparentemente senza logica? C’è un disegno strategico per sopprimere la tratta dicendo che non ha utenti? Non ha utenti perché gli orari dei treni sono incongrui. Nessuno ha risposto alla lettera che i sindaci hanno inviato la scorsa estate. Da questa riunione usciamo con un documento da inviare in Provincia e in Regione:devono rispondere. Si può fare molto spendendo poco».

Il sindaco di Motta afferma: «Non hanno fatto le opere che abbiamo chiesto da sempre: le barriere fonoassorbenti, la riduzione della velocità dei treni merci, rendere noto ai sindaci quali materiali vengono trasportati dei treni merci».

Anche il sindaco di Motta pensa che ci sia una strategia dietro ai tagli dei treni passeggeri. Lunedì sera il consiglio comunale di Oderzo approverà una mozione sul nuovo orario ferroviario.

«La mozione è per far sentire che cittadini e sindaci sono uniti e per dare modo all’assessore Chisso di portare le nostre istanze in Regione», afferma il sindaco di Oderzo Pietro Dalla Libera. Le osservazioni vanno depositate entro il 5 dicembre, dal 15 dicembre entrerà in vigore il nuovo orario. Per gli studenti e i lavoratori la corsa del mattino potrebbe essere soppressa: tutti di nuovo a intasare le corriere e la Postumia, come venti anni fa.

Giuseppina Piovesana

 

Tribuna di Treviso – Pedemontana, Povegliano vuole garanzie.

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17

nov

2013

POVEGLIANO. Ancora tensione sulla Pedemontana. Quella viabilità complementare al casello proprio non piace a Ponzano, in particolar modo al comitato “Ponzano libera dal traffico”, che ora confida nella delibera approvata dal consiglio comunale di Povegliano per ricominciare a giocare un ruolo da protagonista. Alla delibera infatti è stata allegato, dopo un voto unanime, un ordine del giorno proposto dai consiglieri di opposizione con il quale si impegna la giunta di Povegliano a lavorare con i Comuni interessati dalla Pedemontana per ridurre gli impatti della superstrada sul territorio. Una dichiarazione d’intenti e poco altro, per la verità. Ma può rappresentare un punto di partenza per risolvere i problemi che da mesi il comitato denuncia.

Secondo il progetto della Pedemonatana, dal casello di Povegliano partirà una bretella che sarà realizzata in aperta campagna, parallelamente al corso del metanodotto. Proseguirà attraversando via Levada in località Lazzaretto, passerà nei pressi della stazione di pompaggio del metano a Camalò per poi collegarsi alla provinciale 55. A Ponzano molti residenti si lamentano del fatto che il traffico verrà di fatto scaricato sul centro.

(f.cip.)

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Studenti e lavoratori chiedono aiuto ai sindaci: «Penalizzati dalle corse in vigore dal 15 dicembre, useremo altri mezzi»

ODERZO – Il comitato pendolari e studenti della tratta Treviso-Portogruaro scrive ai sindaci del comprensorio chiedendo un intervento sul nuovo orario dei treni che dovrebbe entrare in vigore tra meno di un mese. Contemporaneamente organizza una raccolta firme per far sentire la propria voce ai vertici delle Ferrovie dello Stato.

«Siamo venuti in possesso dell’ultima bozza di orario dei treni della linea Treviso-Portogruaro che dovrebbe entrare in vigore dal 15 dicembre prossimo», scrive ai sindaci Maria Cristina Furlan, portavoce di lavoratori e studenti pendolari, «Si tratta di una bozza che risale al 16 ottobre e, rispetto alla precedente, è peggiorativa per i servizi forniti agli utenti. Ci viene detto che è ancora possibile cambiarla ed è per questo che ci stiamo attivando per far conoscere quali siano le effettive esigenze di chi, studenti e lavoratori in primis, è costretto a prendere il treno ogni giorno».

Secondo il comitato, il nuovo orario non tiene conto delle esigenze dei pendolari. E questo sembrerebbe evidente già scorrendo gli orari della mattina: da Oderzo per Treviso sarebbero previsti due treni, uno alle 6.16 e l’altro alle 8.01. L’orario attualmente in vigore invece prevede treni da Oderzo per Treviso alle 6.30, 6.56, 7.34 e 8.51.

«I pendolari», continua Furlan, «hanno assoluta necessità di arrivare a Treviso entro le 8, orario di normale inizio attività sia lavorative che scolastiche».

Con il nuovo orario, il primo treno farebbe giungere a Treviso i lavoratori troppo presto, mentre il secondo troppo tardi. I pendolari che terminano alle 14 sono poi completamente scoperti ed «è per questo che proponiamo di mantenere un treno verso le 14.15. In serata sarebbe auspicabile poi un treno verso le 18.30».

I pendolari faranno partire una raccolta firme e chiedono ai sindaci di agire negli interessi dei propri cittadini presso Regione e Trenitalia.

«Un orario così cadenzato, come quello nella bozza, provocherebbe una massiccia diserzione di pendolari dall’uso del treno, giustificando (a pensare male a volte ci si azzecca) la soppressione della linea per i passeggeri o, quanto meno, un suo forte ridimensionamento», conclude Furlan, «Chi non usufruirà più del treno sarà costretto a muoversi con mezzi propri, intasando le strade e provocando nuovo inquinamento».

Claudia Stefani

 

ALTIVOLE – I cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta si stanno avvicinando alla provincia di Treviso e sarebbero già iniziati i contatti per le procedure di esproprio nei confronti dei terreni interessati dal passaggio dell’infrastruttura: a denunciarlo i comitati anti-Pedemontana che si preparano a dare battaglia.

«Nell’attesa che vengano aperti i cantieri anche nel nostro territorio», annuncia Elvio Gatto, portavoce trevigiano del Covepa, coordinamento veneto Pedemontana alternativa, «riteniamo opportuno informare i cittadini di quello che accadrà e perché per noi quel progetto si rivelerà costoso e fallimentare, con un danno per i contribuenti. Ci rivolgiamo soprattutto ai proprietari di terreni tra San Zenone, Riese e Altivole che presto potrebbero ricevere la visita dei funzionari della Sis (la concessionaria dell’opera, ndr) per procedere agli espropri in vista della realizzazione del casello di Riese, sempre che questi contatti non siano già avvenuti».

Il primo di questi appuntamenti si è tenuto ieri sera nel teatro comunale di Falzè di Trevignano, dove hanno partecipato anche alcuni di quei duecento proprietari tra Treviso e Vicenza che hanno fatto ricorso al Tar contro quest’opera, ma che il tribunale amministrativo non ha accolto.

«Sulla scorta di quanto è già avvenuto nel Vicentino», continua Gatto, «sarà opportuno tenere presente un modus operandi comune. Le informazioni sono ormai difficili da reperire anche sullo stato di avanzamento dei lavori. Nella legge contro il femminicidio, ma che si occupa anche di altri aspetti legati alla sicurezza, cantieri come quello della Pedemontana o dell’Alta Velocità sono considerati alla stessa stregua di opere militari».

Dunque per il Covepa sono ormai prossime le procedure per espropri nell’Asolano e nella Castellana, questione di giorni, se non sono già partite. Ma l’avvio è smentito dal sindaco di Riese e assessore provinciale alla viabilità Gianluigi Contarin: «Siamo nella fase che entro dicembre porterà all’approvazione definitiva del casello di Riese e proprio nei giorni scorsi sono state fatte le prime verifiche sul campo circa le modifiche apportate al progetto originario. Queste sono le notizie più aggiornate sull’iter della Pedemontana. Quindi nessuno, tantomeno la Sis, può aver dato inizio alle procedure per gli espropri che presumibilmente inizieranno nella primavera del prossimo anno». Buono a sapersi, anche in riferimento a possibili “furbi” che tentassero di sfruttare la situazione senza averne alcun titolo.

Davide Nordio

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Si comincia il 15 dicembre con 13 coppie di convogli al giorno, dalle 6 alle 19.45, via Castelfranco. Venerdì niente sciopero

La novità delle novità all’interno dell’orario cadenzato dei treni regionali, che entrerà in vigore dal 15 dicembre, è rappresentata dall’intensificazione del collegamento, per la prima volta nella storia delle Ferrovie dello Stato, tra Treviso e Padova, via Paese, Istrana, Albaredo, Castelfranco, Camposampiero, San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere.

Il capoluogo della Marca sarà collegato con la città del Santo con tredici coppie (andata e ritorno) al giorno che fermeranno in tutte le stazioni, con un tempo di percorrenza di 55 minuti. Una vera e propria rivoluzione rispetto all’offerta attuale da parte di TrenItalia e della Regione, che presenta pochissimi treni diretti fra Treviso e Padova, via Castelfranco e i due locali che partono da Portogruaro. La bozza dell’orario definitiva è pronta da tempo e prevede la partenza del primo treno da Treviso alle 6.10 e l’ultimo da Padova alle 19.45, praticamente ogni ora.

Gli studenti che frequentano l’Università a Padova, non saranno quindi più costretti a cambiare a Mestre. Una vera comodità visto che, quasi sempre, i regionali, provenienti da Conegliano e Pordenone e diretti a Mestre e a Venezia, a Treviso sono già pieni.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da quasi tutti i pendolari. «Raggiungere Padova via Mestre, si risparmia un po’ di tempo visto che si possono utilizzare anche i regionali veloci» spiega Marco Zabai, leader dell’Udu (Rete degli Universitari) «questo, però, senza tener conto dell’attesa del secondo convoglio in terraferma. Ma la novità d’istituire tredici coppie dirette fra Treviso e Padova, via Castelfranco, va accolta positivamente perché, in pratica, siamo davanti ad un servizio reale di tipo metropolitano tra i due capoluoghi».

Più cauto il commento di Ilario Simonaggio. «L’assessore Chisso non ci ha ancora comunicato formalmente il nuovo orario» osserva il segretario regionale di Filt-Cgil «attualmente i disagi dei pendolari sono ancora molto pesanti. Speriamo che dal 15 dicembre gli utenti possano viaggiare con più treni disponibili e in condizioni migliori di quelle attuali».

Intanto, proprio ieri pomeriggio, Cgil, Cisl ed Uil, hanno comunicato che lo sciopero generale, di quattro ore, non avrà nessun effetto sui treni perché la Commissione di garanzia ha annullato le quattro ore di mobilitazione, che erano state indette anche per i ferrovieri. Ossia fermi i tram, i bus, i vaporetti e le corriere, ma treni regolari dalle 14 alle 18 di venerdì.

Felice Paduano

 

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