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DOLO  «É giunta l’ora di pensare ai servizi di tutta la cittadinanza, anche di quella della Riviera del Brenta». Questo è il pensiero del comitato Bruno Marcato che ha distribuito un volantino per chiedere una mobilitazione per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo. Il comitato approfondisce il tema dell’atto aziendale dell’Asl 13.

«Abbiamo appreso che l’atto aziendale dovrà essere valutato dall’apposita commissione consiliare regionale », si legge, «chiediamo al Pd, come agli altri partiti che hanno votato contro le schede ospedaliere, di essere coerenti anche con l’atto. Va fermata qualsiasi riorganizzazione dell’Asl prima che non siano state modificate le schede ospedaliere che riguardano il nosocomio di Dolo ed emanate quelle territoriali».

Un appello anche alle forze politiche locali. «Lo chiediamo ai partiti locali che si stanno lamentando per ciò che sta succedendo all’ospedale di Dolo», proseguono, «abbiano il coraggio di dire le stesse cose anche in sede regionale, lo facciano tutti assieme in maniera trasversale. Speriamo anche nei sindaci a parte il presidente della Conferenza dei Sindaci, Fabio Livieri che continua a dire che va bene così».

(g.pir.)

 

DOLO  «Il Consiglio comunale di Dolo, colpito nelle sue funzioni, esprime piena solidarietà al consigliere Fattoretto, pretestuosamente attaccato dalla direzione dell’Asl 13». Questo è il testo firmato dai capogruppo del consiglio comunale dopo l’attacco del dg Gumirato al consigliere.

A sostegno di Fattoretto interviene anche Ennio Zane, commissario della Lega Nord della Riviera. «Stigmatizzo le dichiarazioni dell’Asl 13», scrive Zane,«che accusano il consigliere dolese Giovanni Fattoretto, in relazione al proprio luogo di lavoro, di agire per interessi personali. Il suo impegno a favore del mantenimento delle specificità ospedaliere e la loro rivalutazione è noto a tutti e trae fondamento dal programma elettorale. Già nel 2012 venne illustrato “Il dossier Fattoretto sull’ospedale”, seguito poi da un’attiva azione dello stesso consigliere tra cui la proposta di investire nel pronto soccorso e nella sistemazione di villa Massari al fine di eliminare i costi degli attuali affitti, a tutto guadagno della sanità pubblica e dei contribuenti. Spero la dirigenza dell’Asl 13 sappia cogliere nell’attività di Fattoretto un’opportunità per valutare anche soluzioni diverse da quelle programmate».

(g.pir.)

 

Gazzettino – “Scelte sbagliate per l’ospedale di Dolo”

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27

mar

2014

Il comitato Marcato elenca cosa fare per risparmiare e avere una sanità più efficiente

«Non è solo una questione di soldi, sono le scelte che vanno cambiate». È quanto afferma il Comitato Bruno Marcato in merito alle ultime notizie che riguardano il futuro dell’ospedale di Dolo.

«Sembra che l’atto aziendale presentato dal direttore generale Gino Gumirato contenga direttive, indirizzi e decisioni per la riorganizzazione della nostra Ulss, in attuazione di quanto previsto dalle schede ospedaliere approvate dalla Regione. Noi avevamo a suo tempo dichiarato la nostra netta contrarietà alle schede e formulato delle proposte alternative che tenevano conto delle esigenze di questo territorio. Le nostre proposte non toglievano nulla alle realtà ospedaliere consolidate di Mirano e Noale, anzi le rilanciavano».

Il Comitato le sue indicazione le fornisce chiaramente: «Concentrare l’ufficio tecnico a Dolo, attualmente distribuito in vari sedi, riprendere in mano le schede territoriali che ridefiniranno non solo la tipologia del nuovo distretto, ma anche la sua nuova funzione assieme alle strutture territoriali, riportare a Dolo il settore veterinario, utilizzando però gli spazi liberi nell’area del vecchio ospedale, risparmiando in questo modo le spese ingiustificate per affitti pagati a privati ed infine, si potrebbe disdire anche l’affitto relativo al padiglione di ostetricia e ginecologia di Mirano, di proprietà del Mariutto, utilizzando tutto il 6° piano del vecchio monoblocco di Dolo attualmente libero, accorpando tale reparto con il settore materno infantile di Dolo ubicato in tale piano».

 

DOLO «Non ci sarà alcuno smembramento dell’Asl 13 e nemmeno saranno chiusi gli ospedali di Dolo e Mirano. Nè Dolo sarà trasformato in una lungodegenza. Invito i colleghi sindaci, prevalentemente quelli del Pd, della Riviera del Brenta, a non fare campagna elettorale ».

Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Fabio Livieri anticipa che i piani di attuazione delle schede ospedaliere dell’Asl 13 saranno illustrati mercoledì 2 aprile alla riunione della Conferenza dei sindaci in programma a Mira. Le accuse arrivate in questi giorni al direttore generale sono chiare. Per il collega Giampietro Menin, sindaco di Camponogara, le azioni che si stanno avviando porteranno «alla chiusura di reparti, lo spostamento di altri come pacchi postali, prefigurando il declassamento dell’ospedale di Dolo senza un’alternativa per i cittadini di quest’area che già adesso per le cure sanitarie sono costretti a peregrinare tra gli ospedali di Padova e Mestre».

Sempre per i sindaci della Riviera il direttore generale punta a trasformare l’ospedale di Mirano in ospedale di rete per il bacino dell’attuale Asl 13, ma questo a loro parere sarà messo in discussione quando tutto graviterà intorno a Mestre.

«Non è previsto alcun declassamento » spiega Fabio Livieri «Anzi gli ospedali saranno ammodernati e sarà potenziata la medicina territoriale. Ho verificato personalmente il contenuto delle schede ospedaliere riferite all’Asl 13 e non c’è alcun disegno regionale a farla scomparire. Sembra invece che tutte queste paure infondate arrivino solo da una parte politica, il Pd. Per questo lo stesso direttore Gino Gumirato spiegherà le schede nella prossima assemblea dei sindaci a Mira».

(a.ab.)

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I sindaci a difesa della struttura sanitaria di Dolo: «Faremo la fine di Noale»

Secca replica del direttore Gumirato: «Aumenteranno pazienti e posti letto»

CAMPONOGARA «Le decisioni del direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato, stanno colpendo la cittadinanza della Riviera del Brenta. Trasformando Dolo in un ospedale medico e Mirano in polo chirurgico, per il plesso rivierasco il destino è quello capitato all’ospedale di Noale: diventare una grande lungodegenza. Dov’è il potenziamento della medicina territoriale?».

A lanciare l’allarme dopo l’illustrazione dei piani di attuazione delle schede ospedaliere, sono il presidente dei sindaci della Riviera del Brenta, Giampietro Menin e il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto.

«Le azioni che si stanno avviando », spiegano Campalto e Menin, «prevedono la chiusura di reparti, lo spostamento di altri come pacchi postali, prefigurando il declassamento dell’ospedale di Dolo senza un’alternativa per i cittadini di quest’area che già adesso per le cure sanitarie sono costretti a peregrinare tra gli ospedali di Padova e Mestre. Il direttore generale punta a trasformare l’ospedale di Mirano in ospedale di rete per il bacino dell’attuale Asl 13, ma questo sarà messo in discussione quando gioco forza tutto graviterà intorno a Mestre. Peggio ancora sarà per l’area della Riviera sud ».

Una risposta arriva dal direttore dell’Asl 13, Gino Gumirato: «La riorganizzazione dei due ospedali di Dolo e Mirano prevista dalle schede ospedaliere regionali, non è precursore di alcuna chiusura, ma a vantaggio di un servizio di qualità ed efficienza. Non verranno tagliati servizi, né posti letto, anzi, a Dolo aumenteranno. Il fatto che Dolo diventerà un ospedale prevalentemente medico-internistico porterà ad un aumento dei pazienti. Pronto Soccorso, Radiologia, Laboratorio analisi, Chirurgia di giorno, Anatomia e il Poliambulatorio non verranno toccati. Dove è questo presunto impoverimento? La Riviera del Brenta non perde alcun servizio sanitario, le professionalità e l’indotto sono garantite”.

Infineda Mira il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Sacco, propone una soluzione per mantenere il distretto sanitario a Mira: «Il Comune di Dolo rende disponibili gli spazi dell’ex tribunale. Potrebbero essere utilizzati per ospitare gli uffici tecnici o altri uffici dell’attuale Asl. In questo modo il distretto sanitario resterebbe a Mira. E poi anziché trasferire la parte amministrativa a Noale, proponiamo che venga trasferita a Dolo».

Alessandro Abbadir

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MIRANO – «La riorganizzazione dell’Ulss 13? Per metterla in atto mancano le strutture e le risorse economiche. Molti aspetti sono da rivedere, se servirà noi saremo pronti a lanciare una nuova mobilitazione».

Nei prossimi giorni la commissione regionale Sanità valuterà il nuovo atto aziendale con cui il direttore Gino Gumirato intende apportare importanti modifiche negli ospedali del Miranese e della Riviera, ma intanto dalla politica arrivano nuove bordate. A riaprire il dibattito è il consigliere regionale Bruno Pigozzo, a ruota il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello. Gumirato ha presentato il piano ai primari dell’Ulss 13 spiegando che le novità consentiranno di diminuire le spese e rendere più efficienti i servizi. Il documento è ancora riservato, ma la linea appare chiara: Mirano sarà il polo chirurgico mentre Dolo sarà il polo medico, la Lungodegenza sarebbe spostata da Noale a Dolo e nel complesso di Noale sarebbero portati vari uffici.

«La Regione detta queste indicazioni ma non fornisce le risorse – sbotta Pigozzo -. A Dolo per esempio bisogna mettere a norma alcune strutture dal punto di vista antisismico e antincendio. Per ora solo il Pd si sta muovendo per mettere in luce dubbi e criticità, le altre forze politiche tacciono. Serve un coinvolgimento trasversale».

Che sia una questione molto delicata lo conferma il sindaco di Mirano: «Condivido queste preoccupazioni, il rischio è che la riorganizzazione non sia supportata da adeguate risorse. Spostare vari uffici a Noale? Mirano perderebbe di centralità, ma è il Comune con più servizi e quello più facile da raggiungere».

Gabriele Pipia

 

 

Negli ospedali di Dolo e Mirano registrati 80 mila accessi

Solo 11 mila di media gravità : «Andate dai medici di base»

MIRANO – In Pronto soccorso per un mal di testa. Esempio neanche troppo esagerato, se è vero che nell’Asl 13, lo scorso anno, si sono registrati 80 mila accessi ai due pronti soccorsi di Mirano e Dolo: 50 mila erano consulenze, solo 11 mila i casi di media o alta gravità, i cosiddetti codici gialli e rossi.

Il dato indirizza l’Asl a invertire la rotta: ancora troppi i codici bianchi (casi non critici, pazienti non urgenti) e quelli verdi (poco critici, in coda.

I dati. Nel 2013 i codici bianchi sono stati 16.104 a Dolo, 11.902 a Mirano. I verdi, 21.557 a Dolo e 18.983 a Mirano. In totale dunque, codici bianchi e verdi sono stati 68.546 su 80.249 accessi totali (l’85,4%), mentre i codici rossi sono stati lo 0,81%.

I ricoveri. Sugli 80 mila accessi registrati, 10 mila sono diventati ricoveri. Interessante vedere dove sono stati indirizzati i pazienti dopo l’accesso, per capire la tipologia di richiesta. Il numero dei pazienti ricoverati cresce all’aumentare dell’età: si va da un 13-16% di ricoveri di persone tra i 50 e i 60 anni a un 27-29% di ricoveri di persone di 90 anni e più.

«I reparti di maggiore destinazione », spiega il direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza Pietro Pacelli, «sia a Miranoche a Dolo sono le medicine e le geriatrie, che da sole assorbono quasi il 47% di tutti i ricoveri ».

Snocciolando i numeri delle consulenze richieste ai reparti ospedalieri dai due Pronti soccorsi, nel 2013 al primo posto c’è il servizio di cardiologia, con quasi 5 mila prestazioni, seguito da ortopedia con poco più di 4 mila esami e neurologiacon circa 2 mila.

La situazione. Ancora troppi i codici bianchi e verdi a fronte delle urgenze. «Anche se è cresciuta la collaborazione con i medici di base», spiega Pacelli, «i numeri dei codici bianchi sono alti e dobbiamo lavorare affinché ci sia sempre di più un uso appropriato del pronto soccorso. È bene ricordare che per i casi meno urgenti o cronici, l’aiuto che può fornire il proprio medico di famiglia è più calibrato e di più comodo accesso ».

L’appello. «Utilizzare i servizi del Pronto soccorso per problemi urgenti e non risolvibili dal medico di famiglia, dal pediatra o guardia medica». Questo l’appello lanciato dall’Asl per garantire un miglior servizio soprattutto a beneficio delle vere urgenze. «Confidiamo nella sempre maggiore presa di coscienza degli utenti e in un utilizzo sempre più oculato dei pronti soccorsi: anche se il tasso di ricovero in questa azienda sanitaria è decisamente buono (il 13%, rispetto ad una media regionale del 15%), possiamo fare meglio, per potere intervenire nei casi di reale urgenza».

Filippo De Gaspari

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la denuncia della Lega

«A Mirano si spende troppo per l’affitto»

DOLO. «L’Asl 13 spende annualmente 600 mila euro di affitti per l’utilizzo di strutture a Mirano mentre a Dolo ci sono spazi non utilizzati». A denunciarlo è Giovanni Fattoretto, consigliere comunale dolese della Lega Nord, che cita la tabella “locazioni passive” aggiornata al 2013 dell’ azienda sanitaria locale dove sono presenti gli affitti pagati per alcune strutture presenti nel territorio comunale di Mirano.

«Queste spese sono quantomeno imbarazzanti», prosegue Giovanni Fattoretto, «in un periodo di crisi economica come questo e visto che parte delle strutture del pronto soccorso di Dolo hanno bisogno di interventi».

Dalla tabella si evince che l’Asl 13 ha previsto di destinare 566.417 euro al Mariutto per l’utilizzo di alcune strutture, 69.598 euro al comune di Mirano per le ex scuole elementari Petrarca dove sono ospitati i corsi universitari di infermieristica e 27.963 a due privati per il settore Veterinario. Fattoretto, che nei giorni scorsi si è recato a Venezia assieme al capogruppo provinciale Michael Valerio per incontrare l’assessore Coletto e illustrargli la situazione dell’Asl 13, lancia una proposta.

«Questi importi», prosegue, «possono essere risparmiati sfruttando le strutture e gli spazi di proprietà presenti a Dolo nel complesso di villa Massari così come è successo per molti anni. Magari si potrebbe includere nelle pertinenze limitrofe servizi come il settore Veterinario e il distretto sanitario».

(g.pir.)

 

ASL 13 – Approvato dalla Regione il piano per il prossimo biennio tra tagli e accorpamenti

Dolo diventerà centro internistico, Mirano polo chirurgico: ogni nosocomio manterrà i servizi di supporto

Radiologia, Ginecologia e Pronto Soccorso strutture integrate

Verrà tagliata Neurologia a Mirano: rimarrà quella di Dolo

Il futuro dell’Asl 13 per il prossimo biennio approvato dalla Regione: tra tagli, accorpamenti e soppressioni si profila il diverso destino per gli ospedali di Dolo e Mirano. I tempi dei due ospedali quasi gemelli e dei doppi dipartimenti è finito, il Piano Aziendale dell’Asl 13, proposto dal direttore generale Gino Gumirato è stato approvato dalla Regione e la linea tracciata è proprio quella annunciata già un anno fa dallo stesso Gumitato: l’ospedale di Dolo destinato a struttura internistica e quello di Mirano con funzione chirurgica. Il direttore Gumirato ha già presentato l’Atto Aziendale ad una cinquantina tra primari e responsabili di dipartimento qualche giorno fa annunciando che prossimamente l’Atto sarà illustrato anche ai 17 sindaci dei Comuni della Riviera e del Miranese. Sostanzialmente non ci sono grandi sorprese, il Piano approvato è quanto lo stesso, salvo qualche minima osservazione, Gumirato ha proposto alla Regione per riorganizzare l’azienda sanitaria di Dolo e Mirano.

Mirano polo chirurgico e Dolo internistico. «Per i cittadini non ci saranno grandi sconvolgimenti – aveva spiegato il direttore generale ai sindaci qualche tempo fa – ogni ospedale manterrà i servizi di supporto laboratorio di analisi, diagnostica, visite ambulatoriali». Di fatto viene tagliata la Neurologia di Mirano mentre rimarrà quella di Dolo mentre alcuni dipartimenti come Radiologia, Ginecologia e lo stesso Pronto Soccorso saranno «strutture integrate», ovvero verrà mantenuta la l’Unità operativa, il reparto, nell’ospedale ma il dipartimento sarà uno solo. Il cronoprogramma stabilito dalla Regione, che parla proprio di «accorpamenti» prevede tutto nell’arco del biennio 2014 – 2016.

I tagli strutturali riguardano anche il territorio. «L’attuale organizzazione dell’Asl 13 – si legge nell’atto aziendale – prevede una articolazione territoriale concentrata su due distretti. Al fine di poter costruire una adeguata convergenza verso una organizzazione ad un solo distretto per l’intera dimensione aziendale (composta di 268.564 abitanti residenti in 17 comuni) si propone la permanenza dell’attuale struttura a due distretti fino alla fine 2014 mentre dal 2015 ci sarà una nuova organizzazione con distretto unico».

L’Unità operativa complessa di Neurologia di Mirano verrà «dismessa» e «unificata» a favore di quella di Dolo. Stesso destino per Anestesia e Rianimazione sempre a Dolo che verrà trasformata un unità semplice subordinata a Mirano. Analogo destino per Geriatria. «Si tratta di una unità semplice – si legge nell’atto – collocata nell’ex apicalità di Medicina a Mirano che non essendo più prevista dalle schede di dotazione ospedaliera dovrà essere dismessa con decorrenza da marzo 2015».

 

LA RIORGANIZZAZIONE C’è da capire se finiranno a Mestre o a Padova

Rimane il dubbio sui costosi macchinari

La nuova riorganizzazione degli ospedali di Dolo e Mirano, il primo destinato ad attività internistica, mentre il secondo ad attività chirurgica secondo l’Atto Aziendale riuscirà ad essere applicata nei prossimi due anni? Le strutture di eccellenza presenti sia a Dolo che a Mirano saranno garantite e valorizzate o assorbite da Padova e Mestre? Le strumentazioni di alto livello, alcune costosissime e addirittura donate da enti e fondazioni, in anni recenti, rimarranno patrimonio degli ospedali anche se i reparti verranno declassati? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che si stanno ponendo i vari comitati cittadini della Riviera e del Miranese. Nella mole di documenti e regolamenti che costituisce l’atto aziendale approvato dalla Regione c’è una scheda tecnica che parla espressamente dei dipartimenti che verranno «soppressi» o «trasformati» con tanti di date precise, alcuni prevedono interventi tra qualche mese altre tra un anno, tutte comunque entro il biennio. La scommessa ora è se riuscirà la direzione dell’Asl 13 a far fronte agli impegni assunti con la Regione in tempi così stretti.

(l.gia.)

 

Pronto Soccorso congestionato da un eccesso di codici bianchi e verdi, l’Ulss 13 lancia un appello per sensibilizzare la popolazione ad un utilizzo più appropriato del servizio. «Il Pronto Soccorso va utilizzato solo per problemi urgenti e non risolvibili dal medico di famiglia, dal pediatra o dalla guardia medica» fa sapere l’azienda sanitaria snocciolando i dati del 2013: gli accessi al Pronto Soccorso di Mirano e di Dolo sono stati nel complesso oltre 80mila, ma solo 11mila casi presentavano urgenze con codice giallo o rosso. È proprio su questa differenza che intende lavorare l’Ulss 13. In totale, tra Mirano e Dolo, i codici bianchi e verdi sono stati oltre l’85 percento. I codici rossi, invece, solo lo 0,81 percento.

A spiegare il motivo ci pensa il direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Ulss 13, Pietro Pacelli: «Negli ultimi anni è cresciuta la collaborazione con pediatri e medici di medicina generale ma i numeri dei codici bianchi sono ancora alti. È bene ricordarlo: per i casi meno urgenti o cronici, l’aiuto che può fornire il proprio medico di famiglia è sicuramente più calibrato e di più comodo accesso». Su 80mila accessi, nel corso del 2013 sono avvenuti 10mila ricoveri. Come prevedibile, dalle statistiche emerge che il numero dei pazienti ricoverati cresce proporzionalmente all’aumentare dell’età: si va da un 13-16% di ricoveri di persone tra i 50 e i 60 anni ad un 27-29% di ricoveri di persone di 90 anni e più. I reparti di maggiore destinazione del ricovero sono le Medicine e le Geriatrie, che da sole assorbono quasi il 47% di tutti i ricoveri. Snocciolando i numeri delle consulenze richieste ai reparti ospedalieri nel 2013, al primo posto c’è il servizio di Cardiologia con quasi 5mila prestazioni, seguito da Ortopedia con poco più di 4mila esami e Neurologia con circa 2mila.

(g.pip.)

 

Gazzettino – Dolo. Pati, “bloccata” la procedura.

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22

mar

2014

Divergenze soprattutto sull’area vecchia dell’ospedale

DOLO – La Commissione urbanistica non ha approvato il nuovo strumento

I consiglieri di opposizione criticano duramente il piano: decine le osservazioni

POLEMICHE – Altra fumata nera per il Pati di Dolo. la Commissione urbanistica non l’ha ancora approvato

Altra fumata nera per il Pati di Dolo.
Ieri sera in sala consigliare del Municipio di Dolo il sindaco Gottardo ha presentato ai cittadini il piano di assetto del territorio intercomunale dei comuni di Dolo e Fiesso d’Artico.
All’incontro era presente, tra gli altri, l’urbanista Daniele Rallo della Venetoprogetti s.c. a cui è stato affidato l’incarico di redigere il nuovo strumento di pianificazione.
Giovedì la commissione urbanistica, riunitasi per discutere il nuovo strumento urbanistico, non ha ancora trovato un accordo per cui anche il quinto incontro si è concluso con un nulla di fatto.
Criticità al proposito sono state espresse dai consiglieri delle opposizioni, dai loro capogruppo e soprattutto dalla stessa maggioranza per nome dei leghisti Giovanni Fattoretto , presidente della commissione, e dal consigliere Mario Vescovi che hanno letto un circonstanziato documento elencante molteplici osservazioni e considerazioni tra cui anche la spinosa questione della parte vecchia del ospedale di Dolo, Villa Massari, che risulta oggetto di alienazione.
Un percorso, quello indicato dal sindaco, che non appare condiviso dunque tra tutte le forze politiche, maggioranza compresa.
E questo, in prospettiva, potrebbe rappresentare un ulteriore scoglio sulla strada dell’approvazione. Insomma la questione si presenta più spinosa di quanto si potesse pensare.
Al termine la commissione si è chiesta se esisteva l’opportunità di illustrare ai cittadini il tipo di progettualità del PATI considerato che i lavori della commissione non sono ancora conclusi.
Saranno ripresi giovedì 3 aprile non essendo stati accettati dal capogruppo del Pd Alberto Polo incontri programmati già anticipati dall’assessore all’urbanistica Elisabetta Ballin.

Lino Perini

 

Gazzettino – Dolo. Ospedale, scoppia la polemica

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21

mar

2014

DOLO – Bordate anche da Chisso: «Così si alimentano le ansie dei cittadini»

Critiche all’assessore regionale Coletto. L’Asl 13: «Attualmente i soldi non ci sono»

PROVVISORIO – La tensostruttura che funge da ingresso al Pronto soccorso dell’ospedale a Dolo

Le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Luca Coletto agli esponenti della Lega Nord incontrati martedì hanno sollevato un polverone e suscitato una serie di reazioni, a cominciare da quella del direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato. «Attualmente non esistono cinque milioni di euro per la riqualificazione del Pronto Soccorso di Dolo – dichiara il dg – La notizia è semplicemente non corrispondente agli atti formali della Regione e della Ulss 13. Inoltre l’Azienda Ulss non è stata ferma in alcun modo, bensì ha provveduto ad effettuare la valutazione antisismica del Pronto Soccorso di Dolo come operazione obbligatoria preordinata alla presentazione di qualsiasi progetto».

Gumirato puntualizza: «La Regione Veneto si è mossa prima con una delibera del 17 luglio 2012 con cui ci ha autorizzati a contrarre un mutuo pari a 3 milioni di euro per investimenti in tecnologia e apparecchiature, soldi spesi tra il 2012 e il 2013, e successivamente, con una delibera del 2 ottobre 2012, con cui la Regione ci ha esteso il finanziamento con l’aggiunta di 2 milioni per l’adeguamento del Pronto Soccorso di Dolo previa valutazione antisismica conclusasi recentemente. E da questa valutazione è emerso non solo che bisogna provvedere all’adeguamento, ma che non sono sufficienti i 2 milioni per farlo. Ora si provvederà ad inviare un progetto di riqualificazione del Pronto Soccorso completo di adeguamento antisismico che verrà a costare all’Azienda non 2, bensì 5 milioni di euro».

Sulla questione è intervenuto anche l’assessore regionale Renato Chisso, con toni molto duri: «Non capisco le critiche rivolte alla gestione dell’Asl 13. Mi pare che qui ci sia gente disinformata e che non ha voglia di informarsi e capire. Peccato perché in questo modo si alimentano le ansie ai cittadini e si vanifica il lavoro di ottimi professionisti. Chi accusa di immobilismo questa amministrazione non sa quello che dice. Mi pare che dalla Lega arrivino solo critiche. Consiglio a questi signori di mettersi a lavorare per il bene della comunità».

Critiche anche da Gabriele Scaramuzza, responsabile sanità e welfare del Pd veneziano: «Viene da pensare che l’assessore Coletto non sappia che il progetto di ristrutturazione del pronto soccorso dell’ospedale di Dolo è stato predisposto dall’azienda ULSS 13 nel lontano 2007 e ha già ottenuto l’approvazione, con prescrizioni, delle competenti strutture della Regione Veneto. O all’assessore Coletto hanno nascosto le carte, oppure hanno sottratto i fondi. Ed a pagare il dazio di questa colpevole inerzia è il polo ospedaliero di Dolo e la popolazione della Riviera del Brenta». Scaramuzza conclude con una domanda: «La domanda da fare all’assessore Coletto è una sola, e su questo pretendiamo una risposta immediata: il progetto c’è, ma i soldi?»

Lino Perini

 

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