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Sistemi territoriali accoglie le proposte dei Comuni

In due settimane una risposta alle richieste dei pendolari

PIOVE DI SACCO – Buone notizie per i pendolari della linea ferroviaria Adria-Venezia: il vicesindaco Lucia Pizzo è uscita dall’incontro di giovedì pomeriggio con i vertici di Sistemi Territoriali dopo aver strappato l’impegno di trovare entro poche settimane le soluzioni ai problemi che affliggono i passeggeri, in particolare da quando è entrato in vigore l’orario cadenzato. Pizzo ha definito l’incontro positivo e costruttivo e guarda già alla prossima riunione, prevista tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.

«La premessa», anticipa il vicesindaco, «è che nella rimodulazione dell’orario è necessario tener conto di numerosi vincoli, da quelli legati alle possibilità di arrivo dei nostri treni nelle stazioni di Mestre e Venezia senza interferire con gli altri convogli, al limite determinato da una linea a binario unico e, non ultimo, i vincoli finanziari con cui deve fare i conti la società. Le modifiche non potranno essere molte», prosegue Pizzo, «ma il presidente di Sistemi Territoriali Gianmichele Gambato, il direttore generale Bruno Caleo e lo stesso responsabile incaricato dalla Regione per la programmazione dell’orario cadenzato, si sono impegnati a trovare una soluzione per aggiungere un treno nell’ora di punta del mattino, per rispondere alla soppressione di quello delle 7.03 che tanti disagi sta creando a lavoratori e studenti, e per rivedere le corse festive tenendo conto del taglio dei collegamenti tra Piove e Venezia con i bus Actv».

Sistemi Territoriali si è impegnata a effettuare nel giro di un paio di settimane tutte le verifiche tecniche ed economiche per formulare una soluzione concreta alle istanze dei pendolari.

«Un dato positivo», aggiunge Pizzo, «è che gli abbonati al treno sono aumentati del 10 per cento quest’anno, quindi non è una linea in sofferenza. Anzi, siamo tutti convinti che con i giusti accorgimenti possa essere utilizzata ancor di più. Ho ribadito la necessità di creare un sistema integrato efficiente fra mezzi pubblici».

All’incontro che si è tenuto nella sede piovese di Sistemi Territoriali ha partecipato anche il sindaco di Adria i cui concittadini sono ugualmente penalizzati dai problemi che interessano la linea ferroviaria

Elena Livieri

 

 

Lamentele ieri mattina su tutta la tratta Venezia-Castelfranco-Bassano

Lavoratori pendolari in ufficio e studenti a lezione mezz’ora dopo il previsto

NOALE – Mattinata difficile ieri per chi ha preso il treno sulla Venezia-Castelfranco-Bassano, con ritardi di alcuni convogli, anche nelle ore di punta. E a risentirne sono stati pure i passeggeri di Spinea, Maerne, Salzano e Noale. Se a questo aggiungiamo la nebbia, si capisce come potesse essere difficile muoversi. Le prime ore del mattino erano filate via senza grossi problemi, se non ritardi da e verso Venezia Santa Lucia di cinque minuti. Poi, il regionale 5709 in partenza da Bassano alle 7.25, è giunto a Santa Lucia 25 minuti dopo il previsto, ovvero alle 8.59 anziché alle 8.34. Degli utenti del Miranese si sono lamentati, perché a Noale è arrivato con 13 minuti di ritardo e a Maerne con 18. Così eventuali coincidenze da prendere o incontri da fare, sono saltati o slittati. È andata un po’ meglio al treno dopo, il regionale 5711 partito da Castelfranco con cinque minuti di ritardo, alle 8.09 invece delle 8.04, e arrivato a Venezia dieci minuti dopo l’orario programmato, alle 9.14 anziché le 9.04: a Noale, Maerne e Spinea hanno dovuto aspettare otto minuti in più, nove a Salzano.

Disagi anche per chi viaggiava verso Castelfranco e Bassano, con tre regionali arrivati a destinazione attorno ai 15’ di ritardo. I problemi sono iniziati alle 6.56, quando da Santa Lucia è partito il convoglio 5706 per Bassano; la partenza è avvenuta un minuto dopo, a Maerne aveva già sei minuti di ritardo, a Noale otto, a Castelfranco, dove si recano diversi studenti, dodici, e nella città vicentina è giunto alle 8.19 invece delle 8.05. Non è andata meglio per chi è salito a Venezia due ore dopo sul regionale 5714 delle 8.56, sempre verso Bassano, arrivato a destinazione 18 minuti oltre il previsto. Un ritardo di nove minuti accumulato già dal capoluogo veneto e che poi, durante il tragitto, è raddoppiato. Così ha raggiunto la città attraversata dal Brenta alle 10.23 e non alle 10.05 come da orario. Anche chi è salito sul regionale 5718, sempre da Venezia a Bassano stavolta delle 9.56, è arrivato con un quarto d’ora di ritardo. La partenza è avvenuta alle 10.08, ovvero dodici minuti dopo, mentre a Maerne gli utenti hanno aspettato al binario per undici minuti e a Noale per otto. L’arrivo a Bassano è stato alle 11.19 e non alle 11.05, come invece segna il cartellone degli orari. L’orario cadenzato, peraltro apprezzato da molti, ha ancora bisogno di rodaggio.

Alessandro Ragazzo

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Il Comune di Spinea raccoglie le proteste sul profilo Facebook

SPINEA. Nuovo orario cadenzato, la protesta non è solo del sindaco. Il Comune ha aperto in questo inizio d’anno una discussione su Facebook per raccogliere giudizi, pareri, suggerimenti dei pendolari sul nuovo orario dei treni da e per Spinea. Silvano Checchin si è impegnato a portare tutte le indicazioni ricevute nei prossimi incontri in Regione. Gli interventi, naturalmente, non si sono fatti attendere: molti i viaggiatori che hanno utilizzato Facebook per dire la loro, lamentando soprattutto disagi e difficoltà ad usare il treno con i nuovi orari. «A cosa serve la stazione di Spinea se i ragazzi che vanno a scuola a Venezia devono prendere l’autobus?», chiede una mamma. «Servizio sostitutivo che peraltro non funzione», puntualizza un’altra cittadina, «questa mattina (mercoledì, ndr) è arrivato un solo bus e non due come accadeva nei giorni scorsi». «Sono stata costretta a farmi il permesso per entrare a scuola più tardi», protesta una studentessa, mentre un’altra utente propone: «Aumentare le corse e mettere un treno per l’ospedale dell’Angelo-Auchan».

Spinea è il primo comune della provincia a usare lo strumento social per questioni di viabilità. «Sono certo che i cittadini sapranno darmi utili suggerimenti», ha spiegato Checchin, «e visto che il diario Facebook ha 3200 amici ed è in costante crescita, appare lo strumento più facile per mettere in contatto i cittadini e creare una rete per una città realmente partecipata».

In questo inizio d’anno la battaglia di Checchin, a questo punto non più solo personale, contro i nuovo orari dei treni, porteranno il sindaco a farsi viaggiatore e imbarcarsi sul treno regionale veloce da Bassano per Venezia, per studiare da vicino tempi di percorrenza e condizioni di viaggio dei pendolari. Spinea chiede di poter fermare anche a Spinea il regionale da Bassano, per mantenere inalterato il numero di corse nelle ore di punta e, quindi, anche di viaggiatori.

Filippo De Gaspari

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Nuova Venezia – Treni, Zaia snobba Maroni: faremo un gara

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10

gen

2014

Il governatore conferma la disdetta a Trenitalia.

L’assessore lombardo Del Tenno: «Disponibili a un’intesa»

VENEZIA – Luca Zaia conferma la disdetta a Trenitalia e non sembra curarsi della proposta arrivata dalla Lombardia di accogliere come operatore il vettore risultante dalla fusione fra Trenord e Atm: «Ho appena scritto una lettera, perché vedo continuamente notizie dei nostri treni regionali sovraffollati, alcuni in ritardo e altri partiti e per carità saranno anche casi isolati però non sono degni di un Paese civile. Per cui mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore che ci gestisce i treni regionali. Facciamo una gara». A Mix24, rispondendo alle domande di Giovanni Minoli, il governatore del Veneto dichiara guerra alla società pubblica delle ferrovie. «È una facoltà – aggiunge Zaia – che ci viene data dalla legge. Le dirò che è una grande avventura: abbiamo il ministero dell’Economia che è proprietario, mi passi il termine, al 100% di Fs e Fs è proprietaria al 100% di Trenitalia». Commenta soddisfatto Diego Bottacin, capogruppo di Verso Nord: «Ci sono voluti anni di battaglie politiche, migliaia di segnalazioni di protesta per sofferenze e disagi impensabili in un paese normale. Ora però la Regione Veneto sembra essersi convinta della necessità di cambiare gestore del servizio ferroviario o, quanto meno di cercarne uno sul mercato europeo attraverso una gara a evidenza pubblica. Quello offerto da Zaia è un segnale estremamente positivo. È quello che insieme ad altri consiglieri di opposizione chiediamo da almeno due anni e mezzo.

Rimane comunque una certa preoccupazione», avverte Bottacin. «Ho ben presente quante e quali difficoltà dovrà affrontare la giunta se vorrà organizzare una gara vera e credibile. Ci sono molti ostacoli dovuti alle procedure burocratiche, ai tempi lunghi, alla disponibilità del materiale rotabile, al periodo di intermezzo tra l’uscita dell’operatore attuale e l’ingresso del nuovo gestore».

Sul tema interviene anche il presidente della commissione urbanistica e consigliere regionale veronese Andrea Bassi: «È ora che il Veneto abbia una rete di trasporti adeguata e rispondente alle richieste dei cittadini, dei lavoratori e degli studenti pendolari: quest’anno, pur avendo destinato al trasporto pubblico regionale più soldi rispetto al precedente, ed essendoci fidati della garanzia data da Trenitalia, continuano ad esserci bene o male gli stessi problemi».

Intanto l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio Del Tenno ribadisce la disponibilità della Regione Lombardia ad un’alleanza con il Veneto. «Ne hanno parlato i presidenti Maroni e Zaia nell’ambito degli accordi sulla macroregione. La Lombardia non intende certo spadroneggiare. Se poi il Veneto pensa di fare la gara europea, in bocca al lupo».

 

IL PROGETTO  «Società a tre con Trenitalia per fare la gara europea»

TRENI – L’assessore alla Mobilità del Pirellone: «Nessun disegno egemonico»

«Ma quale egemonia lombarda sul Veneto». Non è il governatore Roberto Maroni a rassicurare i confinanti. Ci pensa Maurizio Del Tenno (Forza Italia), che, comunque, di Maroni è assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture. Stessa qualifica del collega Renato Chisso. Lui che ha rispedito al mittente l’ipotesi che la Lombardia possa sfruttare “pro domo sua” la disdetta del contratto con Trenitalia annunciato dall’altro leghista e presidente, del Veneto, Luca Zaia. Insomma, stando a Chisso, a Milano possono solo sognare che il Veneto affidi alla società lombarda Trenord (quote divise a metà tra Regione e Trenitalia) che sta per fondersi con Atm (azienda trasporti del capoluogo). Con la disdetta del contratto con Trenitalia (scadenza a fine anno), il sistema veneto di collegamento per pendolari andrà in gara, nella speranza che a partecipare siano i grossi calibri europei come la DB tedesca, la OBB austriaca e la SBB svizzera. Questa è la traccia annunciata dallo stesso Zaia.
Assessore Del Tenno, la vostra verità?
«Forse il collega Chisso ha letto una dichiarazione di Maroni mal riportata…».
Alle solite, l’informazione non capisce?
«Dico che quanto riportato non è l’esatta idea del governatore della Lombardia».
Quindi, nessuna idea di controllare il trasporto ferroviario del Veneto?
«Maroni, ne ha parlato con Zaia, ha offerto al Veneto l’ipotesi di lavorare insieme per costituire una società a tre, così da garantire le esigente della macroregione, che possa partecipare alla gara europea alla scadenza del contratto con Trenitalia. Coi problemi che viviamo, gli investimenti non devono avere confini».
In caso di aggiudicazione, sarebbe un ritorno di Trenitalia, visto che è vostra socia in Trenord. E stando ai disservizi quotidiani, forse è meglio tifare per oltre confine.
«È imprescindibile il rapporto col know how di chi è leader nazionale dei trasporti ferroviari».
Mano tesa. Ma vista la polemica scatenata dopo che il Veneto ha eliminato quattro corse Venezia-Milano…
«Incomprensioni del genere non dovrebbero più esserci. Noi abbiamo ripristinato quei convogli fino a Verona. Ma leggo delle proteste per la mancanza di coincidenze per Venezia e per l’attesa che sia a regime il nuovo orario cadenzato».
Il Veneto ha due società di trasporti: Servizi Territoriali e Ferroviaria Servizi.
«Quindi, non si partirebbe da zero. La disponibilità di Maroni è di collaborazione, non di egemonia».

 

SPINEA – Il sindaco invita a segnalare problemi sul social network

Su Facebook i disagi dei pendolari

SPINEA – I disagi legati ferroviari non si placano, da Regione e Trenitalia non arrivano risposte soddisfacenti e così l’amministrazione di Spinea chiama a raccolta i pendolari su Facebook: «Segnalateci i problemi legati al nuovo orario dei treni – si legge nella nota diffusa ieri dal Comune – Il sindaco porterà tutte le indicazioni ricevute nei prossimi incontri con i vertici regionali».

Silvano Checchin è convinto della bontà dell’iniziativa: «Su Facebook ci seguono 3.200 cittadini e il numero continua a crescere, è lo strumento più immediato per creare una rete importante in cui dare utili suggerimenti».

L’invito è stato subito raccolto, in 24 ore sono già arrivate decine di messaggi di lamentele contro l’orario cadenzato.

«Non funziona nemmeno il servizio sostitutivo – scrive una donna, Martina – Mercoledì è arrivato un solo bus anziché due, per giunta pieno. Siamo rimasti a piedi». Alcuni utenti chiedono di potenziare il trasporto verso l’Ospedale dell’Angelo, altri chiedono di non ridurre il numero di corse nei giorni in cui le scuole sono chiuse.

Ribolle di rabbia pure la stazione di Salzano, con molti pendolari che continuano a segnalare ritardi.

(g.pip.)

 

Nuova Venezia – Chisso respinge i treni lombardi in Veneto

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9

gen

2014

Altolà dell’assessore: «Noi guardiamo ai colossi svizzeri, austriaci, tedeschi non certo alla società regionale di Maroni»

VENEZIA – Una partita delicata e redditizia, destinata a riservare sorprese. In palio c’è l’appalto dei treni regionali nel Veneto a partire dal 2015. Vale 150 milioni di euro l’anno e la gara europea annunciata dalla Regione, che ha disdettato il contratto con Trenitalia rea di inadempienze e ritardi, suscita già molti appetiti. A cominciare da Milano, dove il governatore Roberto Maroni persegue la fusione tra le società Trenord (50% Regione Lombardia, 50% Trenitarlia) e Atm (l’azienda trasporti milanesi) capace di dar vita a un colosso “padano” del trasporto su ferro: «Se parte questo progetto», commenta il leghista «avremo un soggetto in grado di allargare la propria sfera d’azione anche al di fuori della Lombardia e avremo anche l’opportunità di sfruttare la grande occasione offerta dal fatto che la Regione Veneto ha disdetto il contratto con Rfi e presto bandirà una gara per aggiudicare il servizio di trasporto locale». La prospettiva, però, non entusiasma affatto Renato Chisso, l’assessore alla mobilità di Palazzo Balbi. Reduce da un pluriennale braccio di ferro di ferro con Trenitalia, alle prese tuttora con i guai dell’orario cadenzato e le proteste dei malcapitati pendolari, teme di cadere dalla padella alla brace: «Prima il Veneto», scandisce sornione l’esponente di Forza Italia echeggiando lo slogan elettorale di Luca Zaia «se i lombardi pensano di venire qui a farla da padroni, si sbagliano di grosso. I nostri treni non saranno affidati a una società regionale di medio calibro, abbiamo rinunciato a prolungare il contratto con Trenitalia per bandire una gara rivolta a società di spessore europei in grado di competere con Rfi nell’offrire un servizio all’altezza: parlo delle ferrovie svizzere, austriache, tedesche, inglesi, non certo dei candidati provinciali dell’ultima ora». Chisso avrà pure il dente avvelenato con l’omologo lombardo Maurizio Del Tenno («Abbiamo salvato i treni veneti», dichiarava pomposamente l’assessore del Pirellone dopo il ripristino degli otto convogli regionali Milano-Venezia, adibiti quasi esclusivamente ai pendolari meneghini… ) ma lo stesso Zaia – liquidate come «sciocchezze» le voci su fantomatici accordi nel segno della macroregione nordista – precisa che la gara avrà carattere rigorosamente internazionale: «Invieremo il bando da Stoccolma in giù», fa sapere «e a vincere sarà il migliore. L’obiettivo è uno solo: garantire ai viaggiatori veneti il miglior servizio ferroviario possibile». A frenare le candidature, però, potrebbe concorrere il vantaggio di cui, obiettivamente, gode Trenitalia: costola di Rfi, dispone in partenza di tratte, convogli, personale, depositi, officine, materiali… «È vero», replica il governatore «per questo chiedo al Governo di garantire la par condicio ai candidati, separando finalmente rete ferroviaria e gestore dei treni».

Filippo Tosatto

 

de poli (UDC) CONTRO L’ORARIO cadenzato

«Zaia viaggi con i pendolari»

VENEZIA «Il governatore Zaia faccia un tour sui treni affollati prima di riprendere a difendere l’orario cadenzato che ha solo un obiettivo: far risparmiare la Regione a danno dei pendolari. Così il sistema non va».

A lanciare la provocazione è il senatore dell’Udc e segretario del partito in Veneto, Antonio De Poli. «In questi giorni», continua «ricevo segnalazioni dai cittadini su ritardi e disagi»: sotto accusa, ancora una volta, c’è la tratta Bassano-Padova, già al centro delle polemiche nel giorno di esordio del cadenzato.

«Una mattinata da incubo per i pendolari. Treni affollati e decine di persone costrette a rimanere a terra», ricorda il senatore, che accoglie la protesta e le preoccupazioni espresse, fra gli altri, dall’assessore alle Politiche giovanili di San Giorgio in Bosco (Padova), Fabio Miotti: «Tra chi spara contro l’orario cadenzato c’è anche un sindaco che dovrebbe indirizzare a Zaia il video in cui vedono decine di persone costrette a viaggiare sui vagoni come sardine». Sulla questione, nei giorni scorsi, De Poli ha rivolto un’interrogazione al ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi.

 

Sfmr: «Si chiude con 28 milioni»

Net Engineering: alla delibera della Regione da sommare 4,4 milioni di interessi

VENEZIA «Metrò» del Veneto: non bastano 23 milioni di euro per chiudere il contenzioso tra la Regione e la Net Engineering di Monselice, la società che ha ottenuto negli anni Novanta da Bernini e Cremonese l’incarico di progettare il Sfmr, il sistema ferroviario metropolitano regionale. La società la cui sede è a Monselice ha fatto sapere che la cifra in ballo è più elevata perché vanno calcolati gli interessi legali: si va da un minimo di 2.895.034,39 euro ad un massimo di 4.417.962,43 per un totale di 28.309.368,76:

«Net Engineering si riserva di emettere un nuovo comunicato dopo il deposito del lodo arbitrale», dice una nota ufficiale a commento della delibera 2261 della giunta regionale del 10 dicembre scorso, pubblicata sul Bur.

Dopo 25 anni, è tempo di bilanci, con l’orario cadenzato entrato in vigore nell’asse metropolitano 1 Padova–Mestre, l’unico dei tre progettati entrato in funzione. Il progetto di Net è stato ereditato dall’assessore Renato Chisso che coadiuvato dall’avvocato Alfredo Biagini e dal segretario del Bilancio Mauro Trapani, ha dovuto affrontare il contenzioso legale dopo che l’ex governatore Giancarlo Galan aveva imposto lo stop al pagamento delle fatture del Sfmr.

Ne è nata una lite che si trascina dal 2007 nelle aule del tribunale, da quando Net Engineering ha accusato la Regione Veneto di non aver saldato le fatture relative alla progettazione definitiva ed esecutiva del Sfmr. Il primo accordo risale al 2008 ma la transazione non viene rispettata e nel 2010 Net sollecita un lodo arbitrale, che la vede vincitrice. A questo punto, la giunta Zaia che prende il posto di quella guida da Galan, alza bandiera bianca e avvia l’iter per saldare le fatture. L’ultimo atto è del 10 dicembre, con la delibera che fissa a 23 milioni di euro il contenzioso ma a Monselice hanno rifatto i conti con gli interessi legali. La delibera della giunta Zaia «pur riconoscendo sussistere in capo a Net un credito in linea capitale di 23.891.406,33 euro rappresenta una unilaterale proposta di modifica del contratto condiviso tra Regione Veneto e Net e sottoscritto in sede arbitrale l’8 agosto scorso», dice Net.

 

VEDELAGO – Quasi impossibile ieri a Fanzolo salire a bordo del treno delle 07.25 diretto a Padova. «Eravamo già fissi come le sardine già a Montebelluna», informa uno studente salito nella città della dea Bellona la cui stazione precede Fanzolo. «Ho viaggiato in piedi fino a Padova e già a Montebelluna era difficile trovare posto e a Fanzolo era praticamente impossibile trovare spazio anche in corridoio», conclude lo studente. Il sovraffollamento dei convogli della linea Calalzo-Padova è provocato dall’orario cadenzato che da dicembre ha annullato i treni che partivano da Montebelluna per Padova alle 06.42 e alle 07.11 per unificarli con uno unico alle 07.11. Trattandosi delle corse più usate da lavoratori e studenti medi e universitari diretti a Castelfranco e a Padova e non essendo state aggiunte carrozze all’unico convoglio il sovraffollamento è inevitabile. In questi giorni il problema è contenuto, ma a dicembre alla stazione di Montebelluna era dovuta intervenire la polfer per fermare chi voleva salire quando il treno era già pieno. Il sovraffollamento provocato dal nuovo orario nelle ore di punta va aggiungersi ai vari problemi di funzionamento della Calalzo-Padova che, grazie a frequenti guasti meccanici dei treni e a malfunzionamenti della linea dell’alta tensione, è considerata da Lega Ambiente una delle peggiori tre linee ferroviarie d’Italia.

Gino Zangrando

 

FERROVIE / LA DENUNCIA

VENEZIA (L.M.) – Dal nuovo orario di Trenitalia sono «spariti» quasi tutti i treni regionali attrezzati per far viaggiare, sulla tratta Venezia-Padova, anche i diversamente abili in condizioni dignitose (non come pacchi postali o sul vano biciclette) e di sicurezza. La denuncia viene da Agnese Villa Boccalari, una lidense che dopo essersi brillantemente laureata in Giurisprudenza all’università di Padova nel 2012, rischia di dover abbandonare gli studi. Perchè lei si sposta in carrozzina, e, nel nuovo orario entrato in vigore a metà dello scorso mese di dicembre, non ci sono treni, regionali a misura di diversamente abili. I collegamenti regionali sono rimasti praticamente invariati, ma sono stati quasi azzerati i convogli che consentano di salire a bordo con la sedia a rotelle. Così lei su facebook ha anche minacciato lo sciopero della fame, visto che, ad un primo appello lanciato alle istituzioni, nessuno ha risposto. Agnese è conosciuta al Lido di Venezia, dove vive, per le molteplici battaglie per i diritti dei diversamente abili. Per arrivare alla lezione alle 9.30 dovrebbe partire alle 6 del mattino. «Non mi hanno concesso una deroga per salire sulle Frecce con il biglietto regionale».

 

Nuova Venezia – Caos evitato, ritardi e disagi restano.

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8

gen

2014

 

il nuovo orario cadenzato

Caos treni evitato ma restano ritardi e disagi per i pendolari

Non c’è stato il caos, ma ancora ritardi e disagi per i pendolari dei treni. Ieri è stato il primo test per il nuovo orario cadenzato dopo le festività natalizie. Attese tra i 5 e 25 minuti ai binari, qualche convoglio sovraffollato. E gli studenti di Trenitardo raccolgono molte segnalazioni sul web.

 

ORARIO CADENZATO » I TRENI REGIONALI

Ieri nuovo banco di prova nella prima giornata di presenza di lavoratori e studenti pendolari dopo le vacanze natalizie

Il caos non c’è stato: ma i ritardi e i disagi sì nel test di ieri, con lavoratori e studenti pendolari in viaggio dopo le vacanze invernali. Ritardi e treni soppressi. La giornata di ieri ha registrato nuovi ritardi ai convogli. Per quasi tre ore – dalle 7.20 alle 10 – abbiamo monitorato i treni in arrivo e in partenza dalla stazione di Mestre. Ma i ritardi accumulati da alcuni convogli in mattinata sarebbero passati quasi inosservati se non fosse stato per l’attesa di tutti – dalla Regione ai pendolari passando per i sindaci – di sapere come sarebbe andata, temendo un’altra giornata da ko tecnico. E invece: dieci minuti per il regionale 11012 delle 7.29 per Trieste (via Udine), al binario 1 cinque minuti per il regionale 2206 delle 8.10 per Venezia, quindici minuti per il regionale 5714 delle 9.08 diretto a Bassano, partito dal binario 12. Le segnalazioni arrivate dai comitati riguardano invece, sulla linea da Trieste, un ritardo di 10 minuti del treno 11110 da Portogruaro a Venezia e, a Quarto d’Altino, un ritardo di 25 minuti del treno delle 10.55 per Venezia. Da segnalare anche il sovraffollamento, con molti studenti costretti a restare in piedi già da Mestre, del regionale delle 7.54 per Bologna partito dal binario 6. Nel pomeriggio i maggiori disagi sono stati a Padova, con la soppressione del treno per Treviso delle 13.46 per «un guasto al materiale rotabile». Disagi sì, ma non il caos come accadde lo scorso 16 dicembre, quando scoppiò il caos anche a causa di un guasto – per il gelo, informò Trenitalia – alla linea elettrica, nel tratto compreso tra Dolo e Vigonza (linea Venezia-Padova). Il bilancio, a fine giornata, fu di 14 treni regionali con ritardi tra i 20 e i 60 minuti, 6 convogli cancellati, e migliaia di pendolari infuriati e sul piede di guerra. Comitati.

«È vero, ci sono stati ritardi limitati rispetto al passato» commenta Angela Stortini, del Comitato pendolari del Veneto orientale «ma il problema non sono tanto i ritardi, ma la riorganizzazione delle corse introdotta con l’orario cadenzato, che non tiene conto dei flussi delle persone negli orari di punta, e dei turni di pendolari. È su questo fronte, il più importante, che aspettiamo miglioramenti».

Ad annunciare i primi ritocchi era stato, la vigilia di Natale, l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso, il padre politico della riorganizzazione ferroviaria. Ma mentre, come promesso, il bus di mezzanotte e venti da venti posti da Venezia a Portogruaro è già stato sostituito da un pullman da 55 posti gran turismo, non è ancora stato ripristinato il treno da Portogruaro a Venezia delle 4.13 (con l’orario cadenzato ne è stato introdotto uno alle 4.38).

«I ritardi restano però diffusi» spiega Luciano Ferro, del comitato di Quarto d’Altino «non c’è da essere soddisfatti e non possiamo certo dire che la situazione sia migliorata. I ritardi e le soppressioni sono all’ordine del giorno, vedremo come andrà nelle prossime settimane».

Incontri. Entro la fine del mese sono previsti due incontri, tra la Regione e i sindaci dei comuni della tratta Venezia-Trieste e Venezia-Bassano che serve il bacino del Miranese, l’area più popolosa del Veneziano. «Sollecitiamo Chisso a convocarci» dice il sindaco di Spinea, Silvano Checchin «e che lo faccia con lo spirito di potenziare i treni nelle fasce più usate dai pendolari che avrebbero voluto essere sentiti per la programmazione».

Francesco Furlan

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Trenitardo, valanga di segnalazioni sul web

La piattaforma creata dagli universitari da ieri è aperta a rimostranze e sfoghi di tutti i viaggiatori

Hanno ricevuto talmente tante richieste da parte di lavoratori e pendolari che i ragazzi di Trenitardo – il sito fondato da un gruppo di studenti degli atenei di Venezia, Padova, Treviso e associazioni studentesche venete che gioca con la somma dei ritardi di tutti i convogli in transito per arrivare a comporre una “banca del tempo perduto” – hanno deciso si aprire la loro piattaforma alle segnalazioni di tutti i viaggiatori.

«Quasi un mese è passato dall’introduzione del nuovo orario cadenzato e i forti disagi della prima settimana non si sono di certo esauriti», spiegano Davide, Francesco e Mauro. «Le promesse a seguito della decisione di sopprimere alcuni treni spezzandone la linea, come i celeberrimi Milano-Venezia, ma anche i Padova-Mantova, continuano a lasciare a piedi moltissime persone per il mancato rispetto delle coincidenze. Le tanto proclamate ?200 corse in più della Regione sono state un facile specchietto per le allodole, perché sono dovute semplicemente all’aumento delle tratte. Spesso il risultato finale è stato la riduzione delle carrozze del treni con il conseguente sovraffollamento di quelle restanti. Se si vogliono ?aumentare le corse? mantenendo sostanzialmente lo stesso parco macchine, non ci vuole un genio a capire cosa succederà».

Gli studenti passano alla loro materia preferita, l’accumulo di ritardo: «I dati raccolti (rilevati sistematicamente ogni giorno su tutti i treni veneti e friulani attraverso viaggitreno.it, il portale di Trenitalia) non sono affatto positivi: il confronto tra le registrazioni del mese precedente al cadenzato e quelle della prima settimana in cui è stato attivato, mostrano quattro punti percentuali in meno sulla ?puntualità (da 78% a 74%); più di un treno su quattro presenta un ritardo maggiore di cinque minuti. Il miglioramento registrato nelle ultime due settimane (+10% di treni in orario) rappresenta per noi un?’ulteriore nota di demerito, in quanto treni più puntuali a basso regime di presenze dovuto alle vacanze natalizie, dimostrano l’inadeguatezza del sistema in regime di utenza ordinaria causato forse da una cattiva programmazione che non tiene conto della presenza di chi usufruisce del servizio. Nonostante ciò, anche se meno affollato un treno su sei continua a superare i cinque minuti di ritardo. Non ci sono più scuse: mentre prima il progetto si limitava alle città universitarie di Padova, Venezia, Udine e Treviso, ora chiunque viaggi in Veneto e Friuli Venezia Giulia per studio, lavoro o qualsiasi altro motivo potrà unire la propria voce a quella di altre migliaia di persone che subiscono un simile trattamento, amplificandola». Concludono: «Crediamo che solo con la collaborazione di tutti ci potranno essere dei cambiamenti reali, per questo stiamo intessendo una rete di contatti nelle altre regioni per estendere il progetto in tutto il territorio nazionale, cercando di rispondere alle peculiarità di ognuna». Gli studenti hanno ricevuto, nelle scorse settimane, una diffida da parte di Trenitalia per l’utilizzo del logo del loro sito. «Abbiamo risposto a Trenitalia inviando una lettera nella quale chiediamo spiegazioni circostanziate in merito alle loro affermazioni», chiariscono Davide e Francesco, «lettera scritta da un avvocato. Per ora abbiamo oscurato il logo in attesa della risposta, che ancora non è arrivata. Chi ci segue ha capito il problema, noi crediamo che non ci siano gli estremi per impedirci di usarlo. In ogni caso una volta che ci avranno dato i dettagli, vedremo il da farsi e se continuare ad utilizzare il logo o meno».

Marta Artico

 

Maroni: maxi società ferroviaria lombarda per aggiudicarci i treni regionali del Veneto

Il trasporto regionale veneto fa gola alla Lombardia. «Se parte il progetto di fusione tra Trenord e Atm avremo un soggetto in grado di allargare la sfera d’azione anche al di fuori della nostra regione così da sfruttare la grande occasione offerta dalla Regione Veneto che ha disdetto il contratto con Trenitalia, in scadenza il 31 dicembre, e farà una gara per aggiudicare l’appalto dei treni regionali dal 1 gennaio 2015». Parole del governatore lombardo Roberto Maroni, che ha replicato così ad una domanda riguardante la possibile fusione tra le due società che attualmente gestiscono il servizio ferroviario: «Ritengo si tratti del l’unica strada utile per recuperare efficienza e spendere meglio i soldi pubblici», ha aggiunto «l’aggregazione fra Atm e Trenord sarebbe funzionale anche alla realizzazione di un sistema di trasporto pubblico macroregionale, perché le intersezioni tra i sistemi regionali ci sono, come si è visto per esempio nel problema che era sorto sui treni tra Bergamo e Verona, problema che poi abbiamo risolto». «E quella offerta dal Veneto», ha concluso Maroni fornendo un assist al collega leghista Luca Zaia «è un’occasione interessante, una prospettiva coerente con l’idea di creare un sistema macroregionale nel trasporto sia su ferro che su gomma».

 

Gazzettino – Trenitardo si estende ai pendolari di Mestre

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8

gen

2014

Il team del portale Trenitardo ha lavorato durante le vacanze per aprire l’applicazione che conta i ritardi dei pendolari a tutto il territorio di Veneto e Friuli.

Mentre prima i ritardi potevano essere segnalati solo da chi transitasse nelle stazioni di Padova, Venezia e Treviso, da domani anche chi prende ad esempio la tratta Dolo-Mestre per andare a lavoro o a scuola, potrà segnalare i ritardi, quindi se prima gli utenti che andavano per la maggiore erano gli universitari in arrivo su Padova e Venezia, ora le possibilità cambiano sensibilmente.

Questa “controrivoluzione” (come la definiscono gli ideatori di Trenitardo, in risposta alla rivoluzione del cadenzato) di fatto sfonda le barrire geografiche e sociali del portale. A breve arriveranno anche gli ultimi dati aggiornati che stanno finendo di elaborare.

 

Tribuna di Treviso – Treni cadenzati, pendolari contro

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8

gen

2014

Ieri caos da Padova a Treviso: lo stesso treno si rompe due volte, corse soppresse

Nuovo banco di prova ieri per la partenza dell’orario cadenzato, nuovamente bocciata dai pendolari. Numerosi i ritardi accumulati dai treni regionali. È successo sulla tratta Udine-Venezia delle 6.05, qualche disagio sulla Treviso-Padova, mentre le fasce orarie più calde sono state quelle del mattino e della sera tanto che sulla tratta Belluno-Conegliano sono raddoppiati i viaggiatori.

Da Padova a Treviso l’episodio più grave, con la doppia rottura di un treno e la conseguente soppressione di due corse da Padova per Treviso. Prima è stato cancellato il treno regionale numero 5810, che sarebbe dovuto partire alle 13.46, soppresso per «un guasto al materiale rotabile» dopo 30 minuti di attesa e – sostengono i viaggiatori – senza una spiegazione. Il treno è stato portato in officina a riparare e rimesso sul binario. Poi però è successo di nuovo. Lo stesso treno stavolta con numero 5816, stessa tratta e diverso orario (16.46), è rimasto al binario, anche in questo caso per guasto tecnico.

A tracciare un bilancio della giornata è Claudio Peris, portavoce dei pendolari della Marca: «Per chi ha necessità quotidiana del treno non si riesce a far fronte a questo orario cadenzato se non rimediandovi con l’uso della propria macchina. È una situazione impossibile per chi lavora e studia. Ad oggi non esiste infatti un servizio alternativo, magari di autobus nelle ore in cui i treni scarseggiano».

Lacune e disservizi che alla fine gravano sulle spalle dei cittadini: «Questo disagio, la mancanza di treni e i “buchi” in alcune fasce orarie, alla fine lo pagano gli utenti, costretti a muoversi con l’auto con spese esorbitanti».

(v.c.)

 

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