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MARTELLAGO – C’è amarezza tra i componenti del comitato Pro complanare di Martellago per la bufera giudiziaria legata alle tangenti sulle grandi opere. E l’amarezza arriva per le battaglie portate avanti negli anni scorsi contro l’impatto di alcuni cantieri, vedi la bretella di 4 chilometri, con viadotto e rotonde. «L’opera che costa alla collettività una quindicina di milioni» scrivono in una lettera Renato Anoè, Alessandro Azzolini, Roberto Bruscagnin «è impossibile da giustificare con una “banale” analisi costi benefici. Probabilmente vien da pensare che servisse più a concedere un bonus a qualcuno che a risolvere i nodi della viabilità locale, ulteriormente “incasinata” da inutili rotatorie e intersezioni a raso. Non è un caso che buona parte dei cittadini si fosse dimostrata contraria, esprimendosi per un’altra opera meno impattante e costosa». Senza contare il casello del Passante. «Una spesa sulla carta prossima ai 70 milioni » continuano i tre «per costruire un’opera che distrugge oltre 25 ettari di superficie agricola ».

(a.rag.)

 

 

Dati contrastanti del Cav per quanto riguardo il traffico ai caselli autostradali

Nella frazione di Mirano meno 10 mila veicoli rispetto al 2013, Spinea in aumento

MIRANO. Arrivano i dati sui nuovi flussi di traffico ai caselli: per Cav (Concessioni autostradali venete) l’aumento delle tariffe del primo gennaio non ha spostato più di tanto il traffico dall’autostrada alla viabilità ordinaria. Mirano però non ci sta: «Abbiamo il triplo delle auto rispetto a Spinea», tuona il sindaco Maria Rosa Pavanello, «aver eliminato il tornello è solo una conseguenza dell’aumento delle tariffe, la soluzione ai problemi è ben altro». Pavanello aveva sollecitato l’invio dei dati rilevati giusto la scorsa settimana, dopo un silenzio prolungato da parte di Cav. Giovedì i dati sono arrivati, ma con essi anche considerazioni di non-allarme che al sindaco proprio non piacciono.

Mirano. Significativo, secondo Cav, il calo dei transiti medi giornalieri, che al casello di Vetrego parlano di un transito giornaliero di circa 10 mila veicoli in meno rispetto al 2013. Il dato si riferisce agli ultimi due mesi, marzo e aprile. Cav non considera infatti i primi due mesi dell’anno: «Non sono utili per fare valutazioni attendibili, in quanto ancora soggetti al consolidamento delle mutate abitudini degli utenti». Fenomeno del tornello pressoché eliminato dunque per Cav, che rileva nel contempo alla barriera di Villabona a Mestre un aumento di circa duemila transiti giornalieri rispetto al 2013, mentre al casello di Mira-Oriago il flusso è rimasto pressoché immutato.

Spinea. Al casello di Crea sono stati confrontati i transiti giornalieri nella fascia oraria di maggior affluenza, quella che va dalle 7 alle 20. Rilevato un aumento dei transiti giornalieri pari a 1.178 transiti al giorno a marzo e 1.194 transiti a giorno ad aprile. «Dividendo questo dato per le 13 ore della fascia oraria considerata più rilevante», afferma Cav, «registriamo un incremento dei transiti medi giornalieri orari pari a 91 veicoli l’ora, quasi equamente divisi tra entrate e uscite».

I dati. «Possiamo affermare che l’applicazione dell’aggiornamento delle tariffe in vigore da gennaio 2014 non ha determinato significativi spostamenti di traffico dalla viabilità autostradale a quella ordinaria», afferma il nuovo ad di Cav, Piero Buoncristiano. Non è per nulla d’accordo il sindaco di Mirano: «È paradossale dire che il problema del tornello è risolto quando sappiamo tutti che il casello doveva essere a Roncoduro», afferma Pavanello, «il tornello è stato creato per il mancato rispetto degli accordi. Inoltre ciò che balza all’occhio dai dati di Cav è che il casello di Vetrego, e quindi le strade di Mirano, hanno il triplo dei flussi di auto rispetto a Spinea, senza che la Regione abbia mai versato le somme che ci spettano per migliorare la viabilità e la qualità della vita dei cittadini, di molto peggiorata dopo l’avvento del Passante».

Filippo De Gaspari

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Gazzettino – Dolo / Mirano. Diecimila auto in meno al casello

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13

mag

2014

I dati della Cav sui flussi giornalieri a Mirano dopo l’aumento delle tariffe

A Spinea invece 1362 veicoli in più con un incremento del 25 per cento

FLUSSI – I dati della Cav: diecimila transiti in meno ogni giorno al casello di Mirano-Dolo

Diecimila transiti in meno ogni giorno al casello di Mirano-Dolo, da quando è stato eliminato il tornello di Vetrego. Il dato emerge dalla relazione sui flussi di traffico nei vari caselli inviata nei giorni scorsi dalla concessionaria autostradale Cav ai due Comuni interessati. Questo documento permette di confrontare gli accessi attuali con quelli del 2013, quando molti pendolari della Mestre-Padova uscivano e rientravano a Mirano per godere della tratta gratuita Mestre-Mirano. Da gennaio 2014 è cambiato tutto: la tariffa della Mirano-Padova Est è passata da 80 cent a 2.70 euro, la manovra del tornello è diventata inutile. E i risultati che dicono? Innanzitutto che a Mirano ci sono mediamente diecimila transiti in meno ogni giorno, le cinquemila auto sarebbero dunque grossomodo quelle che facevano il tornello. Ad aprile 2013 i transiti erano 915mila, ad aprile 2014 sono stati 610mila: un -33% che rende soddisfatti soprattutto i residenti di Vetrego. A Spinea entrano ed escono in media 1.362 auto in più ogni giorno: si è passati da 160mila a 200mila veicoli al mese, l’aumento è del 25 percento. Un aumento del 3.79% è stato invece registrato alla barriera di Mestre (2.361 auto in più al giorno, ad aprile 2014 sono state oltre un milione e 900mila). Il casello di Mira-Oriago il mese scorso ha registrato il transito di 463mila veicoli, un + 3.92% rispetto ad un anno fa. «Come previsto si è verificato un significativo calo dei transiti a Mirano-Dolo, ma nel complesso le nuove tariffe non hanno comportato un significativo spostamento del traffico dalle autostrade alla viabilità ordinaria» commenta l’a.d. di Cav, Piero Buoncristiano. Ma il sindaco di Mirano non è affatto soddisfatto: «Si, a Vetrego c’è stato un calo di auto, ma comunque balza all’occhio che da noi c’è il triplo di flussi di auto rispetto a Spinea, senza che la Regione abbia mai versato le somme che ci spettano per sistemare le nostre strade». I dati cambieranno ancora quando sarà aperto il casello di Martellago-Scorzé, visto che ora Mirano accoglie anche molti pendolari dell’area nord del Miranese.

Gabriele Pipia

 

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COMUNICATO STAMPA COMITATO OPZIONE ZERO

Il Passante di Mestre, come denunciato da due anni da Opzione Zero, è una immensa voragine di debito pubblico. Quel famoso “debito pubblico” a causa del quale i cittadini stanno patendo insostenibili tagli ai servizi pubblici e alla persona, per il quale le famiglie sono al collasso, per il quale aziende e attività sono sul lastrico.

Ciò nonostante, l’azione suicida della politica locale e nazionale continua sulla strada dell’aumento esponenziale del debito, come nel caso del Passante.

Il Passante è un’opera realizzata con soldi pubblici da ANAS e gestita dalla società pubblica CAV. Lo abbiamo pagato quando è stato costruito; lo abbiamo finanziato con i nostri soldi, tramite mutui con Cassa Depositi e prestiti e BEI; lo stiamo pagando con i salatissimi pedaggi; ed ora lo paghiamo di nuovo con i famigerati project bond, sempre tramite CDP, ossia con il nostro risparmio postale.

È di ieri, infatti, la notizia che CAV farà da apripista in Italia sull’uso di questo nuovo trabocchetto finanziario: CAV venderà dei titoli obbligazionari (project bond) legati al Passante sui mercati finanziari, svendendo un’opera pubblica nostra, per ripagarsi il debito. Ma quei titoli, fino al 50%, saranno acquistati dalla stessa CDP coi soldi del risparmiatori. Insomma ci ri-compriamo un’opera in fallimento, perché non c’è alcun modo di ripianare quel debito destinato a crescere ancora.

Non è bastato il rapporto sul Passante della Corte dei Conti italiana che nel 2011 sollevava gravissimi dubbi su vari aspetti della costruzione e della gestione dell’opera: la mancanza di controlli e di supervisione, un aumento ingiustificato dei costi e la concreta possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata nella concessione dei subappalti.

Non è bastato un bilancio fallimentare di CAV (l’ultimo disponibile del 2012) di oltre 1 miliardo di euro di debito.

Né è bastata l’indagine della magistratura di Venezia, che nel febbraio 2013 ha portato all’arresto di quattro persone, tra cui Piergiorgio Baita, amministratore delegato della Mantovani SpA.

E nemmeno l’esposto presentato dai comitati all’Olaf, l’organo ispettivo dell’Unione europea, che chiedeva di indagare sul prestito di 350 milioni di euro erogato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), tramite Cassa depositi e Prestiti, alla CAV.

Ci chiediamo fino a che punto dovremmo subire questa criminale e perversa spirale, quante altre volte dovremmo pagare un’opera a debito, quanti dei nostri risparmi e dei soldi pubblici dovranno ancora essere risucchiati per salvare progetti falliti, società in odore di bancarotta e speculatori privati, mentre le comunità, i servizi essenziali e le economie vanno in rovina.

 

Lettera a cav del sindaco di mirano

MIRANO – Aprile è passato e Cav, Concessioni autostradali venete, non ha ancora fornito, come promesso, i dati sui nuovi flussi di traffico, dopo l’aumento della tariffe autostradali di inizio anno. Così Maria Rosa Pavanello torna all’attacco: oggi stesso, al rientro dal ponte del Primo maggio, scriverà alla società di gestione del sistema A4-A57 per chiedere che fine abbiano fatto i monitoraggi. Non è una questione dapoco:da quando, il primo gennaio, sono scattati gli aumenti, in particolare quelli per il tratto tra Mirano-Dolo e Padova, il traffico in città è cambiato. Il sindaco non parla di aumento generico, ma di modifica delle principali dorsali di percorrenza: «Un maggior traffico, per esempio, nelle vie Venezia, Cavin di Sala e anche Dante sud, è sotto gli occhi di tutti. Cav ci aveva promesso i risultati dei monitoraggi dei primi tre mesi dell’anno, ne sono passati quattro, a voler essere pignoli e non abbiamo ricevuto nulla». Mirano non è disposta a glissare, anzi. Era stata Cav stessa a comunicare l’intenzione di fornire i dati sui nuovi flussi di traffico. «È stato avviato il monitoraggio quotidiano dei flussi di traffico ai caselli e lungo le tratte autostradali in gestione per verificare i comportamenti degli utenti», assicurava il presidente di Cav Tiziano Bembo, in una lettera ai sindaci interessati, ancora a inizio febbraio, «bisognerà però attendere almeno tre mesi prima che i volumi di traffico si siano stabilizzati e si possano fare valutazioni attendibili». L’annuncio aveva almeno parzialmente placato gli animi. Ma adesso Pavanello vuole i dati. Con lei anche il sindaco Silvano Checchin, primo cittadino di Spinea, che aveva firmato la lettera insieme alla collega miranese, essendo interessata dallo stesso problema per via della presenza a Crea del casello sul Passante. A Mirano il problema riguarda in particolare la direttrice viale Venezia-via Cavin di Sala, alternativa all’autostrada utilizzata da molti per raggiungere Padova, ma anche via Dante sud ne risente: «Per via», spiega Pavanello, «del traffico proveniente da via Parauro, a nord». Problemi che sisommano a problemi, visto che la situazione del traffico in tutto il quadrante nord di Mirano, attorno all’ospedale, è già delicata e di difficile soluzione.

Filippo De Gaspari

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Tra Martellago e Cappella i lavori procedono spediti. Il cantiere sarà concluso entro fine anno

MARTELLAGO. In quella striscia d’asfalto che collega il casello di Martellago-Cappella fino a via Boschi, ora si sentono solo i rumori delle ruspe e degli attrezzi usati dagli oltre cento operai che entro l’anno finiranno l’opera a cavallo del fiume Dese e che avrà la forma di diamante rovesciato. Tra fine 2014 e inizio 2015 inizieranno a transitare migliaia di auto e camion.

Si è più avanti nella zona ovest, quella appunto fino a via Boschi, mentre nei prossimi mesi subirà un’accelerata il cantiere a est, con il collegamento fino alla Castellana a Martellago, in zona Kelemata. L’obiettivo è consegnare tutto per dicembre e dal cantiere assicurano che i tempi saranno rispettati.

Stato attuale. Ad oggi, sul lato ovest si è buon punto; la lunga lingua d’asfalto da via Boschi è pronta, così come la rotatoria poco prima del casello, diviso con ingresso e uscita ai lati del cavalcavia. Le due stazioni per entrare e uscire dall’autostrada e i fabbricati sono pressoché finiti. A est, ci si concentrerà di più nei prossimi mesi; i caselli sono pronti, mentre gli immobili sono al grezzo ma avanzato. Sono stati acquisiti gli edifici, poi da demolire, e si provvederà a fare la rotatoria all’altezza della Kelemata. Si sta asfaltando la tangenziale lunga cinque chilometri. La bretellina di mille metri che collegherà la Moglianese al casello, sfruttando l’attuale contro-strada di servizio, sarà realizzata di seguito.

Cavalcavia. Si sta montando l’impalcato del ponte. Manca la trave centrale, quella di 600 metri che passerà sopra l’autostrada; il varo è previsto per fine luglio, quando dovrà essere chiusa al traffico. Nei mesi scorsi, nei due lati del Passante, sono stati costruiti i 14 piloni in calcestruzzo, sette per parte, dove sarà appoggiato il viadotto per collegare l’entrata e l’uscita al casello.

Progetto. L’idea complessiva prevede quattro rotatorie lungo il tracciato che porterà al casello: agli incroci con via Canove e in via Morosini a Martellago, via Ponte Nuovo e via San Paolo a Scorzè. A queste se ne aggiungeranno una tra via Canove e la Castellana a fianco del municipio, e l’altra sempre su via Canove ma all’incrocio con via Volta. La rotonda di via Ponte Nuovo sarà spostata più a est, per tutelare Villa Astori.

Mitigazioni. In fase di progetto del casello se n’è parlato molto. A Scorzè si dovrà realizzare il bosco di Cappella, che avrà anche il compito di risolvere i problemi idraulici della zona, oltre a ridurre l’impatto della futura opera. L’obiettivo è risolvere la questione del Desolino ed evitare le esondazioni del 2006, che provocarono un’alluvione in tutta la zona. Per quanto riguarda le piste ciclabili, sono previste in via Morosini a Martellago, via Onaro e via Ponte Nuovo in territorio scorzetano.

Alessandro Ragazzo

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Gazzettino – Martellago. Casello nuovo per fine anno.

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20

apr

2014

MARTELLAGO – Rispetta la tabella di marcia l’ampio intervento

Espropriata l’ex Kelemata. In ritardo la bretella rasente il Passante

Sono cento gli operai che lavorano al cantiere del casello e alla viabilità ad esso legata

Procedono a spron battuto secondo la tabella di marcia i lavori del casello di Martellago-Scorzè e della viabilità d’adduzione: per fine anno sarà tutto ultimato. Gli oltre cento operai impegnati nel vasto cantiere sovrinteso da Pdm attualmente si stanno concentrando sul tratto in prossimità del Passante e la nuova viabilità a est. Gli edifici di stazione sono a buon punto: da una parte il fabbricato del casello è pressoché completato ed è stata già messa la pensilina; dall’altra è al grezzo avanzato e si sta installando la pensilina. Già partiti pure gli impianti che rappresentano l’ultima fase. Pronte da tempo le opere di fondazione (piloni, spalle e pile) dei vari ponti, le maestranze stanno già installando gli impalcati metallici e per fine luglio è previsto il varo del corpo centrale del ponte principale, il viadotto di 600 metri che attraverserà l’autostrada e richiederà la chiusura per almeno una notte del Passante. Praticamente conclusa e asfaltata la nuova viabilità a ovest, la bretella che dalla barriera si aggancia in via Boschi, gli operai adesso stanno accelerando su quella a est, la nuova tangenziale nord di Martellago, di cui si stanno realizzando i rilevati e che nel tratto casello-via Canove è stata anche già asfaltata. Ora sono stati anche acquisiti i fabbricati espropriati nei pressi della Kelemata, che a breve saranno demoliti per realizzare l’ultimo tratto della nuova strada e la rotatoria d’innesto con la Castellana, al confine con il Comune di Venezia. Resta indietro solo la «Complanarina», la bretella rasente il Passante per collegare il casello alla Moglianese che rientra nell’accordo di programma tra l’allora commissario al Passante Vernizzi e i sindaci di Martellago e Scorzè, che sono già stati più volte all’Anas per sollecitarla: essendo un’aggiunta dell’ultima ora, non si è fatto a tempo a inserirla nel progetto del casello, approvato in legge Obiettivo, e ad ora l’opera è di fatto bloccata per problemi legati alla sua procedura approvativa.

 

 

La Fossa, cartelli rimossi e indicazioni cambiate

La protesta dei residenti: «Decisioni prese sottobanco sulla testa dei cittadini»

MIRANO. Spariscono lungo la Miranese le indicazioni per Padova, ma non si sa chi è stato. Errore, atto vandalico o “trucchetto” per modificare i flussi di traffico di cui nessuno vuole assumersi la paternità? A pensar male si fa peccato, ma siccome ad accorgersene, dopo mesi, sono automobilisti e residenti, la questione inizia a far discutere. Sono infatti inspiegabilmente cambiate le indicazioni per raggiungere Padova in località la Fossa, alle porte di Mirano.

Un tempo la strada per Padova era lungo l’antica via Miranese, che da Mestre porta fino all’immissione sulla Noalese, quindi verso la città del Santo. Ora non più. Chi esce da Spinea all’imbocco della Miranese, alla rotonda della Fossa non trova più l’indicazione per Padova. Non la trova nemmeno alcuni metri dopo, al bivio tra via Vittoria e la Miranese, dove il tabellone indicava la direzione Mirano-Padova a sinistra e Noale-Salzano a destra.

«Se nel primo caso hanno tolto un cartello», spiegano gli attenti cittadini, «nel secondo è stato proprio cambiato il tabellone di preavviso, cancellando il termine Padova». I residenti non lo ritengono un problema da poco: il cambio in sordina della segnaletica, infatti, appare fatto del tutto in barba ai cittadini: «La Miranese è la più breve e veloce direttrice di collegamento tra Mestre e Padova», spiegano alcuni, «molto più breve rispetto alla statale della Riviera: sono 35 chilometri da Mestre centro alla Stanga, invece che 45 per la Brentana. Nonostante questo, chi non lo sa e si affida alla cartellonistica, viene ora costretto a percorrere dieci chilometri in più, senza contare semafori e tempi di percorrenza allungati».

Tutto questo senza alcun preavviso e con cartelli rimossi o modificati dall’oggi al domani, senza comunicazione. Il bello di questa vicenda? Non è stato nessuno a farlo. Non la Provincia, che, interpellata dagli stessi residenti, ha allargato le braccia, non il Comune di Mirano, che, interpellato a sua volta dalla Provincia, afferma di non aver mai modificato la segnaletica alle porte della città. Qualcuno ora comincia a sospettare che le nuove indicazioni siano in qualche modo collegate all’aumento delle tariffe ai caselli autostradali e alla conseguente modifica dei flussi di traffico sulla viabilità locale. Una sorta di misura tampone, per non intasare troppo il centro di Mirano, dove sembra essere aumentato il traffico. Ai cittadini però non piace proprio il metodo.

FilippoDe Gaspari

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I consiglieri provinciali chiedono alla Zaccariotto di intervenire

MIRANO – Mozione del gruppo consigliare del Pd in Provincia sul confuso aumento delle tariffe autostradali. Guerrino Palmarini, Lionello Pellizzer, Loredana Serafini Amato, Serena Ragno, Mariagrazia Madricardo ed Elisabetta Populin, chiedono che il Consiglio provinciale impegni la giunta Zaccariotto, come uno dei suoi ultimi atti, a promuovere un confronto consigliare e in sede di commissione con il presidente di Cav, Concessioni autostradali venete. L’obiettivo è quello di discutere la questione delle tariffe e le conseguenze in atto sui livelli di traffico delle strade provinciali.

La mozione chiede, inoltre, alla giunta di sostenere l’arretramento della barriera di Villabona a Dolo e affrontare i problemi in rapporto con Regione, Ministero delle Infrastrutture, società autostradali e Cav.

«I recenti aumenti delle tariffe autostradali hanno prodotto un sensibile aumento del traffico sulle strade provinciali, anche a causa dell’introduzione delle contraddittorie e non sempre economicamente convenienti agevolazioni per i pendolari », sostengono i consiglieri democratici, «l’equiparazione delle tariffe nel tratto Villabona- Vetrego ha consentito di eliminare il traffico anomalo causato dall’uscita con immediato rientro al casello di Vetrego, ma gli utenti del tratto autostradale Mestre-Padova hanno più convenienza ad utilizzare ora l’accesso all’autostrada dal casello di Crea, in territorio di Spinea, riducendo in questo modo i costi di percorrenza, ma aggravando pesantemente il traffico sulla viabilità ordinaria e provinciale».

Filippo De Gaspari

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Nuova Venezia – Cav: il traffico cala, solo 1650 abbonati.

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13

mar

2014

NONOSTANTE GLI SCONTI AI PENDOLARI

VENEZIA – Ad oggi sono 1650 i pendolari dell’autostrada che hanno sottoscritto via telepass l’abbonamento scontato sul tratto Padova est-Mestre, introdotto dalla concessionaria Cav il 25 febbraio (con effetto retroattivo dal primo del mese) dopo il rincaro delle tariffe e le polemiche conseguenti.

La riduzione del pedaggio fino al 20% (riservato a chi percorra lo stesso tragitto da venti a quaranta volte al mese, con gli sconti proporzionali alle distanze) rivela un appeal modesto a fronte dei grandi numeri in ballo: 100 mila passaggi medi giornalieri sul segmento Padova est-Dolo, 40 mila per Dolo- Mestre e 60 mila sul Passante.

Né l’adesione lievita tra i residenti dei cinque Comuni toccati da Cav (Dolo, Pianiga, Mira, Mirano e Spinea): pur godendo di agevolazioni del 40%, l’entità degli abbonamenti galleggia intorno alle duecento unità.

Sul fronte del traffico, da gennaio ad oggi, Cav segnala una tendenza contrastante: -2,5% nei flussi autostradali a pagamento, +6% sul Passante a circolazione libera.

A ciò si abbina l’impennata di presenze nel trasporto ferroviario, così da giustificare una chiave di lettura che individua nella recessione perdurante e nel calo del reddito – scanditi da licenziamenti, crisi aziendali e fallimenti, soprattutto nelle microimprese – le cause della flessione dei viaggi pendolari su mezzo privato (a esclusivo vantaggio del trasporto su rotaia, pur bersaglio di pesanti critiche), accreditando invece al lusinghiero andamento dell’export veneto la ripresa del traffico commerciale.

La partita autostradale, però, si gioca su più tavoli. Le cinque concessionarie regionali (Cav, A4 Brescia-Padova, Autovie venete, Autobrennero, Autostrade per l’Italia) aderiscono ad Aiscat e la potente associazione – presieduta da Fabrizio Palenzona – ha accolto l’invito del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ad introdurre facilitazioni tariffarie per i viaggiatori pendolari, condizionando però l’assenso – che ha sensibile un costo finanziario – a precise condizioni.

Anzitutto, un’omogeneità di trattamento sull’intera rete nazionale che eviti “scorciatoie” sleali da un casello all’altro. Quindi, il prolungamento della durata delle concessioni, così da “spalmare” nel tempo i minori introiti derivanti dagli sconti e far fronte agli oneri finanziari e agli investimenti: un obiettivo, questo, che sta particolarmente a cuore a Tiziano Bembo, presidente della Cav, società pubblica oggettivamente penalizzata dai tempi ridotti concessi dallo Stato (22 anni appena a fronte di una media italiana di 30), chiamata a rimborsare l’Anas il miliardo ricevuto per realizzare il Passante e gravata dai costi di manutenzione di due percorsi (Raccordo del Marco Polo e Tangenziale ovest di Mestre) che non garantiscono alcuna entrata. Lupi ha preso atto delle richieste, promettendo risposte concrete. I tavoli ministeriali sono al lavoro ma, al momento, non si segnalano passi avanti.

Filippo Tosatto

 

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