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Gazzettino – Dolo, “Politici assenti. Ospedale a rischio”

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11

feb

2013

DOLO

«Se non fosse carnevale, quello che è successo la sera del 5 febbraio scorso in Consiglio Comunale a Dolo, potrebbe sembrare un brutto scherzo. Tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza presenti in Consiglio, anziché discutere e votare un documento per scongiurare la chiusura dell’ospedale, hanno ritenuto opportuno rinviare la discussione a un altro momento, come di solito fanno i politici professionisti. Quando si discuterà dell’ospedale, dopo la sua chiusura?»

Sono furenti i rappresentanti del comitato «Bruno Marcato», nato a tutela dell’ospedale di Dolo. Loro avrebbero auspicato la sottoscrizione di un «documento comune», da inviare alla Regione, in vista dell’approvazione delle schede ospedaliere:

«Quelle stesse schede – dicono – che prevedono, di fatto, la chiusura dell’ospedale». «Quello che è chiaro – continuano – è che ci sarà la separazione fra un polo chirurgico ed uno internistico come annunciato dal nuovo dg Gumirato. Esattamente il contrario di quello che i Sindaci conoscevano ed era l’obiettivo dell’Asl 13, per il quale avevano approvato anche (in silenzio) la pesante riorganizzazione e ristrutturazione di Dolo con spostamenti a Mirano di vari reparti, finalizzata alla permanenza di ospedale per acuti in due sedi, Dolo e Mirano. Ora, dopo il trasferimento dei reparti da Dolo, sembra che l’ospedale per acuti sia diventato solo quello di Mirano». Ribadendo come il comportamento dei sindaci sia teso ad «abbandonare a se stessi i rivieraschi».

E puntano il dito contro alcune affermazioni del nuovo dg:

«È difficile spiegare come sia possibile considerare il vecchio monoblocco non conforme alle attuali norme antisismiche solamente per i degenti e non per gli impiegati, come pure è difficile spiegare perché lo sia eventualmente e solamente l’ospedale di Dolo e non tutti gli altri ospedali costruiti nello stesso periodo. Come pure è difficile spiegare perché all’ospedale di Dolo sia possibile mantenere ancora un Pronto Soccorso adatto più per un «ospedale da campo» che per un «Ospedale Civile», pur avendo già i finanziamenti autorizzati, da tempo, per la sua sistemazione definitiva».

Infine sottolineano come potrebbero essere risparmiati i costi di Cardiochirurgia (4 milioni di euro l’anno) e non solo sulle strutture del Mariutto (circa 650mila euro l’anno).

 

I sindaci della Riviera contro la specializzazione internistica: «Troppo distanti dalle sale operatorie»

DOLO. I Comuni della Riviera del Brenta in rivolta contro la specializzazione degli ospedali di Dolo e Mirano rispettivamente in polo internistico e polo chirurgico paventata nell’ultima Conferenza dei sindaci dal nuovo direttore dell’ Asl 13 Gino Gumirato.

Una scelta fatta dalla Regione con le schede ospedaliere, che saranno rese note solo dopo le elezioni. A tremare sono soprattutto i comuni dell’area sud della Riviera ( Campolongo, Camponogara e Campagna Lupia) che vedrebbero così i propri cittadini( quasi 60 mila) costretti a fare 30 chilometri per raggiungere Mirano, l’ospedale che a quel punto sarebbe l’unico attrezzato per interventi chirurgici. «Con questa prospettiva avanzata dalla Regione e adombrata dal direttore generale», dice il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto, «per un intervento chirurgico da Campolongo, conviene andare a Padova o Chioggia, visto che anche Piove di Sacco non è attrezzata per questi interventi. Chiediamo perciò alla Regione di tener conto delle necessità di questa parte della popolazione che vede la possibilità di andare a Mirano non proprio come un’attrattiva».

Sulla stessa linea anche il sindaco di Camponogara, Giampietro Menin, che chiede un’azione comune dei sindaci per evitare che l’ospedale di Dolo venga depotenziato. Preoccupato ma cauto il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri che è anche il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13. «La prospettiva di una specializzazione internistica e una chirurgica», dice, «non va demonizzata. Certo questo non può essere un grimaldello per smantellare l’ospedale di Dolo». Il sindaco di Fossò, Federica Boscaro, che di professione è medico crede che sia opportuno non cambiare nulla. «La soluzione migliore», dice, «è mantenere due ospedali chirurgici per acuti, cioè mantenere sale chirurgiche sia a Mirano che a Dolo». L’assessore di Mira Luciano Claut difende l’ospedale di Dolo dal “depotenziamento”: «Non si deve portare le sale operatorie a Mirano, è il primo passo per avere un ospedale di serie B. La Riviera del Brenta deve fare una battaglia comune per salvare queste strutture». Il consigliere (e medico) Francesco Sacco, chiede al Comune di farsi capofila: «Accentrare i servizi sanitari a Mirano, che dista solo 7 km da Mestre, rende sguarnita un’area vasta, logisticamente isolata».

Alessandro Abbadir

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DOLO. «L’ospedale di Dolo non chiuderà mai». A sostenerlo è stato Gino Gumirato, direttore generale dell’Asl 13, l’altra sera durante la seduta del Consiglio comunale di Dolo. All’incontro erano presenti molti addetti dell’ospedale, alcuni sindaci della Riviera, i membri del comitato “Bruno Marcato” e molti cittadini.

«La nostra Asl risponde già ai dettami sulla riduzione dei posti letto per acuti», ha spiegato Gumirato, «quindi non temo che ci saranno nuovi tagli per le strutture dell’Asl 13. Un polo internistico-medico-riabilitativo non rappresenta poi una chiusura per un ospedale. Il nostro dovere è dare sicurezza ai cittadini e ai dipendenti e di essere integrati a livello regionale».

Positivo il commento del sindaco Maddalena Gottardo. «Il Consiglio è stato utile e di alto livello, e la presenza del dottor Gumirato ha rassicurato il territorio. Ora deve aprirsi un dialogo con le forze politiche in attesa delle schede ospedaliere». È saltata l’approvazione del documento a favore dell’ospedale per consentire alla Conferenza dei sindaci di prepararne uno unitario.

L’intervento di Gino Gumirato ha scatenato il dibattito tra i consiglieri. Gianluigi Naletto ha chiesto un ospedale all’altezza del territorio con la Riviera che «non può essere solo terra di nuovi insediamenti e terra di razionalizzazioni dei servizi sanitari». Vincenzo Crisafi ha rilevato che il progetto internistico per Dolo «smentisce quanto detto negli anni scorsi dagli assessori regionali alla Sanità». Botta e risposta poi tra Alberto Polo (Dolo Cuore della Riviera) e Giovanni Fattoretto (Lega Nord). Polo: «Non sono soddisfatto perché non è stato stilato il documento unitario e perché la Riviera ha dato molto ma non è mai stata ripagata dalla Regione con servizi per i cittadini». Fattoretto, che ha consegnato a Gumirato delle foto dell’ospedale di Dolo, ha chiesto interventi per migliorare le strutture del nosocomio oltre a ricordare ad Alberto Polo che i sindaci che hanno governato Dolo negli ultimi anni erano di centrosinistra. Francesco Sacco del “Marcato” ha chiesto un coinvolgimento del territorio: «Le scelte non possono essere calate dall’alto e l’ospedale di Dolo deve tornare un punto di riferimento come quando era integrato con l’Università di Padova». Sono intervenuti anche Federica Boscaro, presidente Unioni dei Comuni, e Fabio Livieri, presidente Conferenza dei Sindaci.

Giacomo Piran

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Gazzettino – Mira. “Sanita’, nessun sconvolgimento”

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7

feb

2013

LE PROSPETTIVE   «Sarà solo un problema di collegamenti»       «Se l’ipotesi dei due poli ospedalieri dovesse concretizzarsi – ha spiegato Gino Gumirato – sarà solo un problema di trasporti»

MIRA Gino Gumirato ieri ha incontrato i sindaci della Riviera e del Miranese

Le rassicurazioni del nuovo direttore dell’Asl 13: «Per i cittadini non cambierà nulla»

«Se l’ipotesi dei due poli ospedalieri, il chirurgico a Mirano e l’internistico a Dolo, dovesse concretizzarsi per i cittadini della Riviera e del Miranese non ci saranno grandi sconvolgimenti».

Questa l’assicurazione del nuovo direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato, che ieri ha incontrato per la prima volta tutti i sindaci della Riviera e del Miranese riuniti in conferenza a Mira.

«Ogni ospedale manterrà i servizi di supporto – ha spiegato Gumirato – laboratorio di analisi, diagnostica, visite ambulatoriali. Insomma per il cittadino non cambierà nulla. Forse l’unico problema saranno i trasporti pubblici di collegamento, ma io mi occupo di sanità e su questo saranno i sindaci a farsene carico».

L’assemblea si è aperta con il presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 13, e sindaco di Campagna Lupia, Fabio Livieri che ha dato il benvenuto al nuovo direttore generale Gumirato esprimendo la disponibilità e collaborazione nei processi decisionali sulla Sanità in Riviera e Miranese. Diversi gli interventi da parte dei sindaci di Riviera e Miranese che hanno sottolineato le difficoltà nel rispondere ad esigenze di servizi e di salute dei cittadini a fronte di continui tagli alle risorse.

«Da parte mia – ha sottolineato il neo direttore – c’è la totale disponibilità all’ascolto e al confronto con i sindaci del’area. Capisco le perplessità, prima di parlava di polo ospedaliero chirurgico a Dolo e ora se ne parla invece per Mirano, ma stiamo parlando di processi di riorganizzazione da attuare nei prossimi 3-5 anni. Dobbiamo tener contro che ci sono degli interventi strutturali, soprattutto a Dolo, che devono essere fatti. Non possiamo permetterci – ha dichiarato Gumirato – di avere strutture che erogano sanità e non sono in sicurezza. Dall’altra parte tra Dolo, Mirano e soprattutto a Noale abbiamo una marea di metriquadrati e di metricubi sottoutilizzati che rappresentano una ricchezza e contemporaneamente non possiamo più permetterci, di questi tempi, di pagare l’affitto al Mariutto a Mirano per alcune strutture».

Le garanzie del sindaco all’indomani del consiglio comunale chiesto dalle opposizioni

Gottardo: «Dolo non perderà il suo ospedale»

DOLO – «Dolo non perderà il suo ospedale». Ad affermarlo è la sindaco Maddalena Gottardo, l’indomani del consiglio comunale, voluto dalle opposizioni, per capire se la struttura dolese rischi o meno un declassamento. «Il Consiglio Comunale – conferma Gottardo – è stato utile e di alto livello: la presenza del Direttore Generale dell’Asl 13, Gino Gumirato, è servita a rasserenare gli animi e a rassicurare il territorio». Ed evidenzia: «Ringrazio il dottor Gumirato per la grande disponibilità e la chiarezza con la quale ha esposto le problematiche della nostra azienda sanitaria; dando a tutti noi aperture e prospettive future molto positive. L’ospedale di Dolo non chiuderà, dunque, ma – nel quadro di una sanità nel Veneto in evoluzione continua – diverrà un polo di eccellenza». Rilanciando: «L’auspicio è che si apra da subito un dialogo franco e corretto tra tutte le forze politiche, non viziato da fini di mera propaganda elettorale. Come ha chiesto il Direttore Gumirato “meno demagogia e più fatti”. Ora aspettiamo di vedere le schede ospedaliere con le quali la Regione ridisegnerà la sanità veneta e poi si avvii una profonda e condivisa riflessione». Ma il consigliere della lista di minoranza «Per Dolo cuore della Riviera», Gianluigi Naletto, ha qualcosa da chiedere: «Come pensa di garantire la prevenzione e la cura alla futura “Città metropolitana diffusa” del Veneto il cui centro la Regione ha deciso essere Dolo e la Riviera del Brenta? Sulla sanità rivierasca occorre una declinazione dei relativi servizi conseguente e coerente alle scelte fatte nel Ptrc, in particolare, per la gestione delle urgenze». Mentre il consigliere della Lega Nord, Giovanni Fattoretto, ha chiesto che Dolo, con Mirano, continui ad essere «un ospedale per acuti».

Gianluigi Dal Corso

 

DOLO.

«Nessun incontro del gruppo di lavoro, nessuna convocazione per un documento unitario, nessuna riunione preventiva è stata e fissata prima del Consiglio di questa sera».

A dirlo sono i capigruppo Alberto Polo (Dolo Cuore della Riviera) e Giorgio Gei (Ponte del Dolo) accusano la maggioranza di centrodestra e il sindaco Maddalena Gottardo di voler affossare la protesta per la difesa dell’ospedale. Al punto di non aver preparato nemmeno un documento ufficiale a difesa della sanità dolese in vista del Consiglio comunale urgente sulla Sanità in programma stasera alle 20.

Le opposizioni non hanno ricevuto alcun invito ad incontrarsi dopo che nelle scorse settimane il primo cittadino dolese aveva detto di voler preparare un documento unitario a difesa e tutela del nosocomio di Dolo. «Si sono incontrati ieri mattina due consiglieri e solo grazie all’intraprendenza del nostro Vincenzo Crisafi», tuona Alberto Polo,

«la maggioranza di centrodestra cerca di tirare a campare per non esprimere una posizione efficace su un tema come la difesa dell’ospedale, che sembra interessare solo al centrosinistra».

Per questo i due gruppi consiliari hanno deciso di andare da soli con un documento che sarà presentato in Consiglio.

«Mai ricevuta finora alcuna bozza di documento della maggioranza», conferma Giorgio Gei, «spaventosa la lentezza con cui il centrodestra ha affrontato una questione così importante nonostante ci fossero dieci giorni di tempo».

Dopo le proteste dell’opposizione è stato convocata la conferenza dei capigruppo per oggi alle 18.30.

Giacomo Piran

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Un documento unitario a difesa e tutela dell’ospedale di Dolo e dell’Ulss 13: è quanto il sindaco Federica Boscaro chiederà alla Regione, in particolare al governatore Luca Zaia e all’assessore alla sanità Luca Coletto.

Il sindaco vuole che nelle schede ospedaliere venga prevista la classificazione della struttura di Dolo come “ospedale di rete” medico chirurgico, la classificazione di “ospedale nodo di rete” con la cardiochirurgia in complementarietà a Mestre per quello di Mirano e che Noale diventi “ospedale di comunità”. Inoltre richiederà l’avvio dei lavori del nuovo Pronto Soccorso di Dolo, la messa a norma delle sale operatorie del vecchio monoblocco con priorità per il settore materno-infantile, la sistemazione definitiva della vecchia struttura e lo spostamento da Mirano a Dolo di tutte le attività di servizio, tecnico-amministrativo e sedi di rappresentanza ora in affitto ridistribuendole in locali vuoti di proprietà.

«Nell’ottica di più ampio respiro», spiega la Boscaro, «spero che anche l’aspetto sanitario sia un obiettivo della Città Metropolitana assieme a Padova e Treviso».

Davide Massaro

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DOLO – Questa sera si preannuncia una seduta molto calda: l’opposizione dà battaglia

Si prospetta incandescente il consiglio comunale sul futuro dell’Ulss 13 dolese, convocato per stasera alle 20 a Dolo. Infatti, le opposizioni di «Per Dolo cuore della Riviera» e «Il Ponte del Dolo» sono pronte a dare battaglia.

«Il Sindaco Gottardo- attaccano in una dichiarazione condivisa i due capigruppo, Alberto Polo e Giorgio Gei- come da sua abitudine, bleffa. Anche rispetto al tema dell’Ospedale di Dolo». E rilanciano: «Ha fatto grandi dichiarazioni sulla stampa ma nessun atto concreto: macché incontro del gruppo di lavoro, macché convocazione ufficiale per lavorare su un documento unitario, nessuna riunione preventiva è stata ufficialmente fissata». Accusando, quindi, la maggioranza di Lega-Pdl di «tirare a campare»: «Per non prendere posizione, non dare fastidio ai loro capi in Regione, non esprimere una presa di posizione decisa ed efficace su un tema, come quello della difesa del nosocomio dolese, che sembra interessare solo alla minoranza».

Per questo motivo le due liste d’opposizione stanno lavorando ad un documento condiviso da presentare in maniera autonoma durante il consiglio. Una seduta che dovrebbe vedere la partecipazione del direttore generale dell’Ulss 13, Gino Gumirato; del presidente della Conferenza dei Sindaci, Fabio Livieri; e della presidente dell’Unione dei Comuni, Federica Boscaro (già sindaco di Fossò). (g.dco.)

 

Il sindaco di Fossò, Federica Boscaro: «Le schede ospedaliere in contraddizione con il Piano sanitario»

Il Consiglio comunale di Fossò è chiamato ad esprimersi sulla proposta di approvazione di un ordine del giorno per la salvaguardia delle strutture ospedaliere dell’Asl 13 Dolo-Mirano. Sulla riunione consiliare che si terrà oggi alle 19,30, il sindaco Federica Boscaro, medico di base, nonché presidente dell’Unione dei Comuni della Riviera del Brenta, ha anticipato alcuni concetti.

«La riorganizzazione dell’Asl 13 ha portato all’accorpamento da Dolo a Mirano di alcuni dei più significativi reparti e di alcuni servizi. La scelta pregiudica quanto a suo tempo fatto dalla direzione generale di qualificare Mirano a vocazione medico-internistica e Dolo in quella chirurgica. Tale scelta, confermata dal Piano sanitario regionale, sembrerebbe ribaltata dalle schede ospedaliere. Una riorganizzazione che invece era stata frutto di un accordo sindacale con Cgil-Cisl-Uil e approvata anche dalla Conferenza dei Sindaci. Con il Patto della Salute sono state accelerate le varie operazioni di razionalizzazione e riorganizzazione della nostra Asl con tagli sul bilancio e sui servizi. La situazione ora si è ulteriormente aggravata e i tagli operati dalla Spending Review, aggiunti a quelli della Direzione Generale nella passata gestione, mettono in serio pericolo il mantenimento del livello di sicurezza nei servizi ospedalieri e territoriali. Nel caso in cui le schede ospedaliere confermassero la definizione di Dolo quale ospedale medico riabilitativo e Mirano quale medico chirurgico, si toglierebbe la complementarietà dell’ospedale per acuti pensata a suo tempo, ma verrebbero meno anche le eccellenze nell’Ospedale di Dolo. Le nuove Schede Ospedaliere classificherebbero Dolo nel ruolo di Ospedale Territoriale, mentre quello di rete di riferimento per l’Asl dovrebbe essere Mirano. Tenendo conto che Dolo è baricentrico tra Padova e Mestre e tra Piove di Sacco e Mirano, sarebbe logico e naturale che l’ospedale di rete fosse collocato a Dolo. In questo modo nel caso di Mirano verrebbero finalmente riconosciute la Cardiologia, l’Emodinamica ed anche la Cardiochirurgia avviata in parallelo a Mestre».

 

DOLO. Proseguono le mobilitazioni per la difesa dell’ospedale di Dolo. Questa mattina nella zona del Duomo si terrà un volantinaggio del Partito Democratico che, dopo la manifestazione di venerdì nel parcheggio dell’ospedale, consegnerà un volantino dove vengono segnalati gli interventi necessari per il nosocomio dolese e la volontà che il plesso venga potenziato.

Domani si terrà l’incontro del gruppo di lavoro che dovrà trovare un accordo per stilare il documento unitario in vista del consiglio comunale di Dolo. Il gruppo di lavoro sarà formato dal sindaco Maddalena Gottardo, dai tre consiglieri comunali di Dolo che sono dipendenti dell’Asl 13, Paolo Menegazzo, Giovanni Fattoretto e Vincenzo Crisafi con il contributo del sindaco di Fossò, Federica Boscaro, che è presidente dell’Unione dei Comuni e medico di medicina generale. Domani sera infine alle 20 nella sala consiliare del municipio si terrà il consiglio comunale urgente sulla Sanità che era stato richiesto dai gruppi d’opposizione Dolo Cuore della Riviera e Ponte del Dolo, oltre che dal consigliere Stefano Uva. Sarà presente, il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato. (g.pir)

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FLASH-MOB A DOLO

DOLO. Un flash-mob contro ogni ipotesi di ridimensionamento dell’ospedale di Dolo e dei presidi dell’Asl 13. Questa è stata l’insolita protesta, promossa dal Pd di Dolo, svoltasi ieri mattina all’entrata dell’ospedale. Alla manifestazione, cui hanno partecipato oltre 30 volontari, erano presenti anche Michele Mognato (segretario provinciale Pd), Bruno Pigozzo (consigliere regionale), Gabriele Scaramuzza (responsabile sanità) e Alberto Polo (capogruppo lista “Dolo Cuore della Riviera”). A tutte le persone che si recavano in ospedale è stato consegnato un volantino. «A preoccuparci è la scelta della Regione di congelare la presentazione delle schede ospedaliere fino a dopo le elezioni», precisa Gabriele Scaramuzza, «creando un pericoloso vuoto nella programmazione da parte dell’azienda socio-sanitaria. Inoltre sembra che i 22,5 milioni di euro stanziati nella finanziaria regionale 2010 per le infrastrutture ospedaliere dell’Asl 13 siano stati rimossi dalla bozza di bilancio regionale. Sono risorse strategiche destinate in buona parte alla ristrutturazione delle sale operatorie e del pronto soccorso di Dolo». Critico è anche Mognato:

«La Regione può fare un atto di coraggio e responsabilità, decidendo di reindirizzare parte dei 130 milioni del fondo per l’edilizia sanitaria in Veneto per recuperare gli investimenti a suo tempo programmati per l’ospedale di Dolo».

Un mobilitazione del territorio viene chiesta da Bruno Pigozzo.

«Va tutelata la salute di tutti i cittadini e i Comuni, in primis quello di Dolo, dovrebbero chiedere che ci sia chiarezza da parte delle Regione».

L’iniziativa sarà replicata domenica mattina davanti al Duomo di San Rocco a Dolo.

Giacomo Piran

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