Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

L’assemblea regionale rinvia ancora la scelta dei tre consiglieri d’amministrazione: figuraccia con gli investitori

Anas (socia al 50%) è furiosa e segnala a Zaia i danni d’immagine: in ballo ci sono 840 milioni di project bond e il gruppo tedesco Allianz potrebbe sottoscriverne la metà.

Il governatore incalza Ruffato e quest’ultimo sollecita l’aula ma Cortellazzo solleva un problema di legittimità e la patata bollente fa ritorno in commissione

VENEZIA – Altro che autostrada. Il rinnovo dei vertici Cav diventa un viottolo tortuoso dove la maldestraggine della politica nostrana si combina alle pressioni dei poteri forti romani.

I fatti. Il consiglio d’amministrazione di Concessioni autostradali venete – la società che gestisce il tratto dell’A4 Mestre-Padova, la tangenziale ovest mestrina ed il raccordo con l’aeroporto Marco Polo – è in regime di prorogatio da otto mesi e il compito di rinnovarlo spetta, com’è ovvio, ai soci: Regione e all’Anas, partner al 50%. L’Azienda ha provveduto da tempo a nominare i suoi fiduciari e a fronte del ritardo regionale, il presidente Pietro Cucci ha inviato una lettera risentita al governatore Luca Zaia, esprimendo «estrema sorpresa» per le mancate designazioni e paventando un «aggravio dei costi» a carico di Cav in caso di ulteriori dilazioni.

Il riferimento di Anas corre all’assemblea degli azionisti, chiamata ad approvare (oltre al bilancio 2014) l’emissione di project-bond per 840 milioni di euro. Il prestito obbligazionario – ideato per completare il pagamento della realizzazione del Passante – ha attirato l’interesse degli operatori esteri, a cominciare dal potente gruppo tedesco Allianz (che sarebbe intenzionato a investirvi 400 milioni) e ciò moltiplica l’urgenza di agire. Viceversa, la fatidica assemblea, prevista dapprima in data 2 dicembre, è stata disertata dalla Regione e riconvocata per oggi.

Nel frattempo, Zaia scrive al presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato, rimarcando «l’urgentissima e indifferibile necessità» di procedere alle nomine spettanti all’assemblea, ovvero tre consiglieri d’amministrazione dai quali scaturirà il presidente.

Ruffato, però, replica segnalando un ostacolo giuridico: i candidati devono essere scelti attigendo all’elenco del bando e quest’ultimo riguarda esplicitamente il solo presidente, non già i consiglieri. Cavilli, certo, eppure sufficienti ad accendere un ricorso legale.

L’Anas, informata dell’inghippo, fa orecchi di mercante e invita a procedere purchessia. A complicare il tutto, c’è la faida permanente nel centrodestra che non consente un accordo bonario. Se la Lega sostiene a spada tratta Tiziano Bembo – presidente uscente e (salvo sorprese) entrante di Cav – e il Pd punta su Paolo Rodighiero, ad di Dolomiti Bus – tra le anime litigiose di Forza Italia non c’è intesa. Ed è lo stesso Piergiorgio Cortelazzo, il capogruppo di Pdl-Fi, a sollevare la questione di legittimità delle nomine, sottolineando l’esigenza di attingere a due bandi distinti: «Viceversa», conclude «i nostri consiglieri saranno sub-judice».

Obiezioni e battibecchi, finché l’aula decide di rinviare la patata bollente alla commissione trasporti. Il gruppo democratico è contrario e lamenta «vecchie logiche di spartizione». Oggi l’assemblea Cav si riunirà comunque, nello sbigottimento generale di manager e virtuali investitori. Allegria.

Filippo Tosatto

 

DETTO AL VOLO

Un infortunio pagato oltre 60 milioni l’anno

«L’Italia è troppo importante per lasciarla governare agli italiani», disse qualcuno tanti anni fa, e con il senno di poi non si può dire avesse tutti i torti. Oggi verrebbe da aggiungere che è il Veneto troppo importante per lasciarlo governare ai veneti, se è vero come sembra che il Consiglio Regionale è riuscito nell’impresa di sbagliare i bandi per la governance della Cav, la società autostradale veneta che gestisce il Passante, controllata da Anas e Regione.

In pratica avrebbe dovuto pubblicare due bandi per le candidature, uno a consigliere e un altro a presidente. Ebbene, la Cav rischia di perdere un finanziamento da parte di investitori stranieri di 400 milioni di euro, a causa dei ritardi sulle nomine e dell’incertezza sulla governance in eterna prorogatio.

A questo si aggiungano le liti, gli scontri, le imboscate e i tranelli quotidiani nell’aula del Ferro Fini che portano normalmente al nulla di fatto, tant’è vero che solo per stare al bilancio, è stato licenziato un bilancio provvisorio data l’incapacità di chiuderne uno di regolare.

E mentre a Venezia si discute a 8.500 euro al mese a testa, a spese nostre, i soldi stanieri scappano.

E pensare che l’assemblea regionale ci costa 61 milioni di euro all’anno tra stipendi, contributi per pensioni e vitalizi e personale. Il tutto per ricevere questi pasticci in cambio. Alla faccia dell’autonomia e della devoluzione.

g.s.

 

Gazzettino – Passante, scontro Regione-Anas

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

dic

2014

In ballo il rinnovo del Cda della società mista “Cav”, ma il Veneto continua a rinviare le scelte. Dura lettera di Ciucci a Palazzo Balbi

BARRIERA – I caselli del Passante di Mestre in località Villabona

Oggi si riunirà l’assemblea dei soci di Cav, la società che gestisce il Passante di Mestre, ma sarà un’altra seduta a vuoto. Perché i due soci – Anas e Regione Veneto, entrambi al 50% – non riusciranno a nominare il nuovo consiglio di amministrazione. Motivo: la Regione non ha fatto i compiti per casa. In parte per colpa di Roma, che ha cambiato le carte in tavola, in parte per ragioni interne alla maggioranza di centrodestra che deve decidere a chi spetta cosa. Tradotto: nomine e incarichi da spartire. Sta di fatto che Anas non gradirà il nuovo rinvio, tanto più che in ballo c’è un’operazione da 830 milioni di euro, l’emissione di quei Project Bond necessari per ripagare i costi del Passante già slittata a gennaio. Con il rischio che gli interessi per questo prestito obbligazionario aumentino ulteriormente, come peraltro ha fatto notare il presidente di Anas Pietro Ciucci in una durissima lettera inviata il 4 dicembre al governatore Luca Zaia. Anche se a Palazzo Ferro Fini c’è chi sostiene che l’attuale Cda di Cav, benché scaduto e in regime di prorogatio, sia comunque legittimato.

Tant’è, la vicenda sta in questi termini. Nel Cda di Cav siedono in 5, tre di nomina della Regione compreso il presidente e 2 di Anas compreso l’amministratore delegato (ma attualmente sono 4 perché la sostituzione da parte della Regione di Giampietro Marchese non è mai avvenuta).

La giunta di Zaia pubblica un solo avviso per la nomina del presidente di Cav, perché all’epoca le norme statali prevedevano che gli altri componenti dovessero essere scelti tra i dirigenti dell’ente pubblico (cioè a costo zero). Poi, però, le regole cambiano: i componenti del Cda possono essere scelti come si vuole. Solo che l’elenco di papabili cui attingere è esclusivamente quello degli aspiranti alla carica di presidente.

Domanda: si può pescare da lì anche per i “normali” consiglieri? Il dubbio lo pone ieri pomeriggio durante il consiglio regionale Piergiorgio Cortelazzo, capogruppo di Forza Italia per il Veneto, avanzando il timore di possibili ricorsi. Risultato: anziché procedere con le nomine – come prevedeva l’ordine del giorno del consiglio convocato proprio per votare, oltre all’esercizio provvisorio per i primi quattro mesi del 2015 (passato a maggioranza), anche tre dei cinque componenti del Cda di Cav – si è deciso con 34 sì, 17 no e 1 astenuto, di rinviare l’argomento in commissione.

Al che Lucio Tiozzo ha dato voce alle malignità: il rinvio – ha detto il capogruppo Pd – è espressione di una divisione interna alla maggioranza, frutto di «una vecchia cultura di suddivisione delle nomine». Tradotto: se il presidente di Cav spetta alla Lega (e la Lega è pronta a riconfermare Tiziano Bembo) e se uno degli altri due consiglieri spetta all’opposizione, a chi del centrodestra tocca il terzo consigliere? Agli azzurri-azzurri di Padrin, agli azzurri-neri di Cortelazzo o al Nuovo centrodestra di Zorzato? Tant’è che più di qualcuno dell’ex Pdl ha chiesto di affrontare l’intero pacchetto di nomine, così da avere il quadro completo.

Per la cronaca, Cortelazzo ha ribattuto a Tiozzo, facendo notare che l’insistenza a nominare il nuovo Cda è giunta da Roma, dagli attuali vertici governativi. Di certo vi è la pesante lettera che Ciucci ha inviato a Zaia. Ma nel carteggio c’è anche un altro botta e risposta: Zaia che a novembre chiedeva a Ruffato di darsi una mossa con le nomine e Ruffato che gli rispondeva a tono facendo presente il pasticciaccio dell’unico avviso. E fortuna che sono alleati.

Alda Vanzan

 

Nuova Venezia – Ferrovie, 22 milioni in tecnologie

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

dic

2014

Maxi investimento sul nodo mestrino, le novità sulla linea Venezia-Portogruaro

Un investimento complessivo di 22 milioni di euro per dotare il nodo ferroviario di Venezia di una tecnologia d’eccellenza, che consentirà di ottimizzare il controllo e la gestione della circolazione dei treni direttamente dal Posto centrale di Mestre. Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha terminato in questi giorni la seconda fase degli interventi di ammodernamento tecnologico del nodo di Venezia.

Grazie a questi lavori il traffico ferroviario passeggeri e merci sulla tratta Mestre-San Donà è adesso inserito nel Sistema di Comando e Controllo (Scc) gestito dal Posto centrale di Mestre. L’investimento complessivo per il completamento del sistema è di circa 22 milioni di euro, di cui un milione per la tratta Mestre-Padova.

La fetta più grossa, pari a 14,5 milioni di euro, è stata investita invece sui 32 chilometri che dividono Mestre da San Donà, con il completo rinnovo del sistema che regola il distanziamento dei treni e la realizzazione di un nuovo apparato (denominato in gergo tecnico Acei) che permetterà nella stazione di San Donà una migliore gestione del transito dei treni e delle situazioni di criticità.

Rfi prevede di investire altri 6,4 milioni di euro per il proseguimento dei lavori anche sulla tratta San Donà- Portogruaro, con migliorie in particolare a San Stino.

Attualmente sono 63 i chilometri di linea e 13 le stazioni comprese nella giurisdizione del nodo di Venezia, che diventeranno rispettivamente 90 e 17 dopo il completamento della successiva fase di intervento. Più in generale, le cinque postazioni di Sistema di Comando e Controllo del Posto centrale di Mestre sovrintendono al transito dei treni in 66 stazioni e 2 posti di servizio posti lungo un totale di 387 chilometri di binari, sulle linee Tarvisio-Udine-Mestre, Mestre- San Donà, Treviso-Vicenza, Mestre-Bassano e Mestre-Padova.

«Con l’SCC gli apparati delle stazioni (scambi, segnali, passaggi a livello) non sono più manovrati sul posto, ma da un’unica “cabina di regia”. Il sistema consente di garantire standard di qualità e puntualità maggiori nella circolazione, grazie a una consistente diminuzione dei tempi tecnici necessari per effettuare, nelle stazioni, il transito e gli incroci dei treni», spiega una nota di Rfi, «Alla capacità di gestire la circolazione su una vasta area, l’Scc aggiunge la diagnostica centralizzata di tutti gli apparati presenti sulla linea, la telesorveglianza delle stazioni e la diffusione in tempo reale delle informazioni alla clientela. Tutto questo con un miglior rapporto fra costi di gestione e prestazioni».

Giovanni Monforte

 

Gazzettino – Ferrovie, Rfi investe 22 milioni a Mestre

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

dic

2014

TRASPORTI – Estesa a San Donà la rete servita dal Sistema di comando e controllo a distanza

L’ innovazione non si vede ma, assicurano nel palazzo di via Decorati al valor civile di Mestre, si farà presto sentire sul traffico ferroviario. Ammonta a 22 milioni di euro l’investimento che Rfi, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che cura la rete, ha fatto nel nodo di Venezia per il completamento del Sistema di comando e controllo (Scc) dei treni.

I soldi sono serviti in primo luogo ad ampliare alla tratta Mestre-San Donà di Piave (32,8 chilometri, spesa 14,5 milioni) il sistema di distanziamento dei treni e l’apparato Acei, che di fatto consente di gestire a distanza la circolazione ferroviaria e gli eventuali problemi. Un altro milione di euro è stato speso per interventi sulla tratta Venezia-Padova, già servita dal sistema Scc, e altri 6,4 milioni serviranno per ampliare la tecnologia da San Donà a Portogruaro. A regime il Nodo di Venezia avrà giurisdizione su 90 chlometri di linee e 17 stazioni.

Ma dalla sala comandi di Mestre la rete ferroviaria gestita con la tecnologia Scc è ben più ampia, dato che si estende su 387 chilometri di binari lungo le linee Mestre-Udine-Tarvisio, Mestre-San Donà, Treviso-Vicenza, Mestre-Bassano e e Mestre-Padova. Gli operatori delle cinque postazioni della “cabina di regia” di Mestre, che lavorano davanti a un grande pannello che rappresenta la rete ferroviaria di buona parte del Nordest, sono in grado di pilotare il traffico ferroviario, gestire scambi, segnali e passaggi a livello, ma anche di intervenire in caso di criticità, allertando se necessario il personale in servizio lungo l’intera rete.

Ciò che interessa ai viaggiatori, e ai pendolari in primo luogo, è che l’estensione del sistema Scc garantirà standard di qualità e puntualità maggiore, con tempi ridotti per il transito e gli incroci dei treni nelle stazioni. Un obiettivo reso possibile dai recenti interventi alla stazione di Mestre, con la riorganizzazione delle tratte lungo le linee che vi gravitano. E una risposta indiretta alle proteste che, anche di recente, hanno riguardato il Trasporto ferroviario locale a causa di ritardi e cancellazioni che hanno complicato la vita di studenti e lavoratori che ogni giorno si servono del treno. Il processo di innovazione, è scritto in una nota di Rfi, comprende «un miglior rapporto fra costi di gestione e prestazioni: miglioramento delle qualità dell’offerta di servizio, maggiore efficienza nel processo di manutenzione e maggior protezione dei beni della società contro atti vandalici e furti».

 

Autostrada “gratis” per 12 ore dopodomani in tutti i caselli della Cav (Concessioni autostradali venete) per lo sciopero indetto nelle ultime quattro ore di ogni turno da Fit Cisl, Sla Cisal e Ugl contro i vertici della società autostradale che gestisce Passante e il tratto Venezia-Padova.

I dipendenti ai caselli incroceranno le braccia per “le relazioni industriali ridotte al rango di mera informativa o presa d’atto di determinazioni già attuate”.

«Nonostante l’accordo aziendale sia scaduto ormai da un anno, Cav ha fatto saltare la convocazione del 27 novembre scorso e continua a non dare riscontro alle richieste d’incontro – affermano i sindacati che hanno disertato anche il tradizionale appuntamento dello scambio di auguri di dine anno -. Cav ha chiuso il 2013 con un utile di bilancio pari a 9.781.643 euro, ma si trova a gestire con lo stesso numero di dipendenti della Venezia-Padova, una struttura autostradale pressoché raddoppiata, abbassando il costo del personale».

Problemi economici ed anche di organizzazione aziendale che hanno convinto Cisl. Cisal e Ugl a indire uno sciopero per mercoledì 31 dicembre che, per gli automobilisti, potrebbe tradursi in un inatteso “regalo” di fine anno.

 

Vvox.it – Tav Vicenza, progettista finanziò Variati

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

17

dic

2014

Un conflitto d’interessi grande come una casa. Anzi, come una doppia rotaia chiamata fantasmagoricamente Treno ad Alta Velocità alla vicentina. E’ quello che investe l’ingegner Gianmaria De Stavola dello studio di progettazione Idroesse Infrastrutture Spa, autore delle opere complementari della fermata Tav a Vicenza, cara alla giunta di centrosinistra e alla Camera di Commercio locale.

Già, perché il professionista padovano dato per vicino al Pd (in passato vicepresidente dell’azienda di trasporti veneziana Actv in quota Margherita, già direttore dei lavori del tram di Padova e Mestre e responsabile del preliminare del Passante veneto, chiamato a firmare il controstudio sui flussi di traffico nel mastodonte commerciale Veneto City a Dolo, coinvolto nella realizzazione del Casello di Albarea, del Grande Raccordo Anulare di Padova (GRAP) e della Camionabile sull’Idrovia Padova-Venezia), è stato uno dei dodici finanziatori ufficiali della campagna elettorale del sindaco Achille Variati (Pd) alle ultime elezioni comunali.

Si tratta di una cifra che i minimizzatori in servizio permanente effettivo liquideranno facendo spallucce: 3 mila euro. Ma non è la cifra che conta: è il fatto in sé.

Il fatto che il progettista per conto del Consorzio Iricav 2 abbia sostenuto attivamente, sborsando denaro, l’amministratore pubblico che oggi magnifica un’opera tutta sulla carta, e su carta intestata a quello stesso progettista. Non si scappa: è un clamoroso caso di incompatibilità.

Come promemoria, pubblichiamo i nomi di tutti i finanziatori del sindaco Pd diffusi dall’agenzia Alias (oggi Regina Rossa, di cui era socio il vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci) nell’ottobre 2013, a cinque mesi dal voto che confermò Variati primo cittadino del capoluogo berico. In modo che la prossima volta, l’egregio e trasparente borgomastro stia più attento. Perché ora dovrebbe prendere provvedimenti. O sul Tav in salsa palladiana incomberà per sempre l’ombra di uno dei suoi 12 apostoli. Gesù finì sulla croce per uno soltanto. E per soli 30 denari. Qui sono 3000.

Unicomm Srl (gruppo di supermercati e centri commerciali della famiglia Cestaro): 20.000 euro
Paolo Marzotto (omonima famiglia di industriali dell’abbigliamento): 10.000 euro
Trivellato Spa (concessionario Mercedes): 10.000 euro
Art. Fer. Artigiani del ferro (azienda di Barbarano Vicentino): 6.000 euro
Francesca Lo Schiavo: 5.000 euro
Ferrazza Srl (azienda di elettronica industriale di Cornedo Vicentino): 4.000 euro
Gianmaria De Stavola (ingegnere dello studio Idroesse): 3.000 euro
Otello Dalla Rosa (amministratore unico Aim Energy): 2.500 euro
Paolo Caoduro (Caoduro Spa, presidente Vicenza Futura, promotrice del nuovo stadio-arena eventi a Vicenza Est): 2.000
Carlo Caoduro (fratello di Paolo, Caoduro Spa): 2.000 euro
Angelo Guzzo (presidente Acque Vicentine, Pd): 1.000 euro
Enrico Guzzoni (revisore dei conti del Comune nel 2010-2012, lavora nello studio Turchetti-Zanguio): 1.000 euro

 

link articolo

 

Nuova Venezia – Appalto idrovia a gruppo dello scandalo Mose

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

16

dic

2014

 

Progetto partecipato per valorizzare l’asta del fiume: in 700 per il rilancio del territorio

Firmato il patto per difendere il Brenta

VENEZIA – Un patto per rendere il fiume Brenta sostenibile e difenderlo da eventuali abusi o interventi dissennati. É stato firmato ieri mattina a Venezia il «Contratto di Fiume per il Brenta» alla presenza dell’assessore alla pesca Franco Manzato, delegato per l’assessore all’ambiente Maurizio Conte. Si tratta del primo processo partecipato a grande scala in Veneto che ha lo scopo di mettere in rete comuni, istituzioni e associazioni che vivono a contatto con il Brenta affinché si affrontino insieme i punti critici (per esempio il prosciugamento dell’acqua da parte di centrali idroelettriche o gli interventi per sistemare gli argini) e si uniscano le forze per progetti positivi (in particolare le associazioni sportive, ambientaliste, scientifiche, turistiche e le oltre 400 Ville Venete che rientrano nel bacino del Brenta).

Per adesso hanno firmato l’accordo le province di Padova, Venezia e Vicenza più Trento e Belluno come osservatrici, tre Consorzi di Bonifica (Brenta, Acque Risorgive e Bacchiglione), tre Unione Montane (Valbrenta, Sette Comuni, Grappa), tre Consigli di Bacino (Laguna di Venezia, Brenta e Bacchiglione), 33 Comuni rivieraschi (in previsione ce ne sono un totale di 100) e hanno preso contatto circa 700 realtà associative (info@contrattodifiumebrenta.com). La proposta è partita qualche anno fa da Rolando Lubian, presidente associazioni pescatori veneti dilettanti, e ora vede la partecipazione di tante associazioni come quelle di canottaggio e rafting, guidate dal campione olimpico Ivan Pontarollo.

(v.m.)

 

L’assessore all’Ambiente Conte: «No alla camionabile, meglio puntare sulla rotaia. Presto riunita la conferenza dei sindaci»

Semaforo verde all’Idrovia Padova-Venezia come canale navigabile e scolmatore del fiume Brenta. A comunicare l’esito del bando di gara e l’aggiudicazione della stesura del progetto preliminare a Techital e a Beta Studio è stato l’assessore all’Ambiente e alla difesa del suolo, Maurizio Conte, durante il consuntivo delle iniziative assunte nel 2014 dalla Regione in materia di rischio idrogeologico, miglioramento dell’aria e interventi sul patrimonio forestale.

«A breve ci sarà per l’Idrovia una conferenza dei servizi con i sindaci del territorio – ha detto l’assessore -. Inoltre, ci confronteremo con l’Interporto di Padova e il Porto di Venezia sul dimensionamento dei natanti per il trasporto merci. La camionabile? Stralciata, meglio un collegamento su rotaia».

Dal 2010, ha detto Conte, la Regione ha impegnato 500 milioni (120 solo quest’anno) nell’ambito di un ampio piano per le azioni e gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per complessivi 2,7 miliardi. Un impegno che non si esaurirà. L’assessore all’Ambiente ha anche annunciato l’imminente realizzazione dei bacini di laminazione sul Bacchiglione a monte di viale Diaz nei Comuni di Vicenza e Caldogno, sull’Agno-Guà-Santa Caterina in Sant’Urbano e Vighizzolo d’Este (Padova), sul Livenza tra Portobuffolè e Mansuè e sul fiume Monticano nella trevigiana Fontanelle. Oltre all’avvio delle gare per i bacini sull’Alpone all’altezza di Montecchia di Crosara (Verona), sul Muson tra Fonte e Riese Pio X (Padova), e a quella in corso per il bacino sul Tramigna funzionale a Soave e San Bonifacio (Verona). Per l’erosione costiera e il ripristino ambientale dei litorali, invece, 1,1 milioni in più a Bibione, 3,5 a Caorle, 4,4 a Jesolo e Cavallino Treporti e 1,8 a Chioggia. Sul fronte miglioramento dell’aria, chiusi 4 bandi per la rottamazione di stufe e auto, l’illuminazione e il bike sharing.

Costante la diminuzione d’inquinanti in atmosfera. Nota negativa: l’aumento di benzo(a)pirene causato dalle biomasse per il riscaldamento domestico. Mentre nel settore forestale, le precipitazioni nevose di gennaio-febbraio hanno comportato specie in provincia di Belluno gravi danni al patrimonio boschivo d’alto fusto, con schianti pari a 235mila metri cubi, una perdita di redditività potenziale di 7,5 milioni, 96 interventi e una spesa complessiva di 21 milioni di euro.

«Ora rivolgeremo l’attenzione ai nuovi piani rifiuti, cave e aria – ha concluso Conte – E solleciteremo al Governo risorse vere, almeno con lo sblocco del nostro miliardo e 400 milioni tenuto fermo in Cassa centrale dal patto di stabilità».

Vettor Maria Corsetti

 

PEDAGGI – Sconti sul pedaggio autostradale anche per il 2015: lo ha annunciato Cav

AUTOSTRADA – Lo ha annunciato Cav: 1.70 euro per la tratta Mirano-Padova Est

Pedaggi scontati anche nel 2015

Per i residenti nei Comuni di Pianiga, Dolo, Mira, Mirano e Spinea

Sconti sul pedaggio autostradale anche per il 2015, i pendolari tirano nuovamente fuori la calcolatrice. La concessionaria autostradale Cav ha infatti diffuso una comunicazione rivolta agli automobilisti della Mirano-Padova Est: «La richiesta di rinnovo dell’abbonamento per la tratta Padova Est-Mirano Dolo con sconto del 40% deve essere presentata presso i Centri Servizi Cav entro 30 giorni dalla data di scadenza».

L’abbonamento è rivolto ai residenti nei Comuni di Mirano, Spinea, Mira, Dolo e Pianiga e consente di pagare sulla tratta Mirano-Padova Est (e viceversa) 1.70 anziché 2.80 euro. Attenzione: lo sconto è solo per chi fa almeno 20 accessi, anche 10 andate e 10 ritorni. Chi intende fare questo tipo di abbonamento per la prima volta, deve compilare un modulo disponibile agli sportelli o sul sito di Cav.

Nel 2014 gli abbonamenti sottoscritti con questa formula sono stati 225: va considerato che dallo scorso gennaio (quando il pedaggio Mirano-Padova Est è passato da 80 cent a 2.80 euro) molti pendolari hanno deciso di abbandonare il casello di Mirano privilegiando quello di Spinea. Chi imbocca il Passante a Spinea, infatti, paga 1.60 euro nella tratta Spinea-Padova Est.

Oltre agli sconti del 40% per i pendolari di questi cinque Comuni, resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2015 anche le agevolazioni tariffarie stabilite dal Ministero dei Trasporti a livello nazionale. Questo secondo tipo di agevolazione permette di godere di sconti fino al 20% per i pendolari dotati di abbonamento Telepass che percorrono una tratta di massimo 50 chilometri tra due caselli prefissati: è possibile avere maggiori informazioni sia sul sito www.telepass.it sia agli sportelli Cav (per la Venezia-Padova) e Autovie (per la Venezia-Trieste). Gli sconti maturano progressivamente dopo aver superato i 20 viaggi: al 21esimo viaggio lo sconto su tutti i viaggi (compresi i 20 precedenti) sarà dell’1%, e così via fino al 40esimo viaggio che garantirà una riduzione del 20 percento. Per i pendolari la tratta Mestre-Padova Est può dunque arrivare a costare 2.24 e non più 2.80 euro. Per molti rimarrà comunque più conveniente imboccare il Passante a Spinea: arrivando ad ottenere uno sconto del 20% i pendolari pagano 1.28 euro anziché 1.60 sulla tratta che porta a Padova Est.

 

L’INDAGINE ANNUALE

MONTEBELLUNA – Treni in ritardo e sovraffollati. “Trenitardo – La banca del tempo perduto” boccia la linea cittadina. Questa settimana si conclude infatti il monitoraggio annuale del servizio ferroviario regionale veneto, condotta dal gruppo che ha in Davide Quagliotto, consigliere comunale di Montebelluna nuova, uno dei fondatori.

«Nella nostra raccolta dati -spiega Quagliotto- è stata data molta importanza alle tratte che interessano la stazione di Montebelluna, soprattutto sulla direttrice Belluno-Padova. Quest’ultima infatti risultava essere fra le 10 peggiori d’Italia nel rapporto stilato da Legambiente nel 2013».

E la situazione non sembra essere affatto cambiata. «Gli utenti del montebellunese -aggiunge- continuano a subire ritardi di almeno 5 minuti un treno ogni tre negli orari di punta e viaggiano in carrozze sovraffollate 4 giorni feriali la settimana. I ritardi hanno conseguenze anche sul traffico urbano, perché si ripercuotono sui tempi di attesa ai passaggi a livello. I disagi dei pendolari quindi sono legati a quelli degli automobilisti».

Tutti i dati relativi a ritardi, sovraffollamento, pulizia e problemi, verranno illustrati alla Regione Veneto. «Il progetto di cui sono uno degli ideatori -aggiunge- nasce come piattaforma online (www.trenitardo.org, pagina Facebook con 7700 “mi piace”) ma si sviluppa anche attraverso percorsi comuni con altri comitati veneti».

(l.bon)

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui