Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

DOLO – Una delegazione del coordinamento per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo consegnerà martedì, al presidente del Consiglio regionale veneto, le cinquemila firme raccolte in difesa del nosocomio dolese.

«Il nostro obiettivo», spiegano Emilio Zen e Walter Mescalchin, «è ottenere il blocco dell’atto aziendale e la revisione delle schede ospedaliere per l’Asl 13».

Nel consiglio regionale, che si svolgerà in quattro giorni dal 16 al 20 dicembre, sarà discussa anche la mozione presentata dai consiglieri Pettenò, Pigozzo, Piccolo e Tiozzo che chiede alla Regione di riconsiderare il piano aziendale dell’Asl 13, e prevedere una gestione di ospedale di rete per acuti in due sedi a Mirano e Dolo.

«Auspichiamo che la mozione venga discussa già martedì», prosegue Mescalchin, «perché crediamo ci debba essere un atto politico prima della riunione della Crite prevista per giovedì».

La Crite (Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia) dovrebbe approvare i progetti, previsti dalla direzione generale dell’Asl 13, per la sistemazione dell’ospedale di Dolo.

I progetti sono contestati dalla Coordinamento. «Se partono i progetti», concludono, «le chance di salvare Dolo come ospedale per acuti si riducono al lumicino».

(g.pir.)

 

Gazzettino – Bus tra Mirano e Dolo per collegare gli ospedali

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

11

dic

2014

L’APPELLO – Silvano Checchin ha già in testa la sua priorità come nuovo presidente della Conferenza dei sindaci

PRIMO PASSO «Ho già parlato con i vertici Actv»

IL PROBLEMA – Anziani costretti a fare giri tortuosi

«Bisogna creare al più presto un’efficiente rete di trasporti che colleghi il Miranese e la Riviera del Brenta. Serve un collegamento più rapido e capillare tra l’ospedale di Mirano e quello di Dolo». È questa una delle prime partite che intende giocare Silvano Checchin da neoeletto presidente della Conferenza dei sindaci di Riviera e Miranese.

Il sindaco di Spinea, eletto la scorsa primavera per un secondo mandato alla guida della sua città, è stato indicato all’unanimità come presidente della Conferenza al posto di Fabio Livieri. Il sindaco di Campagna Lupia aveva manifestato da tempo la volontà di passare il testimone ad un collega, Checchin ha accettato l’incarico e ora fissa il primo obiettivo.

«Quello dei trasporti è un tema davvero molto sentito dalla gente – spiega -. Bisogna iniziare a ragionare in ottica di città metropolitana, non è possibile che una persona anziana senza macchina a disposizione debba fare un giro lunghissimo per andare da un ospedale all’altro».

I due poli sanitari lavorano infatti in rete, capita dunque che molti utenti siano costretti a fare visite ed esami sia a Mirano che a Dolo. «Ma manca il collegamento – insiste Checchin -. Pensiamo per esempio a una persona che abita a Spinea: per andare a Dolo deve recarsi a Mirano o addirittura a Marghera e poi cambiare bus. Il sistema trasportistico va assolutamente migliorato». Checchin fa riferimento alla linea Actv numero 53 (Venezia-Marghera-Oriago-Mira-Dolo-Fiesso-Stra-Padova), alla numero 56 (Dolo-Sambruson-Gambarare-Mira-Marano-Mirano) e alla 59 (Dolo-Cazzago-Scaltenigo-Marano-Mirano).

«Ho già parlato con i vertici di Actv – garantisce il primo cittadino di Spinea -. Hanno assicurato che prepareranno della documentazione su flussi e orari che poi noi sindaci potremmo analizzare».

Un altro tema caldo è quello legato alla sanità, su cui tutti i sindaci di Miranese e Riviera sono concentrati: «Siamo molto attenti alle scelte che farà la Regione – sottolinea Checchin – e lavoreremo affinché i nostri ospedali non vengano penalizzati. È importante continuare a garantire i servizi attuali». Infine una battuta sul nuovo incarico: «Per me è un ulteriore impegno, ma lavorerò per spirito di servizio. Ho dato ai colleghi massima disponibilità, li ringrazio per la fiducia».

Gabriele Pipia

 

DOLO – D’Agostino all’attacco. Ma l’Asl 13 precisa: «Ancora non c’è una data»

DOLO – I lavori effettuati in questi ultimi giorni nell’ala nord dell’ospedale hanno messo in allarme più di qualcuno, preoccupato per la ricollocazione di reparti fra gli ospedali di Dolo e Mirano prevista dalle schede ospedaliere. Ma l’Asl 13 ridimensiona i timori e chiarisce la vicenda.

Ad essere interessato è il quarto piano che dovrebbe accogliere il reparto di Oncologia di Mirano. «La Pneumologia e la Cardiologia dovranno sacrificare spazi fino ad oggi ben utilizzati e funzionali.- attacca l’ex amministratore dell’ospedale Vincenzo D’Agostino – La Pneumologia sarà probabilmente costretta a rinunciare a due posti letto, la spirometria verrà trasferita altrove e tutti i medici, primario compreso, dovranno liberare i loro studi, che saranno ubicati lontano dal reparto. Alcuni, addirittura, al sesto piano dell’ala sud: come faranno ad intervenire prontamente se chiamati per situazioni di urgenza?». «Anche Cardiologia – prosegue D’Agostino – dovrà dividere gli spazi infermieristici con l’Oncologia, con problemi per la collocazione dei farmaci e di tutti gli altri presidi. I cardiopatici degenti e i loro parenti non potranno più utilizzare lo spazio comune, ora dedicato anche ai colloqui con i medici».

I sacrifici – conclude D’Agostino – si sopportano, se necessario, «ma divengono difficilmente tollerabili se fatti per assecondare un piano regionale irrazionale, anzi schizofrenico». Contrariato anche il Comitato “Bruno Marcato” che aggiunge: «È il segno evidente che la direzione sta già pensando di attuare l’atto aziendale, senza attendere che venga approvato e definito il piano sanitario regionale».

Ma dalla Direzione dell’Asl 13 arriva una precisazione importante: «È stato sistemato il bagno del primario di Pneumologia e sono in atto altri restauri e miglioramenti all’interno del reparto, motivo per cui verrà spostato il servizio di fisiopatologia nell’area dei poliambulatori. Il reparto di Oncologia di Mirano, come è previsto dalle schede ospedaliere regionali, verrà trasferito a Dolo, ma non ora. In questo momento infatti sono in atto solo delle valutazioni e approfondimenti sul trasferimento e non è stato ancora formalizzato lo spostamento».

Lino Perini

 

Dolo. È il primo nel Veneto ed è stato lanciato nel reparto di Urologia: riguarda un nuovo sistema di comunicazione

Una guida al reparto e alle terapie tradotta stilizzate per comunicare con i disabili mentali.

All’Urologia di Dolo parte un progetto sperimentale ed innovativo, uno strumento di assisteannza sanitaria dedicato ai disabili con gravi problemi di comunicazione.

Si chiama Pecs e si tratta di una sorta di «lingua alternativa» con la quale medici e infermieri potranno comunicare, attraverso tavolette con immagini stilizzate, con pazienti con problemi comunicativi, dai bambini autistici, o con persone con ritardi mentali o colpite da ictus.

In Italia cinque persone su cento sono disabili, e una su cento è in condizioni di grave o gravissima disabilità, proprio per venire incontro alle loro necessità il reparto di Urologia dell’Asl 13, in collaborazione con l’Associazione Famiglie e Abilità di Campagna Lupia (ispirati al Progetto DAMA, presente in Lombardia), ha creato per prima in Veneto un progetto («perché anche noi disabili con ritardo cognitivo ci ammaliamo come voi») che utilizza le «Pesc».

«La disabilità non è solo fisica – ha spiegato il primario di Urologia Giorgio Artuso – ma anche mentale. Per la prima forma di disabilità, eravamo già attrezzati da tempo: stanze preparate appositamente per accogliere, ad esempio, persone, spesso giovani, in carrozzina.

Da circa un mese abbiamo fatto un passo in più nell’ottica dell’accoglienza, per i pazienti con ritardo mentale e questo è un passo avanti favvero importante e significativo».

Tutte le stanze di Urologia sono «segnate» con le Pecs, le immagini stilizzate e dl personale sanitario ha imparato questo tipo di linguaggio alternativo e, nel momento in cui, un disabile con ritardo mentale si rivolge al reparto, ha con sè queste tessere con cui può spiegargli facilmente l’iter terapeutico che dovrà affrontare.

Luisa Giantin

 

 

Il Tribunale del malato difende Mirano mentre avvia una nuova campagna di prevenzione sanitaria

MIRA – Da questa mattina e fino a giovedì negli ospedali dell’Asl 13 prende il via la campagna nazionale “Mi sta a cuore, guida alla salute di cuore e cervello”, con la distribuzione di un opuscolo per i cittadini realizzato da Cittadinanzattiva – Tribunale dei diritti del malato. La guida contiene informazioni su come prevenire le patologie cardiovascolari e cerebrovascolari attraverso la conoscenza dei principali fattori di rischio.

Ma la campagna di prevenzione è anche l’occasione per difendere l’operato dell’Unità operativa di Emodinamica e Cardiologia interventistica dell’ospedale di Mirano, considerata un’eccellenza nel Triveneto e a livello nazionale e polo di attrazione da altre Ulss e regioni. Dal 1. gennaio 2015 il reparto chiuderà e sarà trasformato in Chirurgia vascolare. Una scelta avallata dal direttore generale Gino Gumirato che riferendosi ai dati Agenas, l’Agenzia sanitaria legata al ministero, sottolineava come i dati negativi sull’attività del reparto miranese di Cardiologia individuava come unica strada la collaborazione con Mestre.

«Quei dati sono stati letti in maniera strumentale – dichiara la presidente del Tribunale Sandra Boscolo con i dati alla mano – si è volutamente omesso di riferire che Mirano, trattando il 66,5% dei pazienti in infarto acuto con angioplastica coronarica entro le 48 ore, raddoppia la media nazionale del 30,76% superando ampiamente Mestre che detiene il 45,5%».

Luisa Giantin

 

Nuova Venezia – Asl 13, arriva Checchin

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

4

dic

2014

È stato eletto ieri presidente della conferenza dei sindaci

MIRA – Sostituzione ai vertici della conferenza dei sindaci dell’Asl 13: i sindaci dei 17 Comuni hanno votato il nuovo presidente. A dirigere l’assemblea sarà il sindaco di Spinea (di area centrosinistra) Silvano Checchin, che subentra al collega di Campagna Lupia (di area centrodestra) Fabio Livieri. La sostituzione è avvenuta, secondo Livieri, in modo concordato, anche se non poco avrebbero pesato, secondo alcuni, le recenti polemiche e le proteste legate alla difesa dell’ospedale di Dolo sfociate in una manifestazione.

«Era da tempo», spiega Livieri, «che avevo chiesto la sostituzione alla guida della conferenza, sia per problemi di lavoro che di salute. Dopo due anni e mezzo di incarico, ritengo sia giusto optare per l’alternanza. Credo che il collega Checchin saprà operare con grande capacità, tenendo conto degli interessi di tutto il comprensorio».

Va detto che Livieri era stato l’unico sindaco a non aderire alla marcia di protesta organizzata dai primi cittadini della Riviera a novembre per le strade di Dolo e si era attirato gli strali dei comitati e degli stessi colleghi. Fra gli altri argomenti affrontati ieri dalla conferenza dei sindaci, c’è stata anche la questione del distretto sanitario di Mira. Il sindaco di Mira Alvise Maniero ha ricordato i passaggi fatti e l’invio in Regione del progetto per il nuovo sito di Oriago con il piano finanziario per realizzarlo. Infine i fondi per l’ospedale di Dolo.

«Attendiamo entro fine mese dalla Regione», ha detto Livieri, «una risposta per ottenere i 28 milioni di euro che ci servono per realizzare le nuove sale operatorie, il pronto soccorso e la riabilitazione all’ospedale di Dolo».

(a.ab.)

 

DOLO – «È una situazione da terzo mondo». Sbotta l’ex amministratore dell’ospedale e dell’Asl Vincenzo D’Agostino al cospetto di come si presentano ogni giorno le sale d’attesa del nosocomio dolese. «È inconcepibili che gli operati sostino nei corridoi ed i letti degli ammalati passino fra coloro aspettano per entrare in sala gessi. E non è giusto che la sala gessi si trovi al quarto piano dove le persone arrivano da sole, dovrebbe essere accanto al pronto soccorso come lo prevede la normativa. È un reparto importante, è stato giudicato dal ministero come il terzo in Regione, merita maggiore attenzione.» D’Agostino non si limita a questo. «Ed è ancora disumano vedere cosa accadde nella sala d’attesa degli ambulatori di cardiologia dove le attese sono anche di ore in uno spazio angusto, gente in piedi perché la sala è stata dimezzata per fare una stanza per le riunioni che non serve e che va a discapito della funzionalità del servizio. I cittadini non meritano di essere trattati in questo modo»

(L.Per. )

 

 

DOLO «Che delusione, che amarezza. Sindaco e maggioranza, con l’appoggio dei due fuoriusciti leghisti e alcuni astenuti, hanno voltato le spalle ai loro cittadini». L’accusa è lanciata da Emilio Zen, referente del coordinamento per la tutela dell’ospedale di Dolo, dopo che il consiglio comunale di Dolo ha bocciato l’ordine del giorno per la difesa del nosocomio approvato dalla conferenza dei sindaci.

«Il 13 novembre, durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione», spiega Zen, «il vicesindaco di Dolo rivendicava la difesa e il rilancio del nostro ospedale e il sindaco Gottardo condivideva l’azione della conferenza dei sindaci della Riviera. Giovedì hanno affossato un fondamentale documento che mette in ordine tutte le valutazioni e le rivendicazioni di chi sta conducendo una battaglia di civiltà».

L’azione del coordinamento continuerà. «Dal canto nostro, confidando nella coerenza e nell’impegno dei sindaci “non trasformisti” e dei consiglieri regionali che si sono resi disponibili, non arretriamo di un passo chiedendo il ritiro dell’atto aziendale dell’Asl 13 e la conseguente revisione delle schede ospedaliere».

Giacomo Piran

 

Dolo. Non passa l’emendamento sulla sospensione delle schede e nemmeno l’assestamento di bilancio: è polemica

DOLO – Il consiglio ha bocciato il documento che la Conferenza dei sindaci lo scorso 24 ottobre aveva sottoscritto con l’impegno venisse approvato in ogni consiglio comunale e che riguardava la salvaguardia delle funzioni ospedaliere dell’asl 13 e la maggioranza è stata battuta sull’assestamento di bilancio.

La votazione per il documento che chiedeva, di sospendere l’attuazione delle schede ospedaliere ha visto gran parte della maggioranza votare contro il documento unitamente alla Lega Nord 9 voti contrari, 7 favorevoli e 4 astenuti.

Saltato anche l’assestamento di bilancio perché la votazione ha visto 10 voti a favori e 10 contrari.

Molte le reazioni. Il Comitato Bruno Marcato ha osservato. «Purtroppo i partiti ‘comandanò anche per l’Ospedale di Dolo che subirà lo spostamento degli uffici da Dolo a Noale Spostamento della Chirurgia, Urologia, Ortopedia a Mirano. Riduzione del Pronto Soccorso e previsione di alcuni posti letto di Chirurgia funzionante solo in orario diurno e chiusura totale al sabato e domenica. Radiologia sarà chiusa, rimarrà solo Rianimazione. Ecografia diagnostica ed interventistica sarà chiusa.»

Il coordinatore della manifestazione del 16 novembre, Emilio Zen ha aggiunto. «L’amministrazione ha affossa un Ordine del Giorno già approvato in altri Comuni, fondamentale documento che mette in ordine tutte le valutazioni e rivendicazioni ormai dominio comune di chi sta conducendo una battaglia di civiltà. Che delusione, che amarezza! – osserva amaramente Zen – Sindaco, giunta, maggioranza si sono fatti incantare da vacui progetti futuristi, da specchietti per le allodole.»

Per finire l’esponente del Partito Democratico Alberto Polo attacca duramente l’amministrazione del comune «La maggioranza a Dolo non esiste più, questi signori sono pregati di smetterla di prendere in giro la nostra città e di liberare tutti noi cittadini da questo indecoroso spettacolo. Dopo aver invano cercare di approvare il P.A.T.I. – continua Polo – giovedì si è consumato l’ennesimo scempio alle istituzioni cittadine con la mancata approvazione dell’assestamento di bilancio, uno strumento indispensabile per tutta la programmazione del Comune e per evitare le pesantissime sanzioni in caso di non rispetto del patto di stabilità».

(l.per.)

 

Gazzettino – Ospedale a Padova est l’accordo non si trova

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

29

nov

2014

Il nuovo ospedale di Padova, faro dell’eccellenza veneta, policlinico universitario con i laboratori di ricerca accanto ai pazienti, 970 posti per 650 milioni di euro, non ha ancora una sede. Dopo otto anni anche ieri gli attori istituzionali coinvolti non sono riusciti a mettersi d’accordo. Davanti al presidente della Regione, Luca Zaia, che aveva dato l’ultimatum, la proposta del sindaco Massimo Bitonci di un’area nel quadrante di Padova est, nella zona del palasport, non è stata ritenuta idonea dalla Provincia e dall’Università che hanno manifestato alcune criticità, dall’inquinamento al fatto che 200mila metri quadrati erano troppo pochi. Il sindaco a dire la verità è arrivato con una lettera dei proprietari privati che confinano con l’area comunale, altri 200mila metri quadrati, i quali dichiaravano la loro disponibilità a vendere. Ma l’Università, pur dicendosi favorevole a valutare l’opzione, l’ha giudicata ancora allo stato virtuale. Risultato: il presidente Zaia per cercare di salvare l’accordo, ha chiesto ai tecnici dei soggetti coinvolti di effettuare una ulteriore verifica non solo su Padova est, ritenuta comunque un’area interessante, ma su tutte le altre proposte, compresa Padova ovest, che sembrava tramontata per sempre dopo la fine del project-financing in esame decretata proprio con una delibera regionale nell’ottobre scorso.

Un arretramento che fa salire il tono della polemica. Il sindaco Bitonci non le ha mandate a dire. «Mentre la Regione non ha sollevato obiezioni il presidente Soranzo (indipendente ma eletto con i voti dei sindaci Pd) ha provato un tentativo di scippo verso un comune esterno, motivato solo da penosi calcoli politici. Al rettore dico che se a Padova est abbiamo 200mila metri quadrati, a Padova ovest non ne abbiamo nemmeno uno visto che sono da espropriare».

L’Università però non chiude del tutto la porta: «Disponibili a valutare un allargamento a 400mila metri quadrati», mentre il presidente della Provincia, contrattacca: «Il sito lo devono decidere i 17 comuni che hanno aderito al Pati». Alla fine è il presidente Zaia che cerca di spegnere i fuochi. «Vogliamo l’ospedale a Padova e non fuori città. Per questo ho incaricato i tecnici di valutare approfonditamente l’area S. Lazzaro a Padova est e metterla in comparazione su esplicita richiesta di Provincia e Università con tutte le proposte, compresa la zona di Padova ovest. Ma l’imperativo categorico è di elaborare nel più breve tempo possibile una nuova bozza di accordo. I veneti e i padovani non possono più aspettare». Giusto.

Mauro Giacon

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui