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Nuova Venezia – “Mirano, ospedale da potenziare”

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16

gen

2013

asl 13, il rapporto salvioli

Aldo Tonolo: «Più posti letto e finanziamenti adeguati ai reparti»

MIRANO. «Finanziamenti in linea con le prestazioni erogate, miglioramento della dotazione ospedaliera, rivalutazione e potenziamento delle attività mediche». Ruota attorno a queste richieste il rapporto 2011 del comitato Salvioli sui ricoveri e la mobilità nell’Asl 13. Restano in primo piano i temi forti della sanità locale, dal problema della fuga in altri ospedali e Asl a quello, cronico, del sottofinanziamento dell’Asl 13. «La quota procapite di 1.500 euro è ingiusta per la nostra Asl», afferma il coordinatore Aldo Tonolo, «perché dovrebbe tenere conto anche della qualità e complessità delle prestazioni erogate. Non risulta che le altre Asl venete, che sono state portate a 1.500 euro di quota in questi giorni, abbiano una Cardiochirurgia e un Dipartimento cardiovascolare come quello miranese che opera su area vasta». Riguardo ai rimanenti temi di bilancio Tonolo inoltre ricorda: «Se non si adeguano le entrate è evidente che si crea passivo. Alcune Asl con utile di bilancio sono state ben dirette ma hanno anche avuto un finanziamento pro capite di gran lunga superiore alla nostra, se è vero che la media regionale è di 1.594 euro, prima dei tagli di questi giorni». Per quanto riguarda la dotazione ospedaliera Tonolo ricorda come nel nuovo piano sanitario regionale 2012-2014 debbano essere riconfermate tutte le dotazioni ospedaliere esistenti, comprese le apicalità. «Va aumentata la dotazione dei posti letto in quanto l’indice di 2,43 posti letto per mille residenti al 31 dicembre 2011, di cui 0,3 per Lungodegenza, la dice lunga sulle ristrettezze dell’Asl 13 rispetto al limite regionale di 3,5 posti letto», afferma Tonolo, «Attualmente sono solo 658 i posti letto, di cui 243 a Mirano, 335 a Dolo e 80 a Noale. Vanno aumentati in particolare a Noale e la riapertura di un’unità operativa specialistica di Ortopedia servirà a riequilibrare, almeno in parte, il rapporto deficitario di posti letto per abitanti». Poi sulle attività: «Un sostanziale riconoscimento deve arrivare per l’Emodinamica interventistica, visti i risultati di livello internazionale, dall’angioplastica del dottor Reimers agli studi elettrofisiologici del dottor Bertaglia. Il comitato in definitiva ribadisce l’importanza in un ospedale per acuti delle attività mediche, il cui ruolo va rivalutato e potenziato».

Filippo De Gaspari

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DOLO – «Chiediamo venga convocato dal sindaco, quanto prima, un consiglio straordinario sul futuro dell’Ospedale di Dolo». Le nuove schede ospedaliere stanno provocando un terremoto politico piuttosto pesante. Specie nel comune che «ospita» la struttura ospedaliera. A fare la richiesta sono stati i consiglieri comunali di minoranza. «Considerate le notizie ed i riscontri registrati dalla Regione del Veneto – affermano i consiglieri- e tenuto conto della forte preoccupazione presente tra la nostra cittadinanza e in chi nell’Ospedale lavora, e della mancanza – seppur da noi sollecitata da tempo in Consiglio comunale e sulla stampa, di una forte e concreta attività da parte dell’Amministrazione comunale dolese; riteniamo indispensabile una convocazione del consiglio con procedura d’urgenza». Rilanciando: «Soprattutto dopo aver preso atto del riparto tendenziale del fondo sanitario regionale per il 2013 e il 2014 e registrata la nomina del nuovo Direttore Generale dell’Ulss 13». Il consigliere Vincenzo Crisafi non lesina critiche: «Ancora le schede ospedaliere non si conoscono nei particolari, ma da quanto trapela Dolo avrebbe destinazione medico-riabilitativa e Mirano destinazione medico-chirurgica. Se ciò fosse, emerge chiaramente che a Mirano la Medicina sarebbe un doppione e che la Cardiologia dovrebbe essere trasferita a Dolo, essendo branca in parte internistica. Così come l’Oncologia. Il fatto è che se le prime voci venissero confermate ancora una volta ci troveremmo davanti ad una giunta regionale confusa e pavida. Confusa perché non capisce la baricentrità di Dolo e pavida perché ha paura di cambiare fin dalle radici un sistema che finora non ha fatto l’interesse dei pazienti». (g.dco.)

 

«Addio all’ospedale di Dolo». Il comitato Bruno Marcato non usa mezzi termini per definire il senso di quanto accadrà a breve per l’ospedale dolese.

«Siamo venuti a conoscenza per puro caso delle nuove schede ospedaliere tenute nascoste per mesi – affermano i rappresentanti del comitato – ed abbiamo verificato che contengono e descrivono quanto noi temevamo, anzi sono andati oltre a quanto potevamo immaginare. Come avevamo da tempo temuto, il nostro ospedale ha finito la storia di ospedale per acuti e diventerà un ospedale di area medica e riabilitativa».

Il Comitato va poi giù pesante.

«Di questo risultato dobbiamo ringraziare i politici della nostra zona, nessuno escluso, ma prima di tutti quelli della Lega Nord e del Pdl che governano la Regione Veneto e chi ha gestito la sanità nella nostra ASL fino ad ora e che ha reso possibile quanto i politici avevano programmato e pianificato scientificamente. Dobbiamo ringraziare anche i sindaci ed i presidenti della conferenza dei sindaci che in più occasioni ci hanno accusato di falsi allarmismi e di essere campanilisti. Dobbiamo ringraziarli anche a nome dei cittadini della Riviera del Brenta che li hanno votati».

In sintesi, poi, il comitato precisa quali saranno le competenze del nosocomio.

«L’ospedale di Dolo è stato declassato a presidio riabilitativo e medico per cui la Riviera del Brenta diventa un appendice periferica dell’ASL 13 che è già stata interamente collocata a Mirano dove viene pagato un affitto di 600.000 euro annui mentre a Dolo vi sono spazi ed uffici vuoti ed abbandonati».

(L.Per.)

 

DOLO. Il sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, incontra questa mattina il nuovo direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato. Ad annunciarlo è proprio il primo cittadino dolese che nei giorni scorsi aveva scritto una lettera chiedendo un incontro. «Darò il benvenuto al nuovo direttore generale», spiega Maddalena Gottardo, «e inoltre lo inviterò a partecipare ad una riunione con i consiglieri comunali». A Dolo, dopo l’anticipazione delle schede ospedaliere, si sono mobilitati gruppi consiliari e comitati per la salvaguardia dei reparti del nosocomio. Per questo motivo otto consiglieri comunali dolesi hanno presentato l’altro giorno richiesta di convocazione di un Consiglio comunale urgente chiedendo anche la presenza del nuovo direttore generale e dei rappresentanti regionali. Secondo lo statuto del Consiglio, la riunione del “parlamentino” dolese, se richiesta con la modalità dell’urgenza, dovrà svolgersi entro 20 giorni dalla presentazione della domanda e quindi entro fine gennaio. «Dopo l’incontro con il direttore generale, informerò i gruppi consiliari dell’esito», conferma Gottardo, «poi cominceremo a preparare il Consiglio».

Giacomo Piran

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Nuova Venezia – Dolo “L’ospedale non va dimezzato”

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10

gen

2013

Il Comitato Marcato: servizi e reparti chirurgici devono restare

DOLO. Proseguono le mobilitazioni per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo. Ad attivarsi sono Francesco Sacco, Antonino Carbone, Giovanni Urso e Gino Bedin del comitato “Bruno Marcato”, che chiedono con forza che l’ospedale di Dolo rimanga per “acuti”.

«Non vogliamo che l’ospedale di Dolo diventi solo un ospedale per attività medica e riabilitativa», spiegano, «l’Asl 13 potrà mantenere la sua identità solo se rimarranno a Dolo, oltre ai reparti di attività medica, anche quelli di Chirurgia, Urologia, Ortopedia, Ostetricia-Ginecologia, Pediatria e Oculistica».

Viene poi lanciato un appello ai sindaci della Riviera e alla Conferenza dei sindaci:

«Li invitiamo a rivolgersi ai dirigenti politici regionali della Lega e del Pdl per tutelare l’ospedale di Dolo e per mantenere i servizi esistenti».

Il comitato Marcato ha poi annunciato di voler iniziare un volantinaggio oltre a chiedere un incontro con il nuovo direttore generale Gino Gumirato. Nel frattempo otto consiglieri comunali di Dolo (Alberto Polo, Vincenzo Crisafi, Gianluigi Naletto, Adriano Spolaore, Gianni Lazzari, Andrea Zingano, Giorgio Gei e Stefano Uva) hanno presentato ieri una richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale con un unico punto all’ordine del giorno:

“Ospedale di Dolo: quale destino per la Sanità nella Riviera del Brenta”. «Considerate le anticipazioni delle schede ospedaliere», si legge nella richiesta, « e tenuto conto della forte preoccupazione dei cittadini e di chi lavora nell’Asl 13 riteniamo indispensabile che questa seduta sia convocata con il carattere dell’urgenza».

Giacomo Piran

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Maria Rosa Pavanello non ci sta: «Il nostro ospedale ha sale operatorie nuove»

Il comitato Salvioli accusa la Regione: «Programmazione sanitaria strampalata»

MIRANO.

«In Regione c’è un apprendista stregone che ipotizza programmazioni sanitarie che non stanno né in cielo né in terra».

Così Aldo Tonolo, coordinatore del comitato Salvioli, commenta le ultime previsioni delle schede regionali che vedono accentrare la direzione ospedaliera del reparto materno-infantile a Dolo e l’attività di ostetricia a Mirano solo fino al 2015. Dopo i bambini potrebbero nascere solo in Riviera. A Mirano è una levata di scudi generale. Il primo a non crederci in realtà è proprio Tonolo:

«C’è una legge che impone la chiusura delle unità operative con meno di mille parti all’anno. Dati alla mano, a Mirano lo scorso anno sono nati 1333 bambini, a Dolo la metà o poco più. Per chiudere la nostra Ostetricia bisogna ignorare la legge o imporre una volontà politica forte mirata a premiare Dolo e denigrare Mirano. Siccome non voglio pensarlo, mi sento di rassicurare le donne del Miranese che scelgono il nostro ospedale e dire che questo cambiamento non avverrà, almeno non da un momento all’altro come si è detto».

Ma a Mirano, dove troppe volte si è parlato di smantellamento di un sistema sanitario efficiente, ma sottodimensionato e sottofinanziato, c’è apprensione:

«Togliere Ostetricia all’ospedale di Mirano per fare di Dolo l’unico punto nascita è una scelta incomprensibile, per non dire assurda», insorge il sindaco Maria Rosa Pavanello, «ogni anno qui le nascite sono circa il doppio di quelle di Dolo. Il nostro ospedale ha sale operatorie e strumentazioni nuove e perfettamente funzionanti che servono anche a Ostetricia. Perché ridurne l’utilizzo? Chi afferma che Dolo è geograficamente più centrale di Mirano nel comprensorio Miranese-Riviera finisce in realtà con l’accampare una scusa piuttosto debole. Inoltre, a dirla tutta, Dolo, a causa di infrastrutture come Passante e ferrovia, non è esattamente un tutt’uno col resto del territorio. Quelle come la chiusura dei reparti ospedalieri sono decisioni importanti, che vanno prese con competenza manageriale, dopo un’attenta analisi, senza forme di campanilismo o interesse che non sia quello collettivo dell’intera popolazione».

Anche il primo cittadino di Spinea Silvano Checchin, nonostante la vicinanza a Mestre, giudica sconveniente il trasferimento di Ostetricia da Mirano: «Penso in particolare al problema dei trasporti», sottolinea Checchin,

«se si vuole fare al posto di due sedi un ospedale integrato, si è pensato come collegare le due realtà? Mi pare che tra Miranese e Riviera il problema dei collegamenti frequenti, rapidi e a portata delle tasche di tutti non siano proprio una questione marginale».

Filippo De Gaspari

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La riviera si mobilita

“Serve un incontro con il direttore”

DOLO. Si mobilitano i gruppi di opposizione “Ponte del Dolo” e “Dolo Cuore della Riviera” dopo le anticipazioni sulle future schede ospedaliere pubblicate lunedì dal nostro giornale. Il progetto prevede per l’Asl 13 la creazione di un presidio ospedaliero unico in due sedi: a Dolo l’attività medica e riabilitativa oltre all’Ostetricia dal 2015, mentre a Mirano l’attività medica e chirurgica mentre il nosocomio di Noale diventerebbe “ospedale di comunità”. I due gruppi consiliari pretendono un intervento del sindaco dolese Maddalena Gottardo.

«Se le anticipazioni corrispondono al vero», spiega Giorgio Gei, capogruppo del Ponte del Dolo, «saranno confermate le preoccupazioni da noi più volte espresse in questi mesi per l’ospedale di Dolo. La Riviera diviene sempre più periferia del Miranese per quanto riguarda la salute».

Anche la lista Dolo Cuore della Riviera pretende risposte.

«Vogliamo avere dei chiarimenti da parte del sindaco», commenta Alberto Polo, «e che organizzi un incontro con il nuovo direttore generale per discutere del futuro dell’ospedale di Dolo».

Anche il consigliere e medico pneumologo Vincenzo Crisafi commenta:

«Se le schede venissero confermate, emergerebbe che a Mirano la Medicina sarebbe un doppione e che la Cardiologia dovrebbe venire a Dolo essendo branca in parte internistica così come l’Oncologia. Ancora una volta non viene capita la baricentricità di Dolo».

Sulla questione interviene anche il sindaco Gottardo:

«Proprio ieri ho scritto una lettera al nuovo direttore generale chiedendo la sua disponibilità per incontrarsi con i consiglieri comunali. Sul fronte delle schede ospedaliere ho parlato con il presidente della Conferenza dei sindaci il quale mi ha confermato che ci sono margini per modificarle».

Giacomo Piran

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Presa di posizione di Polo e Gei

DOLO

«Dolo rischia di fare la fine di Noale, se le schede tecniche dovessero essere confermate e trovare applicazione. Ma siamo pronti a chiedere al nuovo direttore generale dell’Asl 13 di relazionare in consiglio su quanto sta accadendo».

A parlare è Alberto Polo del Pd dolese.

«Più volte – spiega – anche come gruppo “Per Dolo cuore della Riviera” ci eravamo detti preoccupati e auspicavamo una presa di posizione politica forte dai sindaci della Riviera del Brenta ed in particolare da quello di Dolo. Ma così non è stato». Rilanciando: «Anzi Maddalena Gottardo in più occasioni ci ha snobbato e questi sono i risultati. Dolo rischia di diventare un ospedale per le nascite e per la riabilitazione, mentre tutto il polo chirurgico sarebbe trasferito a Mirano. Dolo, quindi, diventerebbe una nuova Noale. Una struttura che non ha servizi di cui il territorio ha davvero bisogno».

Ma anche il consigliere d’opposizione Giorgio Gei de “Il Ponte del Dolo” si dice preoccupato:

«Sembra siano confermate le preoccupazioni da noi più volte espresse in questi mesi per l’Ospedale di Dolo. La Riviera del Brenta, senza alcuna “protezione” politica, diviene sempre più periferia del Miranese per quanto riguarda la salute». Annunciando pressioni sul sindaco: «Si fanno sempre più urgenti quindi le modifiche al PRG di Dolo da noi richieste e promesse dal Sindaco in consiglio comunale, per quanto riguarda l’area ospedaliera, per evitare che i cittadini della Riviera e dolesi in particolare debbano subire anche l’ennesima speculazione edilizia».

Gianluigi Dal Corso

 

La previsione delle schede regionali: entro tre anni scompariranno anche 33 primariati. L’Angelo riferimento provinciale.

Portogruaro viene confermato presidio ospedaliero unico di rete su due sedi: a Portogruaro troveranno posto l’area medica, la chirurgia ordinaria, l’Ortopedia, l’Urologia e l’area riabilitativa; a San Donà l’attività medica e il day surgery. Il primariato di Ostetricia va a S. Donà; a Portogruaro resterà solo l’attività ostetrica. Jesolo salva i 3 primariati e gli 83 posti letto: diventa come ospedale di rete con attività medico riabilitativa.

Asl 12 Veneziana. L’ospedale dell’Angelo di Mestre è “l’ospedale hub”, il centro di riferimento provinciale per le Asl 10, 13 e 14 e riferimento per le Asl 10 e 14 per l’Anatomia patologica. Sede (nel padiglione Rama) della Banca degli occhi, centro di ricerca di altissimo livello, prima banca in Europa per numero di cornee raccolte e distribuite, è anche la sede della Centrale operativa del Suem 118.

È l’unico ospedale per cui si prevede un aumento di primariati (da 36 a 38); non si salva però dal bisturi che taglia i posti letto: da 592 a 575. Nel “presidio ospedaliero di rete” di Venezia centro storico saranno garantite l’attività medica, chirurgica e riabilitativa. Pesantissima la scure prevista: quasi dimezzate le apicalità (da 25 a 14) e fortemente ridotti il numero di posti letto (da 404 a 318). Nulla si dice in merito alle strutture private convenzionate, in particolare della terraferma (Villa Salus e Policlinico San Marco) quanto a dotazioni, personale, ruolo.

Asl 13 Mirano-Dolo-Noale. Come per l’Asl 10 anche l’Asl 13 si prevede un presidio ospedaliero unico” in due sedi: a Dolo l’attività medica e riabilitativa, a Mirano l’attività medica e chirurgica. Rivoluzione in vista per l’Ostetricia. La direzione del reparto materno-infantile sarà a Dolo. Per altri due anni i bambini continueranno a nascere a Mirano. «Entro e non oltre l’anno 2015 l’attività ostetrica deve essere svolta esclusivamente nell’ospedale di Dolo». Alla voce Noale l’indicazione più drastica: dismesso. Il Pietro Fortunato Calvi, in realtà, non sarebbe più catalogato come “ospedale”, ma diventerebbe “ospedale di comunità”, una struttura residenziale o semiresidenziale in grado di garantire un’assistenza sanitaria di breve durata. Servirebbe a quei pazienti che, pur non avendo patologie acute, non possono essere assistiti in casa in modo adeguato. Queste, almeno, indicazioni fornite finora. Ma se dagli attuali 3 primariati e 82 posti letto si passa, come indicato nella bozza di schede, a zero apicalità e zero posti letto nel 2015, qualcuno comincerà a preoccuparsi. Non è escluso, però, che dietro questi numeri si sia una riorganizzazione: si spiegherebbe così il passaggio dagli attuali 254 ai 302 posti letto previsti a Mirano nel 2015.

Asl 14 Chioggia. Per il presidio ospedaliero di rete di Chioggia restano sostanzialmente inalterati apicalità e numero di posti letto: le prime passano da 18 a 15, i secondi da 213 a 223.

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Mirano. Il comitato Salvioli scrive al nuovo direttore generale Gino Gumirato «Vanno rivisti i finanziamenti». I medici: «Ricucire i rapporti sindacali»

MIRANO. «A rischio i livelli essenziali di assistenza: serve subito la revisione del finanziamento». Il comitato Carlo Salvioli detta l’agenda al nuovo direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato. Alla sua porta bussa anche il sindacato dei medici Cimo-Asmd, che chiede di riprendere le relazioni sindacali interrotte lo scorso anno.

Nella lettera di benvenuto a Gumirato il Salvioli anticipa i punti prioritari che il nuovo dg dovrà affrontare. «Seguiamo da 17 anni le attività dei tre ospedali dell’Asl 13», scrive il coordinatore Aldo Tonolo, «in particolare a difesa dell’ospedale di Mirano, che privo di padrini politici è stato oggetto di ripetuti attacchi miranti al suo ridimensionamento». Poi Tonolo si rivolge direttamente a Gumirato: «La sua fama di enfant prodige ben si adatta all’Asl 13 che è tra la più efficienti, se non la più efficiente del Veneto per la qualità superiore alla media della nostra classe medica e per il grande impegno dei nostri paramedici, ma anche perché costretta da un sottofinanziamento regionale che da anni la pone come ultima nella classifica del finanziamento per quote procapite: 1.500 euro nel 2012 contro una media regionale di 1.594 euro. Ultima degli ultimi, dato che anche il Veneto è ultimo nel riparto nazionale. Nel 2012 il suo predecessore è riuscito a portare il bilancio in pareggio, a scapito di qualsiasi investimento ma, per sua stessa ammissione, sarà l’ultimo anno in cui l’attività poteva essere mantenuta a livelli accettabili». Ecco dunque le primissime richieste del Salvioli al nuovo direttore: «Se non si ottiene subito una revisione del finanziamento, non si potranno mantenere i livelli essenziali di assistenza, già da tempo clamorosamente insufficienti per Ortopedia». Tonolo ha subito chiesto a Gumirato un incontro per presentare l’annuale rapporto Salvioli sull’attività dei tre ospedali e affrontare le prime tematiche relative al finanziamento.

In campo anche i medici, che pongono la questione sindacale con la stessa priorità di quella finanziaria. «Vanno ricuciti i rapporti con i rappresentanti dei medici», chiede il segretario aziendale di Cimo-Asmd, Pierluigi Allibardi, «a Gumirato toccherà rifare tutte le delibere ritirate, dopo un accordo bonario, dalla precedente direzione, con la quale si era arrivati allo scontro, con tanto di denuncia da parte nostra per comportamento antisindacale». Sul tavolo per Allibardi c’è soprattutto la questione della riorganizzazione dei dipartimenti.

Filippo De Gaspari

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Ascensori fuori uso, poche sedie nelle sale di attesa, infiltrazioni e infissi rotti: è l’effetto dei tagli Tra gli utenti, ma anche tra medici e infermieri, cresce il malumore: «Vogliono favorire i privati»

DOLO.

Non ci sono soldi per la ristorazione, gli appalti per le pulizie sono sempre assegnati al ribasso, gli acquisti dei beni di uso quotidiano o per la riparazione degli elettromedicali mancano. Gli ascensori, sia interni che ad uso pubblico, spesso sono guasti con dei cartelli che invitano a farsela a piedi. Se va male, invece, si rimane chiusi dentro e si aspetta l’arrivo del tecnico “liberatore”, come è capitato a Dolo la settimana scorsa. E poi uffici con infiltrazioni d’acqua, mancanza di sedie per le attese, letti di degenza, porte e finestre che non hanno manutenzione.

Sono tutti i disagi che ogni giorno gli utenti dell’Asl 13 sono costretti a vivere. Colpa della revisione di spesa che impone tagli e limature. Riduzioni che però non avvengono a livello buste paga dei dirigenti dell’Asl 13. Le ultime determine (disponibili anche sul sito dell’azienda sociosanitaria) lo confermano. 28 mila euro di premio alla direttrice amministrativa Manuela Baccarin. Praticamente un reddito annuo per le normali famiglie. E le richieste di manutenzione degli ospedali passano proprio tutte tramite la direttrice amministrativa che, forse, per dimostrare che si può risparmiare e sanare il bilancio aziendale, approva le spese solo se urgenti. Eppure la percentuale di cittadini che utilizzano i servizi sanitari non si è abbassata, mentre i tempi di attesa per visite ed esami aumentano. Così dopo il guano, i piccioni morti, la scure dei tagli alle sale operatorie, ora c’è quella complessiva sull’intero apparato che, naturalmente, non riguarda i vertici aziendali e i loro compensi e le loro nomine, presto infatti altri premi saranno in arrivo per gli altri dirigenti. Entro il 31 dicembre saranno pubblicate quelli destinati ai direttori dell’area Sanitaria e dei Servizi sociali mentre ai primari è destinato un premio chiamato “indennità di risultato”. A denunciarlo alla Nuova sono i cittadini della Riviera e del Miranese ma anche lo stesso personale medico, infermieri e medici che definiscono le richieste da parte della direzione sanitaria dell’Asl 13 non coerenti con le vere necessità dei pazienti.

Il direttore dell’Asl 13 Arturo Orsini si schermisce: «I dirigenti», spiega, «vengono valutati su parametri regionali ma nessuno degli obiettivi fissati riguarda parametri di taglio». Sarà ma a guardare gli ospedali di Dolo e Mirano, in un giorno qualsiasi, non sembrerebbe così. Almeno da quanto raccontano i cittadini. «La salute sta diventando qualcosa a cui le istituzioni non badano più, basta che siano rimpinguati i portafogli dei dirigenti», afferma Antonio Carraro di Fossò.

«Ogni giorno in ospedale ce n’è sempre una», afferma B.A. di Dolo, «code e tempi di attesa lunghissimi per le visite. Non ci sono investimenti e tutto viene tagliato a favore delle strutture private. Gli stipendi dei manager invece aumentano, è un’indecenza».

Davide Massaro

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